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Corriere dei Ciechi

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Numero 1 del 2024

Titolo: SPECIALE- Abbiamo solo un modo per vedere il mondo, fidarci degli altri

Autore: Redazionale


Articolo:
Presentazione Campagna Lasciti Testamentari UICI
12 dicembre 2023, Roma - Il cielo plumbeo di dicembre si riflette sui sampietrini bagnati dalla pioggia, rimbalzando nelle ossa in brividi di umidità, tanto che nemmeno i turisti sembrano riuscire a sentire altro, pur soffermandosi a guardare l'algida imponenza dell'altare della Patria e i secoli di Storia racchiusi tra le rovine del Foro Romano. Loro non sanno, d'altronde, che proprio lì, a pochi passi, nel cuore di questa Roma infreddolita, si sta producendo un calore umano che scioglierebbe qualsiasi brivido: nell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani sta iniziando la prima campagna lasciti testamentari dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Sotto le morbide geometrie degli archi a botte della sala Igea, al chiarore di un lucernario in stile Liberty, la giornalista Alessandra Viero presenta un evento curato nei minimi dettagli, presenziato dal Presidente Mario Barbuto e dalla vicepresidente Linda Legname, che accolgono numerosi ospiti, protagonisti di questa campagna, come lo è il folto pubblico seduto in sala. E come lo è, d'altronde, ogni singola persona all'esterno, ognuno di noi, perché quando si parla di testamento solidale, si parla di un dono, il gesto concreto che sancisce un contatto umano fondato sulla fiducia, la fiducia reciproca di chi dona e di chi riceve il dono. Per definizione, infatti, il testamento solidale è un atto che contiene delle disposizioni volte a beneficiare un'associazione o una fondazione per una causa benefica di pubblica utilità.
"Oggi non è più il tempo di chiedere qualcosa nei termini della beneficenza", esordisce il Presidente, "oggi si deve chiedere nei termini del dono, perché il dono è qualcosa di reciproco: il donatore offre quel poco o tanto che possiede e colui che riceve deve donare la capacità di far sentire coinvolto il donatore, che si senta partecipe dei progetti di vita portati avanti dall'associazione cui ha donato".
Un concetto facile da esprimere, ma molto più difficile da realizzare, come sa bene il Presidente Barbuto, che sottolinea, per questo, l'importanza assoluta della fiducia: "fidarsi è sapere che si sta donando a un'associazione che nel tempo ha costituito una garanzia, un'associazione antica ma sempre viva, con la sua attività che cerca sempre di trovare elementi innovativi per continuare a svolgere il proprio ruolo anche in un mondo profondamente cambiato dal 1920, anno della sua fondazione".
Un'attività che può continuare ancora in futuro proprio grazie ai lasciti: "le 106 sezioni territoriali, le 21 sedi regionali e il grande lavoro dell'ufficio nazionale dell'Uici permette al donatore di sapere che viene allevato e addestrato un cane guida, che viene realizzato un percorso di vita indipendente, che viene consentito ai disabili della vista di andare a scuola e lavorare come tutti, ma anche di praticare sport, visitare mostre d'arte, luoghi di cultura, viaggiare, perché la vita non è solo studio e fatica, ma anche divertimento e felicità".
Ma il lavoro più evidente dell'Unione riguarda ciò che, senza di lei, è destinata a rimanere invisibile, quelle disabilità plurime cui l'Uici rivolge sforzi enormi e un'attenzione che premia in pieno la fiducia del proprio donatore: "un'emergenza nascosta che fatica ad approdare ai tavoli di lavoro delle istituzioni, rendendo impossibile quel passo che dovrebbe concretizzare la garanzia costituzionale alle pari opportunità", spiega Barbuto, "mancano quelle azioni mirate e speciali che sono essenziali nei casi di disabilità plurime, perché troppo spesso si dimentica che queste persone fragili sono cittadini con gli stessi diritti degli altri".
È alla vita di queste persone, come a quella di ogni disabile visivo, che sono necessari i lasciti testamentari all'Uici, "perché ogni dono fatto dai testamenti solidali ci servirà per lavorare su questo nei prossimi anni", continua il Presidente, "su progetti che vanno dalla culla alla terza età, dalle disabilità visive a quelle complesse, per garantire a tutti un futuro fatto di dignità, colmando il vuoto lasciato dalle istituzioni". C'è il cuore dentro il lavoro dell'Unione, quello dei suoi dirigenti e dei 40 mila soci che la costituiscono; e non può che esserci il cuore anche nel legame che stabilisce con chi le offre fiducia, come conclude il Presidente: "fidatevi dell'Unione, perché tutti noi in essa mettiamo il cuore per incontrare un altro cuore, quello di chi sposerà i nostri progetti, offrendoci un pezzettino della sua attenzione e del suo amore".
È proprio questo incontro di cuori che sta alla base della Campagna dei Lasciti dell'Uici, perfettamente espresso da una frase che riecheggia nel bellissimo spot, in onda da gennaio sulle reti Mediaset: "Abbiamo solo un modo per vedere il mondo, fidarci degli altri". Proprio come spiega la creatrice dello spot, Chiara Gaetani dell'Agenzia Komma: "L'idea del messaggio è la fiducia, quella che è alla base di tutte le relazioni importanti e che deve trasmettersi a chi può fare un gesto importante verso un'associazione come l'Uici, che dimostra la propria affidabilità attraverso la concretezza e la passione del suo lavoro".
D'altronde, tutto diventa possibile quando quel lavoro è mosso dalla passione, perché questa diventa un mezzo fortissimo per coinvolgere gli altri. Proprio come è accaduto per la realizzazione dello spot, che verrà presto seguito da un'importante campagna di sensibilizzazione di Rai Per il Sociale: "Con l'Unione si è creato un feeling immediato che difficilmente si crea col committente", spiega Chiara Gaetani, "è stato un lavoro straordinario, nel senso di qualcosa realizzato, appunto, fuori dall'ordinario, grazie alla vitalità e all'energia di Linda Legname e del suo staff, che ha permesso, a loro, di entrare nel nostro cuore, in un momento, e a noi di entrare nel loro".
La fiducia, quindi, ha un'importanza fondamentale per il tema dei lasciti testamentari, insieme a un altro elemento, la chiarezza. Perché spesso intorno all'idea del testamento solidale c'è confusione, guidata da molti pregiudizi. È per sfatare questi tabù e fare finalmente chiarezza che, per la campagna dei lasciti, accanto allo spot, l'Unione ha creato una splendida guida che intende formare e sfatare ogni falso mito che circonda l'ambito giuridico, dove "sono ancora tante le barriere da superare per chi è cieco o ipovedente", come spiega Franco Lepore, presidente del Consiglio regionale Uici del Piemonte, ma anche avvocato specializzato in queste dinamiche: "primo tra tutti i falsi miti, quello legato al mettere una firma su un contratto, un argomento che merita chiarezza: negli atti privati, la legge conferma che la firma posta su qualsiasi atto da persona affetta da cecità è perfettamente valida e vincolante al fine dell'insorgenza di diritti e obblighi, ma anche che possiede la facoltà, e non l'obbligo, di farsi assistere durante la sottoscrizione da persona di fiducia, senza necessità di testimoni; mentre negli atti pubblici una legge del notariato stabilisce che è necessaria la presenza di due testimoni qualora una delle parti non possa o non sappia leggere o scrivere".
Si tratta di una legge vecchia di almeno 100 anni che, ovviamente, si pone in forte contrasto con le pari opportunità costituzionali e con i diritti ONU 2006", chiarisce Lepore, "ma rispetto alla quale sono state proposte alla Camera diverse modifiche attualmente in studio".
Tutto questo, e molto, molto di più, è racchiuso all'interno della Guida ai lasciti testamentari realizzata dall'Unione, che si avvale del patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato. Una vera e propria dimostrazione di valore, visto che un simile patrocinio non viene concesso così facilmente, come spiega l'ospite intervenuta a rappresentarlo, il notaio Giovanna Dell'Erba: "È una guida sorprendente, perché rende semplici anche le cose più complesse, grazie ai tanti grafici e ai testi chiari che gli hanno permesso di meritare senza dubbio il patrocinio del Notariato".
Una guida che, ovviamente, è stata pensata del tutto accessibile, con caratteri grandi per ipovedenti e, soprattutto, con un qr-code che rimanda alla sua versione audio. Un'opera fondamentale per sfatare, come detto, i tanti pregiudizi che tutti noi abbiamo riguardo il testamento solidale: "In Italia siamo il fanalino di coda per quanto riguarda il testamento solidale, ma è una tendenza che sta cambiando e cambierà ancora, grazie anche a campagne come questa che sensibilizzano e, soprattutto, informano sul tema", spiega il notaio Dell'Erba, "come rappresentante del Notariato, partecipo frequentemente a eventi di questo tipo, non in sale belle, organizzate e partecipate come questa, ma la nostra presenza è importante per dare fiducia, per rassicurare sul fatto che questa cosa si può fare senza negare i diritti dei parenti, né creare problemi all'interno della famiglia al momento della successione". Certo, il lavoro da fare è tanto, perché tanti sono i pregiudizi, primo tra tutti quello ideologico, come racconta ancora la rappresentante del Consiglio del Notariato: "l'idea di fare testamento in qualsiasi momento della propria vita non viene quasi mai considerata, le persone che fanno testamento sono molto avanti nell'età, mentre nella vita può accadere di avvicinarsi a cause benefiche nelle quali ci si senta coinvolti, e quindi ogni occasione è buona per poter redigere un testamento, non necessariamente completo, nel quale si disponga cioè di tutti i beni del patrimonio, ma è possibile regolare una successione anche attraverso più testamenti. Quindi, perché non concretizzare subito lo slancio verso una causa benefica, lasciando una testimonianza olografa quando si ha in mente di farlo, e non rimandarlo a un secondo momento, quando la cosa rischia di finire nel dimenticatoio?".
Il primo grande passo oltre il pregiudizio, allora, è pensare al testamento come a qualcosa di attuale, da non rimandare. Poi c'è il secondo grande pregiudizio, quello di lasciare qualcosa a qualcuno che è fuori dalla famiglia, come spiega ancora Dell'Erba: "può creare un problema, questo è vero, se noi abbiamo un solo bene e decidiamo di lasciarlo a un'associazione, perché, in quel caso, se abbiamo eredi potranno impugnare il testamento, ma parliamo di casi estremi. Quindi è vero che bisogna fare attenzione a quello che si scrive nel testamento, ma credo che quando si decide di farlo con una disposizione importante, è assolutamente consigliato intuire la necessità di farsi consigliare da un notaio".
Ecco perché, dunque, è quanto mai propizia la presenza del Consiglio Nazionale del Notariato nelle campagne di lasciti testamentari delle associazioni benefiche, come dimostra la sua partecipazione al 'Comitato per il Testamento Solidale', un movimento per la promozione del tema.
"Il Notariato ha deciso di aderire a questa iniziativa ormai 10 fa, mettendosi al fianco di varie associazioni come Save the Children o La Lega del Filo d'Oro", continua a raccontare la rappresentante del Notariato, "perché si tratta di una causa che merita tutto il supporto necessario, e quello del Notariato è un supporto necessario, di tipo tecnico".
Ma non solo tecnico, come detto, anche culturale, perché allontana il pregiudizio che lega indissolubilmente il testamento alla morte imminente: "Quello che cerca di fare il Notariato mettendosi a disposizione, è far capire che si può modificare il testamento infinite volte, fino all'ultimo momento possibile, in forme diverse che consentono al notaio e al testatore di disporre delle proprie sostanze in maniera del tutto privata", conclude il notaio Dell'Erba, "far capire che bisogna sempre pensare che in ogni testamento si può inserire anche un piccolo lascito per una buona causa, che rappresenta, in qualche modo, una continuazione di se stessi, non solo patrimoniale ma soprattutto valoriale, lasciando un bene come a lasciare un messaggio. E non è necessario fare grandi lasciti, anche perché con tanti piccoli lasciti si possono fare grandi numeri".
Da tanti piccoli lasciti, si ottengono grandi risorse, quelle che servono a un'associazione grande com'è l'Uici, la cui grandezza, guarda caso, è composta proprio da ognuno dei suoi singolo componenti, partendo dai suoi soci, passando per le sezioni territoriali e quelle regionali, fino alla Presidenza Nazionale e al suo Ufficio Stampa: "ognuno lo sa che se l'Unione riesce è perché siamo tutti insieme", afferma Linda Legname, Vicepresidente dell'Uici, ma soprattutto anima e referente di questa Campagna.
"Ci siamo resi conto che già godiamo di questa fiducia da parte dei nostri associati, perché dei lasciti arrivano", spiega ancora Linda Legname, "ma abbiamo ragionato sul fatto che non c'è una vera struttura organizzata e nemmeno una conoscenza approfondita di quello che è il testamento solidale, quindi, con molta umiltà, abbiamo iniziato un po' di formazione nelle nostre sezioni territoriali, convincendoci di avere un bel potenziale, però ancora da tirare fuori, cosa che ci ha portato all'incontro con Chiara Gaetani, con cui lavoriamo da febbraio 2023, per giungere ad oggi, allo spot e alla guida".
Ma, come al solito, nelle parole della Vicepresidente, il passato è solo un pretesto per lanciarsi dritti nel futuro: "Continueremo a formare i nostri territori, perché la fiducia parte dal nostro interno, e dobbiamo essere capaci di farla uscire fuori con concretezza e operatività".
Concretezza e operatività al servizio di idee già chiare e, addirittura, di progetti già avviati da tempo, come i campi per ragazzi non vedenti, ipovedenti e con disabilità aggiuntiva: "ogni anno offriamo a circa 678 minori l'esperienza dei campi riabilitativi", racconta Linda Legname, "ma le risorse sono sempre di meno, e i lasciti testamentari possono servirci a renderli continuativi, come anche nel caso del progetto col quale abbiamo offerto un servizio essenziale di assistenza extrascolastica e autonomia, finito perché sono finite le risorse, senza poter fare nulla nemmeno di fronte alle famiglie che piangevano per questo".
L'Unione ha un ruolo importantissimo, quello di compensare i vuoti lasciati dalle istituzioni, ma nemmeno le sue risorse, ovviamente, sono infinite: "Ecco perché ci impegniamo a fare cultura, a far conoscere ai nostri soci e alla collettività l'importanza della condivisione di questo dono", continua la Vicepresidente, "perché nel momento in cui dono e vedo concretizzarsi il progetto per cui ho donato, anche io stesso provo un senso di soddisfazione, un po' come quando doniamo il nostro affetto agli altri; dovremmo imparare a staccarci di più dalle cose materiali, perché quando doniamo la nostra passione, il sorriso, il nostro tempo a una persone o a una causa, come a tutte le cose che ci piacciono, diamo qualcosa di noi stessi, e la stessa cosa dovremmo fare con le piccole cose materiali".
Perché lo abbiamo detto, tante piccole cose, unite insieme, permettono di realizzare grandi progetti. Come, ad esempio, un terreno donato all'Unione può diventare subito una nuova scuola per cani guida: "Dare un cane guida significa garantire una vita indipendente, ma non tutti sanno che il cane guida è un impegno finanziario dell'Unione, dietro al quale c'è tanto lavoro e addestramento", conclude Linda Legname, "la scuola di addestramento dell'Uici Helen Keller ha liste di attesa di due anni e costi impegnativi, perché un cane guida costa dai 25 ai 27 mila euro, e per questo il dono qui diventa importante nell'ottica di costruire una nuova scuola, per cui l'idea di un terreno ci fa sperare e sognare: abbiamo necessità di fiducia, perché noi siamo bravi a concretizzare, siamo pragmatici e facciamo vedere alle persone che il loro gesto diventa sempre qualcosa di reale".
E lo si vede proprio qui, alla sala Igea, dove sono presenti anche Paolo Camanni e Peggy, il suo splendido cane guida: "Il cane guida è un aiuto importante per migliorare la qualità della vita, ti dà mobilità e orientamento, ma è anche qualcosa di più, perché vuol dire condividere esperienze ed emozioni, una grande fetta della propria vita con un compagno", racconta Paolo, "ovviamente per prendere un cane guida bisogna già sapersi orientare nello spazio circostante, perché il cane non si sostituisce alle nostre abilità di orientamento, ma ci segnala gli ostacoli difficili da rintracciare negli spazi pubblici, come scalini, attraversamenti, panchine".
La testimonianza di Paolo non è fatta soltanto di parole, ma di elementi concreti, quelli che costituiscono la sua vita: nato in Cina nel 2003, abbandonato di fronte a un monastero e giunto in Italia dopo un percorso particolare dove è stato adottato da una famiglia che gli ha permesso di curarsi, e oggi, a 20 anni, studia ingegneria elettronica a Bologna e parteciperà alle prossime Olimpiadi di Parigi nella disciplina del judo.
"Bisogna cercare d garantire pari opportunità, come diceva il Presidente, nella vita scolastica, lavorativa e sportiva, per vivere appieno la propria vita anche con la disabilità", afferma Paolo, "l'importante è lottare, ma anche fare un percorso di consapevolezza per arrivare a comprendere che essere disabile, cieco, rappresenta una peculiarità. Attenzione a questa parola, perché nel caso di una disabilità non è qualcosa che ci etichetta: noi non siamo definiti dalla nostra disabilità, siamo definiti per chi siamo, ma la disabilità diventa una nostra peculiarità, una nostra caratteristica che dobbiamo accettare, per fare il primo passo verso il raggiungimento di una consapevolezza che ci permette di raggiungere i nostri obiettivi. Obiettivi che ognuno possiede e rispetto ai quali deve trovare la giusta strategia per raggiungerli, strategie che differiscono da persona a persona, da obiettivo a obiettivo, perché siamo persone diverse. Ma è proprio questa diversità il punto di partenza per incontrare gli altri, ritrovare quella capacità di starci insieme, di ascoltarli e di fidarci".
E forse, dopotutto, è solo da tutto questo che si può entrare nello splendido meccanismo umano del dono: "Ascoltando qualche tempo fa le parole della dottoressa Sannipoli, una pedagogista di rilievo internazionale, ho imparato che la parola diversità si usa sempre al singolare, perché ognuno di noi nasce sempre con delle caratteristiche che lo distinguono dagli altri", spiega Paolo, "ma bisogna anche pensare alla diversità delle differenze, al fatto cioè, che nella nostra diversità emergono delle differenze e che queste non sono altro che i nostri talenti. Talenti che possono emergere solo grazie alle persone che ci sono intorno, che ci permettono di scoprirli e di coltivarli. Come fa l'Unione, e come può fare chiunque attraverso di essa con un lascito testamentario".
"La storia di Paolo è una risorsa, come quelle che servono per i nostri progetti, forza umana", afferma il Presidente Barbuto, "perché Paolo non è l'unico, ce ne sono tanti che sono pronti a questo tipo di consapevolezza".
E stiamo parlando davvero di emozioni, emozioni forti, di fronte alle quali non si può restare impassibili, come dimostrano le ultime parole dello stesso Presidente: "Ascoltando tutto quello che è stato detto in questa splendida mattinata, mi è venuto in mente che nei prossimi giorni prenderò gli opportuni contatti per fare un piccolo lascito alla nostra Unione, uno di quelli che, unito agli altri tanti piccoli lasciti, farà la differenza".
Ma la conclusione di questa giornata di apertura della Campagna dei lasciti solidali dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, non può che essere affidata a quella che, come abbiamo detto, ne è l'anima principale, Linda Legname, le cui parole rimandano sempre a fatti concreti: "Il primo progetto in assoluto cui dedicarci con i lasciti è quello di rendere continuativi i campi per ragazzi non vedenti, ipovedenti e con disabilità aggiuntive, perché noi puntiamo alla vita indipendente, all'autonomia personale, all'orientamento e alla mobilità, per fare in modo che tutti i nostri bambini siano capaci, come Paolo, di girare il mondo, col cane guida, col bastone bianco, o da soli. Senza dimenticare i progetti per la terza età, come quello con Alexa, che ha dato la possibilità a tante persone anziane, spesso sole, di leggere più agevolmente i giornali e mettersi in contatto con gli altri".
Ma, alla fine, anche il pragmatismo della Vicepresidente si concede uno slancio di fantasia, perché, dopotutto, senza fantasia niente può trovare la forma che la rende concreta: "Io viaggio sempre di fantasia e potrei dirvi tante cose, perché lavorando nella quotidianità dell'Unione ci si accorge che le necessità sono tante, come i sostegni alle persone con pluridisabilità e alle famiglie, come il 'Dopo di noi' e la nostra idea di progettare delle abitazioni in tutta Italia. Ma è solo goccia dopo goccia che tutto questo si può realizzare, con la fiducia e le risorse: occorre questo da mettere in quello che non è un cassetto, ma uno scaffale a vista, perché i nostri sogni sono degli scaffali a vista".



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