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Kaleîdos

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Numero 22 del 2021

Titolo: Così aiuteremo le vittime di abusi

Autore: Monica Bogliardi


Articolo:
(da «Grazia» n. 50 del 2021)
Cinque ministre del governo Draghi vogliono unire le forze contro la violenza di genere. Dal reddito di libertà al braccialetto elettronico per i persecutori, tre di loro spiegano a Grazia il loro piano
La violenza contro le donne va avanti, incurante delle Giornate di celebrazione della lotta per eliminarla. Ma nei giorni cruciali in cui la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti ha presentato al governo il Piano strategico nazionale sulla Violenza maschile contro le donne 2021-2023, ecco due buone notizie: il Piano diventa obbligatorio per legge. Nella Finanziaria 2022, infatti, c'è la proposta di renderlo strutturale: le risorse finanziarie per la sua attuazione saranno stabili. E poi: sarà ancora più stretta la collaborazione tra ministre, da Elena Bonetti a Mariastella Gelmini (Affari Regionali e Autonomie), da Mara Carfagna (Sud) a Luciana Lamorgese (Interno) a Marta Cartabia (Giustizia).
«Ci saranno finalmente fondi fissi: per il 2022, 30 milioni di euro, più che in passato, che andranno ai Centri antiviolenza e alle case-rifugio: avranno così un orizzonte stabile su cui progettare le loro azioni. E poi ce ne saranno altri cinque, a livello nazionale, per azioni di comunicazione e formazione. Un aiuto concreto sarà il reddito di libertà, contributo mensile erogato dall'Inps, per l'autonomia abitativa e personale, alle vittime che stanno uscendo dal tunnel della violenza», dice la ministra Bonetti. E sulla sinergia femminile: «I fondi arriveranno a destinazione attraverso le Regioni, e il lavoro con la ministra Gelmini è determinante. Ma nel piano sono previste nuove azioni di protezione della vittima, come il potenziato coordinamento del numero antiviolenza 1522 con le forze dell'ordine, e azioni di prevenzione, come i corsi di formazione per rafforzare le competenze delle figure che interagiscono con le vittime, che coinvolgono la ministra dell'interno Lamorgese e la ministra della Giustizia Cartabia. E per l'aumento dei Cav, vero presidio sul territorio nella lotta antiviolenza, è preziosa l'azione della ministra per il Sud, Carfagna». Mara Carfagna, alle prese con il divario Nord-Sud nelle strutture di sostegno alle donne, sul necessario aumento dei centri antiviolenza dice: «Sto usando ogni strumento possibile in questa direzione. Abbiamo appena pubblicato il bando per la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia: ho voluto con forza che prevedesse una sorta di «corsia premiale» per chi progetta nuovi centri antiviolenza o case rifugio. Questo tipo di destinazione porterà notevole vantaggio nell'attribuzione dei punteggi: molti sindaci e Comuni ne approfitteranno. Il finanziamento arriva dal Pnrr ed è notevole, 300 milioni per 200 opere da realizzare entro il 2026 nelle otto Regioni meridionali».
La cronaca recente ha dimostrato che anche quando le donne denunciano, rimangono deboli, esposte alla vendetta dei carnefici. «È una falla grossa nel sistema. Per questo stiamo ragionando su una tutela personale, per queste donne, che non stravolga la loro vita ma le metta in sicurezza, e su un potenziamento del braccialetto elettronico per i violenti recidivi», dice la ministra Gelmini. «Continueremo a collaborare tra ministre, e lo comunicheremo sempre di più. Si deve sapere che siamo unite per un unico obiettivo».
Monica Bogliardi



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