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Corriere dei Ciechi

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Numero 6 del 2015

Titolo: RUBRICHE- Segnalibro

Autore: a cura di Renato Terrosi


Articolo:
Tagliar corto
Un discorso tra amici sull'aforisma, sulle massime e sulle sentenze espresse in maniera breve e incisiva, mi ha spinto a tirar fuori dal piano nobile della mia biblioteca il bel libro "Tagliar Corto", di Dino Basili giornalista e scrittore di rango del quale a suo tempo scrissi su "Dimensione energia" (ENEL). Un discorso dunque sempre valido. E non tanto perché l'aforisma punta dritto all'essenziale, quanto perché ha dentro di sé una forza segreta che lo distingue da altri modi espressivi.
C'è infatti nell'aforisma riuscito un'energia propria che nasce da una misteriosa combinazione tra parole e immagini, tra parola e religione, tra parole e sentimenti.
E il risultato di quelle poche righe, al contatto con un lettore attento e partecipe, è una sorta di cortocircuito. Una piccola scossa salutare che a volte è provocata dall'ironia, a volte dal nonsense a volte dall'impertinenza.
Che cos'è che porta il lettore che vive nell'era del computer verso l'aforisma, sia esso una massima o una minima? Lo ha detto lo stesso Basili nelle interviste che hanno accompagnato l'uscita del suo "Tagliar Corto".
È la rapidità di una comunicazione non banale, a fili scoperti, in anni di interminabili bla-bla. È la capacità di rompere la paralizzante complessità dei nostri giorni e insieme di coglierne la straordinaria frammentazione. È il largo spazio lasciato alla creatività del lettore in un periodo nel quale spesso le pagine scritte, alluvionali o no, bruciano tutto l'ossigeno che dovrebbe circolare dentro un libro. È la ricerca di un'espressione pulita e senza compromessi (un critico come Claudio Marabini ha definito la lingua di Basili semplice, chiara e netta, senza la minima sbavatura).
In "Tagliar Corto" la parola diventa energia, si accende con fiamma educata, illumina alcune zone buie dell'esistenza, incenerisce parecchi luoghi comuni e stereotipi. Energia positiva e non negativa. Una caratteristica degli aforismi di "Tagliar Corto" di Basili (il quale riscopre e ripensa il significato greco del termine, cioè "definizione", perché nel caos che ricorre e rincorre l'uomo non può trascurare l'arte di definire) è la mancanza di quella "cattiveria" che, secondo Karl Kraus, è la materia prima di questo genere letterario. L'incapacità di "far male" (o di colpire duro) è forse il limite maggiore della raccolta, che denota anche una debole sistematicità. Ma questi difetti, oggi, possono suonare come altrettanti pregi.
Fare citazioni dal libro di Basili è molto facile, ma uno stringato florilegio non dà alcuna soddisfazione al recensore. Gli aforismi di "Tagliar Corto", che Tullio Pericoli ha illustrato in modo splendido conferendogli anche i lineamenti formali di un regalo intelligente, sono circa ottocento e i gusti sono assai diversi. Una scelta di tre o quattro pezzi, in saggio conclusivo farebbe torto soprattutto al lettore.
"Tagliar Corto"
Dino Basili

Dalla "Leggenda del Piave" di E. A. Mario
Chi non ricorda "La leggenda del Piave" di E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Gaeta, compositore e poeta?
La grande guerra, il fiume che "mormora al passaggio dei primi fanti il 24 maggio..." del 1915; il fiume che comanda la difesa ad oltranza e, quindi, la vittoria.
Non tanti conoscono, però, certe poesie "minori" del bravissimo E. A. Mario. Ne proponiamo una, graziosa e delicata. Eccola.

Buongiorno a Maria
Versi e musica di E. A. Mario
Su la finestra tua, che è chiusa ancora...
sale il saluto mio come un sospir...
Tu ben ricordi la mia voce e l'ora:
e dèstati, Maria, ma non aprir...
Dal tuo lettuccio ascolta
la voce di chi torna anche una volta...
e sospirando, all'alba, a te sen viene:
e viene a dirti ancor: "Ti voglio bene!"



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