Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

torna alla visualizzazione del numero 6 del Corriere dei Ciechi

Numero 6 del 2012

Titolo: MONDO- Viaggio in Armenia

Autore: Michele Novaga


Articolo:
Un percorso tra disabilità, elezioni e futuro
La cattedrale di Zvarnots è un capolavoro dell'architettura medievale armena. Costruita nel VII secolo crollò alcuni secoli dopo a seguito di un terremoto e fu riscoperta e riportata alla luce solo nel XX secolo. Oggi, di quel luogo dichiarato patrimonio mondiale dall'Unesco, restano solo alcune colonne e capitelli e alcune tracce delle navate. Entrando nel sito archeologico alle porte di Yerevan si viene colpiti dalla sua bellezza ma anche da una serie di pannelli che ne spiegano la storia. Sono in cinque lingue (compreso l'italiano) e c'è pure una traduzione in braille. Di bacheche così ce ne sono in tutti i principali siti archeologici e nei musei di tutta l'Armenia. A nord come a sud, nei luoghi più impervi come in quelli più accessibili. Merito di un riuscitissimo progetto triennale chiamato AMAP (Monument Awarness Project) implementato da una fondazione italiana che da anni lavora in Armenia (la Family Care) con la collaborazione della Biblioteca Italiana per i Ciechi "Regina Margherita" - ONLUS di Monza. "Un progetto ben riuscito e di grande interesse culturale che rientra nell'ambito del nostro lavoro per sviluppare in Armenia un turismo relazionale e integrato", commenta Antonio Montalto presidente di Family Care da 23 anni in Armenia per sviluppare progetti di emergenza e di cooperazione. Di bacheche così ne sono state fatte una ventina. Tradotte dall'italiano in braille da Daniele Arreghini che da anni svolge questo tipo di traduzioni. "Di questi lavori ne facciamo spesso per luoghi turistici e musei. Italiani ma anche stranieri. Dal testo originale che ci viene inviato, noi poi incidiamo su lastre di alluminio la traduzione in braille". Un'eccellenza tutta italiana in questo angolo di mondo, in questo paese così ricco di storia e dal passato tragico contraddistinto da momenti di persecuzione culminati col genocidio perpetrato dai turchi nel 1915. Ma anche da un presente incerto che stenta a dissipare le nebbie di una democrazia ancora fragile. Io e altri 250 osservatori internazionali siamo in Armenia per questo. Per vigilare sulle elezioni parlamentari e per costituire, con la nostra presenza, una barriera ad eventuali brogli. Irregolarità che almeno secondo il candidato dell'opposizione uscito sconfitto alle ultime elezioni presidenziali del 2008, in quell'occasione si sono registrate e che hanno scatenato violente proteste di piazza culminate con un saldo di una decina di morti. Si arriva a Yerevan di notte. La città è molto estesa anche se ci vive lo stesso numero di abitanti di Milano. Tutto ruota attorno al suo centro dalle reminiscenze architettoniche sovietiche ma, tutto sommato, abbastanza moderno. Nei pressi della rinnovata e ampia piazza della Repubblica stanno sorgendo molti palazzi nuovi costruiti per la borghesia imprenditoriale. Quella nata dopo l'indipendenza dall'Unione Sovietica legata ai nuovi ricchi che nel viale pedonale pieno di negozi occidentali davanti al teatro dell'Opera, comprano senza batter ciglio una giacca di Armani per mille euro o una camicia di Nara Camicie per 200 euro. Un'enormità in considerazione del fatto che lo stipendio medio spesso non arriva ai 150 euro. Ma tant'è: anche qui come in tanti paesi ex sovietici la differenza tra il reddito di pochi oligarchi e la gran parte dei cittadini è enorme. L'attenzione del paese è tutta su queste elezioni. Ogni pomeriggio dell'ultima settimana di campagna elettorale nel centro di Yerevan si svolgono due o tre comizi. Assisto a tre di loro. A due di questi, organizzati da due piccoli partiti, ci sono poche decine di persone per lo più distratte. Forse passanti intercettati per caso o fermatisi perché incuriositi dall'alto volume degli altoparlanti. "Non c'è molto interesse per la politica", mi racconta il nostro autista Armand. "La gente ha molti problemi per arrivare a fine del mese. Lo stipendio medio è molto basso". All'ultimo incontro, quello del partito Repubblicano al governo del paese dal 2008 a cui appartengono sia il presidente della Repubblica che il primo ministro, invece la folla è enorme. La piazza della Repubblica addobbata a festa pullula di gente di tutte le età e tutte le estrazioni. Il presidente Serge Sargsian fa un breve comizio leggendo l'intero suo discorso sul gobbo. Non un gran discorso a giudicare anche dai non molti applausi che scatena. Ma sufficiente ed efficace dato che il suo partito nelle elezioni del 6 maggio riporterà una vittoria schiacciante con il 44% dei consensi. Un successo bissato dall'ottimo risultato ottenuto dal Partito Prospera Armenia che con il partito Repubblicano governa in coalizione il paese caucasico da quattro anni. Sin dal nostro arrivo e durante la giornata e mezza di formazione che l'Osce organizza per noi osservatori elettorali, cerco di capire come e se i non vedenti, e i disabili in generale, possano votare durante il giorno delle elezioni. Ci sono dei seggi mobili - mi spiegano - in cui però i disabili non possono votare. "Devono recarsi ai seggi di persona", è la risposta e magari con l'ausilio di un accompagnatore farsi aiutare a segnare il simbolino sulla scheda e poi metterla nell'urna. Ma io ho un brutto presentimento a giudicare dalle barriere architettoniche di tutti i tipi che ho visto in città anche negli edifici moderni sull'effettiva possibilità di vedere riconosciuta ai disabili la facoltà di recarsi al voto. Infatti, il giorno delle elezioni, visito insieme al mio collega di squadra russo una decina di seggi elettorali. Sono per lo più dislocati ai margini della città in aree più rurali che urbane e allestiti in scuole o centri comunali. Uno è stato sistemato in un negozio di giocattoli. In nessuno ci sono adeguate strutture in grado di accogliere i diversamente abili, siano essi disabili visivi o intellettivi. Lo sapeva anche l'Osce che nel formulario prestampato che dobbiamo compilare ha inserito anche la casella sull'accessibilità. Inutile dire che nella scheda di valutazione a tutti i seggi barriamo la casella del "no accessibility to persons with disabilities". Anzi, in uno degli ultimi seggi, assistiamo ad una scena triste: un giovane paralizzato non deambulante non riesce a salire le scale nemmeno accompagnato e quindi è costretto a risalire in macchina senza poter esercitare il suo diritto al voto. Ma all'Armenia non mancano solo i percorsi tattici o i progetti per integrare nella società tutte le categorie sociali e i soggetti più vulnerabili. Le elezioni hanno dimostrato che il paese si è schierato per la continuità e la stabilità confidando in un futuro più prospero, magari in uno spazio internazionale ed europeo. Molti infatti sono gli ostacoli e i problemi da affrontare. Innanzitutto in economia che è ancora fragile, poi le esportazioni, dato che la bilancia commerciale è in netta perdita. Il salario medio supera di poco i 3000 dollari all'anno e anche la disoccupazione è alta nonostante le statistiche ufficiali la attestino al 7%, una percentuale inferiore persino a quella dei paesi UE. Non c'è tempo da perdere, l'Armenia e gli Armeni non se lo possono permettere.



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida