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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Il Progresso

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Numero 23 del 2019

Titolo: Storie- Una gentilezza cambia la giornata

Autore: a cura di Concita De Gregorio


Articolo:
(da «Invece Concita» su «Repubblica.it» del 22 novembre 2019)
Gilda Berardi, 17 anni, Isernia, studentessa del Liceo Vincenzo Cuoco, sogna di fare la neuropsichiatra infantile
«Il 13 novembre, Giornata mondiale della gentilezza, sono andata con i miei compagni di classe nell'ospedale della mia città, Isernia. Abbiamo distribuito dei lavori che avevamo realizzato ai pazienti. In cambio abbiamo ricevuto i loro sorrisi, le loro storie e i loro pensieri sulla gentilezza. La gentilezza è una qualità ormai rara, ma non del tutto estinta, parte dai piccoli gesti come un sorriso, un grazie, un'offerta di aiuto. Io ho incontrato tante persone gentili nella mia vita. Un episodio in particolare mi è rimasto impresso».
«Qualche settimana fa ero a Roma, dovevo prendere la metro in una città che non conosco molto bene, ero in difficoltà. Vicino a me c'era una ragazza, che probabilmente, frequentava l'università, così le ho chiesto se la metro in arrivo fosse quella giusta da prendere per la mia destinazione. La ragazza mi ha risposto garbatamente di sì e mi ha anche accompagnata. Una volta salite, mi ha fatto capire dove vedere le varie fermate e mi ha detto che, se non fosse dovuta scendere prima, mi avrebbe avvisato quando sarebbe toccato a me».
«Mi ha colpito molto il fatto che la ragazza, pur non conoscendomi, sia stata gentile con me e mi abbia aiutato. Al di là della semplice informazione, l'aspetto più bello è stato il sorriso di questa ragazza. I modi garbati, una voce gentile, uno sguardo sorridente e luminoso possono cambiare l'umore, trasformare nervosismi e ansie, proprio come quelli che provavo lì, spaesata, nella metropolitana della capitale, in tranquillità e anche gioia».
«Durante il ritorno, ancora felice del mio incontro mattutino, ho ripensato ad altri episodi nei quali ho sperimentato la gentilezza delle persone nei miei confronti, come quando, durante l'inverno scorso, ho subito una distorsione alla caviglia e, dovendo usare le stampelle, ho avuto alcune difficoltà, ad esempio nel portare lo zaino e nel salire le scale, ma i miei compagni mi hanno aiutato con il loro appoggio e la loro premura».
«Ora so che anche che io devo donare momenti di gentilezza ai miei familiari, ai miei compagni e alle persone che avrò la fortuna di incontrare. Voglio fare mia la frase di Maya Angelou «Sii un arcobaleno nella nuvola di qualcun altro», con ciò spero di incontrare tanti arcobaleni nella mia vita».



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