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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 23 del 2019

Titolo: Dal particolare al generale: quale realtà, quale futuro?

Autore: Massimo Vita


Articolo:
Scrivo questo articolo perché vorrei riflettere ad alta voce sullo stato dell'arte del tessuto associativo in vista oramai dell'anno congressuale. Parto dalla piccola realtà di Siena per guardare alla Toscana e all'Italia. La sezione di Siena nel panorama associativo è senza dubbio un esempio di ricambio generazionale.
Oggi è retta da un gruppo di giovani che ha una età media sotto i quaranta anni. Il presidente dottor Alessandro Turci laureato in giurisprudenza, la vice presidente Maestra Nadia Bredice diplomata in canto, la dottoressa Elena Ferroni è laureata in psicologia, la dottoressa Martina Medori è laureata in lingua e letteratura italiana, la vice presidente di Irifor è la studentessa in filosofia Roberta Dinardo. In consiglio il più anziano è il nostro amico consigliere delegato vedente Mario Petri che ha poco più di 65 anni e poi ci sono io con 56 anni. Ho voluto precisare solo le date più elevate per mettere l'accento sulla gioventù della maggioranza di questo nostro gruppo dirigente. Questi giovani stanno portando avanti la buona tradizione della sezione intitolata all'ex presidente Cavaliere Attilio Borelli. In questo periodo sta curando la raccolta fondi per il centro diurno per pluriminorati; sta organizzando una esibizione del coro Arlecchino in un palazzo storico della città per chiudere una mostra di quadri tattili realizzati per noi dagli ospiti della casa circondariale di Siena; subito dopo il 14 giugno ricorderanno o meglio ricorderemo il nostro ex dirigente l'amico avvocato Enrico Giannelli con una serata di sonetti di cui lui era scrittore apprezzato e amato; il 21 giugno sempre con il coro arlecchino parteciperanno a una serata musicale presso le fondi di Pescaia a una manifestazione intitolata «La Diana canta Siena»; il 27 giugno terranno un torneo con laboratorio per chi vorrà provare il gioco presso il cortile del rettorato dell'università di Siena. Come potrete immaginare, oltre a tutto questo esiste il lavoro ordinario di una sezione che non può essere fermato.
Mi piace sottolineare che in questa sezione, su sette consiglieri ben quattro sono donne perché oltre a Elena, Nadia e Martina abbiamo anche Concetta, madre di un nostro socio con minorazioni aggiuntive. Il figlio di Concetta è impegnato, nonostante le sue difficoltà a gestire il nostro centralino con ottimi risultati. Federico, il nostro centralinista è per noi un grande biglietto da visita e andiamo orgogliosi di quanto abbiamo lavorato per farlo sentire utile e importante. Forse la nostra Direzione dovrebbe ripensare a un premio per le sezioni che abbassano la propria età media nei consigli e aumentano la presenza delle donne per spingere ancora di più sul ricambio generazionale e aiutare i giovani a lavorare nell'associazione da dirigenti.
Mi auguro che nel nostro tessuto associativo aumentino questi esempi e a dire il vero, mi sento fortunato perché questi giovani hanno preso il mio posto nella direzione della sezione e si stanno facendo onore. Penso che questa sia la strada per un dirigente che vuole guardare al futuro altrimenti si rischia di implodere e non mi pare giusto dire che non abbiamo materiale umano per la classe dirigente. Dei problemi esistono ma si deve avere il coraggio di scegliere la qualità e la conoscenza dell'associazione. Solo chi si è sporcato le mani nel territorio potrà lavorare con cognizione di causa a livello regionale e nazionale. In regione Toscana ci sono realtà a macchia d'olio e le varie realtà territoriali presentano luci e ombre che richiederanno uno sforzo del prossimo gruppo dirigente che porti a un assetto più unitario e meglio strutturato sul territorio. La nostra associazione dovrà guardare all'assetto del territorio più che alle piccole rendite di posizione. In questa epoca di crisi economica e sociale non si giustificano realtà con pochi iscritti. Penso che anche in Toscana ci sono le risorse per assicurare un futuro roseo all'associazione rilanciando la nostra azione guardando al futuro tenendo i piedi ben piantati nella storia associativa.
Se dovessi dire cosa vedo nel futuro, direi che io penso positivo e vedo in esso ampie possibilità di miglioramento per la nostra famiglia associativa ma dovremo compiere scelte forti e coraggiose come sta dimostrando di saper fare la nostra dirigenza. Dovremo preparare una riforma statutaria davvero profonda seguendo la traccia del Congresso di Chianciano. Dobbiamo darci un gruppo dirigente forte, coeso, capace di guardare all'associazione con sguardo esperto e innovativo. Se sapremo fare tutto questo, se avremo la forza di imprimere una accelerazione forte alla nostra azione innovatrice, potremo dire di aver onorato il nostro centenario. Se così sarà, il 2020 sarà per ciechi e ipovedenti, l'alba di una nuova era. Un'era che ci porterà lontani e ci farà guardare con maggiore fiducia al futuro.



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