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Il Progresso

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Numero 6 del 2019

Titolo: Scienza- Le basi neurali dell'orecchio assoluto

Autore: Redazionale


Articolo:
(da «Lescienze.it» del 12 febbraio 2019)
Lo chiamano «orecchio assoluto»: è la straordinaria capacità di alcune persone di riconoscere esattamente, o addirittura riprodurre, la frequenza di una nota senza un diapason o altri riferimenti di sorta. L'orecchio assoluto è spesso correlato a un eccezionale talento musicale: si narra infatti che ne fossero dotati grandi compositori come Bach, Mozart e Beethoven. Tuttavia, non era ben chiaro quale fosse l'area del cervello responsabile di questa abilità, in che cosa una persona dotata dell'orecchio assoluto differisse da una persona normale, e infine, se si tratta di una capacità innata oppure acquisita con l'esperienza. Uno studio pubblicato su «Journal of Neuroscience» da Larissa McKetton e colleghi dell'Università di Toronto e dell'Università del Delaware a Newark, risponde adesso a molte di queste domande. McKetton e colleghi hanno coinvolto in una sperimentazione di laboratorio 61 volontari, suddivisi in tre gruppi: musicisti dotati di orecchio assoluto, musicisti senza orecchio assoluto ma con un'esperienza musicale simile ai primi, e infine persone con competenze musicali minime, che rappresentavano il gruppo di controllo. Gli autori hanno sottoposto i volontari a test uditivi e, contemporaneamente, a scansioni di risonanza magnetica funzionale, una tecnica di imaging che consente di evidenziare le aree cerebrali attivate mentre si è impegnati in un determinato compito. Gli autori hanno valutato in particolare la risposta agli input della corteccia uditiva, la parte della corteccia situata nel lobo temporale superiore che sovraintende all'elaborazione degli stimoli uditivi. Hanno così identificato tre sottoaree - e precisamente le regioni primaria, rostrale e rostro-temporale - che si attivavano in chi è dotato di orecchio assoluto.
Ma qual è esattamente il meccanismo alla base dell'orecchio assoluto? Le informazioni anatomico-funzionali raccolte da McKetton e colleghi possono fornire utili indicazioni a riguardo. In termini generali, i neuroni nella corteccia uditiva sono organizzati in strutture che reagiscono a specifiche frequenze, strutture note come mappe tonotopiche. L'identificazione di una certa frequenza passa dunque attraverso l'attivazione della mappa tonotopica corrispondente. I ricercatori erano partiti dall'ipotesi che l'orecchio assoluto derivasse da una capacità dell'area primaria di «sintonizzarsi» in modo fine sulla frequenza udita tramite mappe tonotopiche molto specifiche. Ulteriori approfondimenti hanno invece messo in luce un meccanismo differente. Il dato emerso, infatti, è che nei musicisti con orecchio assoluto le regioni primaria e rostrale erano più ampie rispetto agli altri due gruppi - musicisti senza orecchio assoluto e soggetti di controllo - tra i quali invece non c'erano differenze di rilievo. Il dato fondamentale è che quelle aree hanno mappe tonotopiche ad ampio spettro, in grado cioè di sintonizzarsi su frequenze piuttosto diverse degli stimoli uditivi. In conclusione, i dati, anche se raccolti su un piccolo gruppo di persone, indicano che l'orecchio assoluto è correlato a specifiche caratteristiche dell'anatomia cerebrale, che sono indipendenti dalla competenza musicale del soggetto. Ciò porta a ipotizzare che si tratti di una capacità con una forte componente innata, determinata geneticamente. L'addestramento e l'esperienza musicale, in altre parole, avrebbero un peso limitato.



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