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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Testo del Verbale

Data: 29/05/2017

NUOVE ATTIVITA' LAVORATIVE


Commissione NAL nuove attività lavorative
Coordinatore dott. Valter Calò

OGGETTO: cooperativa periti fonici e trascrittori forensi.

Di seguito un importante documento che vi invito a leggere attentamente, dopo un intenso lavoro da parte della commissione NAL stiamo concretizzando tutti gli sforzi fatti fino ad oggi.
Il tema in oggetto sta evolvendosi e promette di dare parecchie soddisfazioni a chi intraprenderà questa attività. Approfondendo la tematica sono insorte nuove professionalità interessanti che ruotano attorno alla figura di perito fonico trascrittore e sembrano fatte a nostra misura.
Ringrazio tutte le persone nominate sotto, per la loro attiva partecipazione, ma voglio ricordare anche l’avv. Borella e l’avv. Fava artefici delle prime due relazioni e approfondimenti in materia e la collaborazione di Maurizio Albanese e Domenico Ietto.
Vi auguro buona lettura
Un caro saluto a tutti
Valter

Verbale:
Il giorno 29, del mese di maggio, dell’anno 2017, in audio conferenza alle ore 10, si è riunito il gruppo di lavoro dell’UICI per lo studio di fattibilità e la costituzione di una cooperativa di periti fonici e trascrittori in ambito forense.

Presenti:
dott. Valter Calò, coordinatore della Commissione Nuove Attività Lavorative dell’UICI e moderatore dell’incontro
avv. Stefano Tortini, vicepresidente UICI
Eugenio Saltarel, componente uff. di Presidenza e coordinatore commissioni UICI
avv. Franco Giangualano I.RI.FO.R.
prof. Luciano Romito, docente di linguistica generale e fonetica forense presso l’università della Calabria e responsabile del gruppo di fonetica forense all’interno dell’AISV (Associazione Italiana di Scienze della Voce)
dott. Emanuele Cervo, manager
dott.ssa Chiara Tirelli, vicepresidente I.RI.FO.R. dell’Emilia-Romagna e corsista perito fonico e trascrittore anno accademico 2009/2010
dott. Marco Pronello, membro della Commissione Nuove Attività Lavorative UICI e corsista perito fonico e trascrittore forense anno accademico 2009/2010.

Dopo i saluti e i ringraziamenti ai convenuti e in particolare al prof. Romito da parte del dott. Calò e dei componenti la Direzione Nazionale, si dà inizio alla prima sessione dei lavori.

.1 Calò sintetizza i motivi per cui la Commissione NAL ha preso in carico l’analisi approfondita di questa figura professionale. Si è appurato che l’inquadramento del perito fonico non è chiaro, al di fuori di alcuni albi regionali, Toscana e Basilicata, inoltre ai più erano sconosciute le mansioni di tale figura professionale.
Uno studio della commissione NAL ha infatti evidenziato che non esiste una normativa che regoli e riconosca questa professione a livello nazionale.
Calò evidenzia che sono state svolte analisi specifiche sullo stato dell’arte dei software utilizzati per il trattamento dei segnali audio e sono emerse alcune criticità riguardanti la piena accessibilità ai lettori di schermo. Il che fa sì che il lavoro del perito fonico non sia al momento esercitabile in totale autonomia da parte di un disabile visivo, che può però tranquillamente essere affiancato da un ausiliario esperto nel trattamento dei grafici d’onda.
Facendo comunque tesoro dell’esperienza positiva di Marco Pronello, che ha frequentato il corso per periti fonici e trascrittori organizzato dall’I.RI.FO.R. e dall’università della Calabria nell’anno accademico 2009/2010 e che sta proficuamente lavorando, si è pensato di ricontattare tutti i corsisti per parlare dell’eventualità di costituire una cooperativa.
È intervenuta a tale proposito la Direzione Nazionale nella persona di Eugenio Saltarel, che ha premiato il lavoro svolto fino ad oggi dalla Commissione NAL e ci ha sollecitato a proseguire verso il raggiungimento dell’obiettivo. In aprile, a Bologna, si è svolta la prima riunione del gruppo di lavoro, presenti il Presidente Nazionale UICI dott. Barbuto, il Vicepresidente dott. Tortini, il coordinatore Commissioni dott. Saltarel e il vicepresidente IRiFoR Vita, oltre al manager dott. Cervo e il coordinatore Commissione NAL dott. Calò.
La finalità era presentare e analizzare la fattibilità del progetto: ci sono sette persone interessate, tra i corsisti del 2009. Quella riunione aveva evidenziato delle criticità che sono state annotate e approfondite, ma soprattutto sono state trovate delle risposte positive.

.2 Intervento del professor Romito .
Il Professore credeva fermamente nella possibilità di successo del progetto già all’epoca dello svolgimento del primo corso, in quanto la trascrizione forense sembra cucita su misura sulle abilità tipiche dei minorati visivi; il fatto di non poter utilizzare la vista nel caso è una risorsa, infatti negli ipovedenti e non vedenti sono stimolate altre percezioni che permettono di ascoltare in maniera più globale e raffinata, percependo le sfumature ambientali e di linguaggio.
I Periti fonici trascrittori in Italia non hanno un percorso formativo chiaro e definito; con il corso del 2009 (tenutosi dal Prof. Romito), si sono definite le competenze necessarie per poter esercitare tale professione che fino a quella data non era in alcun modo regolata ed organizzata.
Il professor Romito ha evidenziato alcune lacune riscontrate nel 2009, alle quali è necessario porre rimedio: una lacuna fondamentale è la conoscenza dei dialetti Regionali e le loro sfumature locali, specialmente del sud Italia, in quanto la maggior parte delle intercettazioni riguardano la criminalità organizzata particolarmente radicata nel nostro mezzogiorno, ma non solo . A tal fine è necessario creare una rete di persone su tutto il territorio Nazionale che interpretino correttamente i file audio delle intercettazioni, le quali si affiancheranno al perito fonico trascrittore. Il prof. Romito, ha precisato che attualmente c’è carenza di profili da impiegare sia nello trascrivere che nel peritare, perché pochi in proporzione sono i periti con competenze specifiche nella comprensione dei dialetti meridionali. La soluzione sarebbe l’affiancamento a questi periti di persone con competenze di interpretazione dialettofona, anche non periti, per fare la prima traduzione.
Di albi in Italia non se ne fanno più, ma conviene avere una qualche certificazione. Quello che Romito sta cercando di ottenere è che siano le associazioni scientifiche, non a creare un albo, ma a riconoscere e certificare le persone con particolari competenze. Come coordinatore nazionale del Gruppo di Fonetica Forense (GFF) sta promuovendo in seno al gruppo un comitato scientifico in cui una persona dell’UICI o, meglio, della futura cooperativa dovrebbe entrare per farsi latore delle esigenze dei periti non vedenti. Il GFF crea una rete sul territorio per trovare esperti dialettofoni e linguistici per tradurre parti di intercettazioni che il perito non parlante quel dialetto non comprende.
La rete va fatta sul territorio, quindi nel GFF dovrebbe esserci un rappresentante di area che coordina le competenze sul suo territorio e a questo referente saranno comunicate le necessità per trovare le competenze in sede.
Il ruolo della persona che viene ricercata può essere o di collaboratore del perito, oppure di esperto linguistico. In questo ultimo caso, la Cassazione sta dando degli incarichi collegiali, cioè nomina un perito e gli affianca contestualmente la figura dell’esperto linguistico.
Calò chiede al professore se questa figura di esperto di dialetti e collaboratore dei periti, sfruttando la nostra presenza su tutto il territorio Nazionale, potremmo occuparla noi.
Il professore è convinto che noi non vedenti e ipovedenti potremmo costituire questa rete in tutta Italia, ottimo sarebbe che queste persone fossero periti fonici e trascrittori, ma non necessariamente lo devono essere.
La commissione NAL si incaricherà di ricercare tra i nostri soci queste persone, in modo da istituire una rete su tutto il territorio Nazionale che collabori con i nostri periti.
In questa rete futura non ci sarà un albo, ma sarà il GFF che controllerà; fondamentale che sia presente un nostro rappresentante in seno al GFF.

.3 intervento dei partecipanti alla riunione:
Tortini ha apprezzato molto l’intervento di Romito. Occorre lavorare parecchio per costruire i presupposti per concretizzare questo progetto. Bisogna far comprendere a questo sistema la necessità di lavorare con una rete che ha cognizione di causa. Il problema è che potrebbe esserci qualche complicazione nel fatto che i giudici hanno discrezionalità nello scegliere. Da parte di Tortini c’è la totale disponibilità anche a livello istituzionale.
Saltarel dice che bisogna essere molto chiari quanto all’aspetto economico con chi dovrà entrare in cooperativa.
Calò chiede chiarimenti sui costi dei collaboratori dei periti e degli esperti linguistici, cioè se questi rientrano nei compensi definiti da vacazione, nel caso dei periti del giudice o dei consulenti della procura.
Romito risponde che le vacazioni sono relative ad attività esercitata da un professionista che presta la sua opera come perito su richiesta dell'autorità giudiziaria, quindi soggetta a tariffe prefissate; mentre la remunerazione di un eventuale esperto sono da considerarsi consulenze esterne e remunerate secondo le tariffe ordinarie. Romito sottolinea che le perizie non sono solo forensi, ma vengono richieste parallelamente anche dagli inquisiti, come perizia di parte, queste hanno tariffe professionali e non vincolate dal giudice.
Giangualano, in qualità di avvocato, conferma che le scelte dei giudici seguono l’istinto o la loro esperienza, che le specificità dialettali sono molte e diverse anche all’interno di una stessa regione, poi mette a disposizione la piattaforma informatica dell’I.RI.FO.R. per eventuali corsi.

.4 Cervo parla delle cooperative.
Il mercato può fare la differenza, perché se formiamo in maniera completa chi farà questa esperienza, Procure, Tribunali, autorità giudiziaria potrebbero essere sensibilizzati dal livello qualitativo dell’offerta consulenziale.
Entrando nel merito, le cooperative sociali sono di due tipologie: di tipo a e di tipo b. quelle che ci interessano sono quelle di tipo b che hanno lo scopo di inserire nel mondo del lavoro persone svantaggiate.
C’è un grado minimo di disabilità per entrare nella cooperativa sociale e almeno il 30% dei soci dev’essere portatore di disabilità. La responsabilità illimitata da parte dei soci esisteva fino all’inizio degli anni 2000, adesso è superata. La responsabilità è limitata al capitale versato.
Queste società sono equiparabili alle società di capitali, SPA SRL. Se la cooperativa nella sua vita di impresa perde in maniera tale da abbattere il valore dell’intero capitale, i soci, in caso di recesso, non hanno diritto ad essere liquidati della quota versata, in quanto il capitale non è più sussistente; perdono solo la quota versata e non oltre.
Un’azienda deve essere in grado autonomamente di creare le risorse per il proprio sostentamento. Nel caso non si stia creando una struttura avente scopo assistenziale, questa struttura deve mettersi a mercato e deve essere in grado di perdurare nel tempo. E cooperative sociali sono cooperative a mutualità prevalente di diritto e onlus di diritto, cioè sono società finalizzate o al servizio alla persona, o a recupero di svantaggiati, rappresentano dal punto di vista dell’imposizione fiscale un beneficio, perché di fatto c’è una notevole defiscalizzazione dei contributi. Un lavoratore portatore di handicap ha un costo di contributi minimale, non confrontabile con altri tipi di lavoro dipendente.
I soci devono avere un rapporto di lavoro subordinato o parasubordinato, quindi collaborazioni coordinate e continuative, partita iva, lavoratori dipendenti full time o part time, a tempo determinato o indeterminato.
In alcuni casi le amministrazioni pubbliche per appalti al di sotto di un certo limite di spesa, possono conferire l’appalto alla cooperativa sociale per assegnazione diretta. Quanto agli sgravi fiscali dal punto di vista contributivo, un dipendente part time a 12 ore settimanali costa all’azienda circa 4000 euro l’anno e ne percepisce pochi di meno. I dipendenti e i soci possono essere portatori di handicap e normodotati.
Il numero di soci di una cooperativa è minimo tre se si tratta di persone fisiche, minimo nove se sono comprese anche persone giuridiche (una o più).
Ci sono tipologie diverse di soci: lavoratori, volontari o sovventori. I soci lavoratori possono essere dipendenti o autonomi con partita iva.
La gestione dell’azienda è come quella delle società di capitali, vi è un’assemblea di soci, e un’amministratore unico o un CDA, meglio se costituito da un numero dispari di consiglieri, per evitare lo stallo di un pareggio nelle decisioni. È consigliabile costituire la cooperativa in modalità A + B, ricordando che il tipo A si può occupare di gestione dei servizi socio-sanitari ed educativi mentre il tipo B può esercitare lo svolgimento di attività produttive finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate
Calò consiglia di approfondire la parte sulle cooperative in dettaglio il pomeriggio, alla presenza dei possibili partecipanti; quello che interessa la mattina è capire il rapporto col giudice, ovvero analizzare le modalità che attua il giudice nell’assegnare fisicamente una perizia ad una cooperativa o società, sapendo che il rapporto tra giudice e perito o persona autorizzata è diretto ad personam.
Romito spiega che l’incarico è dato ad una persona fisica, anche se il consulente è una persona giuridica come per esempio l’arma dei carabinieri. Questa persona fisica ha la responsabilità legale. Si può bypassare il problema prevedendo alcuni responsabili e periti sul terrritorio in diverse zone. Il perito fa il lavoro di perizia; avrà una rete di collaboratori, ma il Codice di Procedura Penale dice che il perito nominato è il responsabile unico della perizia. Di fatto esiste una figura generale di perito presente sul territorio, che assume l’incarico e poi subappalta il lavoro, rimanendo tuttavia responsabile di ciò che è stato scritto. Quindi il perito si avvale di collaboratori che sono di sua fiducia.

.5 intervento di Pronello.
Si evince dalla sua esperienza e da quanto detto da Romito che è importante anche formare i periti dal punto di vista del linguaggio tecnico, perché possano comunicare compitamente con il giudice: è opportuno usare una terminologia professionale e tecnica per dimostrare sul campo la competenza e la professionalità. Molto spesso in udienza si sentono periti esprimersi in maniera imprecisa, denotando scarse doti professionali e anche scarsa istruzione.
Il lavoro di perizia è, come detto anche da Romito, non una mera trascrizione, ma un racconto dei fatti, da cui deve trasparire chiaramente il contesto anche sociale ed umano dei soggetti, in modo da permettere al giudice di farsi un pieno libero convincimento. Più un perito è bravo a “proporre”, più completo e obiettivo sarà il convincimento del giudice sul suo operato.

.6 conclusioni.
Tortini afferma che chi interverrà nel formare la cooperativa dev’essere fortemente motivato, ringrazia la commissione NAL per l’intenso e ottimo lavoro e si complimenta con il suo coordinatore per la gestione dell’audio conferenza.
Romito ribadisce che una persona espressione della realtà dell’Unione o della cooperativa dovrà essere membro del GFF.
Calò sfrutta la presenza del professor Romito chiedendogli un parere su un’altro progetto in sviluppo dalla sua Commissione in collaborazione con il vicepresidente Tortini: il progetto del tecnico trascrittore inquadrato nelle forze dell’ordine. Il progetto è molto apprezzato da Romito, che afferma che questa è un’ottima strada da percorrere.
Calò lascia la chiusura dei lavori al Vicepresidente Nazionale Tortini, il quale saluta e ringrazia tutti i partecipanti ribadendo la sua disponibilità a nome dell’Unione.
La prima sessione dell’audioconferenza si chiude alle 11.50.

La seconda sessione si apre alle ore 15.
Presenti:
dott. Valter Calò
dott. Emanuele Cervo
dott. Massimo vita, vicepresidente I.RI.FO.R.
dott. Marco Pronello
dott.ssa Chiara Tirelli.
Presenti solo due corsisti 2009, Pronello e Tirelli, successivamente si è appurato che ci sono stati errori di comunicazione tra gli interessati e mancata lettura delle e-mail di convocazione.
Data l’importanza della riunione, si è cosi deciso di riconvocare tutti i corsisti 2009 interessati, al fine di creare le basi condivise di sviluppo del progetto.
Contemporaneamente verrà analizzata la fattibilità di un nuovo corso di Perito Fonico e Trascrittore.
Massimo Vita ha dato la piena disponibilità e sostegno da parte dell’I.RI.FO.R.
I presenti, durante l’attesa, hanno ripercorso i punti essenziali dell’incontro svoltosi in mattinata, valutandoli positivamente. Novità importante, la necessità di creare una rete Nazionale di persone che abbiano una buona conoscenza dei numerosi dialetti, questo darebbe la possibilità a parecchie persone di entrare a far parte di questa cooperativa. A questa nuova figura che si è delineata durante la riunione, verrà richiesta una buona conoscenza dell’italiano, così come di una espressione dialettale del nostro territorio. Questa possibilità ci induce a fare una profonda analisi di questa nuova situazione creatasi, pensando a corsi sulla dialettologia e ad un nuovo corso di perito fonico trascrittore da programmare nel meridione d’Italia, oltre ad un eventuale corso di aggiornamento dei corsisti 2009.
Chiusura dei lavori h 15:41.


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