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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Tiflologia per l'Integrazione

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Numero 3 del 2002

Titolo: STUDI E RICERCHE

Autore: Adriana Gerdina


Articolo:
PROGETTO POLO
PER IL PLURIHANDICAP
IN PRESENZA
DI MINORAZIONE VISIVA
Relazione sul primo triennio del progetto

Dopo un periodo di intenso lavoro, è giunto il momento di valutare l’esperienza di un modello educativo che, partendo da peculiarità della nostra istituzione, grazie alla convenzione con la “Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi”, e al relativo contributo, ha permesso all’Istituto “Rittmeyer” di sperimentare e diffondere le caratteristiche del progetto denominato “Polo per il Plurihandicap in presenza di minorazione visiva”.
Alla base di tutto sta l’esperienza acquisita dal nostro Ente durante il corso degli anni con i casi di minorazione plurima, quindi, da una parte il desiderio di condividere quanto appreso, dall’altra la necessità di saperne di più per poter lavorare in maniera più efficace.
Per raggiungere l’obiettivo, il progetto doveva differenziare l’azione su due fronti: utenti e personale educativo,
A. Utenti: era fondamentale che fossero considerati innanzitutto persone, e che si evitasse, nel modo più assoluto, di farli diventare macchine da laboratorio occupazionale;
B. Personale educativo: in un ambito così delicato, quale quello della minorazione plurima, gli educatori, oltre alla necessità di continuo aggiornamento, dovevano poter trovare soddisfazione nel lavoro svolto, in modo da evitare il burn-out che altro non è se non la classica demotivazione dovuta a stanchezza e a scarsa o nulla gratificazione a fronte dei notevoli sforzi educativi compiuti. Ai vari Istituti è stata data la possibilità di utilizzare un finanziamento riservato agli incontri anti burn-out, incontri che si sono rivelati preziosi, in quanto sostegno importante alla professionalità degli operatori.
Era dunque categorico operare sugli utenti, introducendo lavorazioni estremamente diverse, rigorosamente tutte alla portata dei ragazzi, in modo da non ricreare nel laboratorio occupazionale un’assurda catena di montaggio, ma un luogo in cui le attività, dopo un periodo preparatorio di avviamento e di affinamento delle abilità della mano, potessero essere scelte dal ragazzo stesso in base alle preferenze reali oppure a scelte contingenti, senza obbligo, né costrizione alcuna, per il tempo desiderato.
In questo modo il laboratorio poteva diventare il luogo in cui esercitare la possibilità di scelta e la libertà di farlo secondo le proprie inclinazioni ed abilità.
Per raggiungere questo obiettivo nella nostra realtà erano stati strutturati per gli educatori percorsi formativi di alto livello, con ampio spazio per l’aspetto pratico - operativo e per le possibili opzioni da adottare in caso di difficoltà.
Non era sufficiente: sentivamo prepotentemente la necessità del confronto, senza contare che volevamo creare un sistema comunicativo comune all’interno degli istituti e un’area di circolazione delle idee capace di favorire lo scambio e la collaborazione, al di là di ogni sterile campanilismo e gelosia per quanto ognuno era stato in grado di apprendere e applicare.
La nostra risposta a queste esigenze è stata la strutturazione di tre importanti corsi di formazione/aggiornamento dedicati agli operatori dei vari Istituti italiani, della durata di 180 ore ciascuno (per complessive quattro settimane annue di permanenza a Trieste).
Il corso è stato la parte portante del progetto, pensato per offrire ulteriori competenze agli educatori, in modo da poter poi affrontare con successo le attività previste per il laboratorio occupazionale con utenti portatori di plurihandicap in presenza di minorazione visiva.
Gli argomenti trattati sono stati molteplici e tali da fornire un’ottima formazione. Citiamo quelli più incisivi:
• tiflopedagogia
• psicologia speciale
• psicomotricità
• stimolazioni di base
• rieducazione visiva
• metodo Feuerstein di I, II e III livello
• pet-therapy
• teoria e pratica della predisposizione di mappe tattili
• comunicazione facilitata
• tecnica Raku per manufatti di ceramica
• corso di alfabetizzazione in tessitura
• corso di alfabetizzazione, base e primo intermedio, per la predisposizione di manufatti in midollino
• decorazione di manufatti in midollino e piccolo artigianato
• musicoterapia Orff
• musicoterapia secondo Cremaschi
• predisposizione guide, telai e facilitatori per oggetti decorativi
• orientamento e mobilità in età precoce
• orientamento e mobilità
• acquaticità
• Metodo Feldenkreis
• Alfabetizzazione informatica
• Metodo Frölich
• Sessuologia e plurihandicap
Inoltre, in seguito alla presenza della tiflopedagogista e della psicologa del “Rittmeyer” presso gli altri Centri italiani con l’intento di capire a fondo la situazione di ciascuno, individuare i bisogni formativi, organizzare le relative risposte, ma soprattutto per imparare gli uni dagli altri, diversi operatori e specialisti dei vari istituti sono stati chiamati a tenere lezioni nei corsi svoltisi presso l’Istituto di Trieste, per cui si può veramente affermare che attualment



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