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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 2 del 2012

Titolo: IPOVEDENTI- Corso di fotografia per persone ipovedenti

Autore: Corrado Siri


Articolo:
Ho frequentato il corso di fotografia con fotocamera digitale, rivolto a persone ipovedenti, che si è tenuto a Genova fra giugno e luglio, presso la sede dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Il corso è stato organizzato dall'associazione Tres cucarachas di Barcellona, dove sono già stati tenuti corsi fotografici per ipovedenti. Una delle componenti dell'associazione spagnola, Francesca Biachessi, è genovese e ha pensato di organizzare, per la prima volta in Italia, un corso fotografico di questo genere, proprio nella sua città, Genova, con la collaborazione dell'Unione. Il corso, della durata di 20 ore, è stato tenuto da Stefania Strizoli, referente genovese dell'associazione catalana. Il corso prevedeva una parte teorica, finalizzata all'acquisizione delle conoscenze di base della tecnica fotografica, e due uscite per sperimentare quanto appreso durante le lezioni e mettere alla prova la creatività dei tre allievi. Per me è stata un'esperienza molto interessante e stimolante. Per un ipovedente, seguire un normale corso di fotografia per normovedenti sarebbe alquanto difficile. È chiaro, come del resto per altre situazioni di apprendimento e formazione, che gli ipovedenti necessitano di un approccio didattico peculiare e adatto alle loro esigenze di disabili visivi. Infatti sono state approntate dispense ad hoc, con immagini e didascalie ingrandite. Anche la parte teorica appresa informaticamente è stata preparata osservando il medesimo criterio di accessibilità e fruibilità. La docente ha tenuto conto dei "tempi tecnici" di cui un ipovedente deve disporre per guardare, capire e interpretare una fotografia. È stato significativo confrontare le differenti impressioni suscitate dall'analisi di fotografie famose e storiche visionate insieme durante gli incontri. Ci si domandava quanto e in che modo l'ipovisione condizioni ed incida sulla percezione e la conseguente fruizione di una fotografia. A volte è utile, dopo una visione globale dell'immagine, procedere con gli ingrandimenti, possibili col computer. Si notano e si rilevano così, particolari, sfumature, tecniche, altrimenti non percepibili. Quando si ritorna a osservare la foto nelle sue dimensioni originali, si modifica la sensazione iniziale. Sensazione che da ipovedenti può, al primo approccio, portare a prendere... lucciole per lanterne! Appassionarsi all'arte della fotografia significa guardare attentamente la realtà che ci circonda, in vari contesti, essere attratti da qualcosa e aver voglia di catturare l'attimo. Sentire l'esigenza di fermare il tempo e il movimento, scattando una fotografia che immortali l'emozione, il pensiero di un momento, col desiderio di rivivere le stesse sensazioni ogni volta che si rivedrà la foto, con l'enorme piacere di rendere partecipe di tutto ciò lo spettatore che vedrà la nostra foto! Per me ipovedente, è una bella soddisfazione trasmettere, con una mia fotografia, un'emozione a persone che vedono bene. Richiede impegno fare belle foto! Per tutti! Ma chiaramente una persona che vede poco deve fare i conti non solo con la propria creatività, che è un dono innato da affinare con l'esperienza, ma soprattutto con la propria capacità di imparare ad osservare e interpretare la realtà. È utilissimo selezionare le fotografie fatte, scoprirne gli errori e i difetti. Fa parte della giusta formazione rifare le stesse foto per migliorarsi. Tutto ciò ha favorito lo sviluppo del reportage che ognuno dei frequentanti doveva preparare per la conclusione del corso, con la prospettiva di allestire una mostra. E alla fine, che meraviglia guardare una nostra foto e scoprire tesori, nei particolari, che scattando la foto non avevamo visto! Quando si ritorna sul luogo, si ha una "ipervisione" della realtà, indagata in precedenza dal nostro obiettivo!



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