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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 46 del 2020

Titolo: Relazione Sezione di lavoro 3: Terza Età, Mobilità, Ausili e Tecnologie

Autore: Redazionale


Articolo:
Il XXIV Congresso dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti - Onlus Aps, riunito in modalità on line in ottemperanza alle vigenti disposizioni in materia di emergenza sanitaria, preso atto delle proposte elaborate dal Seminario Tematico precongressuale svoltosi il IX ottobre scorso, esaminate le risultanze della sezione congressuale di lavoro denominata «Autonomia, Mobilità e Vita Indipendente, Ausili e Tecnologie, Cani Guida, Terza Età», formula la seguente mozione di indirizzo e le seguenti proposte programmatiche per la politica associativa del quinquennio 2021-2025:
1. Contribuire alla realizzazione di una vera «Democrazia Digitale».
Proposte:
- promuovere iniziative legislative miranti ad ottenere impianti normativi più stringenti e coercitivi;
- fornire adeguato supporto tecnico, nonché opportune iniziative formative, a tutti gli attori che concorrono alla progettazione e realizzazione di servizi digitali;
- ricorrere a forme innovative di comunicazione (pubblicazione di brevi video esplicativi, campagne di social marketing, ecc.);
- organizzare una «fonomatica nazionale» con dei codici sezionali per accedere alle informazioni di tutte le strutture territoriali che vorranno pubblicare le proprie informazioni.
2. Istituire una task force transnazionale per la disabilità.
La Task Force, in sostanza, dovrebbe occuparsi di:
- partecipare con propri rappresentanti agli Enti di normazione nazionale e internazionale (Uni, Iso, Iec, Cee ecc.) con l'obiettivo di aggiornare le norme tecniche dagli stessi Enti emanati più confacenti alle esigenze dei disabili visivi e rispondenti al principio del «Design For All»;
- emanare linee guida e documenti di indirizzo atti a stimolare l'industria e le aziende di servizi a perseguire l'idea di progettare per tutti evidenziando in ogni ambito la disabilità sensoriale;
- redigere protocolli di valutazione al fine di validare la fruibilità di un dispositivo elettronico digitale.
3. Promuovere un'iniziativa legislativa per l'acquisto di mezzi di trasporto pubblico accessibili.
Promuovere, a tutti i livelli, iniziative legislative, rimarcando anche la disabilità sensoriale, che vincolino gli acquirenti a scegliere esclusivamente mezzi di Tpl le cui caratteristiche ne consentano la fruizione a tutte le tipologie di utenza, con particolare riferimento alle persone nella nostra condizione compresi gli ipovedenti.
Tra i requisiti che a nostro avviso andrebbero resi obbligatori per i mezzi pubblici di nuova acquisizione, si citano:
- presenza di un servizio di annuncio in voce di prossima fermata all'interno e di un annuncio vocale di linea all'esterno delle vetture;
- indicatori di linea posizionati e progettati in modo che siano leggibili per le persone ipovedenti;
- pulsanti di prenotazione fermata facilmente individuabili, la cui pressione causi, oltre all'attivazione di un segnale luminoso, anche quella di un segnale acustico, a conferma del corretto funzionamento del sistema.
Nota bene: sarebbe utile definire le nostre difficoltà come barriere tecnologiche e sensoriali.
4. Contribuire all'applicazione capillare della legge 67-2006.
In assenza di riferimenti normativi puntuali, un'ottima arma per contrastare la continua negazione del nostro diritto all'indipendenza, all'autonomia e alla sicurezza negli spostamenti è costituita dalla legge 67-2006, nota come legge antidiscriminazione. Appare infatti evidente come, ogniqualvolta una persona che non vede o vede poco si trovi nell'impossibilità di fruire di un luogo, di un mezzo di trasporto o di un servizio al pari di ogni altro cittadino, si configuri un caso di discriminazione e quindi di violazione della citata legge.
Ancorché molto potente, almeno in linea teorica, la legge 67-2006 appare ancora poco sfruttata dalle realtà che rappresentano il mondo della disabilità; per questo si propone che la nostra Associazione attivi idonei strumenti, o potenzi quelli attualmente esistenti, per fornire supporto legale ai soci che, in tutti gli aspetti della loro vita indipendente, siano vittima di comportamenti discriminatori da parte delle istituzioni e dei fornitori di servizi. Riteniamo altresì importante sottolineare, con forza sempre maggiore, anche dal punto di vista della comunicazione, il carattere discriminatorio delle scelte politiche e gestionali che, di fatto, pongono le persone nella nostra condizione in situazioni di svantaggio non strettamente connesse allo status di cieco o ipovedente.
5. Partecipare ai tavoli di lavoro degli organismi normativi tecnici e di attuazione dei regolamenti europei.
Proposte:
- che la nostra Associazione studi le forme più opportune di affiliazione ai diversi organi di normazione tecnica, al fine di consentire ai nostri rappresentanti di fornire un adeguato contributo in questi contesti facendovi partecipare personale tecnico specializzato dell'Associazione o di enti collegati;
- che venga data continuità al confronto costruttivo con gli organi di attuazione nazionale dei regolamenti europei sui trasporti (Enac e Art), con l'obiettivo di scoraggiare eventuali violazioni, da parte dei fornitori di servizi di trasporto, dei regolamenti stessi;
- che la nostra presenza in questi tavoli di confronto sia garantita non solo grazie al contributo volontaristico dei soci, ma anche ricorrendo a figure professionali esperte degli argomenti ivi trattati.
6. Esperire iniziative di supporto ai nostri soci possessori di cane guida.
Sul tema dei cani guida si ritiene prioritario:
- lavorare ad una modifica legislativa che allarghi il raggio al cane d'assistenza, o aggiunga all'attuale testo della legge l'accesso del cane guida sul posto di lavoro, anche se esso non è pubblico o aperto al pubblico;
- proseguire il lavoro presso il tavolo normativo Uni «Professioni cinofile Gl 22» e presso il tavolo europeo «Cent-Tc 452 Assistance dogs», dove attualmente siamo presenti in maniera particolare nel gruppo di lavoro dedicato all'accessibilità;
- perseguire la possibilità dell'inserimento del cane guida negli ausili finanziati da contributi statali, per facilitare l'attività delle scuole cani guida, sovvenzionate in Italia con modalità molto eterogenee (regione Toscana e Sicilia, Lions, donazioni private);
- ottenere la detrazione fiscale per i possessori di cani guida che sono a carico di altre persone;
- ottenere l'azzeramento della franchigia per la detrazione delle spese veterinarie e portare l'aliquota di detrazione dal 19% al 25%;
- quando si parla dei tavoli di lavoro europei e nazionali:
declinare i risultati del lavoro europeo in ambito nazionale, per arrivare alla definizione di cane guida ed istruttore di cane guida che tuteli anche gli addestratori che pur avendo i titoli professionali, non sono nell'organico delle scuole di addestramento italiane e lavorano privatamente.
- strutturare linee guida per l'accesso ai contesti sanitari pubblici e privati per visite mediche specialistiche ed ai mezzi di primo soccorso come le ambulanze, senza allontanare dalla persona non vedente il proprio cane guida.
- stabilire un dialogo con Enac e Ferrovie dello Stato per riservare un secondo posto dedicato al cane guida, oltre a quello occupato dal passeggero non vedente, perché l'animale possa avere spazio e non rappresenti un ostacolo o un pericolo al movimento degli altri passeggeri e personale sui mezzi di trasporto.
7. Esperire iniziative in favore dei soci anziani.
Per favorire una sempre maggiore indipendenza ed autonomia delle persone anziane, si ritiene necessario:
- organizzare sul territorio interventi negli ospedali e nelle case di riposo per formazione del personale su come rapportarsi con chi ha problemi di vista, nonché forme di collaborazione con le associazioni promotrici di iniziative in favore delle persone anziane, così che anche i nostri soci ne possano fruire;
- mettere in piedi interventi presso Anci e comuni affinché considerino il soggiorno per anziani con problemi di vista in strutture particolarmente attrezzate allo scopo, come quello degli altri anziani, offrendo anche a chi ha problemi di vista le stesse facilitazioni anche economiche perché possano parteciparvi anche se non sono direttamente organizzate dai comuni;
- estendere a tutto il territorio nazionale il progetto «quando il malato non vede» fatto in Lombardia;
- creare dei protocolli d'intesa con le Università, con gli ordini di tutte le professionalità sanitarie per promuovere istruzioni mirate alla disabilità sensoriale istituendo dei crediti Ecm;
- promuovere per i terapisti occupazionali un corso specifico o un master per abilitarli all'autonomia e mobilità nonché a quella personale al fine di far rientrare i corsi come interventi riabilitativi.
8. Promozione di un'iniziativa legislativa per l'accessibilità di apparecchiature elettriche ed elettroniche ed elettromedicali.
In tema di autonomia, si ritiene indispensabile che il Congresso si occupi in modo concreto del problema della accessibilità delle apparecchiature che oggi sempre più ci circondano e che rischiano di tagliarci fuori dal loro uso, per l'adozione di soluzioni spesso inaccessibili per chi non vede.
Pulsanti a scomparsa, manopole senza scatti e senza finecorsa, display che non si attivano sempre sulla medesima schermata e, ciliegina sulla torta, comandi a sfioramento (touch screen senza risposta vocale) ecc. sono la nostra dannazione. Questo configura una grave violazione costituzionale, creando inaccettabili disparità tra cittadini. Ovviamente qui parliamo di accessibilità riferendoci in particolare alla disabilità visiva, ma lo stesso problema si pone per altri tipi di handicap, le cui associazioni di riferimento potrebbero e dovrebbero esser coinvolte.
Si ritiene pertanto che, in presenza di totale disinteresse da parte dei costruttori - anche se nella migliore delle ipotesi, quando rispondono, sembrano mostrare grande disponibilità, si renda indispensabile una soluzione legislativa che obblighi le case produttrici a progettare secondo i criteri del design for all, come esposto qui sotto in una ipotesi di proposta di legge. Inoltre, quando si trovano soluzioni tramite app per smartphone prevedere anche l'utilizzo dell'apparecchiatura senza lo smartphone in piena accessibilità; inoltre prevedere sempre le istruzioni in italiano che siano accessibili.
Proposta di legge
«Misure in tema di vita indipendente delle persone con disabilità e accessibilità di apparecchiature elettriche, meccaniche, elettromeccaniche, elettroniche, elettrodo-mestici e di altri beni di uso comune»
1) Tutti i modelli di apparecchiature elettriche, meccaniche, elettromeccaniche, elettroniche, elettromedicali, gli elettrodomestici ed altri beni di uso comune, per poter essere prodotti, omologati ed immessi sul mercato dalle aziende produttrici devono essere progettati e realizzati in modo da poter essere utilizzati autonomamente ed in piena sicurezza da tutti, secondo i principi del design for all.
2) Sarà istituito mediante Decreto Ministeriale un apposito marchio di accessibilità rispettando soprattutto il marchio Ce;
3) I criteri utili a produrre secondo i principi del design for all saranno delineati previa consultazione delle maggiori associazioni rappresentative delle persone con disabilità.
4) Il controllo e l'autorizzazione all'immissione sul mercato dei prodotti confacenti a quanto previsto all'art.1 sarà in capo ad organismi certificatori esterni nei quali avranno parte attiva le persone con disabilità, designate dalle maggiori associazioni di disabili, sulla base di comprovata esperienza nel settore.
5) Saranno demandati ai regolamenti e ad eventuali studi tecnici di settore tutti i necessari approfondimenti utili a regolamentare ed attuare tale materia.
6) Per le aziende è previsto un periodo transitorio di 5 (cinque) anni, a far data dall'entrata in vigore della presente legge, per adeguare la loro produzione a quanto in essa stabilito e smaltire le scorte di magazzino.
Trascorso tale termine, non sarà più possibile commercializzare i prodotti previsti all'art.1 della presente legge, senza i requisiti prescritti al medesimo art.1.
9. Formazione per ogni struttura territoriale di un consulente alla pari per fornire assieme allo psicologo un'assistenza mirata anche per chi perde la vista in età avanzata.
Promuovere a livello nazionale e-o territoriale l'organizzazione di corsi di formazione in Consulente alla Pari ed inserire stabilmente tale intervento tra quelli erogati dalle sezioni territoriali.
La consulenza alla pari risulta essere un significativo strumento utile a favorire il sostegno all'emancipazione e all'inclusione delle persone con disabilità visiva. Si struttura in una metodologia basata sulla relazione d'aiuto che innesca meccanismi di mobilitazione e rafforzamento delle risorse intrinseche ed estrinseche delle persone cieche o ipovedenti, individuando in tal senso specifiche strategie di adattamento alla condizione di disabilità.
Si auspica che la consulenza alla pari per le persone con disabilità visiva possa essere riconosciuta e diffusa come un eccellente strumento integrativo di empowerment. Pur non sostituendosi a nessun intervento di natura specialistica (Orientamento e Mobilità, consulenza psicologica ecc.), la consulenza alla pari costituisce una valida metodologia per favorire l'inclusione sociale e migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità visiva.
Vista la sua indiscussa utilità, sarebbe importante che la consulenza alla pari entrasse a far parte dei servizi di ciascuna delle sezioni territoriali dell'Unione e che, avvalendosi delle competenze in materia di relazione d'aiuto degli psicologi-psicoterapeuti afferenti alla rete di «Stessa strada per crescere insieme», venissero formati dei consulenti alla pari in ciascuna sezione.



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