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Corriere dei Ciechi

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Numero 5 del 2021

Titolo: ATTUALITÀ- Un secolo di tecnologie

Autore: Marino Attini


Articolo:
Al nostro servizio... ma non sempre per tutti
Negli ultimi 100 anni abbiamo visto una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di vivere grazie alle tecnologie elettroniche che hanno creato tante trasformazioni nella vita di ogni giorno, nell'istruzione, nel lavoro e nella medicina. Tutto questo ha modificato i nostri costumi, ha modificato il modo di comunicare, ha modificato il modo di divertirsi e certamente non possiamo tralasciare o ignorare questa continua evoluzione che interessa tutti. Purtroppo, in questo percorso l'interazione uomo macchina, ovvero le interfacce di comunicazione, hanno creato delle barriere ai non vedenti e agli ipovedenti, ma abbiamo sempre cercato di rimanere, per quanto possibile, al passo con i tempi. Ripercorriamo in questo articolo le tappe principali di questa frenetica metamorfosi.
Circa 100 anni fa nasceva la radio, il primo mezzo di comunicazione di massa moderno, proprio davanti a me ho una bella radio Phonola del 1936 con quattro grandi manopole, una per accendere e spegnere, una per il volume, una per il tono e una per la selezione delle stazioni, e a seguire fummo affascinati dai radiogiradischi, dai registratori a bobine, come i mitici Geloso e negli anni 70 arrivarono i registratori a cassette e i mangiadischi, oggetti con pochi tasti, tipicamente meccanici, che utilizzavamo dopo poco con la massima autonomia. Anche il mondo degli elettrodomestici vide negli anni 60 e 70 una crescita di vendite esponenziale e anche in questo caso la lavatrice, forse lo strumento più complesso, poteva richiedere una maggiore attenzione nell'utilizzo, ma tutto avveniva meccanicamente con una serie di manopole di cui la più temuta era il rotore dei programmi su cui, con piccoli sotterfugi, si segnavano le posizioni per ritrovarle agevolmente.
Parallelamente all'elettronica di consumo si sviluppò l'informatica, battezzata negli Stati Uniti nel lontano 1890 e che entrò nell'era moderna nel 1939 col primo calcolatore che utilizzò il sistema binario e a seguire nel 1943 nasceva il Mark1, il potentissimo calcolatore di IBM che permetteva di sommare un numero di 23 cifre in meno di mezzo secondo, ma questa è davvero storia che però portò in pochi anni alla diffusione di questi mastodontici calcolatori nel mondo del lavoro e della ricerca escludendo di fatto l'utilizzo alle nostre categorie essendoci un' interazione in ingresso da tastiera, e questo non era necessariamente un limite, ma in uscita su carta stampata e successivamente su monitor. Solo negli anni 80, con l'arrivo dei personal computer e del sistema operativo MS-DOS che prevedeva una gestione testuale abbastanza semplice, arrivarono finalmente i primi screen reader di cui il primo parlante italiano fu "Parla", sviluppato da Paolo Graziani, che sfruttava un sintetizzatore vocale e venne principalmente utilizzato per la gestione dei programmi di videoscrittura mentre per permettere ai non vedenti di gestire la programmazione ci volle ancora qualche anno e l'introduzione dei visualizzatori braille con la possibilità di superare i limiti di lettura del sintetizzatore permettendo la gestione di parole straniere, numeri e simboli.
I mercati dell'elettronica viaggiarono autonomamente e parallelamente per parecchio tempo su due binari, di cui uno chiamato "analogico" e il secondo "digitale" fino a quando, nel corso degli anni 80, le aziende di elettronica si consorziarono e decisero che per aumentare le opportunità di business future, il tutto avrebbe dovuto convergere in digitale e fondarono il Moving Picture Expert Group che studiò il modo di convertire le fonti analogiche e comprimere le tante informazioni con complessi algoritmi chiamati MPEG, oggi elementi indispensabili per tutti i contenuti che ormai convergono e sono digitalizzati. Da questa scelta negli ultimi 30 anni audio, video, fotografia, processi industriali e via dicendo, tutto è divenuto digitale, per convergere nei personal computer come nei nostri telefoni cellulari, anch'essi analogici negli anni 80 e 90 col sistema ETACS e oggi divenuti smartphone con tutte le potenzialità di un pc. Anche gli elettrodomestici e l'elettronica di consumo è divenuta digitale e questo ha portato i costruttori a sfruttare il processore e il software inserito in questi dispositivi per gestirli in modo digitale ed ecco affiancarsi alle buone e vecchie manopole altri sistemi come manopole a scorrimento infinito e ancor peggio le superfici tattili che peraltro assumono in taluni casi funzionalità diverse pertanto non gestibili e non identificabili. Ecco quindi l'oggettiva difficoltà a sostituire il nostro microonde con uno nuovo perdendo l'interfaccia analogica e così per tante altre cose, dentro e fuori casa.
Nel 2010 anche le trasmissioni televisive diventano digitali e i nostri televisori si trasformano in smart tv, e come successo precedentemente per i telefoni, divenuti smartphone, di fatto diventano meno televisori e più computer, per fortuna il telecomando rimane ancora tattile.
Fortunatamente la convergenza di questi dispositivi ha portato ad una convergenza anche nei sistemi operativi che li gestiscono così ci ritroviamo oggi con WINDOWS, MACOS, LINUX che coprono la quasi totalità dei sistemi operativi per i personal computer, con ANDROID e IOS per la quasi totalità di smartphone e tablet e alcune altre soluzioni per smart tv e accessori e con non poche lotte oggi sono tutti dotati di funzionalità per l'accessibilità che ci permettono di gestirle. Purtroppo su queste piattaforme ci sono milioni di applicazioni che dovrebbero essere sviluppate rispettando i criteri di accessibilità ed invece troppo spesso non vengono adeguate.
In questi ultimi anni la fase di interazione tra i diversi dispositivi elettronici porta ad altre opportunità nell'elettronica di consumo e nasce la domotica, un qualcosa di mai troppo chiaro che però, dopo oltre 30 anni dalla sua iniziazione, crea ancora una volta nuove interfacce per l'interazione come quella vocale e nasce il mercato degli assistenti vocali che scatenano in pochi anni un interesse di business anche per quelle aziende che per anni stavano a guardare e nascono gli elettrodomestici, i sistemi di sicurezza, i prodotti medicali e tanto altro che si collegano alla rete wifi e dialogano con i nostri assistenti vocali, ma anche con gli smartphone e coi tablet creando una nuova forma di interazione che ci offre una cosa che abbiamo sognato o visto nei film, una cosa che si studiava dagli anni 80 e che in un attimo oggi è a nostra disposizione con poche decine di euro e in casa arriva una nuova inquilina che si chiama Alexa.
Oggi sta arrivando velocemente una nuova forma di interazione che è la cosiddetta intelligenza artificiale, certamente una parola inquietante che però ci potrà dare in taluni casi altre facilitazioni in quel processo fondamentale che è l'interazione uomo macchina, da cui siamo partiti in questo racconto.
L'idea e l'intuizione del nostro Presidente Nazionale di creare INVAT è stata data proprio da questa continua metamorfosi che nella nostra giornata ci vede e ci vedrà interagire sempre più spesso con questa realtà hi-tech e proporzionalmente maggiori potranno essere i vantaggi ma anche le difficoltà, il lavoro di monitoraggio e di sensibilizzazione per coloro che cercheranno di arginare queste difficoltà non sarà facile, un lavoro che deve agire su due fronti opposti, capillarmente sull'utente in difficoltà e in larga scala verso i progettisti ed i produttori monitorando costantemente il mercato, presente e futuro.



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