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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 3 del 2016

Titolo: RICERCA & LAVORO- Manager del terzo settore

Autore: Ambra Notari


Articolo:
Legislazione, modelli dei welfare, gestione delle risorse umane, fundraising, comunicazione e marketing sociale, contabilità per imparare a dirigere le strutture del terzo settore

Formare manager, figure professionali di profilo dirigenziale per la gestione di strutture del terzo settore, con particolare riferimento alle organizzazioni operanti nell'area della disabilità. Persone che acquisiranno competenze organizzative e comunicative tarate sulle caratteristiche delle organizzazioni del terzo settore in generale e delle strutture afferenti all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti in particolare. È questo l'obiettivo del corso di alta formazione in "Responsabile di strutture del terzo settore" organizzato dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell'Economia, Scuola di Scienze Politiche dell'Alma Mater Studiorum dell'Università di Bologna e dall'I.Ri.Fo.R., in collaborazione con l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

"Tutto nasce dall'esigenza dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di trovare figure idonee alle loro necessità, vale a dire alla gestione delle loro strutture, con lo scopo di far crescere le strutture stesse", spiega Roberta Paltrinieri, direttrice del corso.
Requisiti per l'ammissione al corso, essere laureati, saper utilizzare i sistemi informatici, conoscere l'inglese, sapere comunicare ed essere sufficientemente autonomi. Le domande pervenute sono state 48, 21 quelle accettate. Ragazze e ragazzi ciechi, ipovedenti e vedenti tra i 24 e i 35 anni arrivati da tutta Italia. A ognuno di essi l' I.Ri.Fo.R. ha assegnato una borsa di studio che copre per intero i costi relativi all'organizzazione dello stesso da parte dell'Università, mentre l'Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, sede delle lezioni, ha messo a disposizione borse di studio per gli studenti che, per seguire il corso, si sono dovuti trasferire. Tutti gli ammessi sono iscritti all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, alcuni già lavorano nelle strutture, altri hanno parenti ciechi. "L'obiettivo è offrire anche ai ragazzi ciechi o ipovedenti la possibilità di entrare nel mercato del lavoro ai più alti livelli dirigenziali" spiega Paltrinieri. "E noi, come Università di Bologna, siamo entusiasti di ospitare questa iniziativa. Il nostro Dipartimento di Sociologia è quello dove insegnò Achille Ardigò: che altro aggiungere?".
Tra gli alunni, anche Carmelo Gurrieri, 31enne ragusano laureato in giurisprudenza. Carmelo è cieco, e considera il corso di alta formazione in "Responsabile di strutture del terzo settore" un'opportunità. "Sono felice che l'I.Ri.Fo.R. e l'Unione propongano nuove strade lavorative per i non vedenti: di solito dobbiamo accettare di fare i centralinisti o poco altro. In realtà, possiamo dare e fare molto di più, qualcosa di molto più qualificato". Carmelo promuove le prime settimane di lezione, "che permettono molti collegamenti interdisciplinari e offrono numerosi spunti di riflessione. Merito soprattutto dei docenti, preparati e coinvolgenti, ma anche del gruppo di lavoro. Se abbiamo, di base, caratteristiche comuni, siamo molto eterogenei. Ma il punto di forza del corso è anche questo: perché gli stimoli e gli input arrivano non solo dal piano professionale, ma anche da quello umano. Cosa chiedo al corso? Una preparazione all'altezza del ruolo che spero un giorno potrò ricoprire. E poi, vorrei ampliare le mie conoscenze, e anche le mie amicizie".
L'obiettivo del corso è offrire una formazione a 360 gradi sul terzo settore, con particolare attenzione al mondo della disabilità. "Partiremo dal capire cos'è esattamente l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, qual è il suo statuto, quali le sue forme giuridiche. I nostri ragazzi studieranno il terzo settore, la legislazione che lo interessa, e conosceranno gli interlocutori sul territorio. Impareranno a leggere una busta paga, a fare un contratto e a rapportarsi con i sindacati", spiega Paltrinieri. Vi saranno lezioni di politiche sociali, per capire appieno il sistema entro cui si opera. "Si studieranno le diverse forme di welfare, i principi e i processi di sussidiarietà: i nostri docenti sono di altissimo livello", continua Paltrinieri.
"È esattamente quello che chiedo al corso" spiega Salvatore Ferragina, 33enne di Catanzaro laureato in Lettere. "Da anni faccio attività associativa a livello culturale, ma vorrei conoscere meglio questo mondo, in tutte le sue sfumature. Credo che Bologna sia perfetta per questo. Purtroppo io vengo da una zona in cui non ci sono le condizioni per una formazione adeguata". Salvatore è ipovedente, con un residuo visivo pari a 1/20: "Di giorno ho una discreta visione, posso muovermi da solo salvo situazioni particolari. Di notte, la mia disabilità è invalidante. Ma dopo un periodo in cui ho rinunciato a tanto, ho capito che io per primo avrei dovuto ridurre molte barriere culturali. Amo viaggiare, così ho ripreso a farlo: e ora eccomi qui". Come Carmelo, anche Salvatore alloggia all'Istituto Cavazza: "È vero, abbiamo tutti formazioni diverse, ma questo è un pregio. Alcuni di noi hanno nozioni che ad altri mancano, e la curiosità colma questo gap". Salvatore spiega che, attraverso il corso, vorrebbe applicare a livello pratico la sua formazione umanistica: "Sono qui per migliorare le mie conoscenze, e se poi arriverà anche una possibilità di lavoro, meglio. Per adesso, desidero solo trasformare e potenziare le competenze acquisite".
In tutto, il corso propone 210 ore in aula, suddivise in 5 macro-aree. Legislazione, che indagherà la normativa relativa al terzo settore e il suo ruolo nel sistema di welfare; modelli di welfare, che approfondirà i diversi modelli e le possibili connessioni pubblico-privato; gestione delle risorse umane, con un focus particolare al ruolo dei volontari all'interno dell'organizzazione; fundraising, per approfondire le tecniche di raccolta fondi e le modalità di applicazione ai bandi europei; comunicazione e marketing sociale, al cui interno saranno trattati i temi della comunicazione e del marketing digitale, del marketing per il no profit e il ruolo della comunicazione sociale; contabilità/amministrazione, per imparare a leggere e predisporre un bilancio delle strutture di terzo settore, redigere i registri contabili, redigere un verbale.
In tutto, 7 settimane di lavoro, 5 giorni a settimana per 6 ore al giorno. Come anticipato, l'Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza ospiterà le lezioni: "Palazzo Ercolani, sede del Dipartimento di Sociologia, pur essendo accessibile alle persone con disabilità motorie, non è accessibile a ciechi e ipovedenti. Credo sia necessario interrogarsi su questo punto", ammette la direttrice. Una volta concluso il corso è previsto un tirocinio di 250 ore preferibilmente presso una struttura dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (nelle sedi di appartenenza). Poi, a ottobre, una settimana di lavori per tracciare un bilancio conclusivo e per presentare un elaborato finale sull'esperienza dello stage.
(da Oltre il Confine - numero speciale - febbraio 2016)



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