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Voce Nostra

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Numero 12 del 2021

Titolo: Medicina- Nausea? È fastidiosa ma ci protegge. Come capire le cause del disturbo

Autore: Antonella Sparvoli


Articolo:
(da «Corriere.it» del 16 giugno 2021)
È la risposta a qualcosa avvertito come dannoso che l'organismo cerca di eliminare. Generalmente si risolve in poco tempo ma attenzione ad alcuni segnali d'allarme
La nausea è un sintomo molto frequente e, come tutti sappiamo, spesso sfocia nel vomito. Circa il tre per cento degli accessi al Pronto soccorso è legato proprio alla presenza di questi due disturbi, ai quali è inutile tentare di resistere, come spiega Massimiliano Etteri, specialista in medicina interna e responsabile del Pronto soccorso dell'Irccs Ospedale San Raffaele di Milano: «Nausea e vomito sono in genere la risposta a uno stimolo patogeno nello stomaco che l'organismo cerca di eliminare. Rappresentano quindi un meccanismo evolutivo protettivo, di sopravvivenza».
Quali sono le cause più comuni?
«Nella maggior parte dei casi a scatenarli sono gastroenteriti virali causate da comuni virus (Adenovirus, Rotavirus, Norovirus) o intossicazioni alimentari. In questi casi spesso si aggiunge un terzo sintomo, la diarrea, e talvolta la febbre. In genere queste sono cause benigne e autolimitanti, come del resto la fastidiosa iperemesi gravidica. Più di rado la nausea e il vomito possono essere campanelli d'allarme di malattie più gravi come neoplasie cerebrali, malattie metaboliche, gastrointestinali, tossinfenzioni batteriche o malattie psichiatriche. Tra i farmaci di uso comune che possono dare questi disturbi come effetto collaterale rientrano gli oppiacei (per esempio codeina e tramadolo). Nausea e vomito insorgono in seguito alla stimolazione di recettori che si trovano all'interno del sistema gastrointestinale oppure di quello vestibolare dell'orecchio o del sistema nervoso centrale in presenza di altre cause. Attraverso questi recettori viene stimolata la produzione di alcuni neurotrasmettitori, tra cui serotonina, dopamina e chetamina, che danno al corpo l'input alla nausea e al vomito».
Che cosa si può fare?
«Nella maggior parte dei casi nausea e vomito si risolvono spontaneamente nell'arco di 24-72 ore. Tuttavia, se i sintomi persistono oppure se sono invalidanti, soprattutto quando sono associati a intenso dolore addominale, presenza di sangue nel vomito e forte malessere, è opportuno rivolgersi al medico curante o andare al Pronto soccorso. La presenza di sangue nel materiale espettorato può spaventare molto e, benché solitamente sia indicativa della rottura di capillari della mucosa gastroesofagea indotta dai continui episodi di vomito, è molto importante non sottovalutarla. Tra i segnali d'allarme che devono indurre a richiedere una valutazione medica molto tempestiva ci sono anche il vomito a getto (che comporta un'improvvisa evacuazione, quasi non percepita), segni di letargia e il dolore addominale intenso».
Quali le possibili cure?
«Se non sono presenti campanelli d'allarme, si può ricorrere ad alcuni farmaci di supporto, in particolare il paracetamolo, in caso di febbre o dolore, e gli anti-emetici (metoclopramide). Bisogna inoltre cercare di reintrodurre i liquidi persi, bevendo acqua a piccoli sorsi. Quando ci sono miglioramenti si può iniziare ad assumere cibi solidi, dissociati però dai liquidi. I solidi si assumono con piccoli pasti frequenti in prima e seconda giornata, bevendo mezz'ora prima o mezz'ora dopo perché i recettori sono un po' sotto pressione e bisogna quindi evitare di dare un ulteriore urto di vomito a una situazione di sofferenza gastroesofagea. Attraverso questi piccoli passaggi in genere si riesce ad evitare la disidratazione. Quando invece sopraggiunge questa complicanza c'è l'indicazione perentoria a recarsi in Pronto soccorso».
Come cogliere subito i segni di disidratazione?
La disidratazione è la complicanza più comune in presenza di nausea e vomito. I più a rischio sono i bambini piccoli e i grandi anziani nei quali è utile prestare attenzione a segni e sintomi suggestivi come una minore quantità di urine e un loro colore più scuro. Altri campanelli d'allarme sono la sete, la secchezza delle mucose (bocca asciutta) e una sensazione di malessere generale. Se la disidratazione è importante si può avere tachicardia e ipotensione ortostatica: in pratica quando si passa da sdraiati a in piedi, la pressione si abbassa notevolmente. Tipici segni di disidratazione che si possono rilevare invece nei bimbi piccoli sono: la cute secca, il pianto senza lacrime, la riduzione del turgore cutaneo e la ridotta reattività. Per prevenire la disidratazione legata all'eccessiva perdita di acqua in seguito al vomito e talvolta anche alla diarrea che può accompagnarlo, è fondamentale assumere liquidi. Si può optare per la semplice acqua, in genere meglio tollerata dalla mucosa gastrica in sofferenza, ma vanno bene anche soluzioni reidratanti idrosaline, bevande o succhi di frutta.
Antonella Sparvoli



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