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Il Progresso

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Numero 19 del 2021

Titolo: Viaggi- Emilia, itinerari d'autunno tra cascate, storia e buona tavola

Autore: Mark Perna


Articolo:
Uno degli aspetti che il mondo intero ci invidia è la grande varietà del nostro territorio, un patrimonio impareggiabile di luoghi naturalistici, paesaggistici e culturali. Ogni angolo d'Italia dispensa sorprese inattese anche uscendo dai tracciati più noti e apprezzati. Un buon esempio è il triangolo d'Emilia compreso tra le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Basta allungare il passo di questi rinomati centri in direzione degli Appennini per trovare scorci poco inflazionati e sorprendenti. Sono diversi gli itinerari per chi ama le passeggiate a piedi, ma con la stagione autunnale che trasforma i boschi in tavolozze di colori, un'insolita meta è quella alla scoperta delle cascate. I salti d'acqua hanno sempre un grande fascino e la loro vista è spesso resa ancor più gratificante dalla fatica fatta per raggiungerli. Il territorio emiliano ne dispensa alcuni particolarmente interessanti non solo per il contesto scenografico in cui si trovano, ma anche per la ricchezza offerta dal circondario tra musei, castelli e avamposti del gusto.
Cascata delle Aquile
Passeggiando sul crinale tra le province di Parma e Piacenza lungo il sentiero che parte dal passo delle Pianazze, una faggeta contribuisce a creare i presupposti per la scenografica riemersione dal verde proprio in prossimità delle pendici del monte Camulara. È qui che si trova la Cascata dell'Aquila, il cui nome si deve al fatto che non di rado i rapaci nidificano sulle rocce che la sovrastano. Oltre all'imponente rupe nera ofiolitica alta più di 100 metri, i dintorni offrono diversi motivi di interesse, come il Castello di Bardi, tra i massimi esempi di architettura militare in Italia, da secoli arroccato sopra uno sperone di diaspro rosso. Per rifocillarsi a tavola a poca distanza, sulla Via degli Abati, si trova l'Agriturismo Ca' d'Alfieri. Questo laboratorio enogastronomico specializzato nel peperoncino è all'avanguardia nella conversazione della freschezza del gusto dei prodotti biologici provenienti dalla stessa azienda.
Cascata termale del Carlone
Chi visita la Val Trebbia nei dintorni di Bobbio non può perdere l'occasione per spingersi fino alla Cascata del Carlone, nei pressi di San Cristoforo, con la sua fonte di acqua ricca di magnesio. Il tuffo del torrente termina in un laghetto d'acqua con proprietà termominerali e una fonte salina di acqua salsa, che nel XI secolo veniva utilizzata dai monaci del vicino convento per guarire le malattie della pelle. Non troppo distante, il Museo Collezione Mazzoline riunisce, in uno spazio interno all'Abbazia di San Colombano, una serie di opere di alcuni dei maggiori artisti italiani del Novecento. Tra questi, spiccano i nomi di Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Ottone Rosai, Lucio Fontana, Achille Funi, Piero Manzoni, Mario Nigro, Giò Pomodoro e Mario Sironi. La doverosa gratificazione culinaria dopo la passeggiata può avere come approdo l'agriturismo La Dolce Vite. Circondato dai vigneti dei colli piacentini, si affaccia sulla meravigliosa Val Trebbia, a due passi dal centro abitato di Travo. La cucina è aperta per pranzi, merende e cene tipiche e offre prodotti di qualità, cura nel dettaglio e rispetto della tradizione.
Cascate del Golfarone
Dalla provincia di Piacenza ci si sposta a quella di Reggio Emilia per raggiungere la «Perla della Valle del Secchiello». Il punto di partenza è quello di Calizzo di Villa Minozzo e il sentiero si snoda lungo un bosco che sembra incantato. Il rumore dell'acqua si sente anche a distanza ma lo spettacolo che si apre alla vista va oltre le aspettative. Non c'è solo il salto di 15 metri a colpire, ma le tante piscinette limpidissime di color smeraldo, che richiamerebbero piacevoli magni ma non sono però balneabili. A mezz'ora di strada merita una sosta il Castello di Carpineti, uno degli avamposti del sistema fortificato di Matilde di Canossa. Mentre per rifocillarsi c'è l'azienda agricola Podere Musiara sempre a Carpineti. Dietro a questo progetto di recupero del territorio e della cultura locale c'è il giovane Filippo Benassi che ha trasformato un luogo disabitato in un presidio del gusto, in modo particolare nella produzione di salami, salsicce, costine e braciole per grigliate.



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