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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 9 del 2012

Titolo: ITALIA- La fine di un incubo

Autore: Tommaso Daniele


Articolo:
La nostra Unione non sarà commissariata
Vorremmo gridarlo forte, manifestare finalmente la nostra gioia con una intensità pari almeno alle amarezze che abbiamo dovuto vivere in questi lunghi, lunghissimi quattro mesi, durante i quali abbiamo subito aggressioni di ogni tipo, da ogni parte, anche da una parte, per fortuna assai esigua, dei nostri dirigenti che ha messo in dubbio la nostra onorabilità, la nostra correttezza amministrativa. Avremmo alterato, manipolato, falsificato cifre e bilanci. Mi riferisco al documento di Mario Barbuto dal titolo «Una magia di bilancio in tre mosse» reso pubblico, come lo stesso autore dichiara, a disposizione, quindi, dei funzionari dei Ministeri coinvolti nella procedura di commissariamento, di Ministri, di parlamentari, del Presidente della Repubblica. Si è chiesto al Presidente nazionale di fare un passo indietro perché non più in grado di rappresentare e di tutelare gli interessi materiali e morali dei ciechi e degli ipovedenti italiani. Ma i fatti dimostrano che in questi lunghi, lunghissimi quattro mesi non solo abbiamo scongiurato il pericolo di commissariamento della nostra Unione, ma abbiamo portato a casa un contributo di 3.000.000 di euro, ricacciata indietro la volontà del Governo di sottoporre l'indennità di accompagnamento a un tetto di reddito, meritato da parte del Presidente della Repubblica l'alta onorificenza di Cavaliere di Gran Croce ed un piccolo contributo economico dalla Segreteria Generale del Quirinale che testimonia la credibilità della nostra associazione. Non devo difendermi, non ne ho bisogno, per me parla la mia storia di Presidente nazionale dell'Unione che per 26 anni ha dato il meglio di se stesso con l'unico obiettivo di servirla con l'impegno e la passione civile che essa merita. Devo ritenere, invece, che certi atti e certi fatti avessero un unico obiettivo: quello di sovvertire, attraverso il commissariamento, i risultati del XXII Congresso che democraticamente ha eletto questa Dirigenza, la quale ha il merito di non essersi lasciata prendere dal panico di fronte alle minacce di commissariamento, consapevole della correttezza del proprio operato. Abbiamo parlato della fine di un incubo: il commissariamento della nostra Unione; a non farci dormire non era certo la preoccupazione di andare a casa, ma la prospettiva che la nostra associazione potesse finire nelle mani di un burocrate del tutto ignaro delle problematiche dei ciechi e degli ipovedenti, il quale, inevitabilmente, per il suo ruolo istituzionale, sarebbe stato dalla parte del Governo nel momento della lotta per la difesa dei nostri diritti. Ora questo rischio è scongiurato, i due Ministeri coinvolti dalla procedura di commissariamento hanno passato al setaccio i nostri conti, le nostre delibere, i nostri verbali ed hanno dovuto concludere che non ci sono le condizioni per commissariare la nostra Unione. Vorremmo gridare forte che finalmente la verità è venuta fuori in tutta la sua interezza, ma non possiamo, perché manca ancora la chiusura formale della procedura; tuttavia, possiamo affermarlo con voce ferma e chiara, perché siamo in possesso di dichiarazioni inequivocabili, non suscettibili, quindi, di diversa interpretazione: mi riferisco alle conclusioni del parere espresso dal Ministero dell'Economia a firma del Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, che riportiamo di seguito «... che l'equilibrio finanziario risulti effettivamente assicurato, con la conseguenza di poter escludere la necessità del commissariamento» e la lettera del Capo Gabinetto del Ministro, Prefetto Giuseppe Procaccini, dello stesso tenore, che riportiamo ugualmente «... Nel prendere atto del parere espresso dall'organo tecnico di valutazione - il quale aveva dato impulso alla procedura per il commissariamento dell'Ente avendo formulato rilievi sui conti consuntivi 2009 e 2010 - si procederà a definire il procedimento attivato. Il competente ufficio di questo Ministero provvederà, quindi, all'adozione degli atti conclusivi della procedura». Tale nota è confermata dal Consigliere del Presidente della Repubblica per gli affari interni e per i rapporti con le Autonomie che così scrive «... ho appena appreso dal Capo di Gabinetto del Ministro dell'Interno che è stata scongiurata l'ipotesi di commissariamento dell'Ente che Ella presiede». Non ci è sembrato giusto tenere riservate queste informazioni, l'intera base associativa ha tenuto il fiato sospeso e ha sofferto con la Dirigenza nazionale, è giusto, quindi, che ora tiri un sospiro di sollievo, ed è giusto che sappia che non abbiamo né alterato, né manipolato, né falsificato cifre di alcun genere, ma compiuto, solo, alla luce del sole, un'operazione di bilancio con la eliminazione di una spesa, la manutenzione della sede centrale, che non potevamo più permetterci in presenza della normativa sopravvenuta che vietava l'approvazione consecutiva di due bilanci in deficit. Alla base associativa, che ha avuto fiducia in noi, che ha creduto nelle nostre spiegazioni, i sensi della più viva gratitudine da parte del Presidente nazionale, della Direzione e del Consiglio nazionali. Mi riferisco in particolare alle 87 sezioni che hanno sottoscritto l'ordine del giorno contro il commissariamento da me predisposto e lo hanno inviato ad alcune autorità di Governo; non posso estendere la nostra gratitudine a quelle sezioni che si sono lasciate incantare dalle sirene che hanno diffuso a piene mani la cultura del sospetto nei confronti di una classe dirigente che da sempre ha praticato il massimo della trasparenza possibile. Devo anche esprimere il massimo della mia deplorazione nei confronti di colui, o di coloro, che si è fatto carico di recapitare al Ministero dell'Economia il già citato documento di Mario Barbuto «Una magia di bilancio in tre mosse» costringendo il Ministero a chiedere alla nostra amministrazione ulteriori dettagli: può essere stato chiunque, è inutile iniziare la caccia alle streghe, è probabile, tuttavia, che chi ha recapitato il documento al Ministero doveva avere un particolare interesse al commissariamento. Viene naturale attribuire all'azione di Uici Rinnovamento i fatti, per noi spiacevoli, appena citati. Tuttavia, mi sembra abbastanza inutile limitarsi ad approfondire questo tema; ritengo assai più importante che nella prossima Assemblea dei Quadri dirigenti faccia a faccia che terremo a Tirrenia nel prossimo ottobre, si affronti il problema dei diritti e dei doveri di una opposizione interna all'associazione; che si fissino, cioè, i confini entro i quali un'opposizione interna può spaziare. Mi domando se rientri in questi confini l'iniziativa assunta dalla Commissione autonomia di richiedere alle Ferrovie dello Stato l'inserimento nel gruppo di lavoro per le barriere architettoniche di un rappresentante del movimento e l'iniziativa della stessa Commissione di scrivere a tutti i Comuni d'Italia raccomandando di non installare il Vettore, in contrasto con le decisioni del Consiglio Nazionale che è l'unico organo che dà indirizzi alla nostra associazione. Se rientri in questi confini inviare lettere e documenti ad autorità di Governo, del Parlamento e di altre istituzioni, per sostenere obiettivi non deliberati dagli Organi associativi o addirittura in contrasto con le delibere di questi ultimi. Se sia accettabile che autorevoli esponenti del movimento, invitino i consiglieri nazionali a non partecipare all'ultima riunione del Consiglio Nazionale dell'aprile scorso, sapendo che la mancata approvazione, nei termini, del bilancio consuntivo 2011 avrebbe comportato l'automatico commissariamento della nostra associazione. Mi domando se rientri in questi confini, da parte di un dirigente associativo, auspicare che venga effettuato non un taglio, ma addirittura un taglione, sul contributo di 3.000.000 di euro così faticosamente ottenuto dal Governo dalla nostra Unione, come se il contributo non venisse utilizzato per i servizi erogati all'intera organizzazione. È chiaro che sugli esempi qui riportati ho una mia precisa opinione, ma desidero confrontarla con l'intero corpo associativo. C'è un'altra mia opinione che voglio esprimere in questo contesto: ho la sensazione che si voglia introdurre nella nostra associazione la perversa logica dei partiti, l'opposizione per l'opposizione, il bene da una parte e il male dall'altra; non c'è niente di più pericoloso, si comincia con il costituire un gruppo, una corrente, e si finisce col creare un'altra associazione. Non credo che abbiamo bisogno di ulteriori divisioni, di altri generali senza esercito, abbiamo sempre vinto perché siamo stati sempre uniti; si può essere uniti senza praticare la logica del pensiero unico: i miei 26 anni di Presidenza nazionale ne sono una testimonianza viva e concreta. Chi è onesto non può negare che ho sempre creduto nella democrazia, quella sostanziale e ho sempre creato nuove occasioni di dibattito e di confronto dialettico: le riunioni dei Presidenti regionali, le Assemblee dei Quadri, le Commissioni di lavoro. Il segreto di una mia così lunga permanenza alla Presidenza nazionale sta nel fatto che ho sempre rispettato le idee degli altri ed ho avuto la capacità di portarle a sintesi. È l'augurio che faccio ai miei successori: la guerra, qualunque guerra, è un fattore negativo che lascia sempre sul campo morti e feriti, da una parte e dall'altra. Noi, invece, abbiamo bisogno di gente viva che crede nella missione dell'associazione, nei valori che essa incarna; di gente viva, pronta a spendersi con tutte le sue forze per il futuro dei ciechi e degli ipovedenti italiani. Una diversa strategia segnerebbe la fine della nostra associazione, la sua morte civile. Non oso pensare che qualcuno di noi voglia, consapevolmente, tutto questo, sono, invece, convinto che altre mani dopo le mie porteranno sui pennoni più alti dei palazzi d'Italia la bandiera dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. La fine di un incubo: la nostra Unione non sarà commissariata, è la notizia che ho sempre saputo di potervi dare!



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