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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 2 del 2012

Titolo: ITALIA- Editoria: facciamo il punto

Autore: Giuseppe Cordasco


Articolo:
Garantire il diritto allo studio dei minorati della vista: è questo il fondamentale obiettivo che sta alla base dell'appello che l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sta rivolgendo da qualche tempo all'Associazione italiana degli editori (Aie) affinché i testi scolastici in formato digitale vengano forniti con maggiore tempestività agli studenti ciechi e ipovedenti che ne fanno richiesta. Un problema le cui dimensioni e i cui numeri dovrebbero apparire di entità trascurabile per i grandi colossi dell'editoria italiana, che nonostante ciò però, sembrano, almeno per il momento, restii a voler trovare una soluzione efficace. Soluzione che deve passare attraverso un nuovo accordo con la Biblioteca Italiana per i Ciechi "Regina Margherita" di Monza, che è l'istituzione che a livello nazionale gestisce tutte le richieste di libri di testo in formato braille o digitale. È questa struttura che fa da intermediaria tra le esigenze dei giovani studenti minorati della vista e le case editrici che però, come accennato, troppo spesso risultano inadempienti rispetto alle richieste ricevute. "Quest'anno - spiega a "Il Corriere dei Ciechi" Giampiero Notari, vicepresidente della Biblioteca - abbiamo inoltrato agli editori 1.312 richieste di testo. Ebbene, di queste solo 970 hanno ottenuto una risposta. Per le altre stiamo ancora aspettando". Ma non basta, perché tra quelle che hanno ottenuto soddisfazione si sono registrati dei tempi di attesa incompatibili con le necessità didattiche degli studenti. "Quasi la metà dei libri che abbiamo ricevuto - annota ancora Notari - ci sono giunti abbondantemente dopo un mese, per non parlare di alcune pratiche che hanno richiesto fino a 180 giorni di tempo per essere espletate. Tutto ciò è evidente che crea delle difficoltà oggettive per poter seguire in modo efficace e soddisfacente le lezioni". Si tratta dunque di un ostacolo pratico al rispetto del diritto allo studio. Senza contare che questi ritardi creano grande malumore tra i genitori dei giovani ciechi. "Spesso purtroppo le famiglie se la prendono con la Biblioteca - fa notare il presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Tommaso Daniele - che però non è responsabile di questi ritardi. La colpa è tutta degli editori, e la cosa è tanto più fastidiosa se si pensa che in fondo stiamo parlando di un accordo che vale circa 8.000 euro. Mi sembra una cifra modesta considerando che in ballo ci sono tutte le case editrici italiane. Confido dunque che prima possibile riusciremo a trovare una soluzione. Anche perché - aggiunge ancora Daniele - da parte dell'Unione c'è la voglia di trovare un'intesa e non certo di litigare con gli editori". Ma cerchiamo di capire quali sono i punti dell'accordo attuale che andrebbero rivisti e come si può immaginare di risolvere il problema. "Partiamo da un presupposto fondamentale" spiega Giampiero Notari: "i nostri utenti hanno bisogno di testi in versione pdf non solo accessibili ma anche correttamente fruibili. Per intenderci, se consideriamo ad esempio la Divina Commedia, una pagina di questo poema è composta da venti versi e da una serie di note. È chiaro che il sintetizzatore vocale per poterle leggere correttamente ha bisogno che il testo sia riorganizzato in un certo modo. Inoltre, nei testi possono esserci una serie di simboli, tipo quelli matematici, che devono essere spiegati in modo adeguato affinché il sintetizzatore ne comprenda il corretto significato sintattico". Si tratta di una premessa fondamentale in quanto permette di capire perché ogni volta che la Biblioteca intenda usufruire di un testo scolastico, necessiti di uno specifico permesso da parte delle case editrici. Il tutto in base ad un protocollo di intesa firmato nel settembre del 2011 che però mostra all'applicazione pratica una serie di limiti sia procedurali che in termini di tempistica. "In pratica - dice Notari - secondo quell'accordo, che a sua volta poi prevede intese singole con i diversi editori, per poter ricevere un libro dobbiamo effettuare una richiesta specifica, e questo ogni volta che ne abbiamo bisogno, anche se il libro è già presente nella nostra Biblioteca. Inoltre, anche se noi richiediamo un testo in formato speciale per i nostri studenti minorati della vista, per ogni singola richiesta abbiamo l'obbligo di acquistare una versione cartacea del libro. Insomma, se chiedo 5 libri per studenti ciechi o ipovedenti, dovrò comunque acquistare anche 5 versioni normali del testo". Una procedura che a prima vista appare come una sorta di vessazione per la Biblioteca, che in effetti non avrebbe nessun bisogno di ricevere cinque versioni normali dei libri, visto che si rivolge ad un pubblico di ciechi e ipovedenti. Come se non bastasse, si aggiunge la difficoltà ulteriore, già accennata, di dover comunque fare la richiesta specifica anche per testi che sono già presenti in Biblioteca. "Una procedura questa - sottolinea Notari - che fa della nostra, una struttura del tutto anomala, visto che solitamente quando una biblioteca possiede un testo può tranquillamente prestarlo ai propri utenti senza doverlo riacquistare ogni volta". È evidente dunque come il combinato disposto della lunga procedura autorizzativa e della necessità di dover ogni volta ottenere un testo originale a fronte della versione per ciechi, crea un ingolfamento che già da solo basterebbe ad allungare i tempi. Se poi si considera che le case editrici ci mettono del loro per rendere le attese ancora più lunghe, si capisce bene come per un testo si arrivi ad attendere anche fino a 180 giorni, come già sopra accennato. "Io le dico anche che noi della Biblioteca - afferma Notari - non avremmo problemi a riconoscere ogni volta il costo di un libro normale per ottenere il testo in formato speciale, ma almeno ce li spedissero in tempi rapidi, che è poi l'unica vera esigenza che hanno i nostri utenti per poter seguire correttamente le lezioni". A questo punto però è bene sottolineare che non tutti gli editori si comportano allo stesso modo e Notari non ha problemi a stilare una sorta di classifica di case editrici efficienti o viceversa inadempienti. "Ci sono editori con cui abbiamo uno splendido rapporto - fa notare Notari - e tra questi mi piace citare ad esempio Zanichelli, Loescher, D'Anna, Rcs e Mondadori Education. Con altri invece abbiamo più problemi, proprio perché tendenzialmente sono portati a rispettare in maniera fin troppo rigida i meccanismi sopra descritti. Tra essi ci sono De Agostini, La Scuola, Atlas e Trevisini. Aggiungo che questi nomi noi li facciamo anche in maniera molto chiara ed esplicita sul nostro sito, avvisando fin dall'inizio i nostri utenti che a seconda della casa editrice di cui richiedono un testo possono andare incontro ad attese più o meno lunghe". Come se già non bastasse tutta questa situazione a rendere insopportabile e urgentemente rivedibile il rapporto tra Aie e Unione, c'è un altro elemento che ha creato ulteriore imbarazzo ed è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso portando all'iniziativa dell'appello pubblico. Ci riferiamo all'accordo del tutto diverso che l'Associazione degli editori tiene con un'altra associazione di disabili, quella dei dislessici. Ebbene, nel loro caso infatti non esiste nessuno dei limiti procedurali sopra descritti, anzi, tutto avviene in modo molto accelerato: le richieste per dislessici vengono infatti espletate in soli 4 giorni e stiamo parlando di circa 100 mila richieste all'anno. "Una differenza di trattamento per noi incomprensibile - attacca Notari - e che ora chiediamo di sanare con una nuova intesa. Anche perché spesso nostri utenti si industriano a richiedere testi per dislessici e apportano poi tutta una serie di cambiamenti che li rendono accessibili anche ai ciechi. Una forma di adattamento che si spiega con il fatto che solo così molti ragazzi ciechi riescono ad avere in tempo utile i testi scolastici di cui necessitano". È stato, come detto, proprio il diverso trattamento riservato ai dislessici a far scattare la molla decisiva per poter lanciare l'appello agli editori affinché cambino atteggiamento verso i ciechi. "La Biblioteca di Monza - dice il presidente Daniele - aveva accettato tutta una serie di condizioni che poi, non solo si sono verificate incompatibili con il corretto diritto allo studio dei nostri ragazzi, ma soprattutto si sono rivelate molto diverse da quelle sostenute dai dislessici. Ora gli editori se la sono presa con noi, perché dopo la pubblicazione del nostro appello, ci accusano di aver dato una cattiva immagine di loro. In realtà noi vogliamo solo risolvere il problema e cercare prima possibile di fornire ai nostri studenti un servizio adeguato alle loro necessità di studio". C'è stato già un primo incontro tra editori e Biblioteca di Monza e in programma ci sono nuovi appuntamenti che dovrebbero servire a trovare prima possibile una soluzione che sembra essere a portata di mano. "Tra l'altro - conclude il presidente Daniele - sono anche convinto che risolvere questo problema ci permetterà in futuro di avere rapporti sempre migliori con gli editori".



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