Numero 1 del 2015
Titolo: ITALIA- L’incontro con Papa Francesco
Autore: Redazionale
Articolo:
Il 13 dicembre, in occasione della festa di Santa Lucia e della Giornata nazionale del Cieco, Papa Francesco ha incontrato il Consiglio nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
La delegazione dell'Unione, guidata dal Presidente nazionale Mario Barbuto e dal Presidente onorario Tommaso Daniele, è stata ricevuta in Vaticano per un'udienza privata nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico. Un incontro emozionato che "rafforza tutti noi, nel cuore e nell'animo".
Pubblichiamo il saluto del Presidente Barbuto e il discorso pronunciato dal Pontefice nel corso dell'Udienza.
Mario Barbuto
Grazie alla immensa generosità del "nostro" Papa Francesco, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti può rafforzare questa giornata di gioia proprio perché possiamo trascorrerla, anche se solo per qualche momento, in compagnia del Santo Padre. L'Unione ha voluto fare del 13 dicembre la Giornata nazionale del cieco, anche al di là dei convincimenti religiosi, pur non dimenticando che questa è la giornata di Santa Lucia, la protettrice dei ciechi. Ciechi che chiedono, Santo Padre, alla società e a questo mondo, di vivere una vita come gli altri, pari tra i pari, cittadini tra i cittadini, uguali tra gli uguali. Ciechi e ipovedenti che percorrono la loro esistenza quotidiana in mezzo a tante difficoltà.
Ci dice l'Organizzazione Mondiale della Sanità che ci sono circa 40 milioni di ciechi nel mondo, e arrivano a 260 milioni insieme alle persone che vedono poco; quelle persone che spesso sono tenute ai margini da questa società troppo competitiva, troppo edonistica, dove l'apparire sopravanza di gran lunga, e di molto, il giusto e il buono.
Papa Francesco ha scelto, primo nella storia, il nome di Francesco, il nome di colui che ha sempre avuto rispetto per tutte le creature del mondo, ma soprattutto per le più deboli, per le più indifese. Il frate che ha chiamato Fratello il sole e che ha chiamato Sorella la luna. La scelta credo sia a testimoniare l'umanità, la profondità e la dedizione che Papa Francesco ha sempre testimoniato, sin dal primo giorno del suo pontificato, e forse anche prima, per le creature più deboli e più indifese.
Noi oggi, esprimendo la gioia e la felicità di poter trascorrere questi minuti con il Papa, vogliamo mettere nelle sue sante mani la nostra sofferenza, la nostra gioia, le nostre speranze perché la sua parola illuminata aiuti a rafforzare la fede di chi già la possiede, e comunque accenda nel cuore una scintilla di rispetto e di amore per la vita. Una vita che deve valere la pena di essere vissuta, una vita che noi, da oggi, sentiamo ancor più bella e più forte, proprio perché questo incontro con Papa Francesco rafforza tutti noi, nel cuore e nell'animo. Grazie Papa Francesco per questa udienza che ci colma di gioia immensa.
Papa Francesco
Cari fratelli e sorelle, vi do il benvenuto e vi ringrazio per questo incontro. Ringrazio il Presidente, dottor Mario Barbuto, per le parole con cui lo ha introdotto. Lui ha fatto riferimento a Santa Lucia, come patrona delle persone prive della vista. Questo non è scontato, perché la vostra è un'associazione non confessionale; eppure avete proposto che il nostro incontro avvenisse proprio oggi, confermando che la tradizione conserva per voi un certo significato. Perciò vorrei accennare ad alcuni valori umani che la figura di Santa Lucia ci suggerisce. Sottolineo: valori umani. Lucia li ha vissuti in modo esemplare grazie alla sua fede in Cristo, ma sono condivisibili da tutti. Anzitutto Lucia ci suggerisce un valore che mi sembra molto importante anche per voi: il coraggio. Lei era una giovane donna, inerme, ma ha affrontato le torture e la morte violenta con grande coraggio, un coraggio che le veniva da Cristo risorto, col quale era unita, e dallo Spirito Santo, che abitava in lei. Tutti abbiamo bisogno di coraggio per affrontare le prove della vita. In particolare le persone cieche e ipovedenti ne hanno bisogno per non chiudersi, per non assumere un atteggiamento vittimistico, ma al contrario aprirsi alla realtà, agli altri, alla società; per imparare a conoscere e valorizzare le capacità che il Signore ha posto in ciascuno, veramente in ciascuno, nessuno escluso! Ma per questo ci vuole coraggio, forza d'animo. Un altro valore ci viene suggerito da Santa Lucia, cioè il fatto che lei non era sola, ma faceva parte di una comunità, era membro di un corpo di cui Cristo è il Capo, pietra di un edificio di cui Cristo è il fondamento. Anche questo aspetto trova riscontro sul piano umano. Voi siete un'associazione, e questo è un valore! Un'associazione non è una somma di individui, è molto di più. Oggi c'è molto bisogno di vivere con gioia e impegno la dimensione associativa, perché in questo momento storico è "in ribasso", non è fortemente sentita. Fare gruppo, essere solidali, incontrarsi, condividere le esperienze, mettere in comune le risorse... tutto questo fa parte del patrimonio civile di un popolo. E spesso le persone che convivono con degli svantaggi o delle disabilità possono dire a tutti, con la loro esperienza, che non siamo "monadi", non siamo fatti per essere isolati, ma per relazionarci, per completarci, aiutarci, accompagnarci, sostenerci a vicenda. La presenza delle persone disabili provoca tutti a fare comunità, anzi, ad essere comunità, ad accoglierci a vicenda con i nostri limiti. Perché tutti abbiamo capacità, ma tutti abbiamo anche limiti! Infine, Lucia ci dice che la vita è fatta per essere donata. Lei ha vissuto questo nella forma estrema del martirio, ma il valore del dono di sé è universale: è il segreto della vera felicità. L'uomo non si realizza pienamente nell'avere e neppure nel fare; si realizza nell'amare, cioè nel donarsi. E questo può essere inteso anche come il segreto del nome "Lucia": una persona è "luminosa" nella misura in cui è un dono per gli altri. E ogni persona, in realtà, lo è, è un dono prezioso! Cari amici, vivere secondo questi valori può comportare anche oggi delle incomprensioni, la fatica di andare a volte controcorrente; ma questo non stupisce: la testimonianza richiede sempre di pagare di persona. Le odierne società che puntano molto sui diritti "individualisti" rischiano di dimenticare la dimensioni della comunità e quella del dono gratuito di sé per gli altri. Perciò c'è ancora bisogno di lottare, con l'esempio e l'intercessione di Santa Lucia! Vi auguro di farlo con coraggio, e con la gioia di farlo insieme. Buon Natale a voi e a tutti i soci!