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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 1 del 2015

Titolo: ITALIA- Il XIX Premio Braille

Autore: Giuseppe Cordasco


Articolo:
È stata un vero successo la XIX Edizione del Premio Braille, la manifestazione con la quale l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ogni anno conferisce il giusto riconoscimento a tutti quei personaggi che nel campo della propria attività quotidiana si sono distinti nella promozione dei diritti delle persone non vedenti. E d'altronde non poteva non essere un successo, considerando il prestigioso parterre di ospiti che anche quest'anno si è ritrovato il 15 dicembre presso il Teatro Sistina di Roma, per una serata trasmessa da Raiuno il 5 gennaio in seconda serata. Ospiti illustri sia tra i premiati che tra gli artisti che hanno deliziato gli spettatori con canzoni del miglior repertorio della musica d'autore italiana e non solo. E sì, perché nell'edizione del 2014 protagonisti sul palco sono stati anche alcuni artisti non vedenti che hanno fornito prestazioni decisamente da applausi. E le emozioni, per il folto pubblico che ha affollato il rinomato teatro capitolino, sono iniziate fin dal primo momento, quando le luci del palcoscenico si sono accese e su di esso il soprano italiano Felicia Bongiovanni ha interpretato con voce suadente un riuscito medley di canzoni natalizie. A fare da cornice alla sua interpretazione i bambini dell'Accademia Scenamuta di Ivan Raganato che subito dopo sono stati impegnati nella recita di una filastrocca accompagnati alla chitarra dal maestro Martino De Cesare. Prima di loro però aveva fatto il suo ingresso in scena la vera madrina di tutta la serata, la splendida Claudia Andreatti, che in un elegantissimo vestito nero ha presentato l'edizione 2014 del Premio Braille. Un compito svolto in maniera perfetta, grazie anche ad una spalla d'eccezione, rappresentata da Enzo Decaro, che è riuscito a dispensare gocce di ironia che hanno allietato il pubblico. Un'ironia messa in campo fin dalla prima apparizione, che lo ha visto in un'inedita veste di "falso cieco", affiancarsi al presidente dell'Unione, Mario Barbuto, a sua volta guidato sul palco dal proprio cane Viola. Una scena sdrammatizzante, che ha divertito il pubblico e ha fatto subito intendere quale sarebbe stato il tenore della serata.
Il tono è diventato solo di poco più serio, e non poteva essere altrimenti, quando il presidente dell'Unione Mario Barbuto ha preso la parola per salutare il numeroso pubblico presente. E le prime battute sono state per ricordare l'ex presidente Tommaso Daniele "un uomo - ha sottolineato con enfasi Barbuto - che ha dedicato la sua vita a questa nostra associazione". Dal 15 marzo di quest'anno però, le redini dell'Unione sono appunto state affidate a Barbuto che ha parlato "di un fardello, di un compito duro e pesante, ma allo stesso tempo entusiasmante". E parlando degli obiettivi ha ricordato l'udienza durante la quale solo qualche giorno prima, Papa Francesco ha ricevuto proprio i ciechi dell'Unione. "Il Pontefice - ha raccontato Barbuto - ci ha detto che l'associazione non è soltanto un'unione di persone ma molto di più. Noi infatti difendiamo valori che sono universalmente riconosciuti, perché riuscire a far vivere meglio i disabili nella nostra società, in fin dei conti vuol dire far stare meglio tutti". E a questo proposito Barbuto ha voluto portare un esempio lampante: "I gradini dei treni o degli autobus, creano problemi a tutti, non solo ai ciechi. Pensate che anche il mio cane Viola li odia. Questo per dire che dove l'accessibilità e la mobilità sono garantite ai più deboli, si creano vantaggi per tutti, anche per chi non è portatore di disabilità".
Ma gli obiettivi per cui il nuovo presidente dell'Unione intende battersi sono molti altri. "Ci sono i nostri ragazzi non vedenti per i quali bisogna ottenere l'acquisto di testi in Braille, e i tanti ciechi che lavorano a cui si deve garantire la sicurezza e la continuità dell'occupazione. E questo perché, come ci ha ribadito ancora una volta Papa Francesco, una società in cui vige solo la legge del più forte, rischia di lasciare indietro tutti i più deboli". Parole che hanno commosso, ma anche entusiasmato il pubblico, che subito dopo ha potuto applaudire il primo dei premiati di questa edizione.
A salire sul palco è stato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a cui è stato conferito il Premio Braille, come recitano le motivazioni, "per aver riportato le problematiche dei ciechi e degli ipovedenti all'attenzione della politica e dell'amministrazione pubblica, grazie a una sensibile opera e a una opportuna attenzione sia verso l'Istituto dei ciechi Sant'Alessio, sia per il Consiglio regionale della nostra Unione, con l'auspicio di una ritrovata continuità a beneficio della nostra categoria". Nel ritirare il riconoscimento, Zingaretti ha voluto ricordare che "la politica non deve mai dimenticarsi del diritto di cittadinanza di tutti i soggetti, anche e soprattutto quando le risorse a disposizione purtroppo diventano poche". Parole che hanno spinto il presidente Barbuto a ricordare che il Premio al presidente della Regione Lazio vale per il passato "perché molto Zingaretti ha già fatto", ma anche e soprattutto per il futuro, "perché tanto c'è ancora da fare". Particolarmente significativa poi è stata la cerimonia di consegna, visto che a consegnare il riconoscimento a Zingaretti è stato il sindaco di Cuneo Federico Borgna, unico primo cittadino di una città italiana ad essere cieco. E non a caso, allo stesso Borgna è stato successivamente attribuito il premio Aurelio Nicolodi, fondatore dell'Unione Italiana dei Ciechi, che può vantare ormai una storia lunga 94 anni. "Borgna - ha detto Barbuto consegnando la targa al primo cittadino di Cuneo - è una speranza per tutti noi, perché dimostra che se vogliamo, noi ciechi possiamo arrivare ovunque". Non a caso la motivazione del Premio Nicolodi sottolinea che "per il suo coraggio, la sua intraprendenza, il suo impegno civile, Federico costituisce un esempio e uno stimolo per tutti i ciechi e gli ipovedenti italiani e testimonia in concreto le potenzialità e le capacità che ogni persona è in grado di esprimere, quando opportunamente valorizzate, anche in presenza di iniziali condizioni di svantaggio. A Federico Borgna, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti con stima e riconoscenza". Una testimonianza di affetto che Borgna ha voluto ricambiare, ringraziando "l'Unione, un'associazione che mi ha fatto capire che si poteva vivere bene anche senza vedere". Momenti di grande commozione che hanno poi lasciato spazio al primo intervento musicale.
A prendere la scena infatti è stato Luca Barbarossa accompagnato dalla Social Band. Il cantautore romano ha interpretato due suoi grandi cavalli di battaglia "Via Margutta" e "Portami a ballare", inframmezzate dalla meno nota, ma altrettanto toccante "Ali di cartone". Una performance riuscita, sottolineata anche dagli applausi del pubblico. A seguire c'è stata poi l'apparizione sul palco di due giovani talenti della musica italiana, Andrea Libra e Massimo Ferrari, che hanno cantato la loro "Liberi di amare".
Il tempo di un applauso e Claudia Andreatti e Enzo Decaro hanno chiamato sul palco la famiglia Parisi, ovvero Anna e Marcello, a cui è stato conferito il secondo Premio Braille della serata. In questo caso le motivazioni sottolineano "il lungo e generoso servizio prestato a titolo di volontariato, accogliendo in casa, nel corso degli anni, ben dodici cuccioli per aiutarli a diventare cani guida al servizio dei ciechi". Con questo riconoscimento tra l'altro l'Unione ha inteso onorare tutte le famiglie di affidatari che in varie parti d'Italia, aiutano le scuole di addestramento per la miglior preparazione dei cani destinati poi a regalare autonomia e libertà a una persona non vedente. Anna e Marcello hanno raccontato del loro impegno che consiste nel prendersi in carico un cagnolino di due mesi, portandolo in giro in tutti i luoghi di vita sociale, dagli autobus ai centri commerciali, dalle stazioni ai luoghi di lavoro, per insegnare loro a non aver paura di nessuna situazione della vita reale. Un compito che dura fino all'età di circa 10 mesi, quando con grande dolore i due si separano dai cani che cominciano il vero e proprio addestramento. "Sono degli eroi - ha notato Barbuto che ha consegnato il Premio - perché ogni volta che Anna e Marcello lasciano uno di questi cani, per loro è una grande perdita affettiva, che però accettano per poter garantire ai ciechi e agli ipovedenti cani perfettamente preparati come la mia Viola".
Momenti di commozione che hanno lasciato spazio a una nuova strepitosa performance canora assicurata questa volta da un artista del calibro di Ron. Un terzetto di capolavori che si è aperto con "Una città per cantare", e proseguito con "Non abbiam bisogno di parole" e si è concluso con "Piazza Grande", canzone scritta a quattro mani con Lucio Dalla, l'artista bolognese scomparso qualche tempo fa e del quale lo stesso Ron ha voluto offrire un ricordo personale. Tutti e tre i pezzi sono stati tra l'altro interpretati da Ron al pianoforte e alla chitarra e con il semplice accompagnamento di un violoncello.
L'arte ha poi lasciato ancora una volta lo spazio alle premiazione, con il conferimento del terzo Premio Braille della serata assegnato all'Unicoop di Firenze "quale riconoscimento per aver posto in essere, a titolo completamente gratuito, una struttura professionale di volontari, destinata alla registrazione di Libri Parlati in favore dei ciechi, accrescendone in modo rilevante le opportunità di informazione e di arricchimento culturale". A consegnare il riconoscimento a una rappresentante della Cooperativa è stata Silvia Parente, campionessa paralimpica di sci, che nell'occasione ha ricordato il grande ruolo svolto dallo sport nella sua vita di disabile non vedente.
Parole accolte con fragorosi applausi, gli stessi che hanno successivamente sottolineato l'esibizione di Cristiano De Andrè, anch'egli interprete di tre brani sul palcoscenico del Sistina.
A seguire la consegna dell'ultimo premio della serata conferito in memoriam a Giorgio Rognetta "per un impegno incondizionato e disinteressato nell'arco di tanti anni, in favore dell'affermazione dei diritti dei ciechi. In particolare, per il prezioso contributo professionale offerto nell'opera di riconoscimento e di uso legale della firma digitale da parte dei ciechi e degli ipovedenti". A ritirare il riconoscimento la moglie Rita, mentre la consegna è arrivata dalle mani di Gianluigi Toigo, capitano del Gruppo sportivo non vedenti di Trento.
Nel frattempo c'è stato anche lo spazio per l'apparizione di Ivan Raganato, direttore dell'Accademia Scenamuta, che ha letto e interpretato un brano con l'accompagnamento alla chitarra di Martino De Cesare. A seguire un altro momento di grande ufficialità, con la consegna da parte di Maria Fulvia Sarcone al presidente Mario Barbuto di tre libri antichi della tipografia Facciotti.
A questo punto Claudia Andreatti ed Enzo Decaro hanno lasciato campo libero a tre artisti non vedenti che hanno partecipato con successo al talent organizzato dall'Unione "All factors". E dunque il pubblico ha potuto apprezzare Dario Mirabile, che ha interpretato "Sorry seems to be the hardest word" di Elton John, Samantha De Rosa con "Because the Night" e Luigi Fersini insieme a Federica Fersini che hanno cantato "Volta la carta". Sono stati questi gli ultimi fuochi di una serata che in chiusura ha visto sul palco il presidente Mario Barbuto a salutare tutti, ma soprattutto a dare appuntamento alla prossima edizione, la XX, del Premio Braille.



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