Numero 7 del 2019
Titolo: I to Eye: in tandem da Roma a Pechino, la sfida di Davide non vedente per raccontare la cecità
Autore: Redazionale
Articolo:
Un viaggio, insieme a una coppia di amici che si alterneranno alla guida, per portare un messaggio di integrazione e di libertà, uno stimolo per superare le barriere della disabilità visiva
Il progetto gode del Patrocinio dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che ne seguirà le tappe
Un viaggio in tandem da Roma a Pechino, attraversando 13 Paesi e 2 continenti con l'obiettivo di portare un messaggio di integrazione e raccontare la cecità in diverse parti del mondo. È la sfida di Davide Valacchi, 28 anni, cieco dall'età di 9 anni, che il prossimo 8 marzo, con un amico, salirà sul suo tandem e, lasciando Bologna dove abita, partirà da Roma per raggiungere in autunno Piazza Tienanmen a Pechino.
Il progetto si chiama I to Eye e prevede un viaggio di 8 mesi tra le strade di 2 continenti e 13 diversi Paesi; alla guida del tandem il suo amico Michele, 37 anni, cuoco professionista, con il quale risalirà l'Italia e, attraversando l'Europa dell'est e la Turchia, arriverà a Teheran intorno alla metà di giugno. Ad attenderli ci sarà Samuele, 25 anni, maestro di arti marziali, che prenderà la guida del tandem e insieme pedaleranno attraverso l'Asia Centrale e la Cina. L'arrivo a Pechino è previsto tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre.
«Un tandem può cambiare la vita di un non vedente e noi vogliamo dimostrarlo» afferma Davide Valacchi. «È l'unico mezzo di trasporto che permette di avere un ruolo attivo nel movimento su lunghe distanze e di godere delle infinite sfumature sensoriali che un viaggio simile può dare. Il tandem può diventare un potente fattore di inclusione sociale per chi ha problemi di disabilità visiva, abbattendo alcune delle barriere imposte da questo status fisico».
Uno degli obiettivi di questo viaggio è la volontà di entrare in contatto con persone non vedenti che vivono in differenti luoghi del mondo, comprendendo come i diversi background culturali e istituzionali possano avere ricadute sulle opportunità sociali e sullo stile di vita dei disabili visivi. Il viaggio sarà anche l'opportunità per capire quali sono i livelli di integrazione di queste persone e cercare di stabilire un dialogo con le associazioni che nei luoghi visitati sostengono e si prendono cura delle esigenze delle persone cieche e ipovedenti.
Il viaggio sarà documentato e raccontato ogni giorno con foto, video, interviste nella pagina Facebook di I to Eye - @itoeyeproject - sul profilo Instagram (che aprirà a febbraio), con collegamenti telefonici e attraverso le pagine social dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti che seguirà le varie tappe.
Per riuscire ad arrivare alla meta i tre amici ciclisti chiedono un aiuto economico attraverso la piattaforma di crowdfunding «Eppela»; il denaro raccolto servirà a far fronte alle spese impreviste come la manutenzione del tandem o per visti d'ingresso, spese mediche o un letto caldo nelle giornate più fredde e piovose. Per il viaggio, Davide e i suoi amici si affideranno a piattaforme di servizi di scambio di ospitalità ma avranno a disposizione anche una tenda e un fornellino a gas per ogni evenienza.
«Siamo orgogliosi di dare il nostro Patrocinio a I to Eye poiché il progetto offre un'importante occasione per sottolineare che la disabilità visiva non deve essere considerata una condizione limitante per chi ne è affetto», dichiara Mario Barbuto, Presidente Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti. «Questo viaggio in tandem sfida le convenzioni demagogiche rilanciando il tema dell'inclusione e dell'integrazione sociale per i disabili visivi, a un livello che supera i confini nazionali. Il tandem diventa un'opportunità nonché uno strumento di integrazione poiché per sua natura questo mezzo esige al fianco del disabile visivo una persona normodotata alla guida».
I protagonisti del progetto
Davide Valacchi, 28 anni, non vedente dall'età di 9. Originario di Ascoli, vive da anni a Bologna, dove sta per sostenere l'esame di abilitazione come psicologo. Ha ideato il progetto I to Eye e intende portarlo in giro per il mondo. A Bologna ha conosciuto Michele in un bar ed è stata subito amicizia, un'amicizia fraterna e spontanea, come quelle che si hanno da bambini. L'incontro con Samuele è avvenuto invece in un campeggio durante un viaggio sul Gargano.
Michele Giuliano 37 anni, sardo di origine ma cresciuto in un piccolo paese dell'Appennino bolognese, è cuoco di professione e da 6 anni ha scelto di abbandonare l'automobile per spostarsi unicamente in bicicletta. Cerca in questo viaggio delle risposte e un arricchimento personale.
Samuele Spriano, 25 anni, è nato e cresciuto a Gorla Maggiore. Amante dello sport e della natura, studia e intraprende da anni numerose discipline delle arti marziali, delle quali condivide profondamente stile di vita e valori.