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Il Progresso

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Numero 3 del 2022

Titolo: Scienza- Sorpresa: anche le catene montuose rilasciano Co2. La scoperta italiana

Autore: Enrico Maria Corno


Articolo:
(da «corriere.it» del 23 gennaio 2022)
Un «effetto serra» naturale
Non era scontato né facile immaginare che, sotto le catene montuose, il sottosuolo rilasciasse nell'atmosfera tali volumi di anidride carbonica, tanti quanti ne emettono i vulcani attivi che eruttano in un anno. Il merito della scoperta e della produzione di questi dati va attribuito a tre ricercatori italiani - Chiara Groppo e Franco Rolfo del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Torino, in collaborazione con Maria Luce Frezzotti dell'Università di Milano Bicocca - che hanno appena pubblicato un lungo articolo al riguardo sulla rivista scientifica Communications Earth & Environment, spiegando le ragioni per cui i rilievi producano ed emettano gas-serra. Va da sé che conoscere il tasso di emissioni naturali di Co2 della Terra sia fondamentale per quantificare e prevedere l'influenza delle azioni umane sui processi climatici. Sebbene il degasaggio naturale di Co2 (cioè il fatto di emettere i gas disciolti nei liquidi o occlusi nei solidi) a livello globale sia stato finora considerato irrilevante rispetto alle emissioni artificiali causate dall'uomo, molti sforzi vengono ora dedicati a valutare quale sia il contributo del nostro pianeta al ciclo globale del carbonio, dalla sua genesi alla sua dispersione nell'atmosfera. Questi studi stanno dando valore ad una nuova teoria secondo la quale la anidride carbonica emessa dalla crosta continentale ricopra invece un ruolo potenzialmente rilevante nell'ambito dell'effetto serra.
Un oceano di Co2 sotto l'Everest
Si è scoperto che, sotto le catene montuose come l'Himalaya originate dalla collisione tra continenti, l'attività sotterranea a circa 20-30 km di profondità fa interagire le altissime temperature con le fonti di Co2 rappresentate principalmente dalle rocce sedimentarie carbonatiche originatesi dai depositi dei mari di milioni di anni fa. La Co2 viene prodotta attraverso reazioni metamorfiche che «sciolgono» i sedimenti che contengono carbonati. Quando poi arriva in superficie, l'anidride carbonica viene solitamente rilasciata attraverso ciclopici circuiti di acqua calda come se ne trovano in corrispondenza delle faglie tettoniche. Se si conosce il processo di formazione del gas e quello di rilascio nell'atmosfera, poco invece si sa ancora sulle modalità con cui il gas risale in superficie.
Ecco come funziona il meccanismo
Non a caso il titolo dell'articolo scritto dai ricercatori era «Il degassamento di Co2 durante l'orogenesi collisionale è facilitato dalla generazione di fluidi immiscibili». Dietro ad un gergo tanto complicato, si nasconde l'affermazione secondo cui l'eliminazione dell'anidride carbonica prodotti sotto le montagne - nello specifico sotto la catena dell'Himalaya - avviene soprattutto veicolando il gas a delle sostanze liquide: Attraverso al tecnica della modellizzazione termodinamica (cioè dello studio di come cambiano le cose quando viene modificata la temperatura) è stato dimostrato che, con temperature superiori ai 590 gradi C e in una condizione di pressione superiore ai 7.8 kbar, i fluidi prodotti dalle rocce sedimentarie si separano in due componenti: un «vapore» ricco di Co2 che riesce a risalire in superficie fratturando le rocce che lo contengono e sfruttando faglie profonde e una soluzione idro-salina che è più densa e pesante e che intride le rocce che incontra sul suo cammino.
Abbiamo la controprova
Le prove sul campo e i dati delle sperimentazioni effettuate sull'Himalaya confermano la tesi. Infatti, la misurazione al suolo delle emissioni di Co2 gassosa e le anomalie riscontrate durante i test di conduttività elettrica eseguiti dai geofisici appena sotto la zona crostale, hanno dimostrato che i volumi delle emissioni sono molto più alti di quanto fosse stato considerato e che la presenza dei fluidi aiuti la rapida migrazione della Co2 dalla sorgente profonda alla superficie. Le catene montuose che hanno avuto origine da una collisione tra placche tettoniche e che hanno uno strato spesso molti chilometri di rocce sedimentarie su cui appoggiarsi sono degli importanti serbatoi di Co2 che può essere efficacemente eliminata in superficie.



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