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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 2 del 2012

Titolo: RUBRICHE- Segnalibro

Autore: a cura di Renato Terrosi


Articolo:
Il filo delle parole L'energia del pensiero nei dialoghi di Romolo Paradiso con 24 protagonisti della cultura italiana. Prefazione di Domenico De Masi e introduzione di Luciano De Crescenzo

Questa volta apro la rubrica con il libro di un giornalista scrittore e amico. A dire la verità l'amicizia c'entra poco o niente perché si tratta di presentare un libro eccezionale, diverso, vario negli argomenti che vengono affrontati da ben ventiquattro autori di chiara fama in una parata di interviste. Autori che scrivono di cinema, teatro, tv, poesia, lettere e arti. Una sorta di antologia dotta e divertente, composta con saggia scapigliatura da Romolo Paradiso, che da tempo mi aveva parlato di questa iniziativa. Senza dare troppi dettagli, però, per sorprendermi un po'. E c'è riuscito. Formato, impaginazione e stampa sono nuove e accattivanti. Azzeccato anche il titolo "Il filo delle parole". Lui, l'autore, Romolo Paradiso, sa bene che sul filo delle parole si può fare di tutto. La parola è una lama sottile, un boccone avvelenato (tanto per ricordare la magica Gianna Nannini). Può ucciderti, portarti in paradiso, sprofondarti in un pozzo. Figuriamoci poi quello che possono fare le parole di ventiquattro grandi, liberi di rispondere alle incalzanti domande di Paradiso. Un vortice di pensieri che svela i fatti, costumi, paesaggi e progetti. Di parole - precisa Paradiso - ne abbiamo sempre bisogno per alimentare e sviluppare l'energia dell'essere, la più vitale di tutte le energie. Il volume inizia con Luciano De Crescenzo che - filosofeggiando alla sua maniera - si azzarda a proclamare che lui ha giocato con le parole. E gli è andata bene. Poi Folco Quilici che ha infilzato, da bravo figlio di Nettuno, le onde brevi che cambiano la storia. Raffaele La Capria fresco della vittoria al Tarquinia Cardarelli (quanti ricordi per il sottoscritto tapino che nel tempo dei tempi ebbe lì il suo serto di alloro, adorno di gioventù e di mare) scrive: il pensiero, la parola, grandi energie dell'uomo. Parole sante, specie nel nostro tempo, una sorta di deserto spirituale. Giosetta Fioroni offre alla parola l'emozione della pittura, mentre Gianfranco Ravasi desidera ritrovare lo splendore della comunicazione. L'oggi è proprio opaco, infatti. Susanna Tamaro, invece, punta su famiglia e scuola come basi per un mondo migliore. Poi appare Mogol, incantatore, con la poesia poggiata sulle corde della chitarra di Battisti, ma anche maestro della comunicazione. È un momento difficile, con l'uomo che raccoglie notizie provenienti da ogni luogo della terra e poi si accorge di sapere poco o nulla. La comunicazione invece è efficace se è vera, se c'è sensibilità e cultura. Giordano Bruno Guerri sostiene la creatività: la voglia di bello e di cultura. La situazione italiana è difficile e la rinascita deve ripartire proprio dalla creatività e dalla cultura. Gli italiani vanno riappacificati, conclude. Ha ragione da vendere. Ecco la Wertmüller! Con i suoi occhialini bianchi, le sue battute fulminanti, i suoi intelligentissimi film. E anche qui, in questa occasione, mette il suo timbro: siamo geni cretini. Per Pier Luigi Celli, Direttore Generale della Luiss, non si può esitare: i manager sono impauriti, smarriti e un po' grigi. Dacia Maraini. Abbiamo parlato di recente di un suo volume. L'umanità sta perdendo molte cose. Occorre riscoprire il senso di responsabilità. Anche queste parole più che sagge. Il viaggiatore di malinconia, in questo volume, è Roberto Vecchioni. Nelle sue parole echi e dissolvenze delle sue indimenticabili canzoni. Nelle orecchie del lettore appaiono "donne con le gonne", giovani dolenti, scuole che insegnano ad amare la poesia. Per chi ama il teatro - e per i tanti che dovrebbero imparare ad amarlo - c'è un perentorio "Il teatro è come l'amore. Si fa". È di Giorgio Albertazzi. E la rosa mistica dei suoi sommi autori lo circonda. La vita diventa vita, così. Ieri, oggi, domani. Non poteva certo mancare un discorso sul futurismo, esaltato e snobbato, a seconda dei tempi e delle idee correnti. È un invito a nozze per Gino Agnese, presidente della Quadriennale di Roma, scrittore e biografo di Marinetti, e via elencando. Futurismo, Rinascimento? Le domande. Nascimento, è la risposta, e da qui partono ragionamenti e rimembranze storiche. Sfoglio le pagine e incontro un nastro di immagini. Incontro Pupi Avati, amico e compagno di legioni di spettatori. Ci salveranno gli uomini con "il cuore altrove". Ha ragione. "Ciao Giovannino, uomo libero di un mondo piccolo che non c'è più". Questo è il saluto affettuoso dell'intervistatore a Giovanni Guareschi, amico e grande scrittore scomparso quaranta anni fa. Le domande sono per i figli, Albertino e Carlotta. Depositari di ricordi serrati in uno scrigno d'oro, di straordinario amore filiale. Lo scrigno si apre e viene fuori Guareschi con berretto e mantello, schietto e genuino. Con Marcello Veneziani, storico, si parla anche di revisionismo, un argomento importante ma per alcuni aspetti scabroso. La conclusione è rivolta a tutti gli italiani: usciamo dalle fazioni, diventiamo comunità. Vedo la foto del bel volto di Ermanno Olmi e subito come con un guizzo di flash ricordo i miei anni verdi, rivedo il mio albero degli zoccoli del paesello nativo. L'albero di sambuco tenero lo massacrammo per salvarci i piedi dai sassi e dalle spine. I contadini vicini, semplici e disponibili. Ricordo tante opere del grande Olmi e concordo con lui: "la comunicazione vera è quella dei semplici". Sono d'accordo anche con quello che Massimo Cacciari dice nell'intervista: la tecnica è uno degli assassini della filosofia. "Ruggero, Ruggero / morto tu sei per volere di Dio / faccio un sorriso / sul tuo pallido viso / l'anima tua la porterai lassù / nel celeste paradiso." Così recitava Mimmo Cuticchio da bambino, servo dei Pupi. Ogni loro desiderio, io lo eseguo. "L'ironia salva gli uomini - diceva - e pero salvi anche ricordi e insegnamenti. La rimembranza che diviene amore e rispetto. L'antologia volge alla fine. Luciano De Crescenzo ci consiglia di innamorarsi del pressappoco. E non è una raccomandazione qualsiasi. E conclude: amo il dubbio e più ancora il dubbio preventivo. "Avanti, avanti", ci sprona Paradiso. Arriva Alda Merini con la poesia che è intuizione della verità. Alda Merini amata da tanti che dovevano amarla di più e da tanti che dovevano conoscerla ed amarla. Alda Merini rapita e penetrata dalla poesia. Alda Merini. O della sofferenza; Alda Merini, o della follia. Che comunque è più vera della verità. Questo di Paradiso è un libro vario e affascinante che non si vorrebbe chiudere mai e si tiene sempre vicino, a portata di mano. Un Grazie alla sensibilità dell'amministratore delegato del Gse, Nando Pasquali che nel decennale della rivista Elementi ha voluto secondare un'opera culturale e sociale, evidenziando nella presentazione la rubrica "Energia dal Pensiero" dal quale sono state tratte le interviste. Grazie anche al sociologo Domenico De Masi che sul tema "Energia dal Pensiero" ha compiuto dotte illustrazioni dei "perché" e dei "percome" nel nostro lavoro quotidiano e nella vita "le idee originali riescano a trasformarsi in innovazione e la fantasia riesca a coniugarsi con la concretezza". "Il filo delle parole" Romolo Paradiso

Il solco pietrificato Il romanzo racconta del rapimento di una bambina. Siamo in Sardegna nel 1943 e l'ambientazione è nella quanto mai cruda realtà agropastorale del tempo. Nel libro l'autore, Andrea Prato, vuole sottolineare l'immobilismo dei suoi conterranei per incitarli a cambiare e rivendicare la propria unicità. Andrea Prato “Il solco pietrificato”



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