UNIONE ITALIANA CIECHI <title> <h1>CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO</h1>  <br> <h2>ASSEMBLEA REGIONALE</h2>  <br> <h3>10 APRILE 1999</h3>  <br> <h4> RELAZIONE MORALE</h4> </center> </font> </head>  <br> <body> <pre> - Presentazione: Carissimi Dirigenti ed amici, a nome del Consiglio Regionale del Lazio dell'Unione Italiana Ciechi, porgo con immenso piacere un affettuoso saluto, un cordiale benvenuto ed un ringraziamento, a tutti voi, convenuti a questa assemblea regionale 1999 del nostro sodalizio. Il primo ciclo annuale di attivita' di questo Consiglio Regionale e' giunto alla sua verifica assembleare alla quale partecipano, per la prima volta, i neo-consiglieri pontini eletti nell'assemblea straordinaria tenutasi il 31 gennaio u.s.. Accogliamoli tra noi augurando loro un proficuo e sereno lavoro, sia in ambito provinciale che in seno a questo consesso, con la speranza di aver superato definitivamente l'ennesimo momento critico associativo della nostra Regione. Non e' nostra intenzione, pero', soffermarci a lungo nel descrivere fatti ed avvenimenti di questa provincia, gia' ampiamente elencati nel corso dell'assemblea dello scorso anno e dei consigli regionali fin qui svolti, ma e' necessario tenerne debitamente conto per i coinvolgimenti che tale gestione commissariale ha avuto con le attivita' del Consiglio Regionale e con quelle dell'Ufficio di Presidenza in particolare. Pertanto, sara' necessario, in seguito, farne comunque riferimento nel trattare i rapporti con le Sezioni Provinciali. Se provassimo a dare uno sguardo agli ultimi anni trascorsi e volessimo analizzare in quale stato d'animo abbiano vissuto i ciechi italiani, ci renderemmo conto che sono prevalsi su tutto il senso di precarieta' e di incertezza. Si sono susseguite con una ripetitiva scadenza le stesse paure, le stesse apprensioni e le stesse battaglie da affrontare, una per tutte la reiterata volonta' politica di assoggettare ad un tetto di reddito l'indennita' di accompagnamento. Le richieste, imposte all'Italia dagli altri Stati membri per consentirle un ingresso a pieno titolo in Europa, miravano principalmente al raggiungimento di due importanti obiettivi quali l'aumento del prodotto interno lordo ed un consistente riordino della spesa sociale, ambedue destinati a garantire la stabilita' del nostro paese attraverso l'alienazione dei due milioni e mezzo di miliardi di disavanzo pubblico. La strada che i nostri governanti hanno ritenuto piu' semplice ed immediata da seguire e' stata sicuramente quella di un deciso intervento sullo stato sociale mettendo in discussione le pensioni di anzianita', le pensioni sociali e di invalidita', una oculata riforma dell'assistenza, attraverso fasi successive che hanno dato corpo alla proposta di legge dell'Onorevole Signorino, ed infine, all'intervento di decentramento agli Enti locali delle competenze dell'assistenza. Certamente non per fare della fantapolitica, ma sembra quasi che i nostri governanti, col tacito consenso di sindacati ed opposizioni, vogliano rimangiarsi le concessioni fatte negli anni passati attuando, con la giustificazione di un riordino del settore, un lento ma progressivo disimpegno. Basta dare uno sguardo agli ultimi dieci anni trascorsi per constatare che l'idea di intervenire sullo stato sociale non e' poi una grande novita'; anzi, sembra quasi che il continuo sottrarsi del governo centrale e degli enti locali dalle loro responsabilita', sia guidato da un invisibile disegno politico demagogico che tenderebbe ad attribuire agli invalidi ed alle categorie piu' deboli le cause del dissesto economico italiano. Vengono cosi' coinvolte piano piano le associazioni di volontariato e tutto il terzo settore per supplire alle carenze e raccogliere il testimone, poi arrivano le leggi Bassanini sul decentramento amministrativo alle regioni ed ai comuni ed infine la riforma dell'assistenza, tutte tappe successive di un unico disegno politico. A dimostrazione di tale ipotesi, si sta cercando, inoltre, di svuotare di significato l'associazionismo riducendolo ad un ruolo marginale. Solo le associazioni storiche degli invalidi, e per quanto ci riguarda l'Unione Italiana dei Ciechi, sono rimaste l'ultimo esempio di organizzazioni dalla forte valenza morale e sociale e di grande rappresentativita' per le rispettive categorie. La crisi ideologica che ha interessato partiti, sindacati ed organizzazioni religiose, doveva comunque coinvolgerci. Era percio' necessario, minare quella forte rappresentativita' e quella coesione interna dell'associazionismo, favorendo giorno per giorno il pullulare di innumerevoli altre associazioni che pretendono riconoscimenti in forza della loro esistenza e non della loro consistenza.  Presi da questo vortice, dunque, se non correremo immediatamente ai ripari attraverso radicali trasformazioni, sia al nostro interno, che nel modo di porci all'esterno, assisteremo in breve tempo al nostro tracollo e con esso al fallimento delle aspettative di tutti i ciechi italiani. Amici consiglieri, in questo contesto di riforme sociali, politiche e fantapolitiche, abbiamo operato e ci siamo prodigati per portare avanti le nostre istanze. Ci ha pervaso e ci pervade tuttora la consapevolezza che diventa ogni giorno piu' difficile mantenere le conquiste ottenute nel passato, cio' proprio in relazione ai cambiamenti di questo fine secolo. Pertanto, in un periodo in cui e' impossibile conservare le posizioni precedentemente ottenute, diventa ancora piu' ardua l'impresa di cimentarsi nel raggiungimento di nuovi obiettivi. Cio' non vuole essere il pronunciamento di una rinuncia alla lotta, ma lo stimolo a diventare qualcosa di diverso, ad organizzarci meglio adeguando le nostre lotte sociali ai cambiamenti in corso ed alle prospettive future. La Presidenza Nazionale e la Direzione Nazionale del nostro sodalizio, hanno saputo arginare tali attacchi riuscendo, nonostante tutto, a regalare nel corso del 1998 ai ciechi italiani i risultati di un incessante impegno in campo legislativo volto al progresso dei ciechi ed al loro pieno inserimento nella societa'. Abbiamo gia' riferito in passato la situazione laziale legata al finanziamento delle associazioni storiche attraverso la legge regionale 58/90. Ebbene, anche l'applicazione di questa legge rispecchia l'ipotesi fatta sul continuo disimpegno economico che viene imposto alle politiche sociali. Nata con una copertura di seicento milioni per finanziare le attivita'ed i servizi che le tre associazioni storiche erogano sul territorio regionale, pian piano ha visto ridurre gli stanziamenti fino ad arrivare a 450 milioni mentre, nel frattempo, veniva inserita tra i beneficiari una quarta associazione con una ulteriore riduzione nella ripartizione. Se da una parte e' vero che la Regione Lazio vive una condizione finanziaria che rasenta da qualche anno il dissesto economico, motivo per cui si potrebbe giustificare una politica di risanamenti e di tagli ai bilanci, dall'altra si deve sottolineare che sono stati erogati finanziamenti ad enti ed associazioni che lasciano molto perplessi sulla loro liceita'. E' indispensabile, a questo punto, combattere nei modi piu' appropriati il pregiudizio e l'indifferenza degli stessi amministratori e politici. Per far cio', sara' necessario sviluppare un nuovo sentimento di appartenenza associativa dando ai non vedenti delle buone ragioni per iscriversi all'Unione Italiana dei Ciechi, permettendole di conservare e proiettare nel futuro le conquiste fatte e la sua gloria storica, consentendole ancora di tutelare quella specificita' tipica della nostra condizione di minorati della vista e garantire interventi economici e servizi opportuni atti a rimuovere quegli ostacoli che ancora si frappongono al pieno sviluppo delle condizioni di vita di un disabile.  Come cita il Presidente Nazionale prof. Tommaso Daniele in una sua lettera: " ... meglio accendere una candela che maledire il buio...", noi dovremo, unendo tutte le nostre forze, accendere ognuno la nostra piccola candela per far brillare a giorno il buio piu' nero della notte. - Rapporti con le sezioni provinciali e la Sede Centrale U.I.C. - La delicata situazione associativa della sezione provinciale di Latina, alla luce delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri e la mancanza in loco di una figura idonea a cui poter affidare la conduzione della gestione straordinaria, spinsero nel gennaio del 1998 il Consiglio Regionale ad affidare all'Ufficio di Presidenza della stessa il compito di cercare le soluzioni opportune per ricondurre la sezione ad una ordinaria amministrazione. Capimmo subito che era necessario dedicare a questo territorio la massima attenzione e cercammo di ricostituire una nuova rete di rapporti tra i soci, i dirigenti e la sezione. E' stato quindi necessario un intero anno di attivita', di iniziative e di presenza costante nella provincia per giungere, poi, alla convocazione dell'assemblea straordinaria. Per le elezioni del nuovo consiglio, si sono candidati e sono stati eletti gli stessi componenti del comitato consultivo di gestione che ha collaborato con i commissari durante l'intero anno. Il neo-consiglio, nella sua seduta di insediamento, ha proceduto alla elezione delle cariche istituzionali affidando la Presidenza all'amica: Giuseppina Di Sozio. Tale compito, comunque, pur avendoci gratificato moralmente per le positive esperienze umane ed associative che ci ha consentito di fare, ha sottratto inevitabilmente del tempo destinato alle attivita' precipue del nostro ruolo regionale. Tale constatazione non vuole essere la giustificazione del mancato soddisfacimento di corali aspettative, ma solamente la sottolineatura di un particolare momento contingente. Nonostante i numerosi impegni, nel corso del 1998 sono proseguiti proficuamente i rapporti con le sezioni provinciali, anche attraverso delle visite effettuate in occasione di particolari appuntamenti associativi e regolate da un clima di reciproca stima, amicizia e collaborazione con i rispettivi presidenti: Claudio Cola di Frosinone, Marcello Iometti di Roma, Marisa Lattanzi di Viterbo e Felice Micheli di Rieti. Rapporti piu' frequenti e sempre improntati alla fativa collaborazione si sono avuti con il presidente prof. Marcello Iometti e l'intero consiglio della sezione provinciale di Roma, presso la quale e' ubicato il Consiglio Regionale. - Riunione Presidenti - Sempre in linea con la politica di questo Consiglio Regionale tesa al massimo coinvolgimento di tutte le strutture periferiche, anche nello scorso anno abbiamo confermato gli incontri con i Presidenti Sezionali per discutere e organizzare le attivita' regionali di maggiore impegno associativo come, ad esempio il Raid ciclistico dell'anno 2000. Il 1998 ha coinciso con l'avvio di una serie di incontri dei presidenti regionali il cui scopo e' stato quello di inaugurare una stagione di rinnovamento tracciato nelle mozioni del XIX Congresso Nazionale. Queste riunioni si sono rivelate un vero e proprio laboratorio di discussione e di confronto democratico nelle quali sono state esternate tutte le ricchezze delle realta' regionali. La Presidenza e la Direzione Nazionale, in linea con quanto sta avvenendo nel nostro Paese in merito alle trasformazioni dovute al decentramento amministrativo, vuole far assumere ai consigli regionali un nuovo ruolo piu' incisivo e piu' coerente con le attuali trasformazioni politiche. Ottimi, come sempre, i rapporti con la Sede Centrale e con il nostro referente regionale Giovanni Di Maio, il quale, con il 1998, ha visto premiato il suo lungo impegno e la sua militanza associativa con la nomina a componente dell'Ufficio di Presidenza Nazionale. L'amico Giovanni, gia' componente da molti anni della Direzione Nazionale, ha fornito con la sua tenacia e la sua perseveranza, un forte contributo al raggiungimento di importanti obiettivi legislativi. - Centro Regionale S. Alessio - Margherita di Savoia - Il 1998 e' stato per il Consiglio di Amministrazione del Centro Regionale S. Alessio - Margherita di Savoia il primo anno di piena attivita'. Da un incontro avvenuto poche settimane fa tra il Consiglio Regionale e i Consiglieri d'amministrazione del Centro, di nostra nomina, sono emersi alcuni dati fondamentali sull'attivita'dello scorso anno e delle prospettive future che ci lasciano ben sperare e che riassumiamo sinteticamente qui di seguito. La presidenza dell'amico Enzo Tomatis si e' adoperata per rimuovere una situazione deficitaria oramai vecchia di anni. E' stata portata avanti una corretta politica di rivalutazione economica del patrimonio immobiliare attraverso un giusto adeguamento degli affitti, reso possibile anche dalle nuove leggi sulle locazioni. Una revisione delle piante organiche, un attento esame sui carichi di lavoro ed il ricorso alla mobilita' per le figure in esubero, hanno portato ad una razionalizzazione delle spese correnti. Sono state esperite tutte le pratiche necessarie alla realizzazione delle R.S.A., Residenze Sanitarie Assistite, per dare, entro il 2001, alle anziane cieche del Margherita di Savoia, una nuova sede piu' idonea, piu' confortevole e piu' con- sona alle esigenze degli ospiti. Il progetto sara' realizzato presso l'Istituto Romagnoli, non appena il Ministero della Pubblica Istruzione rendera'disponibili i locali. Agli attuali ospiti del Romagnoli, saranno forniti adeguati spazi alternativi. Sono proseguiti, inoltre, gli impegni del Centro Regionale legati alla legge 284, del 28 agosto 1997, che finanzia le costituzioni in ambito regionale di centri per la riabilitazione visiva e di centri per il recupero sociale dei pluriminorati. All'interno della sede di V.le Carlo Tommaso Odescalchi hanno trovato ospitalita' e sono oramai operativi, il Centro Nazionale del Libro Parlato, che registra e distribuisce gratuitamente sul territorio del Lazio e dell'Umbria testi scolastici, di narrativa e di ogni altro genere, per non vedenti e per tutti i cittadini con difficolta' di lettura, e il laboratorio per la produzione di materiale tiflodidattico della Federazione delle Associazioni pro ciechi. Tali Centri integrano i gia' numerosi servizi che l'Istituto S. Alessio eroga in favore dei non vedenti laziali. Altro importante servizio erogato dal Centro Regionale riguarda l'assistenza didattica domiciliare post-scolastica organizzata a livello provinciale su tutto il territorio regionale. Operatrici ed operatori tiflologici specializzati, in collaborazione con i docenti curriculari e gli insegnanti di sostegno, seguono nelle ore extrascolastiche bambini e ragazzi non vedenti allo scopo di rendere loro piu' facile l'integrazione sociale e scolastica, contribuendo anche con attivita' e discipline complementari e collaterali allo scopo di facilitare il raggiungimento degli obiettivi fissati nel piano educativo individuale. Questo servizio viene svolto in convenzione con le am- ministrazioni Provinciali che ne dovrebbero coprire i costi finanziari; e diciamo dovrebbero; perche' in realta' non tutte le Provincie hanno stipulato la convenzione con il Centro Regionale e comunque non tutti i costi vengono coperti dalle convenzioni in atto. - Rapporti con l'Ente Regione - Abbiamo gia' accennato, nella premessa, qualcosa in merito alla legge 58/90 ed alle preoccupazioni che da qualche anno viviamo per essa. Il nostro continuo peregrinare nelle stanze della Regione, alla costante ricerca di adeguati stanziamenti, sia in fase di previsione di bilancio che in fase di assestamento, non hanno dato il benche' minimo risultato. La somma prevista al capitolo 42124, infatti, e' stata per il 1998 di quattrocentocinquanta milioni per le quattro associazioni storiche, ma la cosa ancora piu' spiacevole e'dovuta al fatto che, siamo ancora in attesa del saldo del 1997 e del- l'anticipo 1998. Le nostre sezioni provinciali, pertanto, per l'erogazione dei servizi ai ciechi dei rispettivi territori, sono costrette ad anticipare somme o in alternativa a sospendere tutti i servizi forniti gratuitamente. Un altro aspetto poco piacevole di questo problema e' l'invito che ci viene fatto da un paio di anni, intendiamo accogliere, di contenere i nostri progetti entro limiti infe- riori agli stanziamenti previsti in capitolo. Non vogliamo sostenere neanche il contrario, l'adeguamento cioe' delle somme in bilancio in funzione dei progetti presentati, ma non possiamo neppure mortificarci da soli eliminando pian piano, anno dopo anno, punto dopo punto i vari servizi che faticosamente siamo riusciti a mettere in piedi sul territorio laziale. Non intendiamo accogliere l'invito, inoltre, per non as- sumerci la responsabilita' politica dei mancati o degli esigui stanziamenti. I progetti presentati sono costituiti da una serie di servizi ormai di routine nelle nostre sezioni; ridurre i progetti in funzione degli stanziamenti significherebbe eliminare a priori la possibilita' di portare a compimento i tantissimi servizi gia' in corso di erogazione. Noi chiediamo, invece, come lo abbiamo chiesto gia'lo scorso anno al Presidente della Commissione Bilancio, di rifinanziare gradualmente la legge attraverso un piano pluriennale, per garantire la copertura al soddisfacimento di tutte quelle richieste che i ciechi laziali presentano quotidianamente alle nostre sezioni provinciali le quali, in mancanza di liquidita' per le anticipazioni, hanno solo una strada da seguire: bloc- care l'erogazione dei servizi e, conseguenza inevitabile, chiude- re la sezione. - Situazione economica - La situazione economica, per quanto finora detto, e' da considerarsi nei limiti della piu' seria precarieta' per molte sezioni. Numerose ause sono intervenute a determinare tale stato ed e' opportuno citarne alcune: - la consistente e generalizzata diminuzione dei soci in concomitanza dell'aumento della quota sociale a novantaseimila lire; - la graduale riduzione degli stanziamenti regionali alle associazioni storiche degli invalidi previsti dalla legge 58/90; - la diminuzione di interventi economici e di finanziamenti mirati da parte delle provincie e dei comuni; - la diminuzione di riscontri da parte dell'opinione pubblica nei confronti di iniziative di autofinanziamento, a causa dell'utilizzo generalizzato da parte di enti, istituzioni ed associazioni, di sottoscrizioni e lotterie. Il Consiglio Regionale, come per l'anno precedente, ha ridotto notevolmente le somme destinate alla sua gestione per cercare di affievolire l'effetto dei tagli praticati ai finanziamenti regionali. - I.RI.FO.R. - L'anno trascorso ha vosto impegnata la struttura regionale dell' I.RI.FO.R. nella predisposizione di due importanti iniziative. La prima riguarda l'adeguamento e la predisposizione di percorsi per non vedenti all'interno di spazi museali regionali. L'input ci e' stato fornito da un incontro con funzionari dell'Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, i quali ci hanno invitato a predisporre e presentare un progetto da inserire nel piano triennale di finanziamento. A tale scopo e' stato effettuato un sopralluogo dal consigliere Regionale I.RI.FO.R. Isaia Renato De Angelis, dalla dott.ssa Mattei per la Regione Lazio e dal dott. Andrea Bellini quale esperto della storia dell'arte, in un museo preso a campione nel comune di Valentano, poco distante da Viterbo. Sappiamo che tali adeguamenti, lungi dall'essere risolutivi delle problematiche dei non vedenti, sono tuttavia la strada migliore per consentire ai ciechi di fruire del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, poiche' e' innegabile, anche per loro, un interessante livello di esperienza estetica. Il tatto, se adeguatamente educato, puo' divenire mezzo per un'esperienza estetica. La mano puo' imparare a scoprire e comprendere il senso delle forme. Per questa ragione e' necessario abituare i privi della vista, sin dalla piu' tenera eta', a "guardare" l'arte con le ma- ni. La civilta' di un paese si misura proprio sul livello di attenzione e di sensibilita' che dedica a coloro che vivono sulla propria pelle, quotidianamente, le gravi limitazioni che impone l'handicap. Il paragrafo 35 delle Nazioni Unite, a noi particolarmente caro, recita "Gli Stati membri debbono adoperarsi affinche' le persone con disabilita' abbiano l'opportunita' di utilizzare al massimo le loro possibilita' creative, artistiche ed intellettuali, non solo per il loro personale beneficio, ma anche per l'arricchimento della comunita'. Con questo obiettivo deve essere assicurato il loro accesso alle attivita' culturali". La seconda iniziativa, invece, ci vede impegnati nella realizzazione di una scuola cani guida per ciechi nella nostra regione. Tale progetto e' ancora in fase embrionale, sara'nostra cura, comunque, impegnarci affinche'la realizzazione possa avvenire nel minor tempo possibile. In un'epoca in cui anche al cieco e' richiesta la piena mobilita' ed autonomia, il cane guida diviene uno dei pochi mezzi possibili per realizzarle. - Comitato promotore per il Raid ciclistico in tandem anno 2000 Vogliamo ora sottolineare un' iniziativa che il Consiglio Regionale ha deciso di realizzare per il prossimo anno e per la quale ci stiamo gia' adoperando attivamente: il Raid ciclistico in tandem per non vedenti per l'anno 2000. Dopo vari incontri con i Presidenti Provinciali per una attenta valutazione della valenza sociale di questa iniziativa e per la relativa analisi dei costi e delle esigenze tecnico- organizzative per poterla attuare nei migliori dei modi, si e' deliberato di darne corso. Si e' da subito stabilito di affidare la responsabilita' organizzativa ad un comitato costituito da un rappresentante nominato da ogni Sezione Provinciale sotto il coordinamento del Vice Presidente Regionale Isaia Renato De Angelis. I compiti assegnati a questo comitato sono sostanzialmente due: l'organizzazione tecnica e la ricerca di fondi e sponsorizzazioni per renderla realizzabile. E' vero che il Consiglio Regionale sara' affiancato dalla nostra Presidenza Nazionale e dalla F.I.S.D. Federazione Italiana Sport Disabili) ed anche supportato economicamente, le spese che dovremo sostenere,tuttavia, si preannunciano alquanto onerose tant'e' che sono stati gia' stanziati fondi per sessantamilioni prendendoli da quelli destinati ai progetti finalizzati per la legge 58/90. Purtroppo ancora una volta dobbiamo richiedere un sacrificio alle sedi provinciali, sia tecnico che economico, ma siamo pienamente consapevoli dell'importanza di questi eventi. Oltre ad offrire una grossa opportunita' per i ciechi italiani, di incontro, di conoscenza della nostra bella regione, di visita dei luoghi religiosi proprio in coincidenza del Giubileo, sara'occasione per manifestare a tutta la cittadinanza e agli amministratori locali che incontreremo lungo il percorso del Raid, qual'e'la condizione attuale dei non vedenti in Italia, quali problematiche devono affrontare quotidianamente sulla loro strada per l'inserimento scolastico, lavorativo e sociale, quan- to sia ancora lungo il percorso da fare per raggiungere quelle ambite pari opportunita'. Il percorso in bicicletta sembrera' una scampagnata al confronto di queste problematiche, ma sapremo pure dimostrare quanta grinta e caparbieta' mettiamo nell'affrontare tutti gli ostacoli che la vita ci presenta e quanto e' piu' semplice affrontarla con una piccola collaborazione, quando chi guida e chi pedala hanno la stessa meta e la stessa volonta' di raggiungerla. Altro aspetto saliente che cercheremo di porre in risalto durante il RAID ciclistico, sara' quello legato alla "campagna per la prevenzione della cecita'" che l'Unione Italiana dei Ciechi, in collaborazione con la Sezione Italiana dell'Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecita', persegue da anni ed e' tra i suoi principi ispiratori. Si cogliera' spunto da questo evento per diffondere tra i cittadini e, soprattutto tra gli alunni delle scuole, materiale informativo e didattico che evidenzi alcuni principi basilari per una corretta prevenzione delle malattie oculari e dei disturbi visivi in genere. Noi tutti sappiamo quanto poco si faccia in questo campo e quanti di noi ora potrebbero non far parte della nostra categoria se in Italia ci fosse stata e ci fosse maggiore attenzione agli aspetti preventivi della salute pubblica. Ecco perche' a questo punto ci sentiamo fiduciosi che i nostri Amministratori pubblici e la Regione in particolare si sentano sensibilizzati da queste tematiche e da tutti i motivi che sono il fulcro ispiratore del RAID ciclistico e collaborino con noi nella sua realizzazione. Chiediamo, infatti, di concedere il patrocinio al- l'iniziativa e sostenerla economicamente, alfine di poter pre- disporre materiale informativo in quantita' sufficiente a rag- giungere il piu' cospicuo numero di cittadini o, possibilmente, finanziando l'acquisto di alcune migliaia di opuscoli sulla prevenzione da distribuire nelle scuole delle localita' toccate dal Raid. Noi faremo senz'altro la nostra parte perche' siamo pienamen- te convinti dell'importanza di questa azione, speriamo solo di non essere lasciati soli, non perche' temiamo di non esserne in grado, ma per la consapevolezza di quanto maggiori e proficui possano essere i risultati se scaturiti da azioni congiunte e sinergiche di piu' Enti e Organismi. - MOBILITA' - Qualche parola, e purtroppo negativa, dobbiamo spenderla sul- la nuova legge regionale n. 30 del 16/07/98 che regolamenta la concessione della tessera COTRAL con agevolazioni per invalidi. La vecchia normativa permetteva ai non vedenti del Lazio, non solo di recarsi al lavoro con il proprio accompagnatore senza subire aggravi di spesa, ma anche di potersi muovere liberamente sul territorio regionale per motivi di svago, di socialita', di turismo o di qualsiasi altra ragione, senza doversi far carico di spesa aggiuntiva per chi lo accompagnava, anzi, spesso con l'aiuto e l'opportunita' di offrire all' accompagnatore quell'occasione di spostamento gratuito che lo poneva in con- dizione di accettare piu' benevolmente il compito di guidare un non vedente. La nuova legge prevede invece tutta una serie di regolamentazioni che rendono questo servizio alquanto restrittivo e, imponendo percorsi fissi e stabiliti e fasce orarie differenziate, riduce sostanzialmente i benefici fino ad oggi concessi. Il discorso sulla mobilita' nel nostro territorio regionale si apre qui ad una discussione che prevedrebbe una relazione a parte, e che ovviamente non possiamo affrontare in questa sede, ma sottolineare almeno gli aspetti piu' determinanti ci sembra doveroso. Se in qualche comune piu' popoloso e soprattutto piu' forte economicamente qualche cosa si e' fatto, e sottolineiamo, tutta- via del tutto insufficiente, nella maggior parte del nostro territorio regionale ai non vedenti e' precluso ogni immaginabile possibilita' di muoversi autonomamente. Che cosa fanno i nostri amministratori per migliorare la mobilita' dei non vedenti? Quanti semafori sonori sono stati installati nella nostra regione? Quanti percorsi attrezzati sono stati predisposti? Quante barriere sensoriali sono state eliminate? Qualcuno dira' che sono compiti dei comuni e che ad essi spettano tutti questi adempimenti. Ma se questi comuni, e specie quelli con meno risorse economiche non hanno fondi stanziati per queste attivita' e se la Regione Lazio non interviene in loro sostegno e se non ci sono normative univoche che fissino con chiarezza quali barriere sensoriali devono essere abbattute o, almeno non piu' costruite, dove finisce la grande importanza ed il grande ruolo che si vuole assegnare alle Regioni? Non vogliamo scadere in nessuna forma di sentimentalismo e tantomeno di pietismo ma, se invece di promuovere azioni verso questa direzione si modifica anche quel poco che veniva concesso agli invalidi in genere e ai non vedenti in particolare per i loro gravi problemi di movimento, crediamo che questa ipocrita giustificazione di risparmio economico nasconda una piu' reale indifferenza verso i problemi dei piu' deboli. - Linee di programma - Abbiamo riferito nella premessa e nel corso della relazione il difficile momento di trasformazione politica e sociale che stiamo vivendo da qualche anno a questa parte. Il compito che ci attende, quali dirigenti di questa grande associazione, non e' facile e richiede il massimo sforzo da parte di tutti se vogliamo che i ciechi italiani attraversino il guado senza essere travolti ed annientati dagli eventi. E' necessario, percio', che tutto il corpo associativo affronti questa metamorfosi con la opportuna ed oculata preparazione, indispensabile per dare una nuova organizzazione alle nostre strutture associative ed ai ciechi un nuovo sentimento di solidarieta' ed una rinnovata passione civile. La Presidenza Nazionale e la Direzione Nazionale si sono messe a completa disposizione delle Sezioni Provinciali finanziando il fondo sociale triennale, necessario alle ristrutturazioni ed agli adeguamenti; inoltre, con l'organizzazione dei seminari formativi per dirigenti e dipendenti, emersi dalle mozioni del XIX Congresso, sta fornendo una grande opportunita' di formazione e di aggiornamento. Lo schema, infine, che e' stato predisposto per un nuovo modello di organizzazione delle sezioni, pone queste ultime al centro degli interessi dei non vedenti attraverso una sempre piu' fitta rete di servizi da erogare. Molti suggerimenti sono gia' regole in vigore in molte strutture provinciali, cio' nonostante, per realizzare questa nuova organizzazione in modo piu' democratico ed immediato, ci ritroveremo per discuterne nella prossima Assemblea dei Quadri Dirigenti. E' chiaro, quindi, quali sono al momento e quali saranno nell'immediato futuro i problemi che dovremo affrontare e quali cambiamenti dovremo apportare alle strutture periferiche per ricercarne senza difficolta' e traumi le soluzioni. Sara' indispensabile, pertanto, che le Sezioni Provinciali, per l'anno in corso e per le attivita' da realizzare nell'anno 2000, si pongano come obiettivi i seguenti punti, gia' oggetto di considerazione fin dallo scorso anno: a) riuscire a individuare, contattare ed iscrivere i minorati della vista residenti nel Lazio, erogando loro il maggior numero possibile di servizi, trovando la soluzione ai loro problemi e appagando le loro necessita' quotidiane. Nel momento in cui i loro bisogni prioritari saranno da noi soddisfatti, l'Unione Italiana dei Ciechi ricevera' da questi nuovi soci la forza numerica per contrastare qualsiasi iniziativa volta ad annichilirne la rappresentativita'. Sara' necessario convincere tutti coloro che sono affetti da cecita' assoluta a chiedere il riconoscimento dello stato di handicap grave, perche' solo con tale riconoscimento sara' possibile richiedere l'assistenza domiciliare, inoltre i futuri stanziamenti erogati ai Comuni per l'assistenza saranno strettamente legati al numero dei portatori di handicap residenti nel territorio. b) Cercare di attuare la richiesta, gia' piu'volte reiterata presso l'Ente Regione, di rifinanziare la L.R. 58/90 attraverso un piano pluriennale, affinche' venga garantita la continuita' nell'erogazione di servizi di base da parte delle sezioni provinciali: bisognera', inoltre, presentare alla Giunta Regiona- le una proposta di modifica della stessa legge allo scopo di garantire che una parte del finanziamento vada a ricoprire i costi di gestione necessari al mantenimento ed al funzionamento delle Sezioni Provinciali. c) Sara' necessario, una volta terminati i lavori affidati ad una apposita commissione nominata dal Consiglio Regionale U.I.C. che sta esaminando il problema dei trasporti all'interno della nostra Regione, chiedere una modifica della legge n. 30 del 16/07/98 riguardante le nuove disposizioni in materia di trasporto pubblico locale. Tale legge, come gia' detto, penalizza in modo particolare tutti i minorati della vista: studenti, lavoratori ed anziani, impedendo loro la realizzazione della piena mobilita' e dell'autonomia. La richiesta che potremmo avanzare, sull'esempio di altre Regioni come la Toscana, riguarda il pagamento da parte dei minorati della vista di un ticket per il rilascio della tessera e la libera circolazione sui mezzi pubblici dell'intera Regione. d) Fare in modo che il Comitato promotore del Raid Ciclistico in tandem per ciechi, programmato nel Lazio in occasione del Giubileo 2000, riceva dall'Ente Regione, dalle Provincie, dai comuni, il patrocinio ed i necessari finanziamenti per l'iniziativa. Tenendo presente quanto detto nella premessa sul pullulare di nuove associazioni di ciechi e per ciechi, L'Unione, a livello nazionale, regionale e provinciale, dovra', comunque, prendere atto di questa nuova realta' cercando di giocare un ruolo importante di associazione capofila e maggiormente rappresentativa nel guidare ed organizzare sinergicamente tutte le iniziative volte al miglioramento della condizione di vita dei ciechi italiani. Dovremo abituarci ed accettare di vedere le varie associazioni lavorare al nostro fianco, cercando di infondere loro le nostre visioni, le nostre aspettative, le nostre speranze affinche' condividano pian piano tutti i nostri legittimi intenti ed entrino lentamente a far parte della nostra famiglia. Se perdessimo tale occasione, si correrebbe il rischio che altre associazioni di minore rappresentativita' e prestigio, assurgano al ruolo di leader mettendosi alla guida di iniziative e battaglie per l'intera categoria. Se si verificasse quest'ultima ipotesi saremmo noi stessi a dire di aver portato noi stessi l'Unione Italiana Ciechi alla dispersione ed all'annullamento. - Conclusioni - Siamo giunti, cosi', alla fine di questa relazione morale che non puo' concludersi se non con dei ringraziamenti e dei saluti. Appositamente mi rivolgo a Voi in prima persona nella premessa e nel concludere per rivolgere a nome del Consiglio Regionale ringraziamenti e saluti per la pazienza mostrata nonche' per la stima e la fiducia fin qui accordataci. Un ringraziamento sincero va rivolto all'amico Giovanni Di Maio, referente regionale e componente l'Ufficio di Pre- sidenza Nazionale, punto di riferimento e tramite tra il Con- siglio Regionale, le Sezioni Provinciali e la Sede Centrale. Un grazie di cuore va anche a Marco Dal Carobbo che, nonostante i molteplici impegni derivanti dal suo ruolo di segretario di una sezione grande ed importante come quella di Roma, con forte senso di sacrificio riesce ad assolvere anche il ruolo di segretario regionale. Amici, il lavoro che ci attende non e' facile ma non dobbiamo perdere la fiducia in noi stessi e la speranza in un domani migliore. Parafrasando il finale di un famosissimo film potremmo dire: ".. domani e' un altro giorno..". Per noi pero' non sara' solo un altro giorno ma un altro anno, un altro secolo, un altro millennio in cui impegnarci fino in fondo affinche' l'Unione Italiana dei Ciechi accresca il suo ruolo e la sua importanza e conservi a pieno titolo la rappresentativita' di tutti i ciechi italiani . </pre>  <br> <p align="center">per il Consiglio Regionale <br> Il Presidente <br> (Mario Sartorelli) <br> </p> <ul>  <br> <li><a href="varielaz.htm"><p align="center"><img src="LOGOUIC.BMP" align="center" hspace="0" width="48" height="48"><font color="#FF0000"> HOME PAGE - ATTIVITA'</b></font></p> </a> <hr> </li> </ul </font> </body> </html>