Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

torna alla visualizzazione del numero 9 del Corriere dei Ciechi

Numero 9 del 2012

Titolo: ITALIA- Io, il Sindaco di Cuneo

Autore: Carmen Morrone


Articolo:
Carmen Morrone intervista Federico Borgna
Federico Borgna, dal 23 maggio è il nuovo Sindaco di Cuneo. Federico Borgna è cieco. È questa la notizia. Che è rimbalzata sulle pagine dei giornali, in tv, in radio. Perché nel 2012 la cecità è ancora considerata una disabilità molto limitante. Un cieco che diventa primo cittadino di 56 mila persone sorprende. Nato a Bernezzo, alle porte di Cuneo, 38 anni, Federico Borgna, è laureato in giurisprudenza, lavora come consulente finanziario, è presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della regione Piemonte. Quasi due metri di stazza, nuoto e corsa tanto per rimanere in linea e combattere la pancetta che la gustosa cucina piemontese alimenta. Lo raggiungiamo al telefono alle nove di sera. È ancora in ufficio. «E non ho finito. Ne ho ancora sino almeno a mezzanotte. La mia agenda in questi giorni è un campo di battaglia che comincia alle 8 del mattino e va sino alle 11 di sera. Sto conoscendo i meccanismi della macchina comunale. Ci sono una serie di incontri che il neo Sindaco deve fare, a partire da quelli istituzionali, con gli altri colleghi dei comuni vicini, con i dirigenti comunali». D. Ormai è conosciuto come il Sindaco cieco (per onore di cronaca ce ne sono altri: Donatella Operti di Sant'Albano Stura (Cuneo) e per un anno anche Novara è stata diretta da Silvana Moscatelli). Come vive questa definizione? R. Premesso che sconto ancora l'effetto novità. Ovviamente vorrei che fra qualche mese si parlasse di me come di un buon amministratore. Punto. Quando ho deciso di candidarmi davanti a me avevo tre possibilità: nascondere la disabilità, usarla in senso pietistico, sfidare i luoghi comuni. Ho scelto quest'ultima. D. E ha dato il via a una campagna elettorale ironica… R. Diciamo pure provocatoria. Si sono pensate cinque frasi legate ai cinque sensi. Compreso il senso della vista che ho cominciato a perdere all'età di 11 anni a causa di una forma di retinite. Attribuire alla mia candidatura la frase "Cuneo guarda avanti" è stata una sorta di fragore, anche se misurato, che ha quanto meno incuriosito. Gli altri slogan erano: "Chi sa ascoltare, sa governare", "Profumo di novità", "Il gusto della politica", "Il futuro si tocca con mano". Così c'erano manifesti e locandine che dicevano: "Cuneo guarda avanti", "Chi sa ascoltare, sa governare", "Profumo di novità", "Il gusto della politica", "Il futuro si tocca con mano". Attraverso queste frasi ad effetto, questi gesti, giochi di parole, si è cercato anche di veicolare il messaggio che la disabilità non è un limite. Ci sono ancora tanti pregiudizi e ignoranza. D. Che può constatare anche dalle domande che Le vengono rivolte? R. Chi fa domande, generalmente, vuole conoscere, sapere. Molti cittadini che ho incontrato durante la campagna elettorale mi hanno fatto tante domande sulla cecità. Da quelle più prevedibili, come ad esempio da quanto tempo sono cieco, a quelle relative al mio ruolo di amministratore, andando sul concreto. Diversi concittadini non sapevano che i ciechi grazie agli ausili sono autonomi nella lettura, nella scrittura, nell'uso del telefonino. Una ignoranza della disabilità molto diffusa. Che genera diffidenza e presta il fianco a facili strumentazioni. D. Vale a dire? R. La mia disabilità è stata utilizzata, ad esempio, come argomento contro da parte degli avversari. I soliti luoghi comuni. Ne ho collezionati una bella serie. D. Ci può fare qualche esempio? R. In certi casi erano affermazioni, come ad esempio: "La sua disabilità graverà sul bilancio del Comune", altre invece erano domande tipo "se non vede, come può controllare i documenti che firma?". E poi giudizi del tipo: "Se deve farsi aiutare da un'altra persona tanto vale eleggere un'altra persona". D. A questi interventi, cosa ha risposto? R. La prima affermazione è falsa. La mia disabilità non grava e non graverà sul bilancio del Comune. Utilizzo l'auto istituzionale guidata dal relativo autista: servizi che però ci sono sempre stati. Non si tratta, quindi, di costi nuovi. In questo ordine di cose qualcuno ha sostenuto anche che i miei ausili tecnici erano a carico dell'amministrazione. Errato anche questo. Possiedo già gli ausili che mi servono. Sono strumenti che uso per vivere, per lavorare, e quindi anche per svolgere le mansioni di Sindaco. D. Al dubbio sulla Sua autonomia lavorativa come ha replicato? R. "Se non vede come fa a controllare i documenti", dicevano. Va da sé che una domanda del genere poteva essere fatta a me. E avrebbero avuto una risposta. Invece facevano girare fra la gente questi interrogativi, solo per fare confusione. Cosa ho risposto? Che, ovviamente ho dei collaboratori. Come hanno tutti i Sindaci. D. A proposito della frase: "Se deve farsi aiutare da un'altra persona tanto vale eleggere un'altra persona", qual è stata la sua reazione? R. Ho provato amarezza. Quella dichiarazione rappresenta la pietra tombale delle pari opportunità. Tante persone di fronte alla disabilità fuggono. Non sono capaci di relazionarsi. I motivi sono diversi e personali. Ma mi pare che ci sia un dato di fondo, un Comune denominatore: il desiderio di non pensare, di non riflettere. Basterebbe invece solo un piccolo impegno per informarsi, per conoscere, per capire. Si sa che ciò che non si conosce fa paura, rende diffidenti. Solo con l'incontro le persone si possono conoscere. Da parte di chi ha una disabilità ci deve essere un grande impegno a non autolimitarsi, ad allevare i talenti che si hanno come tutti. Dobbiamo dimostrare la nostra autonomia, le nostre capacità. Da parte dei cosiddetti normodotati deve esserci un'apertura mentale che fa cadere i pregiudizi. D. Lei da anni è impegnato nell'affermazione dei diritti delle persone con disabilità. Non ha avuto difficoltà a combattere contro questi colpi bassi dei suoi avversari durante la campagna elettorale… R. Non è stato facile fare breccia in questo muro di affermazioni. Soprattutto perché oggi la comunicazione gira e molto in fretta sui social network. Sono abituato a usare internet, facebook, youtube. È stato impegnativo per me e i miei sostenitori, star dietro a questo costante flusso. Ma pur non essendo nativi digitali, come gli adolescenti di oggi, abbiamo una buona dimestichezza. D. L'universo che gravita attorno a internet entrerà nella gestione della cosa pubblica? R. Di politica si parla sempre più spesso in siti web e nei blog si creano dei dialoghi, dei dibattiti. Per comunicare le attività relative al Comune di Cuneo sto utilizzando il relativo sito istituzionale. I portali online sono infatti canali di dialogo molto adatti a chi ha disabilità sensoriali. Per quanto riguarda il portale del Comune di Cuneo stiamo pensando di introdurre dei miglioramenti per renderlo più accessibile. D. Ha pensato a opportunità che, proprio grazie all'online, possano facilitare l'accesso ai servizi comunali da parte di chi ha ridotta mobilità, è cieco, sordo? R. Studieremo anche questo settore. Come dicevo, in queste settimane, io e la Giunta stiamo "entrando" nei meccanismi della macchina comunale. D. È stato eletto in una coalizione di liste civiche. Si sente di rappresentare l'antipolitica? R. Per nulla. La nostra proposta è assolutamente politica. Considero la nomina di Mario Monti come il momento in cui è finita la seconda Repubblica. Per questo nelle elezioni amministrative dello scorso maggio si sono presentate numerose liste civiche. Si tratta di un ritorno promosso dal sentire della gente stanca di politici distanti, chiusi nei palazzi. Le liste civiche, i loro rappresentanti, nella maggior parte dei casi, sono vicine al territorio, ai problemi quotidiani della gente. Non sono cartelli elettorali. Almeno non lo sono stati a Cuneo, dove c'è una tradizione di liste civiche. D. Quanto è stato importante il voto dei cittadini legati al mondo del volontariato, dell'impegno civile? R. Fondamentale. Fra persone che vivono la vita secondo uno stesso sentire, condividendo certi valori, è più facile che ci si capisca al volo. A volte invece non è così. Penso che chi sia impegnato attivamente, a tutti i livelli, in un'associazione faccia già politica. Ne sono convinto. E so anche da dove viene. Per quanto mi riguarda posso dire che il seme della politica mi è stato instillato dai salesiani dove ho svolto gli studi. Nei loro principi educativi, invitano i giovani a fare qualcosa per gli altri. In questo modo l'uomo prende significato, l'umanità intera cresce. D. Venendo all'agenda politica. Quali sono le priorità? R. Il lavoro. Abbiamo realtà produttive, per fare un nome molto noto Alpitour, che stanno vivendo un momento di forte crisi. La disoccupazione è del 4%, un dato che in termini assoluti non è preoccupante, ma solo pochi anni fa era al 2%. La differenza si avverte. Per rilanciare l'economia intendiamo puntare sul turismo. Abbiamo un territorio in cui i turisti arrivano per fare escursionismo, dove le famiglie trascorrono momenti di relax in un ambiente naturale. Dobbiamo rendere tutti gli asset, dai musei agli eventi coinvolgendo anche gli albergatori, accessibili, aperti a tutti. D. Sul versante sostenibilità? R. Ci sarà la riqualificazione energetica del territorio a partire proprio dalle strutture comunali. Solleciteremo i privati a comportamenti virtuosi e procederemo con il progetto del teleriscaldamento già in programma. Cuneo, inoltre, ha bisogno di più piste ciclabili. Implementeremo la raccolta differenziata con il sistema porta a porta. Sempre nell'ottica della riqualificazione, in centro storico ci sono diversi cantieri da aprire. D. E quando si tratterà di tagliare le risorse finanziarie e i servizi per i disabili? R. Stiamo lavorando per evitare questo. Le risorse per questo capitolo di spesa arrivano dallo Stato e dalla Regione. Come Comune abbiamo già chiesto di poter continuare a tutelare le fasce deboli. Tagliare in questo settore significa bloccare il processo d'integrazione; ma senza integrazione la società non è più coesa. E la forbice fra diverse parti di popolazione si è allargata in maniera drammatica. D. Sul sito internet ufficiale di Federico Borgna, in evidenza, è pubblicata una poesia in romanesco. Ci vuole spiegare? R. Qualche giorno prima del ballottaggio, abbiamo trovato su di un tavolino elettorale, un foglietto in cui era scritta una filastrocca che è attribuita al poeta Trilussa. Mi è piaciuta e poi mi ha portato fortuna. La porto sempre con me. La poesia fa così: Quella Vecchietta ceca, che incontrai/ la notte che me spersi in mezzo ar bosco,/ me disse: "Se la strada nu' la sai,/ te ciaccompagno io, ché la conosco./ Se ciai la forza de venimme appresso,/ de tanto in tanto te darò una voce/ fino là in fonno, dove c'è un cipresso,/ fino là in cima, dove c'è la Croce..."./ Io risposi: "Sarà... ma trovo strano che me possa guidà chi nun ce vede..."./ La ceca, allora, me pijò la mano/ e sospirò: "Cammina!"./ Era la Fede.



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida