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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 6 del 2012

Titolo: RUBRICHE- Sibemolle

Autore: a cura di Flavio Vezzosi


Articolo:
"Mamma, da grande farò il musicista!"
Un sogno che forse è meglio rimanga nel cassetto, vista la situazione in cui versa la musica in Italia. Eppure dovrebbe essere lecito, anzi, auspicabile che le inclinazioni artistiche di un giovane possano esprimersi pienamente, fino a consentirgli di affrontare un percorso formativo che sfoci in una professione. Insomma, se vuoi fare della passione per la musica, ovvero, se vuoi imparare a suonare uno strumento per poi fare il mestiere del musicista, dovresti avere la possibilità di farlo... Invece non è così semplice. "Allora mi prendo il diploma al Conservatorio!" Sono più di sessanta i Conservatori statali che ora, grazie all'equiparazione ottenuta a livello normativo, sono equiparati all'università. In pratica non si consegue più un diploma, ma la regolare frequenza di un corso di Conservatorio termina con la laurea. E poi? Mai domanda fu tanto appropriata! La maggior parte delle orchestre stabili ha chiuso da un pezzo; nella scuola pubblica le cattedre di educazione musicale sono disponibili soltanto per la scuola media di primo grado e le graduatorie per l'insegnamento sono pressoché esaurite. "E allora vuol dire che suonerò il rock!" Forse la risposta appropriata non può essere che questa: "E allora vuol dire che farai la fame!" Avere interessi musicali verso generi come il rock ed il pop, sul piano delle possibili attese occupazionali, significa doversi arrangiare e vivere alla giornata. Se hai un po' di fortuna, potresti incontrare il manager o il discografico del momento che potrebbe garantirti un pezzo di futuro, ma non la pensione. In Italia mancano organizzazioni stabili che possano inquadrare professionalmente i musicisti garantendone i diritti e, soprattutto, orientarne le aspettative professionali secondo competenze riconosciute. L'unica possibilità, come abbiamo detto, è storicamente l'insegnamento. Ciò nonostante, sono in migliaia i musicisti che vivono di musica; in molti casi "sopravvivono", però continuano a sognare.



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