- Presentazione:
Gentilissimi ospiti, amici dirigenti, signore e signori, vi
porgiamo a nome dell'intero Consiglio Regionale uscente un
sincero e cordiale saluto di benvenuto ed un ringraziamento per
la vostra partecipazione a questa odierna giornata di lavori che
coincide con la naturale scadenza del mandato affidatoci il 24
giugno 1995. Si chiude, quindi, un ciclo della nostra storia
associativa e grazie alla vostra partecipazione si completera' il
quadro dei dirigenti che andranno a comporre il consiglio
regionale per i prossimi quattro anni.
Le assemblee provinciali appena concluse hanno rinnovato i
consigli direttivi che oggi compongono questa riunione regionale.
Cogliamo, pertanto, l'occasione per augurare a voi tutti i
migliori auguri di un proficuo lavoro ed in particolare a coloro
che per la prima volta si avvicinano alla dirigenza associativa.
Con molti di voi ci siamo lasciati solamente sette mesi fa
per l'Assemblea del 20 settembre 1997 e ci ritroviamo oggi
nuovamente in applicazione di un nuovo statuto e regolamento
dettato dalla qualifica di ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di
Utilita' Sociale) assunta dal primo gennaio di quest'anno, che
impone l'approvazione del bilancio consuntivo entro il 30 aprile.
Questo Consiglio, percio', e'qui di fronte a voi non solo per
relazionarvi sulle attivita' di questi ultimi mesi ma anche per
raccogliere i vostri giudizi, ed in particolare da parte dei
nuovi consiglieri, sull'intera legislatura.
E' superfluo ricordare come iniziammo tre anni fa dopo tante
difficolta' contingenti ed una gestione straordinaria, ma altri
appuntamenti assembleari hanno scandito il passare del tempo e la
trasformazione sociale e politica che sta vivendo il paese in
questi anni.
Ci ha sempre accompagnati la forte preoccupazione vissuta
giorno per giorno in merito all'indennita' di accompagnamento ed
alla sua precarieta'. Il dovere temere continuamente per questo
riconoscimento scaturito dai principi della carta costituzionale
e fiore all'occhiello della nostra storia parlamentare ci ha
spesso condizionato in battaglie di conservazione dei nostri
diritti piu' che in nuove conquiste.
questi nostri diritti in momenti in cui cadevano e si
ricostituivano Governi che ci allarmavano, ci illudevano e ci
facevano sperare sull'intangibilita' di quanto gia'acquisito nel
tempo.
entrare in Europa, nonostante l'immenso debito pubblico e la
forte spesa sociale, ha spinto l'Italia ad intraprendere una
drastica politica di risanamento basata essenzialmente su una
continua e graduale riduzione della spesa sociale.
Si e' giunti cosi', a coronamento di una tendenza federalista
e regionalista, a decentrare competenze specifiche dello Stato
alle Regioni ed agli Enti Locali, una transizione che per la
nostra organizzazione non poteva, non puo' e non potra' essere
indolore. Lo Stato ci ha provato in mille modi a farci capire che
gradualmente voleva scrollarsi di dosso le responsabilita' del
carico sociale. Ci ha provato attraverso la legge sul
volontariato ed il coinvolgimento del terzo settore, le
associazioni cioe' non profit. Ha provato nuovamente attraverso
le campagne giornalistiche scandalistiche sui falsi invalidi fa-
cendo pesare sui veri disabili l'onere di pessime gestioni passa-
te. Ritorna ora alla carica con il decentramento della legge
"Bassanini" con la quale assegna le competenze dell'assistenza
sociale alle Regioni, ma contemporaneamente costringe queste
ultime a praticare dei tagli ed a negare l'erogazione di servizi
in quanto private dei fondi necessari per l'attuazione in base
ai documenti di programmazione economica e finanziaria.
Per questo le associazioni storiche dei disabili si sono
costituite in federazione al fine di poter fronteggiare e
contrastare unitariamente le manovre che il Governo si apprestava
a proporre. Poi, il 12 giugno del 1997, al Palaeur il Presidente
Nazionale dell'Unione Italiana Ciechi, il Professor Tommaso
Daniele, ci metteva in guardia sulla bozza di riforma dello Stato
Sociale predisposta dal Ministro Livia Turco che, al di la' e
nonostante le rassicurazioni ricevute, rappresentava un chiaro
rischio per l'intera nostra categoria.
Ai primi di settembre dello scorso anno l'assemblea dei
quadri dirigenti veniva convocata a Chianciano appunto per
discutere la politica sociale del Governo e stabilire le
strategie future per la difesa dell'indennita' di accompagnamento.
In novembre il Consiglio Nazionale dell'U.I.C. svoltosi a Palazzo
Chigi, prima del XIX Congresso Nazionale, ha ricevuto
rassicurazioni dallo stesso Prodi che la manovra finanziaria 1998
non avrebbe contenuto provvedimenti restrittivi sulla indennita'
di accompagnamento.
Arriviamo infine al decreto attuativo che il Governo ha
preparato il 13 febbraio di quest'anno sulla legge n. 59 del 15
marzo '97, la legge Bassanini appunto, che trasferisce quasi
tutte le competenze dello Stato alle Regioni e agli Enti Locali.
Al capo I, riguardante le politiche sociali, l'articolo 125
prevede, dopo 120 giorni dall'approvazione del decreto, il
passaggio all'INPS dell'erogazione delle pensioni, degli assegni
e delle indennita' di accompagnamento di ciechi, sordomuti e
invalidi civili; la concessione di tali emolumenti rimarra'invece
al Ministero dell'Interno fino al 2000, anno in cui anche tale
compito d'ufficio passera' alle Regioni.
Un passaggio molto delicato di questo decreto stabilisce che
lo Stato fissera' la misura minima delle provvidenze e che le
Regioni dovranno integrarle a loro carico. Il pericolo, amici,
era molto evidente, ci trovavamo di fronte alla costituzione
delle "Gabbie assistenziali": avremmo avuto cioe' Regioni in gra-
do di integrare la quota minima prevista e Regioni che non avreb-
bero potuto fornire alcuna integrazione; si sarebbe accresciuta
la sperequazione gia' esistente per quanto riguarda i servizi a
fronte delle 200.000 lire pro-capite investite in Val d'Aosta
abbiamo le 20.000 lire della Basilicata).
Altro pericolo consisteva nel fatto che il minimo fissato
da questo decreto avrebbe potuto essere inferiore agli attuali
valori delle provvidenze economiche: pertanto ad una ridotta
corresponsione monetaria avrebbe fatto riscontro l'erogazione di
servizi al momento ancora da organizzare, programmare e
finanziare.
Per questo, la Federazione delle Associazioni storiche degli
invalidi, allarmata da tale ipotesi, ha indetto per il 12 marzo
1998 una manifestazione di protesta a Roma di tutte le
associazioni; manifestazione revocata dopo una dichiarazione
rassicurativa dei rappresentanti del governo in merito a tale
problema.
Queste, amici, le nostre preoccupazioni, la nostra vita e'
destinata a non conoscere un giorno di tranquillita'. Siamo
costretti ad avere questa spada di Damocle sulla testa, cioe'
condannati a vivere nella precarieta' giornaliera senza la
sicurezza di un futuro certo.
Non c'e' molto da sperare, il futuro ci riservera'sicuramente
amare sorprese che dovremo sapere fronteggiare, se necessario,
anche con grosse manifestazioni. Perche' non accettiamo di pagare
piu' degli altri per il risanamento del nostro Paese, non
accettiamo che l'Italia entri in Europa proprio grazie al
sacrificio delle categorie piu' deboli.
E' il momento, ora, di passare a trattare argomenti piu'
pertinenti la nostra situazione associativa regionale e avendo
gia' relazionato il lavoro degli anni precedenti nelle rispettive
assemblee, facciamo adesso riferimento alle attivita'che ci hanno
visti impegnati nell'ultimo anno con particolare riguardo a
questo semestre trascorso, eccezione fatta per alcuni riferimenti
necessari a far meglio comprendere la nostra realta' associativa
a quei consiglieri che per la prima volta sono entrati a far
parte di questa Assemblea Regionale.
- Rapporti con l'Ente Regione:
In questo ultimo semestre i rapporti con l'Ente Regione sono
proseguiti proficuamente nel reciproco intento di una fattiva
collaborazione. Hanno avuto periodi di particolare intensita'
nella trattazione degli argomenti di seguito esposti.
Momenti di intensi contatti si sono avuti per assicurare il
dovuto finanziamento alla legge n. 58/90, che finanzia le at-
tivita' ed i servizi che le associazioni storiche degli invalidi
erogano sul territorio regionale. I nostri sforzi sono stati
mirati all'obiettivo che tale legge avesse una copertura idonea
al soddisfacimento di tutte quelle richieste che i ciechi laziali
presentano, ogni giorno sempre piu', alle nostre sezioni
provinciali; purtroppo, invece, risulta essere sempre meno
sufficiente e adeguata alle richieste.
Partimmo nel natale '95, in un momento in cui l'Ente Regione
rasentava il dissesto economico, con un bilancio preventivo '96
che non prevedeva somme al capitolo 42124, pertinente alla nostra
legge.
Avuta la copertura per il '96 in fase di assestamento di
bilancio, ci siamo trovati comunque di fronte ad una doppia
riduzione. Da una parte il mancato adeguamento della somma dovuto
all'erosione ed all'inflazione, lo stanziamento infatti ha
mantenuto la stessa cifra per alcuni anni dal momento della
emanazione della legge; dall'altra, l'inserimento tra i
beneficiari di una quarta associazione, con la conseguente
decurtazione dovuta alla nuova ripartizione.
Nonostante proteste scritte e verbali presso tutti i luoghi
deputati, assistevamo ad una riduzione di trenta milioni per il
'97 e, notizia avuta in fase di predisposizione del bilancio
preventivo, di ulteriori settanta milioni per l'anno corrente.
Proprio nello scorso mese di marzo, nel momento in cui il
bilancio arrivava in aula per l'approvazione, indirizzavamo una
lettera al Presidente della Giunta Regionale Badaloni, agli
Assessori ed a tutti i capigruppo politici per manifestare il
nostro dissenso e per sottolineare come sia palese la volonta' di
depauperare gradualmente di finanziamenti le attivita' ed i
servizi che le nostre sezioni provinciali erogano sul territorio
e come in questo modo venga vanificata pian piano la stessa
esistenza di questa importantissima legge regionale.
Prima che si giungesse a fine marzo all'esercizio
provvisorio, abbiamo avuto incontri con il relatore di minoranza
Augello, con l'Assessore Amati e con il Presidente della
Commissione Bilancio Della Rocca, in particolare a quest'ultimo
abbiamo espresso la necessita' di rifinanziare gradualmente que-
sta legge attraverso un piano pluriennale, concetto condiviso
pienamente dallo stesso Presidente.
Un altro motivo che ci ha visti impegnati in questo ultimo
anno e' stato il desiderio di vedere concretizzata l'attuazione
dell'articolo 5 della legge 67 del 1993 relativa alla
restituzione alle province delle competenze legate all'assistenza
dei ciechi e dei sordomuti.
Abbiamo riferito nella relazione morale dello scorso
settembre come i suggerimenti richiesti alle sezioni provinciali
siano stati lo stimolo per una ulteriore elaborazione a livello
regionale che ci ha consentito di fornire ai funzionari regionali
responsabili un documento dettagliato contenente tutti i
suggerimenti sull'erogazione dei servizi e sull'attribuzione
degli interventi assistenziali in favore dei ciechi, compresi
quelli con minorazioni aggiuntive.
L'intero Ufficio di Presidenza con la fattiva collaborazione
della Prof.ssa Annita Ventura si e' impegnato nella
predisposizione di questo documento mirante, non ad ottenere una
nuova legge in materia, che avrebbe richiesto per la sua
approvazione tempi biblici, ma a cercare un filo logico di
connessione tra le leggi esistenti allo scopo di mettere l'Ente
Regione in condizioni di inserire le nostre richieste nella
predisposizione dei piani socio-assistenziali contenuti nella
L.R. 38/96.
Purtroppo in questa fase ci siamo trovati all'improvviso
ostacolati dalle interferenze di qualche consigliere provinciale
troppo intraprendente che intendeva da solo condurre la
trattativa ma allontanando i tempi di realizzazione in quanto
mirante ad un obiettivo completamente opposto, la richiesta,
cioe', di una nuova legge avallata da false garanzie politiche.
Solamente un incontro comune con i funzionari interessati ha
fatto capire a costoro che il lavoro condotto tra il Consiglio
Regionale U.I.C. e gli uffici interessati della Regione avrebbe
permesso di ottenere risultati a breve scadenza.
- Attivita' dei Comitati:
In questo settore e' proseguito l'impegno dei nostri
rappresentanti regionali ai vari livelli per affrontare le tante
e diverse problematiche specifiche di ogni aspetto lavorativo
della nostra categoria. Si sono succeduti gli incontri dei
responsabili dei centralinisti, ai quali hanno partecipato, in
diverse occasioni, i nostri Consiglieri Alessandro Leone e
Claudio Cola; il comitato giovani, coordinato dal Consigliere Ada
Nardin, pur nelle difficolta' legate alla poca disponibilita' di
tempo per motivi di studio, ha continuato a riunirsi e dibattere
della condizione giovanile vissuta dai non vedenti. La
Prof.ssa Annita Ventura ha collaborato attivamente con il
Consiglio Regionale, come gia' accennato, ed e' stata nostra
rappresentante per i problemi dell'istruzione in sede di convegni
nazionali. Il nostro responsabile regionale dei genitori, Sig.
Alessandro De Felici, anche nella qualita' di coordinatore
nazionale, ha proseguito il lavoro di collegamento e di raffronto
con le problematiche dei genitori dei bambini non vedenti. Il
Consigliere Francesco Innocenzi, rappresentante regionale dei
massofisioterapisti e terapisti non vedenti, si e' impegnato
attivamente per l'organizzazione di un corso di riqualificazione
di ginnastica posturale. Corso poi non organizzato per le
insufficienti adesioni da parte dei nostri soci fisioterapisti,
ma gia' riproposto, nell'anno corrente, sempre con grande
interessamento del Consigliere Innocenzi nel sensibilizzare i
soci interessati. E cosi' di seguito, altri Consiglieri o sempli-
ci soci hanno dato il loro apporto per coordinare, a livello
regionale, le attivita' della nostra organizzazione, ed ai quali,
vogliamo allargare, con questa breve testimonianza, la sincera
gratitudine dell'intera Assemblea Regionale.
- Situazione economica:
Per quanto riguarda la situazione economica e' superfluo
ripetere quanto gia' espresso in precedenza. Diremo che le uniche
due fonti di entrate, sia delle sezioni provinciali che dello
stesso Consiglio Regionale, legate alle quote sociali ed al
finanziamento della legge n. 58/90, sono state decisamente
inferiori alle necessita' reali di tutte le strutture.
Il Consiglio Regionale, per venire incontro a questo
decremento economico, ha ridotto notevolmente molti capitoli di
spesa della gestione regionale destinando la maggior parte
possibile degli introiti alle sezioni provinciali per consentire
il proseguimento dell'erogazione dei servizi sul territorio.
Un'ulteriore somma e' stata messa a disposizione delle
sezioni provinciali vincolandola alla presentazione di progetti
finalizzati destinati all'attuazione di nuove iniziative di
intervento.
- Rapporti con il Centro Regionale S. Alessio - Margherita
di Savoia:
Come gia' relazionato in settembre scorso, ottimi rapporti
intercorrono tra il nostro Consiglio ed il Centro Regionale.
Rinnovati i componenti del C.d.A. dell'Ente per quanto di nostra
competenza nella primavera dello scorso anno, si giungeva
solamente in novembre alla ufficializzazione del Consiglio di
Amministrazione da parte dell'Ente Regione Lazio con la nomina
dei suoi due rappresentanti e la ratifica dell'intero Consiglio.
La presidenza, confermata all'amico Enzo Tomatis, sta
procedendo sulla difficile via del risanamento economico
dell'Istituto, che ha toccato negli ultimi periodi livelli di
deficit che rischiano di compromettere la stessa esistenza del
Centro.
Un lavoro comunque importante tra il nostro organo ed il
Centro ha riguardato la legge 284 del 28 agosto 1997 che finanzia
le costituzioni in ambito regionale di centri per la
riabilitazione visiva e di centri per il recupero sociale dei
pluriminorati. Il Consiglio Regionale U.I.C., in una sua seduta,
ha discusso ampiamente sulla concretizzazione dei due centri. Ha
tenuto comunque conto dell'esistenza nel nostro territorio di una
realta' quale quella del Centro Regionale S. Alessio e delle sue
strutture logistiche. Ha tenuto inoltre in considerazione il
fatto che lo stesso Centro, per alcuni anni in passato, avesse
gia' avviato un centro di ipovisione, pertanto sarebbe molto
facilitata la costituzione di un centro di riabilitazione visiva
presso tali strutture. Il Consiglio Regionale, quindi, ha deciso
di operare in sinergia con il Centro Regionale al fine di
giungere il piu' presto possibile alla creazione di queste due
nuove strutture che ci permetteranno di intervenire
tempestivamente in due settori particolarmente importanti per la
nostra categoria: il recupero degli ipovedenti attraverso un
migliore utilizzo del loro residuo visivo ed il recupero sociale
dei pluriminorati, una categoria sicuramente piu' sfortunata e
svantaggiata di noi a cui ancora non avevamo prestato una
adeguata attenzione.
Per quanto riguarda il centro di recupero sociale per
pluriminorati va detto che il progetto presentato alla Regione
Lazio dal Centro Regionale S. Alessio e' stato approvato e sta
seguendo l'iter previsto dalla legge 284/97.
- Rapporti all'interno della nostra organizzazione:
Sempre ottimi sono stati i rapporti tra la Sede Centrale ed
il nostro Consiglio Regionale. Abbiamo collaborato e partecipato
a tutte le iniziative che richiedevano il nostro impegno a
livello centrale. Notevole e' stato anche lo sforzo organizzativo
nella preparazione dei delegati al XIX Congresso Nazionale
dell'Unione Italiana dei Ciechi svoltosi a Giardini Naxos dal 6
al 9 novembre scorso.
Durante tale occasione abbiamo raggiunto con soddisfazione
gli obiettivi che tra gli stessi delegati ci eravamo prefissi
prima del Congresso, la riconferma, cioe', in Consiglio Nazionale
del nostro referente regionale Giovanni Di Maio e del Presidente
uscente del Centro Regionale S. Alessio Enzo Tomatis.
Eccellenti come negli anni passati i rapporti intercorsi con
le sezioni provinciali e l'organo regionale. In particolare con
la sezione UIC di Roma ed il suo consiglio presieduto dall'amico
Marcello Iometti si e' sempre riscontrato un clima di buona
convivenza e di fattiva collaborazione reciproca. Abbiamo cercato
di essere per tutte le sezioni punto di riferimento e di
confronto nei momenti piu' delicati della loro vita associativa.
Purtroppo, questa nostra disponibilita' ed offerta di
collaborazione non sono stati interpretati nel giusto verso dalla
sezione provinciale di Latina. Il mancato riconoscimento di un
errore commesso dai dirigenti di questa sezione ha provocato una
crisi che li ha visti contrapporsi ostinatamente alla stessa
Presidenza Nazionale.
Nonostante tutti i nostri tentativi di placare gli animi,
scioccamente esagitati, dell'Ufficio di Presidenza di Latina e
l'invito a portare a termine il loro mandato assembleare prossimo
alla scadenza, il 24 gennaio di quest'anno, durante una seduta
del consiglio, la maggioranza dei componenti rassegnava le
dimissioni in maniera irrevocabile.
Nella seduta del Consiglio Regionale all'uopo convocata il
31 gennaio u.s., relazionavamo i consiglieri con un fascicolo
cronologicamente dettagliato che chiudeva la presentazione con
queste parole:
"....abbiamo partecipato al Consiglio convinti fino all'ultimo
che ci sarebbe stata una possibilita' per salvare la Sezione e
con l'intenzione, nostra fin dall'inizio del mandato, che non sa-
remmo mai giunti ad una gestione straordinaria.
Abbiamo sottolineato piu' volte durante il Consiglio l'aspet-
to negativo delle gestioni commissariali dal punto di vista della
politica associativa ma a nulla sono valse tali raccomandazioni.
Abbiamo invitato almeno qualcuno a ritirare le dimissioni al fine
di giungere con gli altri consiglieri non dimissionari ad
un'assemblea ordinaria. Per risposta abbiamo ricevuto altre
dimissioni da altri due consiglieri.
A questo punto, ogni tentativo da parte dell'Ufficio di
Presidenza Regionale e' risultato vano. Una comunicazione scritta
del 26/01/98 formalizzava a questo punto le dimissioni della
maggioranza del Consiglio.
Il nostro disappunto in tutta questa vicenda sta nel fatto che
dopo aver visto per lunghi anni la nostra Regione e le nostre
sezioni subire a torto o a ragione gestioni commissariali imposte
dagli organi superiori, oggi, assistiamo al capovolgimento della
situazione, una sezione, cioe', che auspica il commissariamento
come mezzo risolutivo dei problemi dei ciechi di una Provincia.
Auguriamoci che la gestione straordinaria che oggi andiamo ad
ufficializzare possa essere talmente breve da non dare il tempo
ai ciechi della provincia di Latina di memorizzarla e
contemporaneamente che possa concludersi con la costituzione di
un consiglio composto veramente da dirigenti che sappiano
sacrificarsi per i propri simili piu' sfortunati e bisognosi."
La gestione straordinaria e' ora in corso. L'intero Ufficio
di Presidenza regionale ne ha assunto in prima persona l'onere.
Stiamo lavorando e ci stiamo impegnando duramente per ricercare
tra i soci pontini coloro che, avulsi da personalismi,
presunzioni e protagonismi, accettino di diventare dirigenti
della nostra storica associazione per occuparsi consemplicita' e
con umilta' dei problemi dei minorati della vista e impegnarsi
nella ricerca delle loro soluzioni. Auguriamoci tutti che questa
gestione commissariale, con l'aiuto di tutti i ciechi della
provincia di Latina, possa trovare al piu' presto gli uomini
giusti per formare una buona squadra che sappia rivestire con
soddisfazione i ruoli di dirigente associativo.
- Suggerimenti e indicazioni per il prossimo Consiglio
Regionale:
Cari amici dirigenti, siamo convinti di aver abusato della
vostra pazienza, ma prima di concludere vorremmo offrire alcuni
spunti di lavoro al futuro Consiglio Regionale che oggi andiamo a
completare.
Non sara' facile il compito che si trovera' a svolgere, lo
attendono infatti momenti di particolare delicatezza in campo
sociale e politico. Il nuovo volto che il nostro paese si sta dan-
do richiedera' anche per noi una metamorfosi. Dovremo adattarci
alle nuove realta'del decentramento in ambito regionale ed essere
pronti ad accettare responsabilita' sempre maggiori che ci
deriveranno dal confronto diretto e continuo con le istituzioni
territoriali al fine di favorire ai ciechi, anche con eventuali
minorazioni aggiuntive:
a) la permanenza nel proprio ambito familiare;
b) l'integrazione nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine
e grado;
c) una idonea qualificazione o riqualificazione professionale;
d) l'inserimento sociale e lavorativo;
e) la partecipazione alle attivita' culturali e sportive;
f) la fruizione dei beni culturali.
Inoltre, per quanto riguarda la parte economica, sara'
necessario perseguire contemporaneamente i due obiettivi:
1) fare in modo che tutti i minorati della vista della nostra
regione siano avvicinati, contattati ed iscritti dalle sezioni
provinciali, siano erogati loro il maggior numero possibile di
servizi, si trovi la soluzione ai loro problemi e si appaghino le
loro necessita' quotidiane. Nel momento in cui saremo in grado di
soddisfare questi bisogni prioritari dei ciechi, la loro quota
sociale sara' il giusto contributo che ci permettera' di portare
avanti le iniziative.
2) Cercare di attuare la richiesta gia' avanzata presso l'Ente
Regione di rifinanziare la L.R. 58/90 attraverso un piano
pluriennale affinche' venga garantita la continuita'
nell'erogazione di servizi di base da parte delle sezioni
provinciali:
3) Dare il giusto slancio all'I.RI.FO.R. regionale nel rispetto
delle sopravvivenze e delle autonomie organizzative provinciali
attraverso il finanziamento di progetti regionali o comunitari
che possano avere corso nei vari ambiti provinciali.
4) Far decollare in pieno la gia' costituita sezione regionale
dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecita'
dandole il giusto ruolo anche nel rispetto della legge 284/97.
Promuovere le sezioni provinciali della stessa Agenzia facendo in
modo che diventino referenti fondamentali sul territorio del
costituendo Centro di Riabilitazione visiva.
5) Dare slancio, attraverso iniziative idonee, ad una piena
diffusione su tutto il territorio regionale dell'U.N.I.VO.C.,
Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi, affinche' possa
diventare veramente forza propulsiva nella ricerca della
soluzione dei nostri bisogni. Essa dovra' essere in grado, in
virtu' della nuova qualifica assunta di ONLUS, di organizzarsi e
convenzionarsi con enti locali ed istituzioni pubbliche affinche'
si eroghino quei servizi previsti dalle ultime leggi sul
decentramento amministrativo. Per fare cio' sara' necessario che
anche la nostra Sede Centrale metta in condizione le sezioni
provinciali di tutte le regioni di ben operare, ponendo tutti in
una condizione omogenea di partenza. La Presidenza Nazionale ha
istituito un fondo sociale per venire incontro alle sezioni
provinciali ed ai consigli regionali che versano in particolari
condizioni di bisogno. A nostro giudizio, l'aiuto piu' importante
che le strutture periferiche dovrebbero avere e' una buona
efficienza organizzativa al loro interno. La Sede Centrale
dovrebbe fornire il software idoneo: per la contabilita', tenendo
conto delle carenze emerse nell'attuale programma "USC"; per la
gestione dell'economato; per la gestione dell'inventario; per il
calcolo delle buste paga dei dipendenti, tenuto conto che a
volte, sezioni piccole con un unico dipendente part-time, sono
costrette a ricorrere ad un commercialista per la predisposizione
delle buste paga. Dovrebbe, in poche parole, snellire e
distogliere personale e tempo da tutte quelle attivita'
amministrative e burocratiche, che tolgono impegno e mezzi a ben
piu' importanti compiti d'intervento a favore dei soci. Si
potrebbe, in ultima analisi, prevedere anche un maggior impegno
di supporto a livello regionale, sempre per aiutare e soccorrere
quelle Sezioni medio piccole che spesso devono operare senza
personale dipendente o con personale a part-time.
Sta per decollare l'iniziativa della Sede Centrale di
fornire spazi a livello regionale all'interno della rete internet
con la possibilita' di costituire delle pagine Web specifiche per
ciascuna Regione. L'iniziativa, presentata nella prima riunione
dei presidenti regionali, ha avuto il consenso di quasi tutte le
Regioni. Questa ulteriore possibilita' di comunicazione in tempo
reale tra le stesse sezioni e l'organo regionale potra' metterci
in condizioni di ben operare costituendo cosi' un interscambio
informativo. La composizione di queste pagine regionali verra'
affidata ad un esperto che potra' fornire tutto l'aiuto possibile
alle sezioni in campo informatico ed in particolare sulla rete
internet.
- Conclusioni:
Ecco, amici, di lavoro ce ne e' molto da fare e non siamo
che all'inizio dell'opera. Il nuovo Consiglio Regionale per la
sua meta' e' costituito dai consiglieri eletti dai vari consigli
provinciali, oggi noi eleggeremo l'altro 50%. Possiamo solo
dirvi che, per l'attuazione dei programmi sopra citati, questo
Ufficio di Presidenza, come molti consiglieri regionali uscenti,
continuera' ad offrire tutta la disponibilita', il tempo e
l'esperienza che il nostro ruolo all'interno dell'Unione Italiana
dei Ciechi ci ha consentito di acquisire finora. E' importante
che nel costituendo Consiglio Regionale entrino dirigenti
volenterosi e disponibili che mettano tutto il loro impegno, la
loro capacita' e la loro dedizione in favore di questa struttura
regionale che oggi andiamo ad eleggere, organo che dovra' guidare
l'associazione per il prossimo quadriennio e portarla oltre il
2.000.
Non possiamo concludere questa relazione senza rivolgere un
doveroso ringraziamento a tutti coloro che,
il loro prezioso aiuto hanno consentito di portare a termine
questa gestione ed in particolare al nostro segretario regionale
Marco Dal Carobbo che ci ha seguito e coadiuvato pazientemente
giorno per giorno affiancandoci anche nei momenti piu' delicati
della nostra gestione.
Al nostro referente regionale e componente l'Ufficio di
Presidenza Nazionale Giovanni Di Maio che e' stato per noi tutti
il punto di riferimento ed il tramite tra le nostre realta'
territoriali e la Sede Centrale.
A nome dell'intero Consiglio Regionale, un grazie di cuore
per la fiducia fin qui accordataci e giunga al nuovo consiglio il
miglior augurio di un proficuo lavoro affinche' possa portare
l'Unione Italiana Ciechi trionfante nel terzo millennio .
per il Consiglio Regionale
Il Presidente
(Mario Sartorelli)