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Corriere dei Ciechi

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Numero 7-8 del 2021

Titolo: ATTUALITÀ- LETIsmart e UICI

Autore: Marino Attini


Articolo:
Insieme per migliorare l'autonomia personale urbana dei disabili visivi... e non solo

Nell'edizione di aprile del Corriere dei Ciechi abbiamo pubblicato un articolo che ha fornito una panoramica sul sistema LETIsmart, la soluzione tecnologica che oggi permette di raggiungere punti precisi seguendo un suono personalizzato. LETIsmart utilizza una rete di radiofari e di segnali sonori per fornire la massima sicurezza in quegli ultimi metri che ci separano da un preciso punto di destinazione scelto, evitando di metterci in difficoltà nel dover scandagliare quello che ci circonda.
Oltre a questo, LETIsmart offre una utile interazione con semafori, autobus e altre situazioni di difficoltà a cui dobbiamo far fronte nel sempre più complesso ambiente urbano. LETIsmart è una soluzione di alta tecnologia, standardizzata e aperta a miglioramenti ed implementazioni, che si nasconde perfettamente all'interno del tradizionale bastone bianco, senza inficiare sulla sua ergonomia o sul suo peso, e che diventa complementare agli insostituibili percorsi tattilo-plantari e alle mappe tattili.
Oggi, dopo cinque anni di sviluppo e test, questa tecnologia viene scelta e sposata in toto dall'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che ne acquisisce la copartecipazione assieme a SCEN, l'azienda di prototipazione elettronica che lo ha realizzato. Si tratta di un'alleanza voluta direttamente dall'inventore di LETIsmart, Marino Attini, oggi componente della Direzione Nazionale UICI, che fin dall'inizio ha portato avanti la sua idea senza alcuna finalità di lucro col solo scopo di mettere a fattor comune le proprie conoscenze elettroniche per dare un contributo all'autonomia personale urbana delle persone non vedenti e ipovedenti.
Sabato 24 luglio a Trieste, città in cui è nato questo progetto, verrà firmato l'accordo di copartecipazione tra SCEN srl e UICI, alla presenza del nostro Presidente Nazionale Mario Barbuto, del Presidente di SCEN, Diego Bertocchi, del Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, dell'ideatore Marino Attini e dell'intera Direzione Nazionale UICI. All'incontro parteciperanno i vertici delle più importanti realtà che hanno creduto e finanziato il progetto: dalla regione Friuli Venezia Giulia all'azienda di trasporti regionale TPL, passando per i club Lions che, assieme ad altre autorevoli associazioni ed enti, hanno dato un apporto fondamentale al progetto.
Al termine dell'incontro verrà realizzata una dimostrazione pratica del funzionamento di questo sistema nel centro cittadino di Trieste. Una città nella quale LETIsmart, coprendo l'intera area urbana, si integra in tutti i quasi 300 autobus, negli oltre 100 attraversamenti semaforici assistiti, e che ora si sta diffondendo anche negli esercizi commerciali e nei punti di interesse.
In queste pagine approfondiremo i diversi aspetti di questa soluzione, la storia, la tecnologia che fa funzionare il tutto, i dispositivi e gli accessori che lo compongono, i progetti presenti e futuri che vedranno LETIsmart diffondersi nei prossimi anni sull'intero territorio italiano.

Marino Attini ci racconta come nasce l'idea
Mi recai un giorno, con Martino, un nostro socio della sezione UICI di Trieste, a visitare un appartamento in una bella zona della città, una zona con un bel viale alberato che abbelliva una strada di grande traffico, l'appartamento gli piacque ma la perplessità era tanta perché, pur non vedendo, sapeva che in quella strada gli alberi rappresentavano un pericolo quando, la sera o nei pomeriggi invernali, i rami o il fitto fogliame, comprometteva la luminosità della carreggiata rendendone critica la visibilità. Fu così che decisi di fare una ricerca su Internet dando per scontato che esistesse un bastone bianco luminoso col quale Martino potesse attraversare la strada in modo da poter essere visto dalle autovetture. Ma la delusione fu tanta quando lessi soltanto di soluzioni raffazzonate, come qualcuno che aveva addirittura attaccato una luce da bicicletta sul bastone bianco. Fu allora che decisi di scrivere un ambizioso progetto che sfruttasse la miniaturizzazione elettronica, di cui avevo discreta conoscenza avendo collaborato professionalmente con importanti aziende, come Intel e IBM, a progetti legati alle nanotecnologie elettroniche.
Per prima cosa riportai sulla carta una mia idea per rendere l’ultimo segmento del bastone luminescente in condizioni di scarsa luminosità, così da aumentare la visibilità di chi attraversa la strada o si muove in condizioni di scarsa luminosità. Poi pensai di estendere questa idea cercando un modo per rendere il bastone parlante: immaginai un’elettronica contenuta nel manico che gli permettesse di riportare vocalmente al suo possessore informazioni su quello che lo circonda, sempre cercando di rispettare il bastone bianco nella sua ergonomia e nel peso.
Mi rendevo conto che sarebbe stata un’impresa a dir poco fantascientifica e riposi quei fogli in un cassetto con la speranza che un giorno, con la mia idea, avrei potuto regalare un minimo di autonomia in più alle persone cieche ed ipovedenti. Era un progetto del quale ero convinto, perché in grado di ribaltare gli schemi sui quali si fondavano tutte le proposte di elettronica applicata al bastone bianco, limitate a dare indicazioni su eventuali ostacoli presenti lungo la strada o a cercare soluzioni che guidino il cieco fornendogli informazioni di direzione. Io ho invece pensato alla difficoltà degli ultimi metri dove la persona, pur arrivando in prossimità del punto di destinazione, scandaglia col bastone bianco per cercare un palo semaforico, l’ingresso di un negozio o una qualsiasi destinazione precisa. Nella mia idea ho pensato che quel punto di destinazione poteva essere raggiunto attivando dei segnali sonori direzionali ben definiti che sfruttino l’orientamento attraverso l’udito.
Prima di riporre il progetto nel cassetto decisi che, se un giorno fossi riuscito in questa impresa così nobile, l’avrei dedicato alla memoria di mia moglie Letizia, scomparsa prematuramente solo un anno prima: per questo decisi di chiamarlo LETIsmart.
Sono convinto che quando credi in qualcosa la vita ti aiuta. E una domenica, nel corso di un pranzo tra amici, raccontai questa cosa a Diego Bertocchi, presidente di SCEN, che conoscevo poco ma che si dimostrò estremamente interessato. Con orgoglio, mi invitò a visitare la sua azienda di prototipazione elettronica, avendo saputo peraltro dei miei trascorsi nel settore. Ricordo che all’epoca faceva importanti studi sulla luce a led. Dopo poco tempo Diego, di comune accordo con i suoi soci, Federico Donzello e Francesco Illy, decisero di aiutarmi a scopo etico. Insieme, realizzammo un primo rudimentale prototipo che presentammo nel corso dell’assemblea annuale dei 90 anni della sezione di Trieste, di cui da poco ero presidente, riscuotendo l’entusiasmo di quei soci che provarono ad utilizzarlo. Questa reazione spinse i soci della SCEN a proseguire sulla strada etica di LETIsmart.
Passarono un paio d’anni prima che il brevetto venisse approvato e decisi di condividerlo con Federico Donzello, perché dalla mia idea stavano progettando qualcosa di veramente interessante e piccolissimo. Alla fine del 2017 venne presentato il LETIsmart LUCE che rappresentò un punto di partenza importante per capire quale fosse il reale interesse e capimmo che era il caso di andare avanti. Mentre si perfezionava il LUCE, un gruppo di sviluppatori iniziò a scrivere il software per gestire il VOCE, con il prezioso supporto dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e con il continuo contributo degli istruttori di ANIOMAP che hanno offerto la loro esperienza fin dal primo prototipo del LUCE.
Tutti insieme decidemmo di formare 25 persone, tra non vedenti e ipovedenti, che sarebbero stati i tester del progetto. In questa fase vennero coinvolte altre prestigiose realtà, come La Semaforica che, con la sua grande esperienza, fece squadra con SCEN nella ricerca che portò all’integrazione del sistema LETIsmart nei pulsanti dei semafori, permettendone l’identificazione e persino la prenotazione direttamente dal dispositivo.
Il sistema LETIsmart è una soluzione aperta ed ampliabile e, per questo, dobbiamo migliorarla assieme. Vi ho raccontato l’inizio magico di questo cammino, ma oggi sarà una gioia fare un percorso per perseguire il nobile obiettivo di aiutare le persone nella loro autonomia personale, insieme e grazie alla fiducia e all’entusiasmo di tanti di coloro che mi hanno aiutato, grazie a chi ci ha creduto fin dall’inizio, e grazie a chi mi sprona a continuare su questa strada e mi dà tanto incoraggiamento. Primo tra tutti il nostro Presidente Nazionale Mario Barbuto, assieme alla Direzione e al Consiglio Nazionale.
Nei prossimi numeri continueremo il racconto



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