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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 11 del 2021

Titolo: RUBRICHE- Una finestra sul sociale

Autore: a cura di Ivano Maiorella


Articolo:
10 Anni!
Era il 4 novembre 2011 e cominciavamo le trasmissioni, ricordo i primi slogan e le speranze: la radio è come noi, terzo settore. Arriva dappertutto e non sta mai zitta. Non c'erano - e non ci sono - formule, soltanto percorsi nei quali avventurarsi, esperienze. Raccontare questi percorsi, descriverli mentre ci si muove in gruppo, significa far incontrare profili personali e collettivi attraverso il terreno complesso della comunicazione, che è poi quello delle relazioni con gli altri. Non è facile da accettare, da razionalizzare. Non è facile neppure da spiegare.
La spiegazione può essere rappresentata dal racconto dell'esperienza, dalle relazioni che si creano, dalle risposte collettive a domande individuali. Abbiamo provato a sperimentare ciò che chiamavamo COMUNICAZIONE SOCIALE, con il rispetto che si deve alla teoria e l'incoscienza che serve a fare il primo passo. E un metodo: quello giornalistico.
Ognuno di noi dieci anni fa, si dava da fare nella propria associazione e nella propria organizzazione sociale o rete, isolatamente, coraggiosamente.
Abbiamo realizzato il progetto e lo abbiamo presentato ad un editore ideale, plurale: il Forum del Terzo Settore. Non un progetto teorico ma voglia di sperimentare che cosa significasse farsi redazione e farsi editore. Redazione all'aperto, sul modello di Current tv di Al Gore (la ricordate?) suole di scarpe consumate, il microfono portato nelle strade e nelle piazze, una redazione nomade, vera, unita, e tanta voglia di "provarci". Alla Romanina con Nobavaglio - liberi di essere informati o a Ostia con Libera Contro le Mafie.
Siamo diventati sei redazioni in una: sociale, diritti, economia, internazionale, cultura, sport. Impaginazione classica e punti di vista del terzo settore perchè il sociale non è un "cliché", e forse neppure un genere. Il sociale è racconto di strada, storie e percorso per arrivarci, racconto di vita, punto di vista.
Dieci anni dopo eccoci qua, con tanta curiosità in corpo ed energia da vendere, tanti ragazzi e tante ragazze che hanno acquisito consapevolezza e hanno messo a disposizione il microfono aperto della loro creatività.
Dicevamo all'inizio: sono passati 10 anni anche perché la radio è un media immortale, sempre aperto al futuro e alle trasformazioni, ha bassi costi di produzione ed una caratteristica importantissima: arriva dappertutto in modo semplice e diretto, basta un telefonino. E oggi la tecnologia DAB installata in ogni apparecchio rende una web radio simile ad una stazione FM. Dapprima iniziammo appoggiandoci ad un service esterno per la produzione tecnica, la redazione di Radio Articolo 1, poi, da circa un anno, abbiamo iniziato a produrre autonomamente le edizioni quotidiane dei Gr che, da sempre, vanno in onda alle 12.
Abbiamo sei redazioni che corrispondono ad altrettante notizie che ogni giorno impaginiamo in sequenza, per un totale di circa 3 minuti: società (della quale è responsabile Anna Monterubbianesi), diritti (Vincenzo Massa), Economia (Giuseppe Manzo), Cultura (Clara Capponi), Internazionale (Fabio Piccolino), Elena Fiorani (sport). Il direttore è Ivano Maiorella, da molti anni impegnato professionalmente nella comunicazione sociale e il webmaster è Pierluigi Lantieri.
Il Giornale Radio Sociale viene diffuso attraverso un circuito di circa 40 radio in fm e altrettante web radio in tutta Italia. Inoltre quotidianamente viene realizzata la rubrica "Ad alta velocità" sui temi di attualità, curata da Giuseppe Manzo e nel fine settimana il "Grs week", a rotazione tra le varie redazioni sugli argomenti del momento, cercando di offrire il punto di vista del terzo settore. L'editore è il Forum del Terzo Settore, che ha creduto sin dal primo momento alla possibilità di provare a "farsi media". Partner importante è la Fondazione con il Sud, insieme a due compagni di strada con i quali ci siamo aiutati in occasione della realizzazione di progetti speciali (come i corsi di formazione con crediti formativi per una decina di Ordini dei Giornalisti regionali) ovvero Redattore Sociale e l'Agenzia Dire.
Molto frequenti sono le collaborazioni con le altre due testate specializzate nel sociale, ovvero Vita e Corriere Buone Notizie.
Per festeggiare questo decennio, sono stati organizzati tre webinar andati in onda nel mese di ottobre e facilmente raggiungibili in podcast nel sito www.giornaleradiosociale.it: "Pandemia, tra crisi e opportunità: il ruolo del Terzo Settore"; "Il virus della disuguaglianza: impatto dell'emergenza e accesso alle cure nel mondo"; "Transizione digitale tra accesso all'informazione e comunicazione sociale". Inoltre ai 10 anni del Giornale Radio Sociale è stato riservato uno spazio in occasione dell'Assemblea nazionale del Forum del Terzo Settore che si è tenuta a Roma il 20 ottobre.
Conoscere per raccontare, questa è una delle regole del giornalismo dalla quale abbiamo sempre cercato ispirazione. Il territorio e le persone che lo abitano sono risorse preziose per la comunicazione sociale, così come lo è l'uso di un linguaggio corretto, rispettoso, sintetico, preciso. Fatti di vita quotidiana, piccole grandi storie di dignità e di rifiuto del conformismo, di educazione alla vita sociale e di ribellione alla marginalità. Storie che affiorano attraverso il racconto del sociale, attraverso la cittadinanza attiva, lo sport sociale, le relazioni, le attività del terzo settore.
Occasioni per "abitare" il territorio e strapparlo al degrado e alla solitudine.
Il giornalista lo sa, "abita" e conosce il territorio, racconta storie di aperture, di incontro, di integrazione perché la consapevolezza crea il cambiamento. Le chiusure no, lasciano le cose come stanno, muffe e poteri. Il racconto giornalistico, l'inchiesta e la denuncia, diventano vulnerabili quando sono isolate. Se diventano un racconto collettivo, diffuso e ramificato su tutto il territorio, la consapevolezza e la verità hanno il sopravvento e si rafforzano. Per questo occorre rafforzare l'aderenza dei giornalisti al territorio, alla rete dei cittadini e delle organizzazioni sociali che lo abitano. Questo cerchiamo di fare.
E il territorio cerchiamo di ripopolarlo. Tornare ad abitare luoghi abbandonati che si stanno desertificando. Abitare città, periferie e campagne, senza la paura di sentirsi spaesati. Abitare i beni comuni partecipando alla loro cura, perché anche la comunicazione sociale è un bene comune. Abitare l'informazione e la libertà di espressione, ripopolando il dialogo e i legami sociali, la solidarietà dell'agire. Ascoltare se si vuole essere ascoltati. L'ho sentito dire a don Panizza a Lamezia Terme in un incontro sulla comunicazione sociale. E il mutuo ascolto è la base del giornalismo, tutto. A cominciare da quello sociale.



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