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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 21 del 2019

Titolo: A proposito di un fossile vivente - terza parte

Autore: Claudio Cicognani


Articolo:
Le discipline scientifiche costituiscono l'ambito in cui la scomparsa dell'optacon ha le ripercussioni negative più gravi, ma effetti negativi non trascurabili si fanno sentire anche in altri campi, che qui si tralasciano solo per motivi di spazio e alcuni dei quali efficacemente descritti nell'articolo di Deborah Kentstein «The optacon: past, present and future», consultabile in Internet. L'autrice, scrittrice e giornalista free-lance statunitense, pone soprattutto l'accento sull'autonomia e sulla dignità che la «macchina per leggere» le ha dato.
L'elemento più importante che si vorrebbe fosse emerso da ciò che precede è quanto sia artificiosa la contrapposizione fra l'optacon e gli altri sistemi di lettura a disposizione dei non vedenti ed in particolare il Braille (sia in forma cartacea sia digitale). L'optacon infatti può efficacemente integrare questi sistemi, non sostituirli: con esso si può arrivare là dove con gli altri mezzi è assai difficile e spesso impossibile giungere. E si tratta di poter giungere anche in «luoghi» di alto interesse, benché‚ ovviamente possano non interessare a tutti (quantità e qualità non sempre coincidono, anche se questo semplice concetto viene da qualcuno ormai considerato obsoleto). Queste possibilità offerte dall'optacon sono il portato di una sua prerogativa sulla quale varrebbe la pena riflettere: per un cieco, esso viene a costituire, sia pure in forma rudimentale, qualcosa di assimilabile a un occhio. Infatti, come si potrebbe diversamente considerare uno strumento che consente a chi non vede di percepire, in modo immediato, forme che altrimenti possono essere percepite solo visivamente? Bisogna allora riconoscere che la perdita pressoché completa dell'optacon ci ha resi, nel complesso, un po' più ciechi. Qui si auspica dunque una riproposizione dell'optacon? Non esattamente: qui si vuole piuttosto invitare a una seria riflessione sull'opportunità di recuperare l'idea su cui l'optacon si basa, e cioè la presentazione tattile diretta e immediata di forme destinate in origine alla sola percezione visiva.
Questa idea potrebbe oggi essere efficacemente sfruttata in sinergia con le potenzialità dei sistemi digitali, utilizzando una matrice tattile simile a quella dell'optacon come una delle periferiche di output di un computer e prevedendo la possibilità di esplorazione di immagini attraverso l'uso del mouse (per testi in forma digitale), oltre che attraverso una piccola telecamera come nell'optacon per la lettura diretta di testi cartacei.
Un apposito software potrebbe, previa opportuna elaborazione, guidare l'utente all'interno di un testo, indicandogli di volta in volta la modalità più appropriata per fruire delle varie parti di esso, cioè la modalità di lettura attraverso display Braille o sintesi vocale, oppure quella attraverso la matrice tattile (e riguardo a quest'ultima modalità il software potrebbe anche, ad esempio, risolvere problemi di contrasto relativi all'impiego di colori che non siano il nero e il bianco). L'optacon, nella sua forma originale, alla luce delle tecnologie ora esistenti appare effettivamente un po' primitivo, ma implementato da queste tecnologie potrebbe diventare uno strumento di uso relativamente semplice come periferica di un computer, il quale potrebbe supplire in gran parte alla lentezza dell'uso ed essere da esso efficacemente integrato.
Naturalmente, non ci si nasconde che il discorso ora svolto cade in un clima non proprio favorevole, perché‚ riguardo agli ausili per non vedenti (così come sotto tanti altri aspetti), stiamo vivendo a livello globale una lunga fase di pensiero unico, che prevede come output verso l'utente cieco solo la voce e il Braille (del quale, giova ribadirlo, non si intende assolutamente mettere in discussione la fondamentale importanza).
Tuttavia, si auspica almeno che i ricercatori attualmente impegnati ad affrontare il problema dell'accesso dei non vedenti alla notazione matematica possano disporre di corrette informazioni su ciò che l'optacon permette di fare. Senza dubbio, leggere con l'optacon comporta una certa fatica, ma come evitare che chi non vede debba, quando si tratta di conseguire qualche importante risultato, sobbarcarsi in una forma o in un'altra una fatica maggiore (e spesso anche di molto) rispetto a chi la vista la possiede?
Tirando le somme, danni non lievi, sebbene per lo più non adeguatamente percepiti, sono arrecati al nostro «habitat» dalla quasi totale estinzione, niente affatto «naturale», del nostro «fossile vivente». Una rivisitazione in chiave attualizzata del suo «patrimonio genetico» potrebbe però risultare un buon modo per rimediare ampiamente a tali danni.



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