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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Tiflologia per l'Integrazione

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Numero 3 del 2002

Titolo: DIDATTICA

Autore: Autori Vari


Articolo:
UN’ESPERIENZA DI GRUPPO
PER CRESCERE INSIEME

Organizzazione
e partecipazione

Il Consiglio dell’I.Ri.Fo.R Sezione del Veneto ha realizzato, grazie al finanziamento da parte della Sede Centrale dell’Istituto, il progetto del seminario regionale “Esperienze educative e riflessioni di gruppo per genitori di bambini minorati della vista dai tre agli otto anni”.
Alla realizzazione del seminario, la cui direzione è stata affidata al prof. Renzo Ondertoller e alla dott.ssa Paola Caldironi, hanno contribuito: la Fondazione Robert Hollman di Padova, che è intervenuta con un team di propri operatori specializzati, il Centro Tiflodidattico, alcuni lettori della Provincia, ricchi di esperienza acquisita sul territorio.
Il seminario è stato proposto ai genitori di bambini ciechi ed ipovedenti di età compresa tra i tre e otto anni, ed è stato realizzato dall’1 al 7 settembre 2001 in una struttura alberghiera in località Asiago (Vi).
Hanno partecipato al seminario 13 nuclei familiari così distribuiti:
- 3 coppie, 9 mamme e un papà
- 13 bambini (4 maschi e 9 femmine) affetti:
- 2 da ipovisione moderata
- 2 da ipovisione severa
- 6 da ipovisione grave
- 3 da cecità
- 3 fratelli vedenti di pari età.
Nel corso del seminario, i bambini sono stati posti in situazioni di apprendimento e gli adulti in situazioni sia di osservazione che di acquisizione di nozioni specifiche relativamente agli effetti secondari della minorazione visiva e alle metodologie utili a perseguirne il superamento. Sono stati proposti inoltre incontri di gruppo con i genitori, aventi l’obiettivo di riflettere sulle problematiche dell’essere genitori di bambini affetti da deficit visivo.

Motivazione
dell’intervento

L’iniziativa trae spunto dalla constatazione che sono ancora molti i genitori di bambini ciechi ed ipovedenti ad incontrare difficoltà di approccio alla minorazione visiva; di conseguenza si registrano o una sensibile riduzione di aspettative circa lo sviluppo intellettivo dei figli, o l’instaurarsi di attese illusorie, e di gran lunga sproporzionate, relativamente al futuro degli stessi.
Poiché nell’uno come nell’altro caso gli atteggiamenti educativi assunti dagli adulti risultano avere ripercussioni negative sulla crescita del bambino, il seminario ha inteso costituire un momento privilegiato rivolto:
- all’informazione dei genitori in merito alle potenzialità residue presenti nei figli non vedenti in età evolutiva;
- all’acquisizione da parte degli adulti di tecniche adeguate alla conoscenza dei rapporti spaziali, al riconoscimento delle forme, all’esplorazione e alla scoperta guidate;
- allo svolgimento, per i bambini, di attività ludiche di apprendimento mirate, stimolando contemporaneamente i genitori ad osservare le interazioni fra bambini e animatori secondo precisi protocolli;
- a mettere i genitori nelle condizioni di agire miratamente e con consapevolezza nei confronti dell’handicap del proprio figlio.
Il numero dei partecipanti è stato limitato al fine di:
- facilitare la riflessione degli adulti ed il loro coinvolgimento personale su temi anche di forte impatto emotivo;
- favorire la suddivisione in sottogruppi funzionali agli obiettivi;
- razionalizzare al massimo l’operatività del personale specializzato presente.
Obiettivi

Rispetto ai genitori, gli obiettivi principali erano:
- la realizzazione, in attività gruppale di laboratorio, di produzioni manuali idonee a rappresentare luoghi ed esperienze vissute con l’utilizzo di materiali prevalentemente tattili e di uso comune. Ciò con il preciso intento di facilitare i genitori a comprendere la necessità, per il bambino, di una rappresentazione della realtà costruita su misura, con materiali idonei e utilizzando indici che devono passare prima attraverso la percezione tattile che quella visiva. Far quindi personalmente sperimentare che l’operazione di voler mettere pedissequamente in rilievo ciò che si vede non è adeguata ad una lettura di tipo tattile;
- le riflessioni di gruppo finalizzate a sostenere il processo di accettazione della diversità, in cui ogni genitore poteva condividere il vissuto di impotenza e sofferenza riguardo questo “bambino dagli occhi malati”, ma anche essere stimolato a scoprire nuove e forse insperate risorse del proprio figlio;
- la socializzazione con altri nuclei familiari.
Rispetto ai bambini ci si è basati sulla considerazione che, essendo il bambino con problemi visivi inserito nella scuola comune, non ha occasioni di socializzazione e confronto con coetanei portatori del suo stesso handicap.
Gli obiettivi principali erano:
- socializzazione ed esperienze ludiche di gruppo;
- conoscenza di sé in rapporto al proprio handicap e a quello degli altri;
- orientamento nello spazio sconosciuto con peculiari caratteristiche;
- attività gruppale di laboratorio con le stesse attività e caratteristiche del laboratorio dei genitori rapportate al bambino.
Momento importante di coinvolgimento dei genitori e dei bambin



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