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Voce Nostra

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Numero 13 del 2021

Titolo: Medicina- Dai capogiri all'alito cattivo 7 sintomi di disidratazione

Autore: Simona Marchetti


Articolo:
(da «Corriere salute» del 30 giugno 2021)
La sete e l'urina di colore scuro sono i classici sintomi di un organismo in riserva d'acqua ma ci sono almeno altri 7 segnali rivelatori di carenza idrica, non sempre così scontati
Alito cattivo
Il compito della saliva è quello di «lavare via» i resti di cibo che si raccolgono sulla lingua, fra i denti e sulle gengive quando si è finito di mangiare. Ma se la bocca è secca, questi avanzi alimentari restano dove sono, permettendo ai batteri di crescere e moltiplicarsi e causando così l'alito cattivo. Il consiglio: per tenere la bocca idratata, è bene sorseggiare dell'acqua durante la giornata ma, se serve una dose extra di freschezza orale, si può ricorrere anche ai chewing-gum o alle caramelle, da scegliere preferibilmente senza zucchero.
Irritabilità
In realtà, questa condizione vale più per le donne che per gli uomini e la conferma arriva dallo studio condotto dallo Human Performance Laboratory dell'Università del Connecticut su 25 donne per testarne umore e concentrazione in relazione al livello di idratazione: dopo la prima giornata «a pieno liquido», nei due giorni successivi alle partecipanti al test è stata negata l'acqua, con conseguenti fenomeni di stanchezza, irritabilità, mal di testa e scarsa concentrazione. Quando invece lo stesso esperimento è stato eseguito su un identico campione maschile, è emerso che fatica e scarse capacità mentali andavano sempre di pari passo con la disidratazione, mentre l'umore non sembrava risentirne negativamente. «Nello sportivo, l'alterazione delle funzioni cerebrali si attua con manifestazioni diverse, che variano dalla diminuzione dei riflessi fino alle allucinazioni - spiega Gianfranco Beltrami, presidente della Commissione Medica e Antidoping Ibaf (International Baseball Federation) e specialista in Medicina dello Sport e Cardiologia - e si può accompagnare a debolezza generale, con diminuzione della performance, aumento della temperatura corporea, crampi muscolari e frequenza cardiaca accelerata».
Voglia di dolci
Dopo l'esercizio fisico, si potrebbe confondere il bisogno di bere col desiderio di uno spuntino, meglio ancora se dolce. «Con l'avanzare dell'età, il senso di sete non sempre è presente» sottolinea ancora Beltrami, «e in ogni caso, alle alte temperature estive, quando compare la sete si è spesso già disidratati. Pertanto è importante pre-idratarsi, assumendo piccole quantità di liquidi (circa 200 cc) ogni 15-20 minuti, mentre dopo l'attività fisica è fondamentale reintegrare non solo i liquidi ma anche gli elettroliti e le scorte di glicogeno consumate con l'esercizio muscolare. In questo caso, però, più che un dolce, sarebbe bene optare per succhi di frutta, frutta fresca o frullati».
Pelle poco elastica
Se si pizzica il dorso della mano e si trattiene poi la pelle per alcuni secondi, quando la si rilascia, questa dovrebbe tornare abbastanza rapidamente nella posizione originaria, ma se così non fosse, è segno che all'epidermide manca acqua. «Una riduzione dell'elasticità della cute è un sintomo evidente di disidratazione» conferma Beltrami «e si può accompagnare anche a secchezza delle labbra, della pelle e delle mucose, a un aumento della temperatura corporea, a estremità fredde e dolenti e a un evidente infossamento dei bulbi oculari, con conseguente mancanza di lacrime».
Allenamento scadente
La disidratazione riduce la pressione sanguigna e, di conseguenza, obbliga il cuore a un surplus di lavoro, andando a incidere negativamente sulla qualità della seduta in palestra. «Se basta una perdita di acqua del 2-3% per compromettere un buon allenamento, una diminuzione di liquidi superiore al 5% può ridurre addirittura del 30% la nostra resistenza alla fatica», sottolinea la dottoressa Kim Larson, dietista sportiva nonché portavoce della Academy of Nutrition and Dietetics.
Guida pericolosa
Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista Physiology and Behavior, guidare disidratati può essere pericoloso esattamente come mettersi al volante sotto l'influenza dell'alcol e la conferma arriva dal numero di errori commessi dopo due ore di test in un simulatore: 47 nel caso in cui il conducente del mezzo era ben idratato; più del doppio (101 per l'esattezza) se la persona era in riserva di acqua. «Questo perché la disidratazione aumenta la sensazione di stanchezza - spiega Larson - e va a colpire le nostre abilità cognitive, come il tempo di reazione e l'attenzione».
Capogiri
La disidratazione provoca la diminuzione della pressione sanguigna, che può causare capogiri o svenimenti, soprattutto quando ci si alza in piedi troppo velocemente da una posizione seduta o sdraiata. «Il calo dei liquidi che si ha con la disidratazione si riflette anche sulla pressione del sangue - conclude Beltrami - che può ridursi al punto da causare un collasso cardiocircolatorio, con sintomi che vanno dallo svenimento alla perdita di coscienza». Un fenomeno che diventa ancor più evidente quando ci si alza in piedi troppo velocemente, da posizione seduta o sdraiata.
Simona Marchetti



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