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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Voce Nostra

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Numero 13 del 2021

Titolo: Una bella testimonianza

Autore: Antonio Russo


Articolo:
Settembre 2018. Siamo a Grottammare, Ascoli Piceno, in un soggiorno estivo da ricordare: un incontro stupendo, qualcosa che per me e tutti noi rimane indimenticabile.
Siamo arrivati ad Ascoli in un pomeriggio assolato che incoraggiava la piena estate a dare il meglio di sé. Era con noi una guida turistica davvero unica, Lella Palumbi, che ci ha fatto toccare piazza del Popolo, il simbolo in travertino della città, testimone di secoli di Storia indelebile.
Abbiamo visitato anche altri monumenti importanti, come la basilica di San Francesco, tutti capaci di rendere questo luogo inimitabile.
Ma il momento che vorrei ricordare è la fine dell'incontro, quello in cui ho sentito il bisogno di ringraziare Lella. Decidemmo di scambiarci gli indirizzi di posta elettronica: «non appena termino il mio scritto per Voce Nostra, te lo mando», le dissi. E con celere premura ho rispettato la promessa. La risposta di Lella fu entusiastica: mi chiese di far leggere il mio racconto agli ascolani, perché convinta che avrebbe avuto un successo unico, anche presso le istituzioni locali.
Mi piace sottolineare l'importanza delle visite culturali, perché sono esperienze che ci aprono alla conoscenza del mondo, e che stimolano le persone, seppure con qualche fatica, ad informarsi su di noi.
Il numero del nostro giornale è il 17 del mese di settembre del 2018, il titolo è: «Grazie a tutti». Sarà la redazione a trovarlo facilmente in archivio e a farcelo leggere. Io sono lento, vecchio e poco attento.
Buona lettura a tutti.

Grazie a tutti
Quest'anno il soggiorno incontro estivo per gli amici sordociechi e volontari si è tenuto a Grottammare, Ascoli Piceno, con un tempo incerto ed un mare mosso. Ma il piacere di stare insieme si è reso protagonista di un appuntamento assai suggestivo nella novità dei luoghi visitati. Siamo ad Offida, borgo caratteristico medioevale che come tanti posti della nostra bella Italia, dall'antichità riportano il Bel Paese nella culla della sua autentica civiltà da riscoprire in ogni tempo. Tra toro e serpente, il nome Offida è legato al messaggio della fertilità: nella pienezza del suo fascino, il carnevale celebra tra sacro e profano il concretarsi della nostra creatività, è il momento più alto per immortalare la comune crescita che tra corpo e spirito ci vede partecipi della nostra vera umanità. Qui si mangia, si beve e si gode! «Quando è nata Ascoli a Roma c'erano solo pascoli», un proverbio che da solo parla delle origini di Ascoli Piceno che si perdono nella notte dei tempi prima che Roma fosse fondata. Il picchio è l'uccello che distingue i Piceni per la loro identità: si racconta che la città fu costruita in legno e paglia prima che i romani la distruggessero. Infatti il picchio mette tanta energia per scolpire i tronchi degli alberi che percuote col lungo becco. Questa secondo me è l'immagine degli ascolani, lavoratori instancabili, sempre impegnati per costruire il loro futuro. La città venne ricostruita dai romani in travertino e grazie a questo evento la comunità ascolana seppe ritrovare se stessa. Si pensi alla piazza del popolo, tutta da toccare, nella quale i romani tenevano il mercato, la piazza ha un basamento che a me è sembrato marmo, mi piace esporvi anche le mie impressioni: gli archi sono diversi, piccoli e più grandi e fanno accedere a varie strade che sarebbe interessante esplorare con maggiore attenzione e tempo. Al caffè Melotti, un locale storico della città, abbiamo gustato un ottimo caffè all'anisetta. Ora provate ad immaginate il suo sapore: è energetico con il liquore forte e stimolante che mi ha aiutato a fissare nella memoria ciò che vi scrivo. Ci troviamo nella chiesa voluta da San Francesco d'Assisi: è una struttura semplice, ma ha una caratteristica unica, sulla facciata vi sono colonne in tufo a forma di canna d'organo, che se battute emettono una nota. Queste servivano a far cantare e pregare i fedeli che forse allora non potevano farlo pienamente. Naturalmente, come sempre, le mie sono pennellate di entusiasmo per farvi leggere e cercare anche da soli altre notizie su quello che si osserva per arricchire la nostra conoscenza. Ci fermiamo ad Ascoli e ci ritroviamo nell'officina dei sensi, una struttura all'avanguardia voluta dalla nostra Unione per dare un aiuto fattivo a chi ha problemi di vista e udito legati al vivere nel disagio quotidiano. Le apparecchiature sono interessanti come le stampanti Braille, ma debbo ammetterlo, dovrei toccarle meglio per capirne l'utilizzo. Ci siamo spostati e abbiamo fatto le olive all'ascolana, una vera goduria: le volete assaggiare? Ci procuriamo delle olive snocciolate e in attesa del meglio, dobbiamo preparare il ripieno. Certamente non sono preciso nel darvi la ricetta, ma ci provo, e qualcuno mi correggerà. Ingredienti indispensabili sono: carne di manzo, maiale, pollo o tacchino, in pezzi da cuocere in olio extravergine d'oliva, appunto, in una pentola di media grandezza facendo attenzione a spegnere il fuoco a cottura ultimata, mettere in un tritacarne aggiungendo 30 grammi di parmigiano reggiano grattugiato e amalgamando bene, poniamo il composto, che avremo fatto la sera prima, in una ciotola che metteremo in frigo per tutta la notte, le olive vanno riempite con questo impasto, con i guanti aderenti lo facciamo pressandole delicatamente, una alla volta, le passiamo nella farina, nell'uovo e nel pangrattato, le lasciamo riposare un po' e sono pronte per essere fritte con olio extravergine nella padella adatta. Questa dovrebbe essere la ricetta di base, ma le olive all'ascolana secondo me fanno parte del patrimonio gastronomico e culturale dell'umanità... vi saluto e ringrazio tutti.
Antonio Russo



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