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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Testo della News

Oggetto: Massofisioterapisti non vedenti

Data: 03/02/2011 12:09:00


Ministero dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni

C. A. Direttore Generale:
Dr. Raimondo MURANO
E-mail: raimondo.murano@istruzione.it

UFFICIO I - Istruzione tecnico - professionale
C. A. Dr.ssa Anna Laura MARINI
E-mail: annalaura.marini@istruzione.it

UFFICIO II - Istruzione e formazione professionale
C. A. Dr. Giovanni DESCO
E-mail: giovanni.desco@istruzione.it
OGGETTO: Massofisioterapisti non vedenti – Nuovo profilo professionale – Richiesta incontro urgente
Gentile Direttore,


mi permetto di disturbarLa per sottoporre all’attenzione Sua e degli Uffici della Direzione Generale da Lei diretta una problematica che riguarda la formazione e il futuro lavorativo dei giovani ciechi e ipovedenti e la cui soluzione, con l’approssimarsi della scadenza delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, si sta rivelando improcrastinabile.
Si tratta della ben nota questione concernente la situazione degli I.P.S.I.A. ed I.P.R.I.A. per ciechi, sia regionali che statali, presenti sul territorio delle Regioni Toscana, Campania e Sicilia.
A tale proposito, sia da parte del corpo docente di tali istituti, sia da parte delle famiglie di numerosi ragazzi non vedenti sono state sollevate, ed indirizzate in più occasioni al Ministero, forti preoccupazioni circa il futuro stesso delle attività formative svolte da questi ultimi.
Tali istituti, infatti, non hanno trovato una appropriata collocazione in seno ai provvedimenti di riforma che hanno recentemente riordinato il settore dell’istruzione e della formazione professionale e che avranno definitiva applicazione a partire dal prossimo settembre 2011.
Per quanto riguarda in particolare i non vedenti, nel corrente anno scolastico sono state ancora conservate le due precedenti qualifiche professionali triennali concernenti il diploma di centralinista telefonico e di massofisioterapista, così come disciplinate dal precedente ordinamento.
Peraltro, va notato che mentre da un lato, la figura del centralinista ha trovato la propria collocazione nella Tabella di confronto di cui all’allegato 3 della circolare n. 101 del 30.12.2010 nell’ambito dell’operatore amministrativo segretariale, la qualifica di massofisioterapista, dall’altro, non trova purtroppo alcun riferimento nelle nuove qualifiche approvate dall’accordo Stato-Regioni, facendo sorgere gravi dubbi sul futuro degli attuali corsi di formazione e degli stessi istituti che li hanno fino ad ora organizzati con notevole profitto per gli studenti.
Come Le sarà certamente noto, questa Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ha avuto modo di confrontarsi in molteplici occasioni con la Dr.ssa Nardiello, cui va il dovuto apprezzamento per l’opera svolta e per la disponibilità manifestata per le specifiche esigenze della categoria dei minorati della vista, senza che però, prima del suo recente congedo, si sia riusciti a pervenire ad una proposta condivisa e concretamente attuabile da parte di tutti gli operatori del settore.
La difficoltà della problematica in esame è, poi, accresciuta dalla peculiarità del tessuto normativo della formazione in ambito socio-sanitario che, evidentemente, vede coinvolti anche il Dicastero della Salute e le Regioni, ciascuno per la parte di propria competenza, secondo quanto previsto dall’ordinamento vigente. Anche in questo caso gli incontri congiunti, organizzati presso la Direzione Generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore con rappresentanti di tutte le istituzioni prima menzionate, non hanno individuato soluzioni efficaci.
Il nodo da sciogliere rimane quello della individuazione e della corretta definizione di uno o più percorsi formativi che conducano - nel rispetto della normativa in essere che consente lo svolgimento di attività propriamente sanitaria solo a chi è in possesso di specifico Diploma Universitario (ad esempio, per i ciechi, quello di Fisioterapista) - o al conseguimento di un diploma quinquennale in grado di proseguire gli studi a livello universitario o, in alternativa, al conseguimento di un titolo professionale abilitante comunque validamente spendibile sul mercato del lavoro.
A tale proposito, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, nel suo ruolo di ente di tutela e rappresentanza della categoria, unitamente alle principali associazioni degli operatori del settore (AIFI e FNCM) aveva predisposto e presentato uno schema di profilo di “operatore del benessere”, operatore non sanitario in possesso di diploma in grado di svolgere, in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie, interventi nell’ambito della promozione della salute e del benessere, offendo prestazioni finalizzate al ripristino e al mantenimento del benessere psico-fisico della persona. Ciò nello sforzo di pervenire ad una proposta operativa che nel rispetto dell’ordinamento vigente cercasse di offrire un percorso formativo ed uno sbocco occupazionale a molti giovani con minorazioni visive.
La proposta, ampiamente emendabile e rivedibile, è ancora sul tavolo, e può considerarsi una valida base di partenza per i futuri confronti.
Si tratta, con tutta evidenza, di una materia di particolare rilievo per le possibilità di collocazione lavorativa di un gran numero di soggetti, sia con minorazioni visive che normodotati, in un ambito professionale che ha visto negli ultimi anni profonde modifiche della propria disciplina, a livello sia normativo che giurisprudenziale, ed è ancora alla ricerca di soluzioni concernenti, soprattutto, la possibilità di definire una figura di secondo livello per i massofisioterapisti, proprio in rapporto al predetto riordino degli istituti professionali.
Per concludere, va rimarcato che, oltre che dalle precedenti considerazioni, l’urgenza di una soluzione condivisa è testimoniata anche dal fatto che nella citata circolare n. 101/2010 viene chiaramente specificato che in ogni caso, a partire dall’anno scolastico 2011/2012, gli istituti professionali non possono più accogliere iscrizioni alle classi prime funzionanti secondo i corsi di qualifica triennale previsti dal previgente ordinamento e realizzati nel corrente anno in regime surrogatorio.
Pertanto, data la particolare gravità ed urgenza delle questioni prima esposte, vorrei pregarLa, gentile Direttore, di concedere nel più breve tempo possibile a me e ad alcuni rappresentanti della Direzione Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti un incontro presso la Sua Direzione, in modo da cercare di individuare una soluzione concreta che chiarisca definitivamente il futuro percorso di studio dei giovani ciechi e ipovedenti che vogliono dedicarsi ad una professione che nel corso degli ultimi 50 anni ha consentito a migliaia di loro una dignitosa collocazione a livello lavorativo ed una piena integrazione sociale.
In attesa di un cortese sollecito cenno di riscontro, voglia gradire i sensi della mia stima e i più distinti saluti.

IL PRESIDENTE NAZIONALE
(Prof. Tommaso Daniele)
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