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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 2 del 2019

Titolo: BRAILLE E ACCESSO AI BENI CULTURALI- Un diritto ancora da conquistare

Autore: Katia Caravello


Articolo:
Per parlare di cultura intervistiamo Fernando Torrente, coordinatore della Commissione Nazionale Beni Culturali e Artistici

Katia Caravello: Iniziamo dal capire qual è il quadro della situazione rispetto al livello di accessibilità dei beni culturali ed artistici in Italia per le persone cieche ed ipovedenti.
F. Torrente: Per quanto riguarda i musei e le aree culturali diciamo che in questi ultimi anni comincia a farsi strada l'idea che l'accessibilità al patrimonio artistico è un diritto e non solamente una gentile concessione che ci fanno. Come dice Aldo Grassini, presidente del Museo Omero, se manca l'elettricità i soldi si trovano e quindi bisogna trovarli anche per i percorsi accessibili. Altra cosa che dobbiamo rivendicare è il fatto che è importante che i progetti vedano sin dall'inizio il coinvolgimento di esperti indicati dalle associazioni dei disabili e dei disabili stessi per evitare che si facciano cose, frutto di buona volontà, ma poi che alla fine non danno risultati. Non si può improvvisare, bisogna attenersi a delle regole precise, al disegn for all e a quelli che sono i criteri che noi conosciamo: problemi dell'ipovisione, percorsi tattili ecc… quindi è un lavoro che va fatto insieme agli utenti e agli esperti che gli utenti indicano, perché è importante quando è possibile che la progettazione tenga conto da subito delle questioni relative all'accessibilità.
Infatti inseguire pone sempre maggiori difficoltà. Il patrimonio artistico italiano è immenso e quindi si farà un passo alla volta. Ma mi sembra di poter dire che i percorsi accessibili, i tentativi di realizzare qualcosa siano in aumento. Mi sembra pure che ci sia una maggiore attenzione anche da parte dei responsabili dei musei. Ma la strada è ancora lunga perché spesso si fa un pezzettino e poi dopo ci si ferma e si aspettano i prossimi progetti. Bisogna sottolineare anche che fino a poco tempo fa per accessibilità si intendeva quasi esclusivamente il problema delle barriere architettoniche, oggi invece si pensa anche a rispondere alle esigenze di chi ha dei problemi sensoriali e talvolta anche cognitivi e quindi mi sembra che il concetto di accessibilità sia cambiato e si sia ampliato.
Abbiamo anche delle linee guida pubblicate dal MIBAC a luglio che per esempio danno delle indicazioni di una certa importanza: mentre prima era logico che non si può toccare oggi bisogna giustificare perché un oggetto non si può toccare. Questo per il momento è più un'affermazione di principio che una realtà, ma è già importante che venga dichiarato. Inoltre è importante anche che sia stato rinnovato il protocollo fra il Mibac e l'Unione nel quale si ribadisce l'importanza della collaborazione fra Ministero ed Unione nello sviluppare progetti culturali, educativi ecc…
Occorre anche sottolineare che l'accessibilità deve iniziare già nel realizzare siti web accessibili.
Per quanto riguarda la fruizione dei beni artistici abbiamo due tipologie di percorsi: quelli dove è possibile toccare direttamente le opere originali, e lì è chiaro che bisogna prestare una certa attenzione perché l'opera va salvaguardata, quelli realizzati attraverso le riproduzioni che vengono fatte con diverse tecniche (disegni a rilievo ad esempio realizzati con la Minolta o la serigrafia, bassorilievi, mappe tattili ecc…). È evidente che ci possano essere percorsi dove in parte si accede a delle opere originali e in parte a opere riprodotte. Poi nel nostro paese abbiamo due importanti musei "specifici" che sono il Museo tattile statale Omero di Ancona e il Museo Tattile di Pittura Antica e Moderna Anteros dell'Istituto Cavazza di Bologna. Possiamo fare anche qualche esempio di percorsi accessibili come ad esempio Palazzo Te a Mantova dove è stato fatto un lavoro molto importante, il Museo del Cinema di Torino con il QRCode, con un bel plastico della Mole Antonelliana all'ingresso, mappe tattile. A Roma, in San Pietro in Vincoli, è stato realizzato un percorso accessibile formato da alcuni pannelli che descrivono il luogo, ma soprattutto c'è una riproduzione della tomba di Giulio II che fu realizzata da Michelangelo, questa ovviamente riprodotta con la stampante 3D e ridotta con tutte le difficoltà che comporta ridurre un monumento immenso a dimensioni esplorabili tattilmente; c'è anche la testa del Mosè rifatta in grandezza naturale da una gipsoteca. Tutto il percorso è stato realizzato con la supervisione del museo Omero e questo è l'ultimo percorso che ho visitato. È evidente che sto semplicemente facendo alcuni esempi, ma per fortuna i percorsi accessibili nei musei, nelle aree archeologiche sono molti di più. Poi mi preme sottolineare due progetti relativi all'informazione sui percorsi accessibili e sono:
A.D.ARTE a cura del Mibac dove vengono indicati i musei accessibili e i servizi che offrono (per ora, se non sbaglio, sono segnalate circa ottanta realtà, ma è già un inizio); l'altro è Articolo 27 a cura del museo Omero. La differenza è che mentre il MIBAC si occupa dei musei statali, Articolo 27 si occupa delle altre tipologie di musei. Articolo 27 per ora invia periodicamente un'Informativa alle persone disabili visivi che riepiloga i musei che offrono percorsi accessibili, ma a breve saranno disponibili anche le schede relative ai percorsi accessibili di ogni singolo museo.

K. Caravello: Abbiamo parlato di quella che è la realtà italiana che per quanto ci sia ancora molto da fare, lascia percepire un cambio di atteggiamento. In Europa come è la situazione? Siamo più avanti o indietro o uguali?
F. Torrente: Prima di rispondere alla tua domanda voglio segnalare che a Bologna presto inaugureremo tre percorsi museali, dove ci saranno mappe tattili, schede informative in braille e in caratteri ingranditi. In questi tre musei si toccheranno opere originali.
Per quanto riguarda l'Europa la situazione, è per quello che conosco io, variegata. La prima questione che riguarda tutti i paesi e non solo quelli europei è quella legislativa. Ho partecipato l'anno scorso ad una conferenza organizzata dall'università di Maastricht dove io rappresentavo l'EBU e quindi il mio intervento era in gran parte incentrato ad affermare questo nostro diritto, accedere alla cultura, come viene sancito dalla Convenzione dell'ONU sui disabili e specificatamente dall'articolo 9 ma soprattutto è l'articolo 30 che si concentra sull'accessibilità ai beni artistici, culturali, sportivi ecc. Poi sono intervenuti diversi relatori che affrontavano l'aspetto da un punto di vista legislativo, perché c'è il problema della riproduzione e non tutti i paesi hanno una legislazione che permette di eseguire una riproduzione, alcuni hanno delle limitazioni sui numeri, per esempio in Germania non possono produrre più di 10 copie di una singola opera e la realizzazione non deve essere a scopo di lucro.
Altri paesi sono contrari per via del copyright. Altri ancora non hanno una legislazione e quindi si opera in assenza di un quadro legislativo preciso.
L'auspicio di tutti gli intervenuti è stato quello di arrivare ad una armonizzazione legislativa tipo il trattato di Marrakech sui libri. A Maastricht non erano presenti solo esponenti di paesi europei, ma anche di molte realtà extraeuropee.
Erano presenti anche alcuni musei dove si stanno tentando alcune sperimentazioni molto particolari, alcuni appunto riproducono gli ambienti del quadro, altri si affidano più all'aspetto disegno o la serigrafia, altri ai bassorilievi e quindi entra in gioco la tecnologia perché si usano molto le stampanti 3D e su questo tema c'è stato un intervento specifico.
Comunque per quello che conosco io in Europa ci sono alcune realtà accessibili, per esempio a Londra al British Museum si può prenotare una visita, in Francia anche ci sono diversi musei accessibili, in Spagna, a parte quello dell'ONCE, c'è il museo Mirò a Barcellona dove puoi toccare le opere originali; in altre realtà come in Svezia ti fanno mettere i guanti per toccare. In Grecia pure ci sono diverse realtà dove l'accessibilità è stata curata. Direi che in alcuni paesi l'attenzione c'è, ma direi pure che il nostro paese su questo terreno fa certamente parte del gruppo di paesi più avanzati. Ci tengo a precisare che sto facendo degli esempi e quindi certamente non un quadro esaustivo dei percorsi presenti in Europa che sono molti, molti di più e che inoltre, ovviamente, non conosco la realtà di tutti i paesi.
Comunque non c'è ancora una diffusione capillare, ma certamente dei passi avanti si stanno facendo.

K. Caravello: Questa è una notizia positiva. Speriamo che così come in Italia l'attenzione sta crescendo, questo accada anche in Europa e si possano rendere più omogenee le tecniche ma anche le legislazioni, visto che ogni paese ha le sue regole. Hai accennato poco fa a questa conferenza a cui hai partecipato e so che in questa conferenza hai parlato della stampa 3 D utilizzata in questo campo. Qual è l'aiuto che questo tipo di tecnologia può dare per favorire l'accesso ai beni culturali ed artistici?
F. Torrente: La tecnologia può dare dei grossi aiuti. Quando si parla di tecnologia bisogna avere anche una certa prudenza, perché quello che diciamo adesso tra poche settimane potrebbe già essere superato dato che la tecnologia si sviluppa a grande velocità. È importante che le tecnologie vengano utilizzate nel modo corretto ma anche in sinergia l'una con l'altra. Ci sono delle app accessibili che possono contenere video, descrizioni, schede, tutte le informazioni importanti per poter avere una visita accessibile, possono essere connessi a dei beacon, quindi mentre ti muovi ti danno indicazioni di dove ti trovi, cosa c'è in quella sala, nei vari pannelli tattili, ad esempio, si possono inserire dei QRCode, dei tagNFC, tecnologie che permettono di ricevere sul proprio smartphone ulteriori informazioni, approfondimenti ecc… Ma su queste tecnologie mi fermerei qui per non inoltrarci troppo sull'aspetto tecnico del loro funzionamento.
Per quanto invece riguarda le stampanti 3D io vedo questa potenzialità, alla base di una stampa 3D c'è ovviamente un file digitale e il lavoro grosso è realizzare bene questo file digitale, questo permette in prospettiva di abbassare i costi perché una volta che tu hai il file digitale puoi fare un alto numero di copie, quindi si esce dalla produzione del pezzo unico. Inoltre questo permette di mettere insieme i vari sforzi, le varie produzioni ed arrivare ad una biblioteca di file digitale di opere d'arte che possono essere sculture, bassorilievi, possono essere disegni tridimensionali e quindi questo potrebbe permettere uno scambio internazionale delle diverse realizzazioni (i file digitali). Questo abbasserebbe anche i costi e si potrebbe avere una biblioteca digitale di immagini di opere d'arte che possono essere riprodotte in 3D. Le stampanti 3D stanno facendo anche dei grossi passi avanti sull'utilizzo dei materiali, cioè mentre prima eravamo abituati a vedere solo dei materiali plastici, ora ci sono stampanti che permettono di utilizzare dei materiali che riproducono piuttosto bene il ferro, il legno, il marmo, il bronzo e questo ti permette di avere una percezione ancora più vicina a quella che è l'originale, più realistica, anche questo è un passo importante. Ma per la mia esperienza bisogna ancora sperimentare molto perché quello che ho potuto vedere fino ad ora richiede certamente di dover essere migliorato e poi l'intervento umano di finitura della riproduzione mi sembra sia ancora necessario. Comunque stiamo parlando di un mondo in rapida evoluzione che dobbiamo tener presente e sott'occhio, seguirlo con attenzione e fare anche della sperimentazione per le potenzialità che può rappresentare.

K. Caravello: Che cosa si può o si deve fare per avvicinare le persone con disabilità visiva e penso in particolare ai giovani al mondo della cultura e dell'arte?
F. Torrente: Faccio una premessa. I musei sono delle macchine molto complesse e oggi la gran parte dei musei non sono più come ce li immaginavamo noi o come si concepivano nell'Ottocento, cioè un luogo dove si conservano delle opere d'arte, ma hanno tutto un settore dedicato alla didattica, alle scuole e laboratoriale. La cosa fondamentale che noi dobbiamo chiedere che all'interno dei musei ci sia personale specializzato perché poi alla fine al di là di tutti i discorsi tecnologici il rapporto con l'uomo rimane fondamentale, un personale specializzato che sia in grado di guidare le persone in modo competente ad esplorare e a scoprire quello che il museo offre ai disabili, visivi e ai disabili in generale arricchisce sicuramente la fruizione dei contenuti presenti all'interno del museo. È importante anche che gli operatori museali abbiano delle competenze didattiche laboratoriali in modo che quando le scolaresche vanno a fare il loro laboratorio e nella classe c'è un ragazzo disabile visivo, questo personale sia in grado di proporre attività didattiche e laboratoriali coinvolgenti, inclusive. Occorre fare cultura fra gli addetti ai lavori. Come avvicinare i giovani? Questo è un lavoro che deve essere fatto preparando insegnanti di sostegno, insegnanti d'arte… insomma è un lavoro che dovrebbe iniziare dalla scuola, perché chi vede fin da bambino vede una marea di immagini, ma per noi è necessaria un'educazione alla lettura dell'immagine, capacità di farsi un'immagine mentale, di leggere un bassorilievo, un disegno a rilievo, una mappa. Quindi è dalla scuola che si deve cominciare a lavorare perché i giovani possano apprezzare appieno e avvicinarsi poi al mondo dell'arte, ai musei, alla cultura perché se non c'è questa base diventa tutto più complicato.

K. Caravello: Un lavoro di carattere educativo e di carattere formativo per gli insegnanti e gli operatori museali.
F. Torrente: Deve entrare nella scuola questa idea che i ragazzi devono essere educati alla lettura dell'immagine, al godimento dell'arte, perché se rimane solo un fatto mnemonico, cioè mi interrogano su Giotto o su Leonardo e io ripeto e basta, senza un'esperienza tattile tutto si impoverisce e questo non incentiva i giovani a fruire dell'arte. Insomma sappiamo che per i nostri ragazzi l'esperienza tattile è fondamentale per non cadere in un puro verbalismo.

K. Caravello: Grazie per le informazioni e i tanti spunti di riflessione, torneremo sicuramente a parlare di questo argomento, che abbiamo visto essere in continua evoluzione.



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