Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

torna alla visualizzazione del numero 22 del Corriere Braille

Numero 22 del 2019

Titolo: A proposito di semplificazione: Se basta una bicicletta perché devo usare una Ferrari?

Autore: Luciano Paschetta


Articolo:
Da alcuni mesi sono stato incaricato della Direzione dell'Irifor Piemonte, ed è in questa veste che, pur non essendo io un esperto di contabilità, secondo un mio principio «capire per agire», ho seguito l'incontro di formazione organizzato dalla sede centrale sul nuovo programma di contabilità che anche le sedi dell'istituto dovrebbero adottare. Era la prima volta che mi avvicinavo a quel programma e, quando il formatore ha avviato la spiegazione, chiarendo la prima voce che era necessario attivare i cespiti, ossia l'inventario dei beni immobili e mobili della sede, ho avuto il primo «sobbalzo» sulla sedia: mentre lui spiegava i vari passaggi e link necessari per caricare l'inventario, ho avuto la netta sensazione che nessuno gli avesse spiegato quale è la realtà dell'Irifor. Egli infatti ha proseguito il suo intervento presentando tutte le operazioni necessarie per la gestione contabile e per redarre il bilancio della sede con precisi riferimenti al regolamento amministrativo dell'istituto.
Tra l'altro ho avuto la sensazione, che per ora è una sensazione, di trovarmi di fronte ad un software inutilmente complesso e sovradimensionato per le attività anche della stragrande maggioranza delle sedi dell'Unione. Su questo al momento mi astengo da ogni valutazione, quello che però non posso tacere è l'assurdità di far adottare un simile programma gestionale a realtà la cui attività consiste spesso nella realizzazione di un progetto o due all'anno del valore di poche migliaia, quando non di poche centinaia di euro. Per chi non lo sapesse l'Irifor, almeno in teoria, oltre alla sede centrale, ha 18 sedi regionali e 88 sedi territoriali, nessuna di queste è situata in locali di proprietà, ma sempre in strutture condivise con la sezione Uici, a volte anche senza neanche un contratto di comodato d'uso non oneroso con la sede Uici che le ospita. Di queste sedi solo una dozzina di quelle regionali fanno qualche attività, solo tre, però, realizzano più di un progetto all'anno, le altre si limitano ad organizzare il campo riabilitativo. Solo poco più di un quarto delle sedi territoriali fa qualcosa, ma tra queste tranne cinque o sei, tutte le altre hanno un bilancio annuo di poche centinaia o poche migliaia di euro.
Se escludiamo, cinque o sei sedi, (due o tre regionali e due o tre provinciali), tutte le altre non hanno personale proprio, ma alla poca attività dell'Irifor provvede saltuariamente il personale dell'Unione, che, come sappiamo, in tantissime sezioni, è di una sola unità e, a volte, neanche a tempo pieno. Questa in estrema sintesi la realtà Irifor e a questa situazione si vorrebbe «semplificare» la gestione proponendo un programma che, da quello che ho capito ieri, è stato creato per gestire aziende complesse. Io, che nelle potenzialità dell'Irifor ho sempre creduto e credo, penso che questa non sia la strada per stimolare le sedi territoriali ad attivarsi. Mi si dirà che certe incombenze sono imposte dalla nuova legge del «Terzo Settore», ma se è vero che la legge ci richiede obbligatoriamente alcuni adempimenti è altrettanto vero che sul modo di adempiervi occorre trovare lo strumento idoneo alla situazione reale. Un esempio per capirci: se devo in qualche modo avere un mezzo di locomozione per andare in città, magari vado in bicicletta o al massimo in motorino, non compro certo una Ferrari, perché poi, oltre i costi di utilizzo, la sua guida è talmente complicata che ho bisogno dell'autista.



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida