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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti

 

La Giornata Nazionale del Braille: scrittura per ciechi creata da un cieco

Da The Medical Informer del 22/02/2012

«E’ una giornata istituita per legge dal Parlamento italiano. Una giornata che il nostro capo dello Stato Napolitano ha definito di solennità civile». Così il presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Tommaso Daniele, inizia a parlare della giornata Nazionale Braille istituita con legge 126 del 3 agosto 2007. E la giornata che cade proprio oggi, 21 febbraio, ha lo scopo di attirare l’attenzione dei media e della società sulla validità del linguaggio braille. «Il braille, ricordiamoci, – continua Daniele – è il mezzo inventato da un cieco per i ciechi».



Louis Braille e la ricerca dell’autonomia

Il braille è stato inventato, infatti, dal francese Louis Braille, nella prima metà del XIX secolo. Il suo inventore diventato cieco dopo un incidente avuto a 3 anni, fu ispirato dall’utilizzo dei codici militari e creo questo codice che permetteva sia di leggere che di scrivere in assoluta autonomia.

«Il braille è fondamentale – dice il presidente dell’Uic – perché non prevede alcun supporto da persone non cieche. Ad esempio: gli audiolibri, sebbene utili, devono pur sempre essere prodotti da qualcuno che legge il testo. I libri in braille invece possono essere letti dalle persone ipovedenti in completa autonomia».



Il Braille

Il codice braille consiste in una serie di simboli formati da un massimo di sei punti, impressi con un punteruolo o riprodotti grazie alla dattilobraille, una macchina per scrivere formata da sei tasti più uno per lasciare uno spazio tra le varie parole. Ogni combinazione di punti ha diversi significati, lettere, numeri o note musicali ad esempio, adattandosi all’argomento di cui si scrive, o si legge.

«Ovviamente si è ottimisti nel dire che la vita di un ipovedente non mancherà di nulla – commenta il dottor Daniele – ma sicuramente il braille è fondamentale per l’apprendimento. Per questo da sei mesi lottiamo per portare un programma di formazione, insieme alla Biblioteca Italiana per Ciechi, nelle scuole. Programma ovviamente gratuito per fare in modo che i giovani ipovedenti non abbiano carenze nell’apprendimento». Ma per il momento, sfortunatamente, questo programma è ancora in standby.



La difesa dell’indennità d’accompagnamento

Ma il programma non è l’unica cosa su cui l’Unione Ciechi vuole far cadere l’attenzione: «Approfittiamo giustamente – spiega Daniele – di questa giornata Nazionale, non solo per far conoscere il Braille ma anche per difendere l’indennità d’accompagnamento per i non vedenti che il governo sta considerando di togliere e che ha messo in discussione con il decreto Salva Italia». Il rischio è che l’indennità venga in qualche modo legata al reddito, senza tener conto delle pessime prospettive lavorative che si abbattono ancor più sui giovani ipovedenti. «Uno dopo l’altro – conclude il presidente dell’UIC – i diritti conquistati in questi anni stanno scomparendo. Una decisione del genere, sebbene ancora in forse, scaricherebbe il peso della disabilità sulle famiglie approfondendo il divario di disuguaglianza già troppo presente».

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