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Corriere dei Ciechi

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Numero 11 del 2021

Titolo: SOSTEGNO PSICOLOGICO- L'ansia

Autore: Nadia Massimiano


Articolo:
Tutti ne parlano, ma che cos'è veramente?
"Ho l'ansia", "Che ansia", "Sono ansioso", "Non mettermi ansia!": queste sono solo alcune delle affermazioni che sentiamo spesso pronunciare dalle persone, la parola ansia si è diffusa ed è entrata nel nostro linguaggio quotidiano, quando la sentiamo ci intendiamo immediatamente, eppure se chiediamo a chi lo dice "Ma cosa intendi quando dici ansia?", la maggior parte delle volte la risposta è nebulosa, poco chiara, oppure non si riesce a spiegare. È come se tutti sapessimo che sensazione si prova, ma come se non riuscissimo a verbalizzarla, a tradurla in parole.
C'è chi per ansia intende quella reazione forte, intensa di malessere che ti coglie all'improvviso, chi invece si riferisce ad un modo di vivere sempre agitato, sempre sopraffatto da mille pensieri, cose e preoccupazioni. Le persone ansiose sperimentano momenti più o meno lunghi durante i quali provano inquietudine, sentono un peso nel petto o nello stomaco, senso di colpa, sensazione di stare per morire, di essere diversi dagli altri, fino a che queste esperienze diventano debilitanti e condizionano l'intera esistenza della persona.
Ma che cos'è veramente l'ansia? Si tratta di uno stato psichico di disagio che coinvolge la sfera emotiva, quella cognitiva e quella comportamentale. L'ansia non si definisce come un'emozione, ma si associa ad un insieme di emozioni e in generale di attivazioni psicofisiche; l'emozione principale è la paura, che si accompagna ad uno stato di preoccupazione, incertezza, agitazione che si traducono, a loro volta, in una condizione fisica di ipervigilanza, la quale si manifesta con una costellazione di sintomi: sudorazione, tremore, tachicardia, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali, tensione muscolare. L'ansia consta di una componente cognitiva per cui si sviluppano tutta una serie di pensieri che anticipano le situazioni o gli eventi che vengono riconosciuti come se fossero un pericolo, anche laddove non esistano delle condizioni reali. Non a caso parliamo di ansia anticipatoria e di stato di pre-occupazione, cioè le situazioni vengono previste, vengono prefigurate spesso in maniera erronea, e quindi, chiaramente, le reazioni che seguono a questi pensieri sono inadeguate a fronteggiare la situazione reale. Di conseguenza, dunque, a livello comportamentale mettiamo in atto degli atteggiamenti di evitamento delle circostanze che riteniamo spaventanti e che possono generare ansia, oppure di abbandono delle situazioni nelle quali sopraggiunge uno stato ansioso e, quindi, infine, si mettono in atto una serie di meccanismi di controllo nel tentativo di prevenire condizioni di disagio.
Possiamo distinguere superficialmente due modalità nelle quali si esprime l'ansia: una più florida, più intensa, nella quale è evidente che la persona sta sperimentando una condizione di panico, che ha una durata limitata nel tempo, ma è molto acuta, un'altra, invece, che è meno manifesta, ma costantemente presente come un sottofondo, nella quale la persona vive costantemente il senso dell'agitazione e della preoccupazione, anche se non è evidente agli occhi degli altri e, quindi, viene sottovalutata, in questo caso l'ansia è una condizione cronica, ma non meno importante o invalidante. Chi soffre di questo tipo di ansia più sommersa spesso non ne è consapevole oppure, se lo è, ritiene che sia una componente caratteriale, ma, come abbiamo visto, non è così, per cui dire che una persona ha un carattere ansioso è un errore. Questo è uno dei motivi per cui questo tipo di ansia viene sottovalutato oppure del tutto trascurato, invece, esattamente come la manifestazione più eclatante, anche questa ansia diventa limitante per la vita della persona impedendo di realizzare degli obiettivi, di seguire dei percorsi di crescita, di effettuare dei cambiamenti, rischiando di essere scambiati per limiti personali e diventando, in questo modo, una trappola dalla quale non si riesce ad uscire. Cosa fare dunque se si soffre d'ansia? Innanzitutto è fondamentale riconoscerla come un problema reale, e non come qualcosa di passeggero oppure legato alla stanchezza o allo stress, a questo punto è utile prendersi in carico questo problema come processo di cura di sé e, quindi, come qualcosa che appartenga alla sfera dell'amore per se stessi. Rivolgersi ad uno Psicoterapeuta può aiutare la persona a capire che cosa l'ha portata a subire gli effetti dell'ansia in questo modo, fino a volte a consumarsi, ed a prendersi cura di sé per venirne fuori, imparare a gestirla e a migliorare la qualità della vita.



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