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Corriere Braille

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Numero 23 del 2021

Titolo: Rimettere al centro il lavoro

Autore: Maurizio Landini


Articolo:
Viviamo un momento difficile. La drammaticità di questo ultimo anno resterà nella storia, come una pagina indelebile che ha segnato profondamente la nostra vita. Probabilmente, non riusciremo più a vivere allo stesso modo. Ora dobbiamo correggere i nostri errori, e cercare soluzioni efficaci a problemi che ci trasciniamo da anni. La pandemia sta cambiando profondamente non solo la nostra società, ma il mondo intero. L'emergenza sanitaria si accompagna all'emergenza occupazionale. Drammaticamente si ripropone una discussione sulle disuguaglianze, e nuovamente si contrappongono forti e deboli. I deboli hanno e stanno pagando un prezzo altissimo, sia in vite umane sia in termini di difficoltà economiche e sociali. Gli ultimi dati, riferiti alle persone con disabilità, forniti dalla IX Relazione del Parlamento sullo stato di attuazione della legge 68-99, ci dicono che gli iscritti al collocamento obbligatorio delle persone con disabilità sono più di 900.000. Ad oggi saremo arrivati al milione, e domani? I dati rischiano di essere ancora più drammatici. Noi cosa possiamo fare?
Unitariamente ci stiamo battendo per una proroga del blocco dei licenziamenti e per una riforma degli ammortizzatori sociali secondo i principi dell'universalità e della solidarietà. Ma questo non basta. Non possiamo permettere nuove fratture sociali e che il prezzo più alto lo paghino ancora una volta le fasce più deboli della società. C'è bisogno che la politica lavori per una strategia economica finalizzata alla piena occupazione, accompagnata dall'espansione dei diritti, e non mirante alla destrutturazione.
Ad un lavoro senza diritti e dignità, senza crescita culturale, politica e sociale, corrisponde una società egoista, individualista in cui ansie, fragilità ed insicurezza mettono seriamente a rischio il quotidiano di ognuno di noi. Il lavoro non è una merce, e dunque disoccupazione e precarietà rende più maledettamente difficile per una persona con disabilità l'inclusione lavorativa e rende più facile l'abbandono di un progetto di vita, compreso l'abbandono di uno sviluppo culturale e professionale con rischi di regressione di professionalità faticosamente acquisite.
Dobbiamo spingere per una politica di inclusione lavorativa e sociale, con un occhio di riguardo alle categorie più fragili. Da anni la Cgil sta chiedendo un «Piano straordinario per l'occupazione delle persone con disabilità». Ora è il momento di agire. La Cgil nasce proprio in difesa dei più deboli e bisognosi. Il sindacato, insieme alle associazioni di categoria, lo fa da anni. Insieme alla Uici lavoriamo da tempo per affermare i diritti di piena inclusione delle persone con disabilità, e per sostenere ed aiutare chi più ha bisogno. Noi crediamo che il diritto al lavoro, il diritto ad un lavoro dignitoso e con un giusto salario, sia alla base di tutto questo. Il Primo Maggio è stata l'occasione per ribadire tutto ciò.
Lo voglio rimarcare nuovamente, questo Primo Maggio ha rimesso al centro il lavoro, la speranza ed il coraggio. Il messaggio che abbiamo voluto mandare è che ricostruire il Paese, è necessario. Abbiamo la necessità di creare nuovi posti di lavoro e ripartendo da quelli che hanno pagato il prezzo più pesante e hanno perso il lavoro. Il sindacato continuerà a fare la sua parte, attraverso la rappresentanza dei disabili nelle aziende, negli organismi, nelle confederazioni, nella contrattazione, nella rivendicazione della «giustizia sociale» che porterà nel futuro dignità per tutti gli uomini e le donne con disabilità e non.
Maurizio Landini
Segretario Generale Cgil



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