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Il Progresso

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Numero 4 del 2019

Titolo: Attualità- L'oro bianco della vostra colazione

Autore: a cura di Concita De Gregorio


Articolo:
(da «Invece Concita» su «Repubblica.it» del 14 febbraio 2019)
Questa lettera è di Paola Bardeglinu, che ringrazio
«Mi chiamo Paola, ho 33 anni e sono sarda. Sono nata e cresciuta a Orune, un piccolo centro della Barbagia, la mia casa, il mio porto sicuro. Sono figlia di una terra aspra ma generosa, fatta di gente orgogliosa che dedica tutta la sua vita alla pastorizia, realtà che si è sempre tramandata di padre in figlio per generazioni: prima i miei nonni e di conseguenza, come il più naturale dei processi, i miei zii e mio padre».
«La pastorizia è un mestiere immutato, da millenni scandito da gesti quasi rituali, il latte è l'oro che ne scaturisce; oggi pagato a 0,50 centesimi al litro. Da giorni i pastori sardi riversano sulle strade della Sardegna litri e litri di latte per cercare di attirare l'attenzione su una situazione ormai statica. La protesta non deve essere vista e intesa come una protesta circoscritta, ma è una questione molto più ampia. Nessuno è escluso. Sono coinvolte tutte le categorie dei lavoratori perché nelle tavole di tutta la Penisola arriva il latte sardo lavorato in mille forme diverse, una su tutte: il pecorino romano».
«Il formaggio sardo per eccellenza, che i grandi imprenditori producono con il latte dei pastori, viene messo sul mercato al doppio del prezzo senza alcun guadagno per la piccola filiera. Se i pastori sardi chiudessero i rubinetti del latte che fine farebbero le grandi aziende che producono il pecorino romano? Quali sarebbero le conseguenze per l'economia sarda? Ci sono territori della Sardegna che vengono toccati dal settore turistico marginalmente e trovano sostentamento solo nella pastorizia, che futuro ci sarebbe per queste zone? Giudicate voi se questo è onesto e rispettoso per un lavoro che non fa sconti di nessun genere e non ammette feste, malattie e né ferie. Il lavoro di mio padre ha permesso a me e mia sorella di laurearci e a mio fratello di iniziare la sua carriera universitaria proprio quest'anno; ci ha permesso di avere librerie che grondano di libri, che ci hanno formato e resi liberi pensatori. L'oro bianco significa futuro per i figli dei pastori che devono avere il diritto di scelta sulla propria vita. Tutti devono avere coscienza della propria condizione e dei propri diritti oppure ci sarà sempre la dicotomia signore-vassallo che per troppo tempo ha contraddistinto la società sarda e non solo. Non solo, davvero».
«La realtà sarda appartiene a tutti perché va oltre il prezzo del latte; la realtà sarda è vita e la vita è uguale a qualunque latitudine. I pastori sardi sono uguali a quelli abruzzesi che Gabriele D'Annunzio cantava in «Settembre», uomini accumunati da un solo destino. Tutti dobbiamo stare dalla loro parte».



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