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Corriere Braille

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Numero 36 del 2021

Titolo: Parliamo di radiofari

Autore: a cura di Marino Attini


Articolo:
Abbiamo capito dagli articoli pubblicati nei numeri scorsi che questa soluzione si basa sulla comunicazione tra il dispositivo che stiamo utilizzando e i radiofari, così chiamati perché trasmettono di continuo un segnale radio che permette di creare una comunicazione bidirezionale quando il raggio di azione, definibile a seconda dei diversi utilizzi, ne attiva la comunicazione.
A parte questi grandi paroloni, quello che ci serve sono le informazioni per arrivare a un punto preciso: ecco perché il radiofaro deve essere sempre posizionato in modo adeguato e soddisfare le condizioni per cui il segnale acustico emesso parta dal punto esatto dove vogliamo arrivare. La creazione di questa rete è stata una delle importanti sfide che questa soluzione ha dovuto affrontare. Per questo stiamo qui affrontando gli specifici contesti con la massima attenzione possibile.
Esistono molte tipologie di radiofari che si adattano ad ogni esigenza di utilizzo e che allo stesso tempo non richiedono impianti o infrastrutture complesse. Una delle ricerche che più di tutte ha richiesto un grande lavoro è stata la progettazione dei radiofari da installare sui mezzi pubblici, con la pretesa che l'informazione non fosse statica ma dinamica.
L'obiettivo era fornire al non vedente una ricezione vocale sul suo dispositivo del numero e della direzione del mezzo, come se leggesse il tabellone frontale, e a questo scopo sono state sviluppate interfacce hardware e software che permettono, ogni qualvolta l'informazione di direzione cambia sul pannello luminoso frontale del bis, di replicare lo stesso pannello sul dispositivo attraverso l'interazione di cui abbiamo parlato in precedenza, quella che rappresenta la punta di diamante della soluzione Letismart.
Ma non basta, quando un radiofaro va montato su un mezzo pubblico in movimento, questo deve garantire severe caratteristiche costruttive e passare test complessi e costosi, come la certificazione automotive. Impresa davvero difficile è stata quella di andare ad aggiungere elettronica sugli impianti semaforici, cosa che inizialmente sembrava una soluzione impraticabile, sia tecnicamente che legalmente.
Un giorno siamo stati ricevuti dai titolari della Semaforica, azienda italiana leader mondiale che da quasi 80 anni opera in questo settore, e abbiamo creato una bellissima sinergia, unendo la loro professionalità a quella di Scen con un risultato straordinario: l'integrazione del radiofaro Letismart, opportunamente progettato e miniaturizzato, all'interno del pulsante semaforico, senza creare alcun impatto visivo, per raggiungere la piena integrazione e l'omologazione di una soluzione completa. Questa permette peraltro una grande flessibilità di configurazione ed integrazione con il sistema T-Max, una soluzione computerizzata di gestione degli incroci semaforici che realizza importanti vantaggi, non solo nell'individuazione del pulsante semaforico, ma anche nella possibilità di prenotarlo direttamente dal dispositivo e di gestire in alcuni casi anche la tempistica, agevolando l'attraversamento con tempi più lunghi sul verde e una attenta gestione nella sicurezza del traffico.
Ma ascoltiamo questa bella storia direttamente dalle parole dei protagonisti:
«Sono Andrea Greggio, amministratore delegato della Semaforica, e volevo raccontare l'esperienza avuta col progetto Letismart, con Marino Attini e con l'azienda Scen. Un giorno abbiamo ricevuto una telefonata, una delle tante che capitano al centralino, e abbiamo avuto modo di parlare con delle persone che ci hanno subito colpito per l'entusiasmo che dimostravano nel progetto che ci stavano prospettando. Non siamo soliti a concedere incontri senza prima ricevere una presentazione del prodotto, però qualcosa ci diceva che questa volta sarebbe andata diversamente dalle solite ed usuali proposte di collaborazione, tant'è che ci siamo ritrovati attorno a un tavolo, accomunati immediatamente dalla volontà di migliorare lo status vivendi delle persone portatrici di handicap visivo attraverso una sinergia. Ci siamo fatti spiegare il progetto, abbiamo presentato tutte quelle che potevano essere le difficoltà nell'integrare un progetto come Letismart nel mondo, però abbiamo messo subito a disposizione il nostro know how e la nostra professionalità perché l'integrazione fosse possibile e così è stato. Nel corso del tempo siamo riusciti a raggiungere l'obiettivo, grazie a Scen e a Marino, che ha messo tutto l'entusiasmo di cui è ricco il suo carattere, facendo da collante decisivo perché i tempi fossero abbastanza rapidi. Siamo riusciti ad integrare i tag all'interno dei dispositivi, siamo riusciti ad interagire a livello software con la piattaforma per raggiungere un risultato compiuto, è così è stato. Oggi abbiamo semafori che parlano in maniera aperta con i dispositivi Letismart e abbiamo i radiofari che guidano i non vedenti nell'attraversamento dell'incrocio. In questo modo, tramite la nostra piattaforma di centralizzazione T-Max, riusciamo ad interagire con i non vedenti e a creare un programma apposito per loro per permettergli di attraversare in completa sicurezza».
Concluderei dicendo che il connubio delle tre realtà è stato fondamentale, ma lo è stato soprattutto il connubio delle persone, perché le aziende sono fatte di persone e le persone fanno la differenza. Abbiamo avuto a che fare subito con entusiasmo e con dovere verso il prossimo, siamo persone che nel loro quotidiano vivono di grandi soddisfazioni lavorative, ma questa è stata una soddisfazione molto più che lavorativa, direi etica, che ci permette di dire senza nessun problema, senza timore e fuori dai denti, che abbiamo fatto qualcosa di buono per il prossimo.
Ora vogliamo vedere questa cosa concretizzarsi e allargarsi a macchia d'olio in tutto il territorio nazionale. Il nostro sogno sarebbe che ciò avvenisse anche all'estero, vedendo il progetto Letismart realizzato per aiutare chi comunque è stato meno fortunato di noi.
Caratteristiche di grande interazione sui trasporti e sui semafori hanno reso questo dispositivo adatto anche alle persone in carrozzina. Tante le tipologie, le forme e le specifiche tecniche degli altri tipi di radiofari, sempre costruiti con la massima adattabilità agli impianti preesistenti e senza alcuna linea dati o altri complessi cablaggi.
Più di tutto va evidenziata la realizzazione, dopo una lunga ricerca, di radiofari con batteria tampone, adatti ad essere collegati all'illuminazione pubblica, che si alimentano durante le ore in cui l'illuminazione pubblica è accesa per poi continuare a funzionare in autonomia garantendo il servizio negli altri orari. E, ancor più particolari, i radiofari alimentati con un pannellino solare che si caricano con la luce del sole, garantendo, in modo analogo ai precedenti, un funzionamento costante anche nelle ore notturne. Questa soluzione non richiede nessun cablaggio ed è adatta in tante situazioni particolari.
La ricerca costante sui radiofari induce sempre più le amministrazioni a scegliere Letismart perché offre la possibilità di creare una infrastruttura sul territorio urbano con la massima rapidità e semplicità, senza richiedere cablature o complessità che possano far lievitare considerevolmente i costi del progetto e con la massima elasticità di riconfigurazione dei percorsi e del posizionamento.



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