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Kaleîdos

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Numero 2 del 2020

Titolo: Quello che gli uomini ci hanno «rubato»

Autore: Giulia Finazzi


Articolo:
(da «Viversaniebelli» n. 3 del 2020)
La distinzione rigida dei generi, che impone a ciascuno ruoli definiti, nel mondo occidentale si sta perdendo, aprendo altre possibilità di espressione, in famiglia e nel lavoro
Se un tempo c'erano le massaie, le casalinghe e le sarte, oggi ci sono anche i cuochi, i casalinghi, i babysitter e i segretari. Quelle che fino a qualche decennio fa erano professioni e attività di appannaggio quasi esclusivo del sesso femminile, hanno iniziato ad attirare l'interesse anche degli uomini. Non deve stupire: la società è cambiata e ambiti che in passato erano «chiusi» e preclusi a uno dei due sessi, nel tempo hanno perso i loro confini netti. I ruoli ormai sono diventati più fluidi e complementari.
Abbiamo individuato alcune attività considerate «da donne», che stanno attirando l'interesse degli uomini e abbiamo chiesto alla dottoressa Caterina Pettinato, psicologa e mental coach, di aiutarci a capire il perché.
Lavorano in cucina
«Noi uomini siamo più fortunati, le donne pensano ai figli, ce l'hanno nel Dna». È così che lo chef francese tre stelle Michelin Yannick Alléno ha risposto a un giornalista che, durante la conferenza internazionale sull'alta cucina che si è tenuta nelle scorse settimane a Parigi, ha chiesto come mai al tavolo dei relatori non fossero presenti esponenti del sesso femminile.
In effetti, quasi tutti i grandi cuochi sono uomini. Eppure, la cucina è da sempre il regno delle donne, al punto che molti fra i vari Cracco, Bottura, Marchesi, Vissani hanno ammesso di aver imparato a cucinare dalla nonna o dalla mamma.
Il commento dell'esperta
Ci sono sicuramente difficoltà oggettive: quella dello chef è una professione impegnativa, fisicamente e mentalmente, che costringe a fare molti sacrifici. Non solo.
Oggi, questa figura è molto stereotipata: quando pensiamo al cuoco per eccellenza, non pensiamo alla massaia accogliente e rassicurante, ma allo chef carismatico e un po' sopra le righe che conduce programmi tv, dove forse i conduttori uomini sono più funzionali alle logiche dello spettacolo.
Non per forza è uno svantaggio: semplicemente, in questi anni abbiamo assistito a un cambio di mentalità rispetto a una definizione rigida dei due ruoli.
Si «fanno belli»
Fino a qualche anno fa, più un uomo era «ruspante» e selvaggio e più era considerato attraente. Oggi anche gli uomini amano prendersi cura di sé: sono ormai molti quelli che fanno la ceretta, non disdegnano i trattamenti estetici e si concedono giornate di relax nelle Spa, rubando lo scettro alle donne.
Basti pensare che secondo un'indagine dell'American society of aesthetic plastic surgery, i maschi che si rivolgono a medici e chirurghi plastici sono raddoppiati in sei anni e quadruplicati nel giro di un ventennio.
Il commento dell'esperta
Non c'è nulla di male, anzi, la cura di sé, infatti, dovrebbe essere un dovere per tutti, indipendentemente dal sesso di appartenenza: uomini più curati non sono meno virili, ma uomini più piacevoli.
In questi anni le barriere legate all'idea che solo le femmine possano occuparsi del proprio aspetto sono state abbattute. Così come sono state abbattute quelle legate all'idea che solo i maschi possano pensare ai propri muscoli. Se gli uomini hanno iniziato ad andare dall'estetista, le donne hanno iniziato a frequentare palestre per diventare più muscolose e toniche.
L'importante è non esagerare e non superare certi limiti, ma questo vale per entrambi i sessi.
Accudiscono i bambini
In pochi decenni siamo passati dalla figura del padre autoritario a quella del padre amico. Se gli uomini delle vecchie generazioni non si preoccupavano troppo dell'accudimento dei figli, molti di quelli dei tempi odierni non solo vogliono partecipare in prima persona alla loro educazione, ma ambiscono a costruire un rapporto speciale con i loro piccoli. Inoltre, spesso condividono con la compagna la gestione della casa e della famiglia.
A dimostrazione di come i maschi si stiano affacciando in una dimensione che un tempo era esclusivamente delle donne, c'è anche il fatto che sono sempre più numerosi quelli che scelgono di fare i baby sitter.
Il commento dell'esperta
La maggior partecipazione dei papà nella crescita dei figli rappresenta un fattore molto importante di sviluppo sociale, segno dei cambiamenti avvenuti nella nostra società in generale e nelle dinamiche famigliari in particolare.
L'occuparsi della prole non è tanto un dovere dei padri, quanto un diritto dei bambini: i bimbi che possono contare sulla presenza costante e attiva di entrambi i genitori, infatti, crescono con una base più solida e sicura e due punti di riferimento differenti, ma complementari.
Sarebbe consigliabile, però, che i ruoli di mamma e papà rimanessero ben distinti e non si sovrapponessero: il papà insomma non dovrebbe fare il mammo. È bene cercare di mantenere un certo equilibrio.
Seguono le mode
Chi l'ha detto che solo le donne amano essere alla moda e avere un guardaroba al passo con i tempi? Un tempo certamente, ma ora non più: il sesso maschile sta diventando simile a quello femminile anche da questo punto di vista. Sono numerosissimi gli uomini che seguono le tendenze fashion e curano con grande attenzione il proprio look.
La conferma arriva dalla Camera nazionale della moda, secondo cui in Italia nel 2018 gli uomini hanno speso più delle donne per vestirsi: circa 17,3 miliardi contro 15,1 miliardi di euro.
Non solo: gli ultimi decenni hanno visto i maschi diventare sempre più protagonisti anche nell'industria della moda. Numerosi grandi stilisti dei nostri tempi, infatti, sono di sesso maschile.
Il commento dell'esperta
La crescente propensione dell'uomo per la cura di sé si declina in tanti modi differenti e si riflette anche in una maggiore attenzione per il proprio outfit: è normale che maschi sempre più interessati al proprio corpo e al proprio aspetto curino nei dettagli anche il proprio modo di vestirsi e presentarsi.
Per quanto riguarda la forte presenza maschile nel settore della moda, non deve stupire. Comunemente, quando si parla della professione di sarta viene spontaneo pensare alle donne: l'uomo «sarto» suscita ancora un certo scalpore e stupore. In realtà, è bene e normale che ci siano punti di vista maschili anche in questo ambito, che possono completare e arricchire quelli femminili.
Amano il gossip
Nell'immaginario comune, le persone pettegole per eccellenza sono donne. In effetti, per molto tempo è stato così: il sesso femminile si è sempre distinto per l'amore verso le chiacchiere. Basti pensare a certe epoche passate, quando le dame erano solite spendere interi pomeriggi chiacchierando e spettegolando tra di loro.
Ultimamente, però, anche gli uomini si stanno appassionando al genere. Secondo uno studio americano, i gossip piacerebbero a tutti senza distinzioni di sesso e, mediamente, anche i maschi dedicherebbero a questo passatempo almeno 52 minuti al giorno.
Il commento dell'esperta
È un dato di fatto: ormai anche gli uomini amano spettegolare. Per averne la conferma, basta entrare nello spogliatoio di una palestra dopo una lezione di crossfit o dopo una partita di calcetto.
In genere, però, chiacchierano in modo diverso dalle donne: sono tendenzialmente più strategici e basilari, andando subito al sodo e non perdendosi in troppi «fronzoli» e dettagli.
È un bene che anche i maschi parlino e sparlino fra di loro, perché quello dello spettegolare è un aspetto normale e anche sano della nostra vita, purché non si sconfini nella cattiveria: è un falso mito che siano le donne a farlo.
La psicologa:
«L'importante è assecondare le proprie inclinazioni»
Abbiamo chiesto un parere alla dottoressa Eleonora Iacobelli, psicologa, vice presidente Eurodap (Associazione europea disturbi attacchi di panico), responsabile trainer di Bioequilibrum a Roma.
D. La distinzione di ruoli fra maschi e femmine, così netta in passato ora sta scomparendo?
R. In alcuni casi, non è più così definita come un tempo, mentre in altri no. Non si tratta, comunque, di una situazione necessariamente negativa. È normale che in una società che si sta evolvendo, come la nostra, anche i canoni, i modelli di riferimento e le idee mutino e certi confini si modifichino. Il problema è che non è sempre facile adattarsi a questi cambiamenti.
D. Qual è il rischio più grande di queste trasformazioni?
R. A non essere funzionali sono gli estremismi: l'eccesso non paga mai. Per cui, va benissimo che gli uomini si impegnino in attività che un tempo riguardavano quasi esclusivamente le donne, purché non esagerino. Per esempio, non c'è nulla di male che tengano alla propria casa, ma non è ottimale che siano ossessionati dall'ordine e dalla pulizia.
D. Uomini e donne possono condividere professioni e attività?
R. Sì certo, ci può essere un'ottima complementarietà fra i sessi. Anzi, la parità, purché reale ed effettiva, è auspicabile. È ovvio che i maschi siano più predisposti per certe attività e le donne per altre ed è anche giusto valorizzare queste differenze, ma nulla vieta loro di cooperare e di cimentarsi in ambiti che magari sulla carta non sono i più congeniali per il proprio caso specifico. Più che fare un discorso di differenza di genere, bisognerebbe fare un discorso di diversità individuali.
D. In che senso?
R. Ciascuno è diverso dall'altro non perché appartiene al sesso opposto, ma perché possiede determinate caratteristiche individuali. L'ideale è che ciascuno rispetti le proprie peculiarità e assecondi le proprie inclinazioni: è questa la chiave per stare davvero bene nei propri panni e sentirsi realizzati.
Giulia Finazzi



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