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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 12 del 2020

Titolo: XXIV CONGRESSO NAZIONALE - I Lavori Congressuali

Autore: Redazionale


Articolo:
Il XXIV Congresso dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Onlus Aps, riunito in modalità on line in ottemperanza alle vigenti disposizioni in materia di emergenza sanitaria, formula la seguente mozione di indirizzo e le seguenti proposte programmatiche per la politica associativa del quinquennio 2021-2025

Istruzione, Formazione, Pluridisabilità
Per incardinare le nostre proposte e verificarne l'attuazione, il protocollo MI/UICI siglato nell'agosto 2018 costituisce il riferimento obbligato che ci consente di avere stabili rapporti istituzionali continuativi e operativi con il Ministero dell'Istruzione.
Per rendere ancora più incisivo e uniforme il nostro intervento, si potrebbero siglare con gli Uffici Scolastici Regionali e provinciali protocolli che riprendono le finalità di quello Nazionale.
Occorre inoltre fortificare la rete tra i nostri Enti: Federazione delle Istituzioni pro ciechi, Biblioteca Italiana per Ciechi, Irifor, Centri di Consulenza Tiflodidattica, Stamperia Braille di Catania e ufficializzare la necessità di una collaborazione fattiva con la Lega del Filo d'Oro, l'Istituto Serafico di Assisi e altri soggetti che si sono storicamente distinti per interventi di alta competenza nel campo della pluridisabilità.
Inoltre è forte l'esigenza del recupero degli Istituti finalizzato anche allo svolgimento di stabili e coordinate attività integrative pomeridiane, che non possono svolgersi all'interno delle scuole, così come alla predisposizione di iniziative volte all'intervento precoce e di iniziative di avviamento lavorativo.
Proseguire nell'attività di rafforzamento ed estensione territoriale della rete dei CCT.

1. Necessità di intervento sui sistemi della formazione iniziale, del reclutamento e della formazione continua del Personale docente della Scuola, avendo per obiettivi la valorizzazione delle capacità di autodeterminazione, di relazione e di apprendimento scolastico dei nostri bambini e ragazzi ciechi, ipovedenti e con disabilita aggiuntive. Particolare attenzione anche alla formazione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti curriculari.
Rendere obbligatorio l'aggiornamento degli insegnanti di sostegno assegnati ai nostri studenti sulla loro specificità entro due mesi dall'avvio dell'anno scolastico.
Intervenire per meglio assicurare la continuità educativa.
Definizione, conferma/rimodulazione delle competenze essenziali da richiedere al MI e all'Università.
2. Percorso formativo, profilo professionale e inquadramento normativo e linee comuni di "utilizzo professionale" degli assistenti per l'autonomia e la comunicazione, (attuazione dell'art. 3, co. 4, del d.lgs. n. 66/2017) e dei tiflologi.
Regolare l'assegnazione della risorsa, attenzionando le specifiche esigenze degli studenti e delle studentesse in rapporto alla cecità, all'ipovisione e alla disabilità aggiuntive e al grado di istruzione.
Ottenere l'accreditamento ministeriale dei consulenti tiflodidattici certificati come operatori esperti per la disabilità visiva.
3. Definizione dei livelli essenziali di assistenza, riguardanti personale, servizi di trasporto scolastico, accessibilità, fruibilità, standard di qualità delle trascrizioni braille e degli ingrandimenti tipografici dei libri di testo, misure di supporto all'inclusione scolastica da proporre con dialogo continuo nell'ambito della Conferenza Stato Regione di cui all'art. 5, co. 3, del d.lgs. 66/2017.
4. Riflessione critica sulla scuola quale luogo di accoglienza: ridefinire i percorsi scolastici di inclusione caratterizzate, allo stesso tempo, da una visione globale e da un'azione settoriale e specifica; o in alternativa ipotizzare strutture specializzate e specifiche di accoglienza, abilitazione e riabilitazione per i bambini e ragazzi con pluridisabilità grave e gravissima.
5. Modifiche e integrazioni da proporre alla legge n. 107/2010, per dare effettivo riconoscimento ai diritti delle persone sordocieche.
6. Agevolare e rendere proficua la partecipazione dei nostri ragazzi ai percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (ex percorsi di alternanza scuola/lavoro); agevolare l'attuazione di tirocini di lavoro da realizzare a termine del percorso scolastico.
Incentivare e diffondere sul territorio sportelli di orientamento alla scelta degli studi secondari superiori e universitari e di orientamento lavorativo.
7. Promuovere e adottare strumenti e soluzioni per sostenere i nostri ragazzi nella frequenza dei licei musicali e conservatori e nella formazione estetica.
Avviare i bambini alla musica già nei primi anni di vita, anche con attività sezionali.
Attivare percorsi di formazione alla notazione braille della musica destinati ai docenti della scuola e ai docenti AFAM (Alta formazione artistica e musicale).
Istituire sportelli per la disabilità e servizi di tutoraggio nelle Istituzioni AFAM.
8. Sperimentare nel sistema dell'istruzione professionale di Stato corsi che tengano conto delle potenzialità e dei limiti connessi alla disabilità visiva per agevolare l'ingresso nelle Università e l'accesso al lavoro.
9. Avviare relazioni con la Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità (CNUDD) e con le Regioni per favorire l'accesso ai servizi per il diritto allo studio.
10. Realizzazione e sperimentazione di progetti di vita indipendente con forme di residenzialità volti all'accrescimento delle autonomie e all'orientamento lavorativo. Destinatari ragazzi e giovani ciechi, ipovedenti e con disabilità aggiuntive a medio e alto funzionamento.
11. Assistenti d'aula per i docenti non vedenti:
- Ipotesi di inquadramento normativo, giuridico-economico degli assistenti d'aula per i docenti non vedenti con eventuale assimilazione ai docenti tecnico-pratici;
- ipotesi di tirocinio da parte di studenti aspiranti all'insegnamento;
- ipotesi di affiancamento volontario da parte di personale docente a riposo.
Portare a soluzione le problematiche relative all'accessibilità, fruibilità dei libri di testo digitali, dei registri elettronici, delle piattaforme per la didattica a distanza e, in genere, dei software per la scuola.

Lavoro, Nuove attività, Giovani, Ipovisione, Pensionistica e Invalidità
Lavoro
1. Portare a compimento la riforma della Legge n. 113/1985, al fine di aggiornare il testo di Legge sulla base dell'evoluzione delle tecnologie della comunicazione, rendendo più aderente il meccanismo del collocamento mirato dei centralinisti telefonici non vedenti alle nuove tecniche dei centralini;
2. potenziare il rapporto dialogico con i Datori di lavoro pubblici e privati, anche in termini di sensibilizzazione e conoscenza delle capacità impiegatizie dei disabili visivi, anche attivando il Protocollo con i Consulenti del Lavoro e aggiornando costantemente i dati raccolti in tutto il Paese, con la collaborazione delle strutture territoriali UICI. Ciò, nei termini di due linee di azione di cui l'UICI dovrà farsi portavoce: la prima, è quella che punta su una maggiore alfabetizzazione informatica e sulla conoscenza delle lingue straniere di chi cerca lavoro; la seconda, quella che si fonda sull'implementazione dell'inclusione lavorativa e la riqualificazione professionale di chi, invece, è già inserito nel mondo del lavoro, ma ambisce ad una progressione di carriera più gratificante;
3. insistere sulla spendibilità occupazionale delle figure equipollenti al centralinismo telefonico (operatore telefonico addetto alle informazioni alla clientela e agli uffici relazioni col pubblico, operatore telefonico addetto alla gestione e all'utilizzazione di banche dati, operatore telefonico addetto ai servizi di telemarketing e telesoccorso e operatore amministrativo segretariale), che si avvantaggiano delle garanzie normative della Legge n. 113/1985 (ad esempio, sul diritto alla corresponsione dell'indennità di mansione), ma, al contempo, offrono, alla platea delle persone con disabilità visiva, altri ambiti di lavoro rinnovati, su cui investire proficuamente le proprie energie. Al riguardo, sarà essenziale far conoscere, condividendo le esperienze in rete, le buone prassi già perseguite da anni dagli Istituti per ciechi nazionali (Istituto per Ciechi di Milano, il Chiossone di Genova, il Cavazza di Bologna e il Rittmeyer di Trieste), la cui offerta formativa viene modulata anche sui feedback che ricevono dai Datori di lavoro soprattutto privati, destinatari delle prime esperienze sul campo;
4. incentivare la professione sanitaria della fisioterapia, insistendo sulle Università affinché prevedano test di accesso privi di prove logiche e geometriche, e garantiscano percorsi di studio accessibili, con un'offerta formativa che tenga conto anche della disabilità visiva;
5. garantire strumentazione accessibile ed usabile sul posto di lavoro, in modo da consentire, all'occorrenza, lo svolgimento dell'attività da remoto (lavoro agile o smart-working), senza limiti di carattere tecnico.
Nuove attività:
1. Avviare uno studio di fattibilità sul ruolo del "perito fonico forense" - con il coinvolgimento delle autorità ministeriali competenti - per comprendere se effettivamente tale figura possa essere una nuova e proficua attività lavorativa per i non vedenti, anche al fine di valorizzare una importante attività formativa recentemente sostenuta;
2. incentivare le occasioni di incontro sia con le Scuole e le Università, sia con i Datori di lavoro, presenziando, ad esempio agli Open Day, come UICI e IRiFoR;
3. perseguire sulla strada dell'auto-imprenditorialità, offrendo una maggiore assistenza, mediante un gruppo di supporto costituito da professionisti del settore, a chi intenda cimentarsi in questo percorso, certamente non facile.
Giovani:
1. Avvicinare i giovani all'UICI. È questo il primo obiettivo che si dovrà perseguire nel prossimo quinquennio. Come Associazione di categoria, dovremmo offrire punti di aggregazione e momenti di confronto, per comprendere le esigenze e le attitudini dei nostri ragazzi (laddove possibile, andrà valutata l'opportunità di creare occasioni di lavoro, per i giovani non vedenti e ipovedenti, presso le strutture UICI ed enti collegati);
2. offrire, anche all'interno delle Sezioni UICI, servizi di consulenza professionale per chi cerca lavoro - anche attraverso la creazione di pagine web per un più utile e rapido scambio di informazioni - e/o psicologica, per chi, invece, ha bisogno di essere ascoltato e seguito più da vicino;
3. incentivare il proseguo negli studi, implementando convenzioni di maggior favore anche con le Università telematiche.
Ipovisione:
1. Incrementare su tutto il territorio le attività di riabilitazione, di prevenzione e di sensibilizzazione sulle reali conseguenze della minorazione visiva;
2. sostenere le Sezioni UICI che intendono collaborare strettamente con strutture sanitarie già esistenti o dotarsi di un ambulatorio oculistico di provata qualità. Forti delle esperienze positive di chi già ha investito in tale attività, l'ambulatorio oculistico rappresenta per l'UICI un punto di riferimento a 360 gradi e dal quale l'UICI può trarre notevoli vantaggi sotto più punti di vista. Lo sforzo è considerevole, ma i risultati di quelle Sezioni già su questa strada confermano l'assoluta bontà dell'iniziativa;
3. continuare l'interlocuzione con la politica, perché si possa ripristinare un sostegno economico anche ai cd "decimisti", con una percentuale d'invalidità al di sotto del 74%, attraverso la revisione della Tabella ministeriale del 1992.
Pensionistica:
1. Ottenere dall'INPS un Polo Unico per la lavorazione delle domande di pensione di lavoratori non vedenti, che hanno diritto a tutta una serie di benefici previdenziali. Lo scopo del Polo Unico INPS è quello di avere garanzia del fatto che, in sede di liquidazione della prestazione, non vengano commessi tutta una serie di errori, che determinano un importo di pensione più basso, di cui, il più delle volte, il diretto interessato non ne è consapevole;
2. proseguire nell'attività di monitoraggio nei confronti dei pensionati dal 1° gennaio 2017 in poi, perché venga verificato il corretto importo di pensione;
3. intervenire sul piano normativo per far salve le deroghe di cui al Decreto legislativo n. 503/1992, art. 1 comma 6 (vecchiaia agevolata per non vedenti), anche per le pensioni che verranno liquidate interamente con il sistema contributivo.
Invalidità:
1. Rafforzare l'attività di Patronato in senso lato per garantire: da una parte, sempre più servizi sul territorio; dall'altra, un canale di interlocuzione diretta con la medicina legale ASL e INPS, anche al fine di correggere errori formali e sostanziali messi a verbale;
2. prevedere un piano formativo dei dirigenti e del personale sezionale UICI, sia on-line che in presenza, sulle materie previdenziali ed assistenziali;
3. sensibilizzare i componenti delle Commissioni mediche affinché, in seduta di visita, prestino attenzione alla corretta redazione dei verbali, sia per la cecità civile, sia per l'invalidità civile (in particolar modo, in favore delle persone ipovedenti che vengono sottoposte a visita dalla Commissione per l'Invalidità civile); ciò, in ottemperanza alle linee guida emanate dal Coordinamento Generale Medico Legale INPS, d'intesa con l'UICI.

Autonomia, Mobilità e Vita Indipendente, Ausili e Tecnologie, Cani Guida, Terza Età
1. Contribuire alla realizzazione di una vera "Democrazia Digitale".
Proposte:
- promuovere iniziative legislative miranti ad ottenere impianti normativi più stringenti e coercitivi;
- fornire adeguato supporto tecnico, nonché opportune iniziative formative, a tutti gli attori che concorrono alla progettazione e realizzazione di servizi digitali;
- ricorrere a forme innovative di comunicazione (pubblicazione di brevi video esplicativi, campagne di social marketing, ecc.);
- organizzare una "fonomatica nazionale" con dei codici sezionali per accedere alle informazioni di tutte le strutture territoriali che vorranno pubblicare le proprie informazioni.
2. Istituire una task force transnazionale per la disabilità.
La Task Force, in sostanza, dovrebbe occuparsi di:
- partecipare con propri rappresentanti agli Enti di normazione nazionale e internazionale (UNI, ISO, IEC, CEE ecc.) con l'obiettivo di aggiornare le norme tecniche dagli stessi Enti emanati più confacenti alle esigenze dei disabili visivi e rispondenti al principio del "Design For All";
- emanare linee guida e documenti di indirizzo atti a stimolare l'industria e le aziende di servizi a perseguire l'idea di progettare per tutti evidenziando in ogni ambito la disabilità sensoriale;
- redigere protocolli di valutazione al fine di validare la fruibilità di un dispositivo elettronico digitale.
3. Promuovere un'iniziativa legislativa per l'acquisto di mezzi di trasporto pubblico accessibili.
Promuovere, a tutti i livelli, iniziative legislative, rimarcando anche la disabilità sensoriale, che vincolino gli acquirenti a scegliere esclusivamente mezzi di TPL le cui caratteristiche ne consentano la fruizione a tutte le tipologie di utenza, con particolare riferimento alle persone nella nostra condizione compresi gli ipovedenti.
Tra i requisiti che a nostro avviso andrebbero resi obbligatori per i mezzi pubblici di nuova acquisizione, si citano:
- presenza di un servizio di annuncio in voce di prossima fermata all'interno e di un annuncio vocale di linea all'esterno delle vetture;
- indicatori di linea posizionati e progettati in modo che siano leggibili per le persone ipovedenti;
- pulsanti di prenotazione fermata facilmente individuabili, la cui pressione causi, oltre all'attivazione di un segnale luminoso, anche quella di un segnale acustico, a conferma del corretto funzionamento del sistema.
Nota bene: sarebbe utile definire le nostre difficoltà come barriere tecnologiche e sensoriali.
4. Contribuire all'applicazione capillare della legge 67/2006.
In assenza di riferimenti normativi puntuali, un'ottima arma per contrastare la continua negazione del nostro diritto all'indipendenza, all'autonomia e alla sicurezza negli spostamenti è costituita dalla legge 67/2006, nota come legge antidiscriminazione. Appare infatti evidente come, ogniqualvolta una persona che non vede o vede poco si trovi nell'impossibilità di fruire di un luogo, di un mezzo di trasporto o di un servizio al pari di ogni altro cittadino, si configuri un caso di discriminazione e quindi di violazione della citata legge.
Ancorché molto potente, almeno in linea teorica, la legge 67/2006 appare ancora poco sfruttata dalle realtà che rappresentano il mondo della disabilità; per questo si propone che la nostra Associazione attivi idonei strumenti, o potenzi quelli attualmente esistenti, per fornire supporto legale ai soci che, in tutti gli aspetti della loro vita indipendente, siano vittima di comportamenti discriminatori da parte delle istituzioni e dei fornitori di servizi. Riteniamo altresì importante sottolineare, con forza sempre maggiore, anche dal punto di vista della comunicazione, il carattere discriminatorio delle scelte politiche e gestionali che, di fatto, pongono le persone nella nostra condizione in situazioni di svantaggio non strettamente connesse allo status di cieco o ipovedente.
5. Partecipare ai tavoli di lavoro degli organismi normativi tecnici e di attuazione dei regolamenti europei.
Proposte:
- che la nostra Associazione studi le forme più opportune di affiliazione ai diversi organi di normazione tecnica, al fine di consentire ai nostri rappresentanti di fornire un adeguato contributo in questi contesti facendovi partecipare personale tecnico specializzato dell'Associazione o di enti collegati;
- che venga data continuità al confronto costruttivo con gli organi di attuazione nazionale dei regolamenti europei sui trasporti (ENAC e ART), con l'obiettivo di scoraggiare eventuali violazioni, da parte dei fornitori di servizi di trasporto, dei regolamenti stessi;
- che la nostra presenza in questi tavoli di confronto sia garantita non solo grazie al contributo volontaristico dei soci, ma anche ricorrendo a figure professionali esperte degli argomenti ivi trattati.
6. Esperire iniziative di supporto ai nostri soci possessori di cane guida.
Sul tema dei cani guida si ritiene prioritario:
- lavorare ad una modifica legislativa che allarghi il raggio al cane d'assistenza, o aggiunga all'attuale testo della legge l'accesso del cane guida sul posto di lavoro, anche se esso non è pubblico o aperto al pubblico;
- proseguire il lavoro presso il tavolo normativo UNI "Professioni cinofile GL 22" e presso il tavolo europeo "CENT/TC 452 Assistance dogs", dove attualmente siamo presenti in maniera particolare nel gruppo di lavoro dedicato all'accessibilità;
- perseguire la possibilità dell'inserimento del cane guida negli ausili finanziati da contributi statali, per facilitare l'attività delle scuole cani guida, sovvenzionate in Italia con modalità molto eterogenee (regione Toscana e Sicilia, Lions, donazioni private);
- ottenere la detrazione fiscale per i possessori di cani guida che sono a carico di altre persone;
- ottenere l'azzeramento della franchigia per la detrazione delle spese veterinarie e portare l'aliquota di detrazione dal 19% al 25%;
- quando si parla dei tavoli di lavoro europei e nazionali:
declinare i risultati del lavoro europeo in ambito nazionale, per arrivare alla definizione di cane guida ed istruttore di cane guida che tuteli anche gli addestratori che pur avendo i titoli professionali, non sono nell'organico delle scuole di addestramento italiane e lavorano privatamente.
- strutturare linee guida per l'accesso ai contesti sanitari pubblici e privati per visite mediche specialistiche ed ai mezzi di primo soccorso come le ambulanze, senza allontanare dalla persona non vedente il proprio cane guida.
- stabilire un dialogo con ENAC e Ferrovie dello Stato per riservare un secondo posto dedicato al cane guida, oltre a quello occupato dal passeggero non vedente, perché l'animale possa avere spazio e non rappresenti un ostacolo o un pericolo al movimento degli altri passeggeri e personale sui mezzi di trasporto.
7. Esperire iniziative in favore dei soci anziani.
Per favorire una sempre maggiore indipendenza ed autonomia delle persone anziane, si ritiene necessario:
- organizzare sul territorio interventi negli ospedali e nelle case di riposo per formazione del personale su come rapportarsi con chi ha problemi di vista, nonché forme di collaborazione con le associazioni promotrici di iniziative in favore delle persone anziane, così che anche i nostri soci ne possano fruire;
- mettere in piedi interventi presso ANCI e comuni affinché considerino il soggiorno per anziani con problemi di vista in strutture particolarmente attrezzate allo scopo, come quello degli altri anziani, offrendo anche a chi ha problemi di vista le stesse facilitazioni anche economiche perché possano parteciparvi anche se non sono direttamente organizzate dai comuni;
- estendere a tutto il territorio nazionale il progetto "quando il malato non vede" fatto in Lombardia;
- creare dei protocolli d'intesa con le Università, con gli ordini di tutte le professionalità sanitarie per promuovere istruzioni mirate alla disabilità sensoriale istituendo dei crediti ECM;
- promuovere per i terapisti occupazionali un corso specifico o un master per abilitarli all'autonomia e mobilità nonché a quella personale al fine di far rientrare i corsi come interventi riabilitativi.
8. Promozione di un'iniziativa legislativa per l'accessibilità di apparecchiature elettriche ed elettroniche ed elettromedicali.
In tema di autonomia, si ritiene indispensabile che il Congresso si occupi in modo concreto del problema della accessibilità delle apparecchiature che oggi sempre più ci circondano e che rischiano di tagliarci fuori dal loro uso, per l'adozione di soluzioni spesso inaccessibili per chi non vede.
Pulsanti a scomparsa, manopole senza scatti e senza finecorsa, display che non si attivano sempre sulla medesima schermata e, ciliegina sulla torta, comandi a sfioramento (touchScreen senza risposta vocale) ecc. sono la nostra dannazione. Questo configura una grave violazione costituzionale, creando inaccettabili disparità tra cittadini. Ovviamente qui parliamo di accessibilità riferendoci in particolare alla disabilità visiva, ma lo stesso problema si pone per altri tipi di handicap, le cui associazioni di riferimento potrebbero e dovrebbero essere coinvolte.
Si ritiene pertanto che, in presenza di totale disinteresse da parte dei costruttori - anche se nella migliore delle ipotesi, quando rispondono, sembrano mostrare grande disponibilità, si renda indispensabile una soluzione legislativa che obblighi le case produttrici a progettare secondo i criteri del design for all, come esposto qui sotto in una ipotesi di proposta di legge.
Inoltre, quando si trovano soluzioni tramite app per smartphone prevedere anche l'utilizzo dell'apparecchiatura senza lo smartphone in piena accessibilità; inoltre prevedere sempre le istruzioni in italiano che siano accessibili.

Proposta di legge
"Misure in tema di vita indipendente delle persone con disabilità e accessibilità di apparecchiature elettriche, meccaniche, elettromeccaniche, elettroniche, elettrodomestici e di altri beni di uso comune"
1. Tutti i modelli di apparecchiature elettriche, meccaniche, elettromeccaniche, elettroniche, elettromedicali, gli elettrodomestici ed altri beni di uso comune, per poter essere prodotti, omologati ed immessi sul mercato dalle aziende produttrici devono essere progettati e realizzati in modo da poter essere utilizzati autonomamente ed in piena sicurezza da tutti, secondo i principi del design for all.
2. Sarà istituito mediante Decreto Ministeriale un apposito marchio di accessibilità rispettando soprattutto il marchio CE.
3. I criteri utili a produrre secondo i principi del design for all saranno delineati previa consultazione delle maggiori associazioni rappresentative delle persone con disabilità.
4. Il controllo e l'autorizzazione all'immissione sul mercato dei prodotti confacenti a quanto previsto all'art. 1 sarà in capo ad organismi certificatori esterni nei quali avranno parte attiva le persone con disabilità, designate dalle maggiori associazioni di disabili, sulla base di comprovata esperienza nel settore.
5. Saranno demandati ai regolamenti e ad eventuali studi tecnici di settore tutti i necessari approfondimenti utili a regolamentare ed attuare tale materia.
6. Per le aziende è previsto un periodo transitorio di 5 (cinque) anni, a far data dall'entrata in vigore della presente legge, per adeguare la loro produzione a quanto in essa stabilito e smaltire le scorte di magazzino.
Trascorso tale termine, non sarà più possibile commercializzare i prodotti previsti all'art. 1 della presente legge, senza i requisiti prescritti al medesimo art. 1.
9) Formazione per ogni struttura territoriale di un consulente alla pari per fornire assieme allo psicologo un'assistenza mirata anche per chi perde la vista in età avanzata.
Promuovere a livello nazionale e/o territoriale l'organizzazione di corsi di formazione in Consulente alla Pari ed inserire stabilmente tale intervento tra quelli erogati dalle sezioni territoriali.
La consulenza alla pari risulta essere un significativo strumento utile a favorire il sostegno all'emancipazione e all'inclusione delle persone con disabilità visiva. Si struttura in una metodologia basata sulla relazione d'aiuto che innesca meccanismi di mobilitazione e rafforzamento delle risorse intrinseche ed estrinseche delle persone cieche o ipovedenti, individuando in tal senso specifiche strategie di adattamento alla condizione di disabilità.
Si auspica che la consulenza alla pari per le persone con disabilità visiva possa essere riconosciuta e diffusa come un eccellente strumento integrativo di empowerment.
Pur non sostituendosi a nessun intervento di natura specialistica (Orientamento e Mobilità, consulenza psicologica ecc.), la consulenza alla pari costituisce una valida metodologia per favorire l'inclusione sociale e migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità visiva.
Vista la sua indiscussa utilità, sarebbe importante che la consulenza alla pari entrasse a far parte dei servizi di ciascuna delle sezioni territoriali dell'Unione e che, avvalendosi delle competenze in materia di relazione d'aiuto degli psicologi-psicoterapeuti afferenti alla rete di “Stessa strada per crescere insieme”, venissero formati dei consulenti alla pari in ciascuna sezione.

Comunicazione, Informazione, Cultura, Pari opportunità, Turismo, Sport
Stampa e Comunicazione
1. - Proseguire nella messa a punto di un vero e proprio polo che si occupi della comunicazione interna ed esterna, che veda operare in collaborazione e interazione e sinergia sempre più strette, come già avvenuto in questi ultimi anni, le diverse strutture ed entità della nostra associazione, tra le quali: l'ufficio stampa, nei suoi differenti settori e attività, (relazioni esterne, stampa sonora, produzione periodici e altro) e la nostra Slash radio web.
2. - Continuare l'opera di restiling dei nostri periodici, da abbinare a campagne di pubblicizzazione e diffusione degli stessi tra i nostri associati, anche individuando strumentazioni che li rendano di facile lettura ai ciechi e ipovedenti e con minorazioni aggiuntive non informatizzati; Il Corriere dei Ciechi, nostro organo ufficiale, dovrà rappresentare ai lettori esterni i temi, le rivendicazioni e le iniziative che l'UICI adotterà per conquistare maggiori spazi inclusivi e di dignità sociale.
3. - Impegnarsi per la realizzazione di diverse campagne informative e di pubblicizzazione incentrate su storie emblematiche di ciechi ed ipovedenti idonee a divenire, o oggetto di trasmissioni radiofoniche e/o televisive, o di cortometraggi e/o docufiction, o di spot finalizzati a veicolare messaggi specifici, anche legati a forme di fundraising.
Il processo di comunicazione UICI dovrà sempre più essere proiettato verso l'esterno e entrare in grandi reti comunicative per una veicolazione puntuale e costante dell'informazione. La condivisione con altre reti consentirà, infatti, uno scambio a doppio binario che esalterà, sicuramente, le capacità delle nostre strutture e dall'altro potrà offrire alla nostra categoria un protagonismo sociale alimentato da questo scambio sociale e umano che deve partire dal territorio, con un radicamento forte e riconoscibile, coordinato con tutte le strutture UICI per propagarsi sull'intero territorio nazionale. La valorizzazione delle fonti contro le fake news, coniugata ad una notizia raccontata e non strillata, rispettosa della dignità della persona e utile a sollecitare e far intervenire le istituzioni preposte alla soluzione dei problemi. La sfida della comunicazione sarà difficile per l'UICI, che rispetto a tante altre entità, viste le quasi invisibili risorse economiche disponibili per cui sarà la specializzazione e la fidelizzazione di una base ancora più forte, rispetto ad oggi, a determinare lo sviluppo, la sperimentazione di tecnologie comunicative e informative innovative a decretarne l'autorevolezza e il successo.

Slash Radio Web
1. - Potenziare Slash Radio Web, ampliando, ulteriormente, anche le ore di diretta, favorendo al massimo la creazione di redazioni regionali e, ove possibile, provinciali, alle quali affidare appositi spazi autogestiti o realizzati in collaborazione con il personale della radio; incrementare al massimo le collaborazioni ed interazioni con istituzioni ed altre entità, sulla scorta di quanto già viene fatto con il MIBACT, la banca D'Italia ed il MIUR, oltre a case editrici, altre associazioni, non solo di e per disabili, entità quali la scuderia Ferrari club di Riga e molte altre strutture, ed operando affinché la radio divenga sempre più un punto di riferimento per le persone con disabilità visiva e non solo, anche di altri Paesi, ricavando al proprio interno, spazi da riservare alla gestione, ad esempio, da parte dell'Unione Europea dei ciechi, dell'European Disability Forum e della World Blind Union; impegnarsi sempre più onde divenire giorno dopo giorno, un fondamentale strumento di comunicazione anche rivolto al nostro esterno, proseguendo sempre nell'azione volta a coinvolgere quotidianamente personalità del mondo della comunicazione, del giornalismo radiofonico e televisivo, della politica, della cultura, dello spettacolo ed anche noti influencer, operando anche al fine di poter ottenere forme di finanziamento di quello che a tutti gli effetti è già e potrà sempre più divenire un vero e proprio servizio di pubblica utilità, come è parso evidente nel periodo del lockdown.
2. -Diffondere in modo capillare tra i nostri soci la radio, agevolandone l'ascolto e la fruizione da parte degli anziani, anche mediante la messa a punto di soluzioni che non implichino l'utilizzo di device troppo complessi. Migliorare il sistema di radiovisione, adottando forme di streaming video anche per poter diffondere filmati e documentari, che potranno essere seguiti anche mediante la nostra app, ed una apposita skill per alcuni altoparlanti intelligenti forniti di schermo, affinché Slash Radio Web e la sua radiovisione, divengano sempre più appetibili anche da parte di un pubblico esterno al mondo della disabilità. Dotare la radio di un sito proprio e della possibilità di fruire dei podcast con modalità più immediata, anche implementando sia l'app disponibile per IOS ed Android nonché la skill di Alexa; utilizzando quest'ultima le persone interessate potranno, con le opportune implementazioni, ricevere i podcast più significativi oltre al periodico Slash Magazine e ascoltarli in streaming quando lo desiderano. Pubblicare i migliori podcast anche su alcuni aggregatori come Tunein e sul canale youtube della radio, anche per essere maggiormente conosciuti e visibili all'esterno. Arricchire le possibilità di interazione utilizzando, oltre alle modalità già a disposizione, le opportunità di messaggistica offerte da diversi sofrware.
Continuare a prestare la massima cura all'interazione con i diversi media social, vetrina al momento irrinunciabile.

Centro Nazionale del Libro Parlato "Francesco Fratta"
1. Promuovere la conoscenza del CNLP, partecipando quanto più possibile alle manifestazioni legate all'editoria (ad es. Salone Internazionale del Libro di Torino, Fiera del Libro di Roma ecc.) ed incentivando le sezioni ad organizzare/partecipare a iniziative locali;
2. Proseguire ed ampliare la collaborazione con le aziende che impegnano i propri dipendenti in attività di volontariato aziendale, con gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, con i Lions e i club del Rotary, con biblioteche e in generale con tutte quelle realtà in cui sono presenti gruppi di lettura (ad es. Associazione Nati per Leggere) al fine di incrementare la produzione di 2° livello, oltre che di promuovere ulteriormente la conoscenza del CNLP;
3. Rafforzare la collaborazione con gli istituti scolastici per la registrazione di libri di testo;
4. Rinnovare il periodico "Libro parlato novità", dotandolo di contenuti più ricchi, di approfondimenti sugli autori, vere e proprie recensioni, nonché di info dettagliate sulle nostre pubblicazioni e produzioni.

Pari Opportunità
1- - Ridefinire il ruolo e la funzione sia all'interno che all'esterno dell'UICI della commissione Nazionale Pari Opportunità, trasformandola in «Commissione di Garanzia per le pari opportunità di genere, la valorizzazione delle diversità e contro le discriminazioni». Tra i compiti ai quali la commissione dovrà far fronte: diffondere la piena attuazione delle disposizioni vigenti, fare cultura onde aumentare la presenza delle donne in posizioni apicali, sviluppare una cultura organizzativa di qualità tesa a promuovere il rispetto della dignità delle persone all'interno del nostro sodalizio e, soprattutto all'esterno, in prima istanza nei luoghi di lavoro. Dovrà vigilare affinché chi di dovere garantisca una reale tutela dei diritti, l'osservanza di tutte le norme vigenti che, in linea con i principi sanciti dalla Costituzione, vietano qualsiasi forma di discriminazione diretta o indiretta in ambito lavorativo e non solo, quali quelle relative al genere, all'età, all'orientamento sessuale, alla razza, all'origine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua. Essendo mutato e cresciuto il ruolo della donna, le problematiche riguardanti le questioni legate alle pari opportunità, non dovranno più essere considerate unicamente come temi settoriali, ma anche quale elemento importante e parte integrante di tutte le politiche generali affrontate dall'Associazione, con i debiti e necessari distinguo, derivanti dal genere i dovuti accorgimenti.
2.- Il prossimo quinquennio dovrà vedere l'Associazione fortemente impegnata nel rimuovere gli stereotipi, i pregiudizi e gli ostacoli che ancora oggi tengono le donne troppo lontane dalle reali pari opportunità di genere: Occorrerà pertanto proseguire nella formazione in materia di pari opportunità, realizzando corsi analoghi a quello tenutosi nel 2019, in collaborazione con la statale di Milano, onde consentire a chi nel tessuto associativo si troverà ad operare in questo ambito, di acquisire competenze;
promuovere, a livello nazionale e regionale, l'istituzione di corsi di leadership e coaching, aperti a donne e uomini con particolare attenzione alle dinamiche della comunicazione ed organizzare percorsi formativi di carattere divulgativo, sul tema “Donna, politica ed istituzioni”; lavorare in vista di un maggiore equilibrio della rappresentanza; partecipare a bandi finalizzati al finanziamento di progetti riguardanti le pari opportunità di genere e, in particolare, inerenti alla violenza di genere; studiare campagne informative rivolte all'esterno finalizzate a mostrare un'immagine rispondente al vero della donna cieca e/o ipovedente.

"Beni culturali e artistici"
1. Fare della formazione ai soci interessati e soprattutto ai quadri dirigenti per avere sul territorio persone preparate in grado di proporre percorsi accessibili alle realtà del loro territorio e di valutare cosa viene realizzato. Questo permetterebbe di avere persone preparate in grado di interloquire con gli enti deputati al mantenimento e allo sviluppo del patrimonio culturale, di avere una maggiore uniformità nelle molteplici iniziative che nascono a livello nazionale. Inoltre permetterebbe uno scambio di esperienze, di informazioni in modo capillare all'interno della nostra associazione sia fra le realtà locali, sia nel confronto degli organi centrali rendendo così più efficace la nostra azione.
2. Promuovere, attraverso queste figure, una maggiore partecipazione dei soci a visite guidate nei luoghi dove si è già realizzato un percorso accessibile.
3. Promuovere nei grandi musei una figura che si occupa di accessibilità e che accoglie i disabili visivi e i disabili in generale, che per intenderci potremmo definire come disability manager o mediatore culturale. Questa potrebbe anche essere un'opportunità lavorativa nuova per i disabili visivi.
4. Sensibilizzare gli enti museali affinché promuovano laboratori inclusivi dato che sempre più importante è il ruolo laboratoriale/educativo all'interno dei musei che hanno lo scopo di renderli vivi, di uscire dalla visione del museo come qualcosa di statico e soprattutto quello di avvicinare in modo attivo i ragazzi, a partire dalle scuole elementari e qualche volta anche dalla materna, alla fruizione dell'arte.
Laboratori inclusivi che da anni vengono realizzati dal museo Omero di Ancona e dall'istituto Cavazza di Bologna.
5. Promuovere intorno alle iniziative della nostra associazione e delle attività relative al tema in oggetto una comunicazione digitale puntuale ed esauriente rivolta a tutti per creare una rete attiva e una comunità che coinvolga persone esterne all'associazione in modo da arricchire il livello del dibattito sul tema della fruizione ai "Beni culturali ed artistici" e aprendo un confronto che permetta anche di sperimentare eventuali nuove soluzioni.
Infatti il ruolo che ha oggi il patrimonio culturale che trova naturale espressione nel museo è centrale nel costruire, mantenere una comunità considerandone le potenzialità e le fragilità: l'ubiquità dell'esperienza culturale, la possibilità di incrociarla in ogni istante e ovunque è la cifra che può fare la differenza.
Il museo è oggi un ecosistema che parte dalle proprie sale ma che trova espressioni in tante altri manifestazioni di natura comunicativa: in rete, alla radio, all'interno di altri media che ne raccontano i contenuti.
Fare accessibilità museale e rendere accessibile il patrimonio culturale significa riuscire ad incidere all'interno dell'ecosistema non solo nelle sale.
Per questo è importante la comunicazione e quanto molti stanno facendo, ma tra i primi il Museo Omero con le attività in rete e con SlashRadio.

Sport, Tempo libero e Turismo sociale
Continuità! Cercare di completare i percorsi intrapresi, coinvolgendo l'associazione a qualsiasi livello, al fine di dare la giusta collocazione all'attività motoria che merita un ruolo di primo ordine per l'incidenza che ha rispetto alla salute, al benessere in genere, alla spazialità nella deambulazione autonoma e all'integrazione sociale.
Implementazione! Cercare di realizzare nuove strategie per coinvolgere esperti nelle diverse discipline sportive, al fine di realizzare audiodescrizioni dei campionati in diretta e conseguenti dibattiti su tutte le discipline sportive (anche Torball e Goalball ad esempio), al fine di invogliare l'ascoltatore a partecipare e a mettersi in gioco.
Fermezza! Le varie federazioni sportive agonistiche (tipo FISPIC e UISP ad esempio, ma anche altre…), pur avendo firmato protocolli d'intesa o dichiarato la fattiva e concreta collaborazione alla promozione dello sport, non sempre dimostrano ed attuano quanto scritto o dichiarato. Credo che sia giunto il tempo di considerare una maggior incidenza dell'UICI in tali ambiti, al fine di migliorarne l'efficienza nel dialogo e nella costruzione di un cammino comune e non a strade parallele.
Sostegno! Credo sia inutile sottolineare che ci sia bisogno di un fondo per progetti riguardanti le società sportive legate alle nostre strutture periferiche se vogliamo che esse possano svolgere il loro ruolo, fermo restando che esse non devono mai smettere di praticare la via degli sponsor o del fundraising, poiché l'UICI può dare un aiuto, ma mai finanziare totalmente dette società.
Viaggiare! Finito quest'infausto periodo che blocca il mondo intero, bisogna incrementare e sostenere la voglia di muoversi in Italia e nel mondo con un'agenzia che si specializzi nelle esigenze di chi viaggia “quasi” autonomamente anche in luoghi mai percorsi prima.

Patrimonio e Modello Associativo, Fund-Raising, Quadri Dirigenti, Rapporti Interassociativi e Internazionali
1. Modello associativo e quadri dirigenti
1.1. Realizzare attività di accompagnamento e formazione per i Soci, i familiari dei Soci, i volontari per sviluppare il senso di appartenenza, in particolare presso i giovani con disabilità visiva, perché si avvicinino all'associazione e si impegnino in ruoli di responsabilità.
1.2 Realizzare attività di accompagnamento e formazione per tutti i Dirigenti associativi allo scopo di aumentarne le capacità manageriali, di riconoscimento e classificazione dei bisogni, promuovendo inoltre lo sviluppo delle loro capacità di programmazione e di intervento, nonché la loro capacità di effettuare consulenza alla pari. La formazione dei Dirigenti dovrebbe essere svolta in modalità mista (telematica/in presenza) per consentire di poterne usufruire anche al di fuori degli orari lavorativi, permettendone la frequenza anche a chi avesse un'occupazione a tempo pieno. Tuttavia è necessario preservare momenti in presenza in quanto la formazione realizzata in questa modalità viene arricchita dalla fattiva interazione tra i partecipanti.
1.3 Analizzare le criticità di lavoro delle Commissioni riscontrate nel passato periodo e istituire nuove Commissioni di lavoro per tutte e sole le materie che, per complessità o per specificità, richiedono studi di approfondimento. In caso di problematiche che coinvolgano le tematiche di più Commissioni arrivare a una organizzazione che permetta l'interazione diretta tra le diverse Commissioni interessate
1.4 Realizzare attività di monitoraggio in riferimento alla situazione dei tesseramenti e promuovere attività di rilancio nei territori con riduzioni significative degli iscritti
1.5 Individuare e diffondere eventuali buone prassi nei processi amministrativi e in quelli di interazione con i Soci
1.6 Promuovere il raggiungimento in tutte le Sedi Territoriali di uno stesso livello minimo di servizi essenziali, elencandoli in una Carta dei Servizi da distribuirsi ai potenziali Soci
2 Patrimonio e bilancio
2.1 Accrescere il budget destinato al Fondo di Solidarietà
2.2 Garantire, se le condizioni economiche lo permetteranno, la copertura dei costi da parte della Presidenza Nazionale di almeno un'unità di personale per ogni sezione.
2.3. Nei Bilanci delle sedi territoriali e regionali, accorpare le Relazioni Programmatiche e le Relazioni Morali in una Relazione unica annuale, che dia indicazione delle Attività concluse, delle Attività in atto e delle Attività in fase di programmazione e specifichi, per ciascuna di esse, obiettivi, esiti (conseguiti e/o attesi), costi e coperture
2.4. Svolgere azioni di pressing finalizzate a che, con i decreti attuativi del Codice del Terzo Settore (d.lgs. 3 luglio 2017, n. 117 e ss.mm.ii.), ai soggetti con entrate non superiori a 150 mila euro sia consentita la tenuta dei registri contabili mediante fogli Excel ai fini di aumentare semplificazione e trasparenza.
2.5. Definire le modalità di trascrizione delle registrazioni contabili di cui al punto precedente nel bilancio consolidato della Presidenza Nazionale
2.6 Esaminare la possibilità di trasferire tutte le operazioni legate alla contabilità presso il livello regionale dotato degli opportuni rinforzi operativi.
2.7 Costituire una Commissione di studio per rilevare il patrimonio per consistenza, valore catastale, valore di mercato, destinazione d'uso, costi di gestione, ricavi, spese di efficientamento e per esaminare gli istituti legali (Fondazione, Società di gestione immobiliare, Società di Gestione del Risparmio) utilizzabili per una gestione dello stesso.
3. Servizio civile universale - servizi ai soci
3.1 Promuovere un intervento politico che garantisca una certa stabilità del numero dei volontari assegnati all'Unione e che garantisca la possibilità di inserire all'interno dei progetti ulteriori ambiti di azione rispetto ai semplici servizi di accompagnamento. Ribadire la richiesta al Governo di stabilire una riserva di volontari a favore degli enti accreditati che svolgono attività di cura alla persona. Sarebbe opportuno richiedere una abbreviazione dei tempi intercorrenti tra la selezione dei volontari e la loro entrata in servizio. Inoltre sarebbe importante ottenere che le firme di presenza possano essere apposte anche in località diverse dalle sedi di progetto. Realizzare una programmazione triennale che tenga in considerazione le esigenze dei soci non solo in termini di accompagnamento ma anche per altri aspetti
3.2 Programmare non soltanto la formazione specifica e generale dei volontari prevista dalle linee guida ma anche una formazione diretta ai dirigenti e agli utilizzatori per facilitare la comprensione reciproca rispetto alle finalità del servizio prestato. Prevedere tempi il più celeri possibile per la somministrazione della formazione ai volontari senza che si creino lunghi intervalli di vuoto di servizio
3.3 Promuovere gli incontri conoscitivi a livello nazionale e territoriale sia con il Dipartimento delle Politiche Giovanili della Presidenza del Consiglio dei Ministri sia con gli stessi volontari, affinché si possano rappresentare le diverse esperienze e sensibilizzare altri giovani rispetto alle nostre tematiche e alla valenza dell'esperienza di Servizio Civile Universale
4. Fund-raising
4.1. 5 X 1000 - Si propone di valutare l'opportunità di una campagna per il 5 X 1000 basata sul codice fiscale unico della Presidenza Nazionale, mantenendo a disposizione delle sedi territoriali la cifra ricavata mediamente negli ultimi 3 anni in modo da non provocare perdite economiche alle ripartizioni territoriali; il ricavato andrà ripartito su tutte le Sezioni Territoriali e tutti i Consigli Regionali. L'iniziativa di una campagna nazionale potrebbe anche avere riscontri positivi in termini di visibilità e sensibilizzazione del grande pubblico.
4.2. Testamento solidale
4.2.1 Studiare una campagna nazionale attuata con la collaborazione di tutte le Sedi Territoriali per l'acquisizione di lasciti testamentari, utilizzando standard promossi a livello nazionale
4.2.2 Incentivare a tutti livelli la partecipazione all'esperienza del lascito solidale, in primis proponendolo ai soci.
4.2.3 Realizzazione di una Commissione per lo studio delle norme vigenti in materia di accettazione delle eredità e di acquisizione dei legati.
4.3. Carta di fedeltà uici
4.3.1 Costituire una Commissione di studio per la realizzazione di una Carta di fedeltà UICI, tramite la rilevazione dell'interesse di società di produzione e di distribuzione di livello nazionale a fornire beni e servizi a prezzi ridotti ai Soci e Dipendenti UICI
4.3.2 Esplorare l'opportunità di stringere accordi con la grande distribuzione per la donazione dei contributi di solidarietà da raccolta punti dei clienti
5. Rapporti interassociativi
5.1 Favorire l'interazione con le altre associazioni di persone con disabilità visiva
5.2. Fatte salve le funzioni di tutela e rappresentanza proprie dell'UICI, sviluppare le relazioni con le Associazioni di e per persone con disabilità federate alla FAND e alla FISH o anche non federate.
5.3. Promuovere l'investitura del Forum Italiano sulla Disabilità (FID) quale federazione nazionale destinata a unificare FISH e FAND
5.4. Promuovere il potenziamento dell'Agenzia per i Diritti delle Persone con Disabilità (IURA)
6. Relazioni internazionali
6.1 Promuovere la mobilità internazionale dei giovani con disabilità visiva, favorendone l'inserimento in progetti nel quadro del programma ERASMUS+ e la partecipazione a progetti internazionali di formazione a carattere formale e non formale. In particolare, l'Unione dovrebbe promuovere la partecipazione giovanile alle iniziative internazionali che favoriscano l'aumento delle loro competenze, utili anche per il loro accesso al mercato del lavoro.
6.2 Collaborare con le principali organizzazioni europee del movimento della disabilità, European Disability Forum (EDF), European Blind Union (EBU), nelle loro azioni di pressione politica per ottenere normative europee che tutelino meglio i diritti e gli interessi delle persone con disabilità. Ambiti di lavoro principali: European Disabiliy Card; Direttiva Europea sulla Parità di Trattamento; Direttiva Europea sui Servizi di Media Audiovisivi
6.3 Avere un ruolo attivo nei tavoli tecnici per la normazione a livello europeo, presso il Comitato europeo di normazione – CEN, e a livello nazionale presso l'UNI (Ente Italiano di Normazione), interagendo in sinergia con le associazioni europee della disabilità e dei consumatori (EBU, EDF e ANEC, la voce europea dei consumatori nella normazione). Ambiti di lavoro principali: Norme tecniche sul profilo professionale di istruttore cinofilo e sui cani guida; Norme tecniche su accessibilità dell'ambiente costruito e dei mezzi di trasporto
6.4 Collaborare con FID, EBU ed EDF per garantire un'efficace applicazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e assicurarsi che la voce delle persone con disabilità venga tenuta in conto nella fase di monitoraggio nazionale e internazionale dell'applicazione della Convenzione
6.5 Unificare la Commissione Relazioni Internazionali e il Gruppo di Lavoro per il Sostegno ai Paesi in via di Sviluppo, con l'obiettivo di proporre alle altre organizzazioni internazionali interventi nei paesi dove vi sono comunità di non vedenti in difficoltà
6.6 Confermare l'impegno dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nel campo della cooperazione internazionale, promuovendo azioni coordinate e articolate, anche in rete con enti pubblici e privati, e strutturati se necessario su una durata pluriennale, che favoriscano la crescita complessiva delle comunità dei non vedenti in difficoltà su cui si è deciso di intervenire
6.7 Aderire a iniziative di solidarietà internazionale su necessità circoscritte delle comunità dei non vedenti in difficoltà.



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