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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

 

Osservatorio Siti Internet

(O.S.I.)

Di primo acchito sembra una contraddizione di termini, eppure Internet , che normalmente ci obbliga a fare grande uso degli occhi, può rivelarsi molto utile per le persone non vedenti o ipovedenti offrendo loro preziose occasioni di integrazione sociale e culturale. Già da alcuni anni sono in commercio speciali programmi per il computer (detti speech software o screen reader) capaci di trasformare in audio qualsiasi testo scritto appaia sul monitor e di ingrandire (screen magnifier) i caratteri testuali che compaiono sullo schermo. Questi ausili, ovviamente, sono particolarmente utili nella navigazione su Internet, a patto però che i siti visitati dall'utente siano progettati in maniera adeguata. E, purtroppo, solo l'1 per cento dei siti italiani è a "misura di disabile".
Quali sono, di fatto, gli accorgimenti che facilitano l'accesso ai siti e ne garantiscono la consultazione anche da parte di persone affette da disabilità fisiche e sensoriali? "In linea di massima valgono le regole dettate dal World wide web consortium (W3C), il consorzio internazionale che coordina tutte le attività strutturali di Internet", spiega Massimiliano Martines, componente della Commissione Osservatorio (Osi) dell'Unione italiana ciechi. "Nel 1999 il W3C ha emanato la Web accessibility initiative (Wai), un documento contenente 14 linee-guida di tipo tecnico-organizzativo volte a facilitare l'accesso dei disabili a Internet. In pratica il Wai consiglia di realizzare pagine Web ricorrendo a una grafica semplificata ed eliminando tutte le scritte lampeggianti o in movimento che potrebbero disturbare i soggetti epilettici. Per facilitare i non udenti suggerisce di integrare le segnalazioni sonore con indicazioni testuali, mentre per venire incontro ai disabili motori invita ad eliminare le parti troppo interattive e animate. Più in generale sollecita a scrivere i testi con un linguaggio semplice e chiaro".
L'Osservatorio dell'Unione italiana ciechi è nato nel 2000 con l'obiettivo di valutare in quale misura i siti Internet italiani obbediscano alle raccomandazioni Wai e per aiutare i responsabili degli stessi siti (i web master) a migliorarne l'accessibilità.
Signor Martines, a quali difficoltà vanno incontro le persone con deficit visivi quando navigano su siti "inaccessibili"?
La principale è l'impossibilità di usare gli screen reader e gli screen magnifier: è un'eventualità che si verifica quando le pagine sono state scritte con un programma incompatibile con i software ausiliari. In tal caso il sintetizzatore vocale non riesce a leggere le informazioni contenute nella pagina, i caratteri testuali non si ingrandiscono e il puntatore del mouse non è sostituibile con comandi da tastiera. In genere non garantiscono buona accessibilità neppure i siti con un servizio integrato di speakage (sintesi vocale), perché implicano lo scambio di grandi quantità di dati rallentando in modo eccessivo la navigazione.
Cosa si può fare in concreto per migliorare l'accessibilità dei siti da parte di chi ha difficoltà visive?
Per quanto possa sembrare paradossale, è più semplice rendere un sito accessibile a una persona completamente cieca piuttosto che a un ipovedente. Nel caso della totale mancanza di vista, infatti, è "sufficiente" inserire in fase di progettazione stringhe di testo che illustrino le immagini e le parti grafiche del sito in modo che lo screen reader dell'utente possa "interpretare" tutto senza problemi. Il discorso è più complesso per chi ha ancora un residuo visivo, perché ci sono tanti tipi diversi di ipovedenti: alcuni, ad esempio, vedono bene da lontano ma faticano da vicino, altri hanno problemi in entrambi i casi o hanno un campo visivo insufficiente. In linea di massima gli ipovedenti che usano il computer hanno monitor di grandi dimensioni (17 o 19 pollici) e impostano i programmi applicativi (come quelli per la videoscrittura, tipo "Word", o per la navigazione Internet, tipo "Explorer") in modo che i testi compaiano automaticamente con caratteri ingranditi. Per agevolare la navigazione su Internet, quindi, sarebbe sufficiente che chi progetta il sito permetta loro di personalizzare le pagine Web e, più in generale, impieghi caratteri di testo semplici (i fronzoli ostacolano la corretta identificazione delle lettere), sfondi ben contrastati rispetto al testo, immagini e icone distanziate a sufficienza tra loro.
Quali sono i web master che hanno più interesse a rendere il proprio sito più accessibile?
L'utilizzo ottimale di Internet è una scelta strategica anzitutto per le pubbliche amministrazioni. La Rete infatti è un mezzo importante per migliorare la qualità dei servizi pubblici e per accrescere la produttività del lavoro all'interno delle stesse amministrazioni. Ma anche i privati hanno grandi vantaggi: chi ha difficoltà di spostamento a causa di un handicap fisico o sensoriale è un ottimo cliente per tutte le aziende che vendono on line "per corrispondenza". Non a caso le banche sono state tra le prime a muoversi in tal senso e l'Abi (Associazione bancari italiana) ha emesso linee-guida alle quali tutte le associate dovranno uniformarsi al più presto. Ma anche i produttori di software hanno fiutato l'affare, realizzando programmi per la composizione di pagine Web (i Content management system) obbedienti alle regole Wai. In altre parole questi prodotti permettono di creare in automatico siti Internet ampiamente accessibili.
In che modo voi dell'Osi supportate i web master?
Quando un'azienda ci chiede di valutare se il suo sito è accessibile, la rimandiamo alle indicazioni del Wai (reperibili all'indirizzo www.uiciechi.it/osi) così, se crede, può procedere in modo autonomo a una prima verifica. Se poi è interessata a una valutazione più approfondita, allora testiamo noi il sito (a titolo assolutamente gratuito) producendo una relazione finale. Una seconda valutazione, ancora più specifica, segue solo se l'azienda manifesta l'intenzione di modificare il sito per adeguarlo alle nostre prime osservazioni.
L'Anno europeo del disabile si è chiuso idealmente con la promulgazione della legge n° 4 del 9 gennaio 2004 contenente le "Disposizioni per favorire l'accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici". Cosa ne pensa?
Come tutte le leggi ha aspetti positivi e negativi. Sicuramente è sintomo di una migliore percezione del problema: il dettato legislativo infatti non si ferma a Internet, ma prende in considerazione tutti gli strumenti informatici in generale. L'aspetto più deludente è che l'obbligo di renderli più accessibili vale solo per le pubbliche amministrazioni: per i privati che si adeguino volontariamente sono previste al più alcune agevolazioni fiscali. Inoltre, a tutt'oggi, manca il decreto attuativo e quindi anche la copertura finanziaria.
Lara Reale

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