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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 42 del 2020

Titolo: Storia dell'Unione - seconda parte

Autore: Vincenzo Massa


Articolo:
La Presidenza Daniele
Nel 1996 viene reso attivo il sito internet dell'Uic e il presidente saluta così i primi fruitori: «A coloro e a quelli che verranno nei giorni avvenire, il benvenuto del Presidente Nazionale che ha creduto sin dall'inizio a questa iniziativa e la considera di portata rivoluzionaria, perché incide profondamente nel costume, nella cultura e nella vita dei ciechi italiani. La rete internet costituisce uno strumento prezioso per creare un circuito virtuoso che vada dal centro alla periferia. La Presidenza e la Direzione Nazionale faranno fino in fondo il loro dovere, ma come scriveva un famoso pedagogista americano: si può condurre il cavallo alla fonte ma non si può costringerlo a bere». Ha inizio il cammino verso il terzo millennio e la lunga lotta per non restare fuori dai cambiamenti e dall'innovazione tecnologica che diviene sempre più istantanea. L'Uic capisce bene che oltre alla rappresentanza è giunto il momento di erogare servizi dedicati ai minorati della vista italiani. In questa rivoluzione tecnologica anche il servizio del libro parlato si rinnova abbandonando la vecchia cassetta e passando ai più moderni e funzionali cd. Nel 1997 il Raid ciclistico in tandem celebra il suo decennale attraversando i due mari da Cosenza a Reggio Calabria riscuotendo un grande successo per la presenza di cittadini e istituzioni che per la prima volta si avvicinavano al mondo dei ciechi. A novembre del 1997 si svolge in Sicilia il XIX Congresso Nazionale, il presidente nazionale Tommaso Daniele in un passaggio del suo intervento iniziale sottolinea: «Rischiamo le pari opportunità, quelle scritte nella Costituzione Italiana del 1948, articolo 3 comma II secondo cui è dovere dello Stato rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono al cittadino di partecipare attivamente e produttivamente alla vita del proprio paese». E poi continua: «un traguardo che rischia di essere un miraggio, se non riusciremo a incidere profondamente sulle coscienze di coloro che detengono il potere economico, politico e sindacale e, soprattutto, se non riusciremo a scaldare il cuore della cosiddetta società civile». Alla fine dei lavori Tommaso Daniele viene riconfermato Presidente nazionale e insieme al nuovo Consiglio nazionale sarà chiamato ad accompagnare l'Uic nel terzo millennio con l'impegno solenne di difendere le pari opportunità.
L'anno 2000 vede spiccare l'approvazione del decreto Salvi in materia di lavoro, che individua nuove professioni per i ciechi: l'addetto agli uffici per le relazioni con il pubblico, l'addetto alla gestione di banche dati, l'operatore di marketing, estendendo loro tutti i benefici previsti dalla legge 113-85 a favore dei centralinisti telefonici ciechi. Il decreto Salvi è solo il punto di arrivo di un lungo percorso che ha visto prima difendere con fatica, ma con successo, le varie leggi sul collocamento obbligatorio dei ciechi, seriamente minacciate dalle prime formulazioni della riforma sul lavoro dei disabili e poi ottenere dal Parlamento una norma fondamentale per il lavoro futuro dei ciechi che attribuisce al Ministero del Lavoro la facoltà di individuare, con proprio decreto, nuove figure professionali di lavoratori ciechi. La legge 69-2000, in materia di istruzione, che stanzia cospicui fondi per la riforma degli istituti atipici per l'educazione dei ciechi e dei sordomuti nella prospettiva di favorire e sostenere la loro integrazione scolastica. Un traguardo lungamente inseguito, quasi un sogno proibito dell'Unione Italiana dei Ciechi che da vent'anni vede nella istituzione di centri regionali di risorse la chiave per superare carenze e disfunzioni dell'integrazione scolastica. Un traguardo ed un sogno resi impossibili dalla feroce ostilità del Ministero della Pubblica Istruzione, degli altri invalidi e di alcuni gruppi di ciechi innamorati della teoria delle intese tra gli enti locali, mai realizzata in Italia. La legge, che istituisce il Museo Nazionale Tattile «Omero» in Ancona e che stanzia 500 milioni all'anno per la sua gestione, rappresenta un altro segno più nel bilancio del 2000 e premia giustamente l'impegno e la dedizione di Aldo Grassini, che con amore e competenza ha creato il Museo in quella città. Ma anche in questo caso non c'è rosa senza spine. Infatti la legge in parola non ha ancora trovato attuazione per le lentezze burocratiche del Comune di Ancona, del Ministero dei Beni Culturali e degli altri enti pubblici coinvolti. E ciò nonostante l'impegno di Aldo Grassini e le sollecitazioni della Presidenza Nazionale. In verità, il 2000 si è anche chiuso sotto i migliori auspici, poiché negli ultimi due mesi dell'anno sono stati approvati tre provvedimenti di grande interesse per i ciechi italiani: la legge quadro sull'assistenza, l'estensione ai ciechi dei benefici previsti per i disabili motori per l'acquisto dell'autovettura ed infine lo stanziamento nella finanziaria di 87 miliardi per aumentare l'indennità speciale dei ciechi ventesimisti. Solo qualche parola sui benefici fiscali per l'acquisto dell'autovettura: la detrazione del 19% dall'Irpef, la riduzione della aliquota Iva al 4%, la esenzione dal pagamento dell'imposta di bollo rappresentano un risultato insperato per le attività associative del 2000, sono state segnate particolarmente dall'impegno per celebrare gli 80 anni di vita e di storia dell'Unione Italiana dei Ciechi. Ma l'impegno associativo per l'80o anniversario dell'Unione Italiana dei Ciechi non si esaurisce nei momenti celebrativi, trae invece spunto da essi per mobilitare la categoria nella direzione di un riassetto organizzativo delle strutture periferiche e di una presa di coscienza delle grandi sfide dell'era moderna. Purtroppo l'anno dell'80o anniversario è stato anche l'anno della morte di Gianni Fucà, l'ideatore ed il fondatore del Centro di Consulenza e di Documentazione Giuridica che ora porta il suo nome. In questo stesso anno il presidente Daniele viene nominato, all'interno dell'Unione Europea dei Ciechi, a rappresentare l'Ebu nella sua veste di vice presidente presso il Consiglio d'Europa. «Il ruolo dell'associazionismo nell'era della globalizzazione» tiene banco nella discussione fra i dirigenti associativi che si preparano al XX Congresso Nazionale. Il Congresso Nazionale conferma il gruppo dirigente uscente; dal Presidente al Consiglio Nazionale, anche se la domanda forte di quell'assise fu il calo della partecipazione alla vita associativa da parte di giovani e donne a cui bisognava dare risposta. Il cammino avviato, dunque, del riassetto organizzativo deve proseguire con forza affinché l'Uic non perda la sua credibilità e efficacia come associazione. Il 2002 è la fotografia di un cantiere sempre aperto, straordinariamente operoso, in cui le mani del Presidente Nazionale, della Direzione Nazionale, del Consiglio Nazionale, delle numerose Commissioni di lavoro e di tutte le strutture territoriali, si muovono armonicamente per la realizzazione di un disegno condiviso. Il 2003 è caratterizzato dalla scarsità delle risorse economiche che torna tragicamente di attualità con l'avvento della cosiddetta globalizzazione che ha esasperato il primato della economia sulla politica, mettendo in crisi le conquiste dello stato sociale fiore all'occhiello della civiltà mediterranea. Tutto questo durante l'anno europeo dedicato alle persone con disabilità. Durante il 2003 governi e parlamenti di tutta Europa hanno fatto a gara per scrivere pagine di retorica sui diritti dei disabili e un Ministro del Governo italiano che, durante la conferenza di lancio dell'anno europeo a Bari, annunciò la grande rivoluzione «non saranno più i disabili ad andare verso lo Stato, sarà lo Stato ad andare verso i disabili», restarono parole che si sono sciolte come neve al sole. Il 2003 segna anche la fine del mandato di presidente della Fand del prof Daniele. Nel 2004 la più grande visibilità è stata raggiunta con la celebrazione del Cinquantesimo anniversario della «Marcia del dolore», visibilità che ha avuto il suo momento clou nella partecipazione alla popolare trasmissione «Domenica In», partecipazione che è durata vari minuti ed ha avuto il pregio di mandare in onda alcune toccanti immagini della marcia, che hanno commosso l'opinione pubblica e i tanti superstiti di quello storico evento.
Una grande edizione del raid in tandem e pedalò e 800 persone che prendono parte al Congresso Nazionale di Orosei in Sardegna segnalano la vivacità di un'associazione che è appena riuscita a rispingere al mittente gli attacchi all'associazione per diminuirne l'autorevolezza. Ecco alcune battute con cui il presidente nazionale dell'Uici descrive il 2006 chiamando all'impegno oltre ogni ostacolo la dirigenza: «La debolezza della politica sempre meno in grado di governare i fenomeni sociali; la signoria dell'economia che assoggetta alle sue leggi tutte le altre, rimanendo indifferente di fronte al grido di dolore delle numerose vittime che semina lungo la sua strada; l'impotenza della morale, preda ormai di un relativismo che non riesce a offrire punti di riferimento precisi, ancoraggi sicuri soprattutto per i più deboli; il predominio della civiltà delle immagini, naturalmente ostile a chi non vede, poiché l'80% delle informazioni che arriva al cervello passa attraverso il canale visivo; la follia del terrorismo, lo sviluppo compatibile; la cecità dello sviluppo tecnologico, che non tiene conto dei bisogni delle persone con necessità speciali e immette sul mercato prodotti non accessibili a tutti. Un quadro che evoca i rischi di una società di hobbesiana memoria, la guerra di tutti contro tutti».
Il 2007-2008-2009 sono gli anni dei tagli di bilancio che colpiscono in maniera rilevante anche l'Unione che è chiamata ad una maratona estenuante di incontri per tentare di limitare al minimo i danni che pure saranno ingenti sull'erogazione di servizi ai minorati della vista italiani. Il primo agosto del 2007 vi fu un grande avvenimento e un bel riconoscimento per tutti i ciechi italiani, con la legge 126 il Parlamento italiano istituiva la giornata nazionale del Braille la cui celebrazione avverrà ogni anno il 21 febbraio.
La celebrazione del XXII Congresso a Chianciano dal 26 al 28 ottobre del 2010, con un tema particolarmente suggestivo: «Uguali diritti, pari opportunità, progresso per tutti. La missione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti nell'era della grande crisi» propone anche un'altra novità. Per la prima volta nella storia dell'Unione due concorrenti alla carica di Presidente nazionale e una quarantina di candidati per i venti seggi del Consiglio Nazionale: testimonianza, questa, di un rinnovato amore per l'associazione in un tempo caratterizzato dal grande disimpegno delle istituzioni nei confronti dei cittadini più deboli dovuto, anche, alla grande crisi economica che attraversa l'intero pianeta. Questi sono anni difficili in cui l'Uici è chiamata a difendere le conquiste ottenute con tante battaglie che vengono brutalmente aggredite dal fallimento delle politiche economiche e che vedono l'Italia precipitare quasi nel baratro. Il 2013 è l'anno nero per l'Uici, sottoposta ad una campagna mediatica sui falsi ciechi, il presidente nazionale accusa un malore che lo costringerà all'inizio del 2014 a dare le dimissioni, che vengono così descritte dal neo presidente nazionale Mario Barbuto: «Il 16 novembre, nel pieno del proprio impegno associativo, il nostro presidente Tommaso Daniele ha dovuto sopportare l'offesa di quel malessere che nei mesi successivi lo ha sottratto definitivamente alla guida della nostra Unione. La sorte ha voluto infliggere a Tommaso un colpo tremendo e a noi tutti una punizione tanto dolorosa quanto inattesa. Le conseguenze sul piano associativo si sono avvertite immediatamente e credo che continueranno ad avvertirsi ancora per anni. Un timoniere di quella portata non si sostituisce. Non si rimpiazza. Semplicemente ti manca... E basta! E tu puoi soltanto fare di tutto per proseguire la navigazione nel modo meno accidentato possibile».
Questo racconto è parziale perché 28 anni di presidenza del prof. Tommaso Daniele non si possono racchiudere in poche righe. L'iniziativa del premio Braille, i raid in tandem e pedalò, le 100 leggi fatte approvare, fra cui quella istitutiva della giornata nazionale del Braille, gli anni 90 e 2000 con l'avvento dell'euro e la rivoluzione dell'assetto associativo che integra a pieno titolo gli ipovedenti nel logo. Il terrorismo, le crisi economiche e finanziere che colpiscono il pianeta, la rivoluzione tecnologica con l'avvento di internet. Queste sono solo alcune onde solcate dal prof. Tommaso Daniele, attualmente presidente onorario Uici, alla guida dei ciechi italiani. A lui la gratitudine e il riconoscimento per come si è speso e per quanto ha fatto per dare autorevolezza e visibilità alle tematiche delle pari opportunità. A lui il merito di aver avviato la prima fase della struttura organizzativa dell'associazione e di aver consegnato nelle mani del presidente Mario Barbuto un'organizzazione pronta a rispondere al pensiero innovatore e futuristico indispensabile per affrontare le nuove sfide che attendono i ciechi italiani.



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