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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Tiflologia per l'Integrazione

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Numero 3 del 2002

Titolo: TESTIMONIANZE- RIDIAMOCI SU!

Autore: Antonio Russo


Articolo:
Vorrei invitare i tanti laudatores temporis atti, che continuano ad ammannirci in tutte le salse il loro rimpianto e la loro nostalgia per gli Istituti, nei quali i nostri bambini erano affidati a “personale altamente specializzato”, a riflettere un momento su questa testimonianza amaramente ironica del Dott. Antonio Russo. Chissà se, frugando attentamente tra i loro ricordi, non riemerga l’eco lontana degli urli (e forse delle percosse) di qualche Ndg.

Il Signor Ndg…
Alla veneranda età di quattro anni e mezzo fui portato all’Istituto “D. Martuscelli” di Napoli. I pedagogisti di allora, per conto loro, si occupavano di formulare onorevoli ipotesi per la mia prima educazione.
Bene: si sa quando si sbarca il lunario, l’improvvisazione è, a volte, fatale.
Dopo il rodaggio: asilo, prima e seconda elementare, in terza fui affidato (dovrei dire reclutato) alle capienti mani di Ndg.
Ma chi era costui? Al “Martuscelli” era noto per le sue accertate doti di buongustaio, un po’ meno per le sue accertate capacità educative. Egli era, con altri del tempo, fautore delle teorie pedagogiche più avanzate, tra le quali lo schiaffo dato ad oltranza alle inermi sue vittime.
La scuola primaria ha il delicato compito di dare al bambino gli elementi necessari per crescere e questi dovevano essere fatti acquisire attraverso sani e specifici stimoli corporali. A noi restavano i segni indelebili di tanto accanimento.
A me, poi, Ndg era particolarmente affezionato e, se tentavo di impedire il suo da fare, l’unica risposta plausibile era il rincaro della dose.
Magro, di statura media, di lui ricordo le lunghe e scarne mani, le dita secche, racchiuse in una pelle dura, tesa ed invadente che me lo facevano temere ogni giorno. La sua passione era la matematica: credo che di altro ben poco sapesse. Quando in classe tuonava la parola “aritmetica”, io e gli altri compagni fremevamo. L’inevitabile accadeva, quando si trattava di maneggiare la famigerata cassetta con cifre e segni matematici in piombo. Allora, preso da ardente furia, Ndg mi si avvicinava e, con la mano destra controllava l’esatta esecuzione delle operazioni, mentre con la sinistra…
Caro lettore, questa la teneva appoggiata sulla testa: sulla mia, naturalmente, a mo’ di percussore e, al mio minimo non voluto movimento od errore, con fare celere lasciava partire un primo schiaffo di prova, poi, tolto l’altro “ordigno” dallo strumento con le cifre, corroborava il tutto con battito ritmico ed urla terribili.
Per me, l’inizio di ogni presunta lezione era un trauma. Nella mia piccola mente, ricordo che vagava una richiesta, non so rivolta a chi, di far placare, almeno per quella volta, tanta “ira funesta”.
Ho incontrato Ndg all’inferno: la società che lo gestisce mi ha concesso, bontà sua, una visita premio. Ho visto i veri diavoli, al cui comando c’era il nostro illustre personaggio. Suonava la trombetta proprio quella di dantesca memoria.
Ad un tratto, s’è girato e, rivolto a me, mi ha chiesto, con voce da trombetta se provassi del rancore per lui. No, caro Ndg, questo sentimento non mi appartiene.

* Redattore di “Voce Nostra”,
rivista quindicinale dell’U.I.C,
per i cieco-sordi



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