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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 9 del 2012

Titolo: RUBRICHE- I fatti nostri

Autore: Vincenzo Massa


Articolo:
Salerno, "Gli angeli della voce"
di Vincenzo Massa
Il Consiglio regionale della Campania, il Libro Parlato e la sezione provinciale di Salerno hanno aderito al progetto
“La cultura è un mezzo straordinario per far crescere solidarietà e consapevolezza sociale, ecco perché accogliamo con entusiasmo questa iniziativa "Gli angeli della voce”, queste le prime parole del presidente dell'Unione Campania, prof. Pietro Piscitelli, dopo aver visionato il progetto presentato l'altro giorno a Salerno in una conferenza stampa. Un progetto a quattro mani concepito dalle professoresse in pensione Marisa Funicello e Silvana Serritiello accolto con entusiasmo e sensibilità dal direttore dell'Icat di Eboli, Rita Romano. "Abituare i detenuti alla lettura appare come ottimo rimedio per esorcizzare solitudine, angoscia e disperazione" hanno spiegato le ideatrici del progetto, Funicello e Serritiello. Dopo un'accurata preparazione, i detenuti registreranno con l'aiuto di software e personale specializzato, un audio-libro, in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato e la collaborazione della sezione provinciale di Salerno, presente alla conferenza stampa con il vice presidente provinciale Raffaele Lo Iacono; conclusa la registrazione l'opera sarà regalata all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Primo testo scelto "Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio" di Amara Lakhous che incarna un variegato luogo di stratificazione etnica e culturale, segnato da profonde differenze di provenienza e di modi di intendere la vita, in cui aleggia il forte senso di solitudine che caratterizza i personaggi. Un'idea vincente, quella delle docenti che hanno coinvolto nel progetto ben dodici detenuti e diverse stagiste dell'Icatt. Un vulcano di idee, il direttore dell'istituto Rita Romano che, aperta ad ogni forma di iniziativa costruttiva, ha accolto immediatamente l'idea delle docenti che così commenta: "Il nostro istituto ospita cinquanta detenuti con problemi di dipendenza, in media trentenni, impegnati quotidianamente in corsi di falegnameria, decoupage, cucito, attività sportive" racconta Romano. "Sei giovani, inoltre, escono per andare al lavoro ogni giorno e molti sono impegnati in attività socialmente utili come la pulizia della pineta". Un bel connubio, dunque, per un'idea che potrebbe rilevarsi davvero un grande veicolo per promuovere cultura, solidarietà e conoscenza specie in un momento di grande crisi e difficoltà.



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