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Il Progresso

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Numero 22 del 2019

Titolo: Storie- L'assistenza degli onesti

Autore: a cura di Concita De Gregorio


Articolo:
(da «Invece Concita» su «Repubblica.it» del 7 novembre 2019)
Antonio Becca, 54 anni, di Bologna, gestisce un negozio di articoli per animali.
«Scrivo per conto di mia madre Paola Benuzzi, una donna di quasi 80 anni ricoverata da giugno scorso in una casa di riposo a seguito dell'insorgenza di una demenza che l'ha resa totalmente dipendente dall'aiuto di personale specializzato 24 ore su 24. Fino allo scorso febbraio mia madre era una donna attiva, navigava in internet e leggeva email, necessitava solo di qualche sporadico aiuto per le faccende di casa. Poi nulla più. La sua esistenza è stata stravolta dalla malattia, azzerando di fatto tutta una vita di madre, di nonna, di lavoro, di attivismo politico e di impegno sociale coi tossicodipendenti».
«Mi sono rivolto all'Inps per avere il riconoscimento dell'invalidità e per ottenere un fondamentale aiuto economico, dal momento che la retta mensile ammonta a tre volte la pensione di mia madre. Convocati dalla Commissione Inps, ho accompagnato mia madre presentando quattro referti che la descrivono in «necessità di assistenza continua poiché la paziente non è più in grado di provvedere ai propri bisogni di base» (Geriatria Sant'Orsola), «totalmente non autosufficiente e inconsapevole dei propri bisogni» (Ausl Bologna), «non in grado di compiere i comuni atti della vita» (il medico curante), «non in grado di vestirsi, mangiare e camminare» (medico della struttura di ricovero)».
«Dopo pochi minuti la Commissione Inps ha decretato l'invalidità ma non l'indennità di accompagnamento perché, testuale, «la signora non è poi così grave...» privandola di fatto della possibilità di proseguire le cure a lei necessarie, insostenibili economicamente da gente comune con un reddito normale».
«Dopo una vita lavorativa durante la quale ha sempre pagato tasse e contributi, e con una pensione di poco più di 800 euro, le sarebbe spettato un trattamento diverso. Per fortuna non se ne rende conto. Ditemi voi se questa è Previdenza sociale. Piccola nota a margine. Ho una piccola attività, se non mi fossi comportato onestamente e non avessi versato con regolarità in tutti questi anni i contributi Inps, oggi avrei 70 mila euro a disposizione per le cure di mia madre, invece stato onesto e mi hanno sbattuto la porta in faccia».



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