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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 11 del 2021

Titolo: ATTUALITÀ- Siblings

Autore: B. Bernabucci e D. Pelagalli


Articolo:
di Bernabucci Benedetta - Psicologa Psicoterapeuta
e Pelagalli Donatella - Psicologa Psicoterapeuta e mediatore familiare

Esperienza di un gruppo di bambini con sorella/fratello disabile
"Mio fratello è un supereroe" "Mia sorella è un po'... disabilitata".
Queste sono alcune delle espressioni originali con cui i ragazzi del nostro gruppo Siblings hanno definito i loro fratelli/sorelle con disabilità. "Siblings" è il termine inglese che rappresenta sia la condizione di fratello che quella di sorella.
All'interno del percorso "Stessa strada per crescere insieme", nato dall'intesa tra UICI e CNOP a sostegno dei genitori, abbiamo pensato a un progetto che coinvolgesse un gruppo di bambini con fratelli/sorelle disabili o con malattie croniche. Essi sono detti anche Siblings e sono caratterizzati dal crescere in una realtà familiare ed emotiva di notevole stress che non è di sempre facile gestione.
Perché scegliere i Siblings? La famiglia è un sistema in cui ogni cambiamento coinvolge tutti i suoi membri e di conseguenza, quando al suo interno è presente un figlio disabile, tutti hanno bisogno di un forte impegno adattivo, risorse affettive e di un senso di auto efficacia. Sappiamo che crescere con un fratello o sorella disabile attiva una miriade di sentimenti di difficile consapevolezza e gestione. Il gruppo rappresenta uno spazio di ascolto, sostegno e contenimento con una potente funzione "protettiva" e di prevenzione rispetto all'insorgere di possibili traumi e disagi psicologici.
Il progetto ha previsto 6 incontri con i fratelli/sorelle (di età compresa tra i 6 e i 10 anni) a cadenza settimanale. Questi sono stati preceduti da un incontro di presentazione con i genitori ed uno di restituzione e confronto rispetto alle tematiche emerse durante gli incontri. L'obiettivo principale è stato quello di far vivere ai ragazzi un'esperienza interessante e piacevole insieme a coetanei accomunati dall'avere in famiglia un fratello/sorella disabile, dando loro la possibilità di sentirsi meno soli e di condividere vissuti emotivi e sentimenti. Il tutto è stato veicolato da giochi e attività che hanno agevolato la fase di conoscenza reciproca e la condivisione di esperienze del loro quotidiano familiare, sociale e scolastico. Fin dal primo incontro è stato esplicitato ai bambini che c'era un elemento che li accomunava: ognuno di loro aveva un fratello/sorella disabile.
Un aspetto che è emerso in modo trasversale è stato che i Siblings sono degli esperti delle dinamiche relazionali e dei risvolti emotivi legati alla disabilità.
Essi infatti crescono e costruiscono la loro identità confrontandosi costantemente con il tema della disabilità, a differenza degli stessi genitori per i quali il confronto con l'handicap inizia con la nascita del loro figlio e quindi da adulti. Essi hanno pertanto un'ottica privilegiata che, se da un lato li rende "esperti", dall'altro li espone a contenuti concreti e relazionali che spesso non sono in grado di gestire o interpretare.
L'idea che i bambini hanno del fratello/sorella disabile sembra oscillare tra quella del "supereroe" e quella di un "essere indifeso". Da un lato faticano ad avvicinarsi alle loro fragilità perché dolorose e poco chiare ai loro occhi con la necessità di idealizzare il fratello, dall'altro lo proteggono a tal punto da non riuscire ad attribuirgli alcuna autonomia.
Il gruppo ha consentito ai ragazzi di non sentirsi soli e le attività ludiche di simulazione e drammatizzazione hanno permesso loro di fare domande esplicite sulla patologia e sulla possibile evoluzione che non si permettono di fare ai loro genitori ("mio fratello cieco con il tempo ritornerà a vedere?").
Dall'incontro di restituzione ai genitori è emerso che con il progetto Siblings si sono sentiti accolti come famiglia piuttosto che come genitori del bambino disabile. Ciò ha consentito loro di guardare con un'angolazione diversa le dinamiche relazionali e di fare una riflessione sulla difficoltà a mantenere in equilibrio il loro investimento emotivo/affettivo tra i vari membri della famiglia.
Il loro riscontro è stato positivo anche perché il gruppo a cui accompagnavano i figli è stato, in modo indiretto, un attivatore di esigenze personali e familiari che avevano trascurato.
Dall'esperienza con il progetto Siblings e dagli incontri con i genitori si sono delineate alcune ipotesi di iniziative future che si sono interrotte nella loro progettazione causa Covid 19
Il nostro progetto Siblings ha avuto come principio ispiratore la prevenzione di comportamenti problema in soggetti in età evolutiva e sottoposti a una situazione di forte stress: il vivere con un fratello/sorella disabile. Riteniamo che questa esperienza ci abbia anche offerto l'opportunità di cogliere alcune dinamiche emotive e relazionali importanti per favorire la possibilità di un contesto familiare sereno e resiliente.

Bibliografia
Kate Strohm e Monique Nesa, "Manuale per facilitatori", traduzione di Andrea Dondi
Daniel Goleman "Intelligenza emotiva" BUR
Anna Maria Sorrentino "Figli disabili. La famiglia difronte all'handicap" Raffaello Cortina



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