Numero 1 del 2021
Titolo: RUBRICHE- Occhio alla ricerca
Autore: a cura di Andrea Cusumano
Articolo:
Non rinunciamo a vederci o a sentirsi vicini
L'emergenza coronavirus ci costringe a rinunciare alla nostra socialità. Se dal punto di vista sanitario questa rinuncia è necessaria e rappresenta una strategia fondamentale per arginare i contagi, dal punto di vista sociale e affettivo questa situazione è penalizzante per tutti e può rappresentare un importante fattore di stress e depressione per le persone con gravi disabilità visive, per le quali l'isolamento può diventare estremo.
Durante il lockdown e la chiusura parziale delle attività, la popolazione ha imparato a fare ricorso a diverse tecnologie informatiche e piattaforme digitali che permettono di non interrompere le attività lavorative e di studio e, cosa altrettanto importante, di "vedersi" con i propri cari anche rimanendo a casa.
L'incontro virtuale, pur rimanendo un'esperienza ben diversa dall'incontro reale, rappresenta comunque un buon surrogato per la socialità e in questo momento è sicuramente una preziosa alternativa al rimanere isolati e privi di relazioni affettive.
L'utilizzo di questi strumenti informatici, però, non è di facile accesso per tutti. In particolare, le persone ipovedenti o non vedenti sono penalizzate dalla difficoltà o dall'impossibilità incontrata nel dover individuare e decifrare scritte e interagire con pulsanti che, non essendo sui normali dispositivi in rilievo, restano invisibili per queste persone. L'impossibilità o comunque la difficoltà di ricorrere all'aiuto di parenti o amici o anche volontari, sempre a causa della necessità del distanziamento sociale, ha reso il fenomeno dell'isolamento estremamente accentuato in molte di queste persone, con risvolti anche molto gravi sul loro stato psico-fisico.
Ora la sensazione di solitudine, tristezza e impotenza derivante da tale isolamento rischia di acuirsi ulteriormente e creare ancora più sofferenza. Per evitare che ciò avvenga è importante facilitare il ripristino dei contatti con le persone più care, tra genitori e figli, nonni e nipoti etc. Ciò è di fatto possibile anche per gli ipovedenti e i non vedenti grazie all'aiuto di nuove applicazioni e nuovi modelli di smartphone e tablet progettati appositamente per le disabilità visive, che rendono l'utilizzo di programmi di messaggistica e di video-chiamata estremamente accessibile. Questi strumenti non sono una novità assoluta, ma molte persone non ne conoscono l'esistenza perché prima della pandemia non avevano avuto la necessità di ricorrervi. Ora, oltre ai dispositivi già esistenti se ne sono aggiunti altri studiati appositamente per un utilizzo facile e immediato delle piattaforme dedicate alla socialità a distanza.
Smartphone e tablet per le persone con disabilità visive presentano caratteri molto grandi e con colori ad alto contrasto (per i non vedenti esistono delle tastiere "braille"), che rendono l'individuazione e la lettura di caratteri e scritte molto più facile e rapida. Inoltre programmi di riconoscimento vocale permettono all'utente di inserire dati o richieste semplicemente attraverso l'utilizzo della voce, senza dover digitare lettere o intere parole.
Questo articolo non vuole indirizzare i pazienti verso l'una o l'altra piattaforma, ma rappresentare un semplice ma prezioso consiglio in grado di aiutare tutte le persone con disabilità visive a non dover rinunciare a vedere o comunque sentire i propri cari durante questo periodo così sui generis e, più in generale, per riuscire a gestire al meglio la socialità in questi ultimi pochi mesi che ci separano dall'uscita da questo periodo davvero difficile per tutti.