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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Gennariello

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Numero 6 del 2002

Titolo: Non è colpa di Kuki!

Autore: Matt Wolf


Articolo:
(Dami Editore)
Kuki viveva con la mamma, il papà, Topo Bau, il suo topolino, e Ruanda, il gatto della mamma.
Kuki combinava continuamente guai, ma non lo faceva apposta: era solo un po' maldestra. E poi c'era quel gatto...
Ruanda era un furbastro: faceva disastri a mai finire, ma al momento opportuno scappava. E la colpa era sempre di Kuki. Anche quel giorno era successa la solita cosa.
Ruanda, salito sul tavolo per rubare il burro (era molto goloso di burro), aveva rotto tutte le tazze della colazione e rovesciato lo zucchero.
La mamma era accorsa e lui le era saltato in braccio facendo le fusa. Così la povera bambina stava per essere di nuovo incolpata ingiustamente.
«Guarda cos'hai fatto!» si arrabbiò la mamma.
«Non sono stata io! E' stato Ruanda!» protestò Kuki.
«Se rompi qualcosa non importa: ma non sopporto che tu dica bugie!» la rimproverò la mamma. «Come puoi accusare questo adorabile micino? Andrai a letto senza cena!».
«Ma è mattina!» puntualizzò la bambina.
«In questo caso fila a scuola! Senza colazione! E anche senza merendina! Tu pure stai attento a ciò che fai!» disse la mamma rivolta a Topo Bau, che stava nascosto dietro la zuccheriera.
Kuki non osò aggiungere una parola e uscì di casa a testa bassa, mentre Ruanda la guardava con aria divertita.
«Brutto gattaccio, qualcuno dovrebbe fartela pagare!» disse Topo Bau, e poi aggiunse: «Devo trovare il modo di dimostrare l'innocenza di Kuki. Ma come?». Ci pensò su e gli venne un'idea. Si procurò un pennello e un po' di Vernic-umid, la vernice che ci mette una settimana ad asciugarsi (era facile da trovare, perché nessuno la voleva comprare). La mattina dopo all'alba dipinse di blu le zampe di Ruanda, che dormiva beato.
Più tardi la mamma si alzò e apparecchiò la tavola per la colazione. Poi andò a vestirsi per uscire, mentre Ruanda si preparava alla solita scorpacciata di burro. Saltò sul tavolo, restò impigliato nella tovaglia e rovesciò tutto per terra. La mamma arrivò proprio mentre Kuki entrava in cucina.
«Non è colpa mia!» supplicò la bambina, che temeva di non vedere una merendina per anni.
La mamma la stava già fissando con aria di rimprovero, quando notò che sul pavimento e sulla tovaglia erano comparse alcune macchie. «Sembrano zampe di vernice!» gridò. «Ruanda, allora sei stato davvero tu!».
Kuki ebbe le scuse della mamma e una doppia razione settimanale di merendine, che divise con il geniale Topo Bau.
Ruanda invece mangiò pane e acqua per un mese.



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